Quale Russell ? APPROFONDIMENTO DI FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO a cura del prof. Flaviano Scorticati Un piccolo gioco per riscaldare l’atmosfera… CHE COSA HANNO IN COMUNE QUESTE IMMAGINI? BABBO NATALE IL QUADRATO ROTONDO IL FIGLIO DI BARACK OBAMA APOLLO IL NUMERO CARDINALE MASSIMO LA MONTAGNA D’ORO L’attuale re di Francia Pegaso Babbo Natale, il quadrato rotondo, il figlio di Barack Obama, il dio Apollo, il numero cardinale massimo, la montagna d’oro, l’attuale re di Francia, Pegaso… condividono una medesima caratteristica… SONO TUTTE ENTITA’ INESISTENTI Bertrand Russell - Filosofia del linguaggio Abbiamo alcuni problemi con il linguaggio… 1. Il problema delle entità inesistenti Il linguaggio non può parlare di entità inesistenti: un nome proprio deve avere sempre un riferimento, deve cioè designare un’entità singolare effettivamente esistente. •Problema: Il linguaggio ordinario abbonda di nomi propri che designano entità inesistenti (Babbo Natale, Apollo, Topolino, Amleto, Sherlock Holmes, ecc.). •Problema: Enunciati negativi del tipo “x non esiste” sembrano spingerci ad ammettere in qualche modo l’esistenza di x per poi dire di questo x che esso non esiste — il che è una contraddizione. – Babbo Natale non esiste – Il quadrato rotondo non esiste 2. Il problema del Terzo Escluso • La Legge del Terzo Escluso: per ogni enunciato P, o P o non-P (non si dà una terza possibilità) Secondo la Legge del Terzo Escluso, deve essere vero “A è B” o “A non é B”. Quindi deve essere vero “l’attuale re di Francia è calvo” o “l’attuale re di Francia non è calvo” . Ma se enumeriamo tutte le cose che sono calve e le cose che non sono calve, non troveremo l’attuale re di Francia in nessuna delle due liste. • Problema: Quando il soggetto grammaticale di una frase non ha un riferimento, allora la Legge del Terzo Escluso non vale più; per es. – L’attuale re di Francia è calvo. – Il figlio di Barack Obama vive in Italia. 3. Il problema dell’identità • Indiscernibilità degli Identici: Se a = b, allora tutto ciò che è vero dell’uno è vero dell’altro. Se a è identico a b, allora tutto ciò che è vero dell’uno è vero dell’altro, e l’uno può essere sostituito all’altro in ogni enunciato senza alterare la verità o falsità di quell’enunciato. Ora, Giorgio IV voleva sapere se Scott era l’autore di Waverly, e in effetti Scott era l’autore di Waverly. Quindi possiamo sostituire “l’autore di Waverly” con “Scott” e provare così che Giorgio IV voleva sapere se Scott era Scott. • Problema: L’enunciato “Giorgio IV voleva sapere se Scott era l’autore di Waverly” è presumibilmente vero, mentre l’enunciato “Giorgio IV voleva sapere se Scott era Scott” è presumibilmente falso in quanto assurdo. L’origine dei nostri problemi col linguaggio • Russell ritiene che il linguaggio ordinario ci inganni! • La superficie grammaticale del linguaggio, basata sulla forma soggetto-predicato, nasconde la vera struttura logica degli enunciati. • L’impossibilità di riconoscere la vera forma logica sotto la superficie è responsabile delle difficoltà esposte. • Occorre quindi tradurre il linguaggio ordinario in un linguaggio ideale, logicamente rigoroso, ed evitare così problemi e paradossi. Soluzione del problema 1: entità inesistenti Supponiamo di dire: «il quadrato rotondo non esiste». Sembra palese che questa sia una proposizione vera, tuttavia non possiamo considerarla come la negazione dell’esistenza di un certo oggetto chiamato «il quadrato rotondo». Infatti se vi fosse un oggetto del genere, esso esisterebbe: non possiamo dapprima assumere che vi sia un certo oggetto e poi passare a negare che un tale oggetto vi sia. Ogniqualvolta si può supporre che il soggetto grammaticale di una proposizione non esista senza che questa supposizione renda la proposizione priva di significato, è palese che il soggetto grammaticale non è un nome proprio, ossia non è un nome che rappresenti in maniera diretta qualche oggetto. Pertanto in tutti i casi siffatti, deve essere possibile analizzare la proposizione in modo tale che venga a scomparire quello che ne è il soggetto grammaticale. Così quando diciamo «il quadrato rotondo non esiste», possiamo sostituire, come primo tentativo di direzione di un’analisi del genere «è falso che vi sia un oggetto x il quale sia al contempo rotondo e quadrato». Soluzione del problema 1: entità inesistenti • L’enunciato (1) «Il quadrato rotondo non esiste» deve quindi essere parafrasato o tradotto in (1.1) «É falso che vi sia un oggetto x che sia al contempo rotondo e quadrato». Trascritto in simboli logici (1.1) diventa: [(x)(Rx Qx)] • Quelli che all’apparenza si presentano come nomi propri, pur non avendo alcun riferimento (Apollo, Babbo Natale, Amleto…), sono in realtà descrizioni abbreviate, non veri nomi propri, e vanno interpretati nel modo seguente: Apollo = il dio greco del sole, figlio di Zeus e Latona, fratello di Artemide… che vive sul monte Olimpo. Babbo Natale = l’uomo barbuto che porta i doni la vigilia di Natale, che viaggia su una slitta trainata da renne… che vive in Lapponia. Al posto di un termine singolare (nome proprio) abbiamo così una stringa di descrizioni prive di riferimento, alle quali cioè non corrisponde alcuna entità esistente. Soluzione del problema 2: Terzo Escluso L’enunciato (2) «L’attuale re di Francia è calvo» è vero o falso? Non si dà infatti una terza possibilità. Essendo però un enunciato privo di riferimento, sembra impossibile giudicarlo vero o falso, semmai privo di senso: una soluzione inaccettabile per Russell. La falsità di (2) appare evidente una volta che la sua struttura logica viene esplicitata per mezzo di una parafrasi: (2.1) «Esiste almeno un x tale che a) x è l’attuale re di Francia, e b) x è calvo». L’analisi della struttura logica di (2.1) ci permette di affermarne la falsità in ragione della falsità di a. Soluzione del problema 2: Terzo Escluso Grazie ad un’analisi del genere possiamo stabilire la falsità dell’enunciato (3) «L’attuale re del Belgio è calvo». Esiste almeno un x tale che a) x è l’attuale re del Belgio, e b) x è calvo». In questo caso l’enunciato è falso in ragione della falsità di b. Filippo I del Belgio Soluzione del problema 3: identità «Scott» e «l’autore di Waverly» non sono simboli equivalenti: il primo è un nome proprio, mentre il secondo è una descrizione. Il significato di un nome proprio è il suo riferimento, l’entità reale che esso designa. Il significato di una descrizione è un determinato senso o contenuto di pensiero, che non necessariamente deve avere anche un riferimento (nel caso de «l’autore di Waverly» ce l’ha, nel caso de «l’attuale re di Francia» no). L’enunciato (4) «Giorgio IV voleva sapere se Scott era l’autore di Waverly» non dice la stessa cosa di (5) «Giorgio IV voleva sapere se Scott era Scott» - «Scott» e «l’autore di Waverly» hanno infatti un diverso significato. Soluzione del problema 3: identità Sir Walter Scott (1771-1832) fu uno scrittore e poeta scozzese, tra i principali esponenti del Romanticismo britannico e padre riconosciuto del romanzo storico. Tra le sue opere ricordiamo: La donna del lago (1810), Waverley (1814), L’antiquario (1816), Ivanhoe (1819), Kenilworth (1821), Il talismano (1825). • Costruzione di un linguaggio ideale, adatto agli scopi della logica e della matematica • Analisi del linguaggio ordinario metterne in luce la struttura logica per • Distinzione tra nomi propri e descrizioni • Prevalenza del riferimento sul senso • Atteggiamento realista: il linguaggio deve parlare della realtà, di ciò che esiste