ASSOCIAZIONE ITALIANA PORTATORI DI DEFIBRILLATORE
Dicembre 2007
Cos’è un defibrillatore?
Il defibrillatore è un’apparecchio dalla
tecnologia sofisticata, con la funzione di rilevare
il battito cardiaco e riconoscere le irregolarità
potenzialmente
pericolose,
che
di
conseguenza, necessitano di trattamento. Tale
indicazione è riconosciuta dalle linee guida
internazionali. L’apparecchio, di dimensioni
molto compatte, viene impiantato nel torace per
proteggere i pazienti a rischio di morte
cardiaca improvvisa.
Il numero di pazienti cui viene impiantato un
defibrillatore è in costante aumento in tutto il
mondo occidentale, sia per la maggiore
diffusione delle cardiopatie, che per l’aumento
dell’età media della popolazione.
In Italia, nello scorso anno sono stati impiantati
più di 4.000 defibrillatori, solo a Verona circa
160; si stima inoltre un progressivo aumento del
numero di impianti.
Perchè un’Associazione di Pazienti portatori
di defibrillatore?
Per cercare di dare insieme, Pazienti e Medici,
risposte soddisfacenti e dal punto di vista
tecnologico, che di praticità quotidiana. Si
propone nel modo più idoneo di:
Fornire notizie utili sulle norme di legge in
merito e sostenere proposte al fine di
renderle più rispondenti ai moderni standard
di vita;
Cercare la possibilità di facilitare il modus
vivendi et operandi del portatore;
Salvaguardare i relativi diritti;
Aiutare e sostenere le equipes mediche.
A tal fine si propone di collaborare con le
Istituzioni, promuovendo incontri, attività di
studio e di ricerca nell’ambito dei propri fini
istituzionali.
Pertanto
l’Associazione
si
impegna
a
pubblicizzare
e
sensibilizzare
l’opinione
pubblica sulle problematiche dell’impianto di
defibrillatori, nonché di curare ogni aspetto che
Notizie dall’Associazione
sia favorevole al raggiungimento degli obiettivi
statutari, interagendo con le Autorità.
Il giorno 12 ottobre si è costituita l’associazione
A.I.DEF, registrata presso il Ministero delle
Finanze, ed in attesa di registrazione presso la
Regione Veneto per avere la qualifica di
ONLUS. L’annuncio è stato dato nell’incontro
svolto il 17 ottobre presso il Centro Marani
dell’Azienda Ospedaliera di Verona, alla
presenza di autorità sanitarie e di bioingegneri.
Gli ideatori dell’Associazione, si congratulano
con i Soci Fondatori, con i Soci partecipanti,
certi che altri ne seguiranno.
L’Associazione nasce per il desiderio e la
necessità dei portatori di defibrillatore. Le
problematiche che dovremo affrontare, in
particolar modo con il supporto del Comitato
Scientifico, sono molteplici e di varia natura . Ci
auguriamo che l’Associazione si espanda con
Delegazioni presso altre realtà ospedaliere.
A tutti un benvenuto.
Il saluto del Direttore della Cardiologia:
La Cardiologia di Verona ha assistito con
attenzione alla nascita di una associazione dei
Pazienti portatori di defibrillatore, dei cui
problemi, clinici, ma anche sociali e normativi, è
quotidianamente testimone e partecipe.
L’aggregazione in forma associativa consentirà
ai Pazienti di organizzare incontri informativi ed
educativi con specialisti non solo cardiologi, di
fornire informazioni sulle ricadute burocratiche
della loro condizione clinica, di farsi infine forza
di pressione per le difficoltà incontrate
giornalmente.
Tutti i cardiologi dell’Azienda si mettono a
disposizione, come parte attiva del Comitato
Scientifico della neonata Associazione, cui
augurano uno sviluppo su un ambito sempre
più ampio, auspicabilmente anche all’intero
territorio nazionale.
Il Direttore (Prof.C.Vassanelli)
Per tutti coloro che non hanno avuto la
possibilità di essere presenti, riportiamo una
sintesi delle informazioni fornite nell’incontro:
Defibrillatore impiantabile: come
convivere in sicurezza
Relatori: Ing. Andrea Galvagni, Dott. Ruggero
Tomei, Ing. Diego Venturini, e Dott. Gabriele
Zanotto – presidente Comitato Scientifico
A.I.DEF.
Che cos’è un defibrillatore impiantabile?
Si sentono molte definizioni di questo dispositivo, alcune anche fantasiose. La sigla
comunemente usate è AICD, dove è A perchè
è automatico, cioè è un dispositivo molto
sofisticato che consente diversi automatismi, ha
la possibilità di lavorare in modo indipendente;
è I perchè è impiantabile, è C perchè
interagisce con il cuore, ma è D, cioè è un
defibrillatore, il suo compito principale è quello
di interrompere potenziali aritmie dannose,
pericolose, potenzialmente mortali.
Perchè possiamo definirlo un meccanismo
sofisticato? Dentro questa “scatolina” ci sono
tre componenti principali: è costituito da
batterie, da condensatori e da circuiti elettronici.
All’interno dell’involucro, che è in titanio, ci sono
oltre 100 componenti elettronici, collegati da
mille e più connessioni; è intuibile quindi la
complessità
del
dispositivo.
Ciascun
componente viene progettato, costruito e
prodotto per questi dispositivi elettromedicali, e
in nessun altro apparecchio elettronico si
trovano i componenti che si trovano in questi
dispositivi.
Le Aziende produttrici sono impegnate in
ricerche al fine di rendere questi dispositivi
sempre più sicuri e più confortevoli per i
Pazienti.
Da quanto tempo si usano gli AICD?
Il primo AICD venne impiantato nell’uomo
appena nel 1980. All’epoca il defibrillatore
pesava oltre 3 etti, era quattro volte più grande
e veniva impiantato nell’addome del paziente
con un vero e proprio intervento chirurgico,
anche perchè i fili venivano “attaccati”
all’esterno del cuore. Ci sono voluti otto anni
per giungere a poter intervenire in maniera
meno invasiva, con l’accesso venoso. Con gli
sviluppi successivi, la tecnologia ha fatto sì che
questi dispositivi potessero interagire con più
camere del cuore, con l’atrio, con il ventricolo
destro, con il ventricolo sinistro, fino a giungere
ai giorni nostri, quando disponiamo anche di
apparecchi che si occupano anche dello
scompenso cardiaco. Quindi l’evoluzione c’è
stata, c’è, ed è tuttora presente, per fornire
oggetti che consentano sempre migliori terapie.
Abbiamo detto che è un dispositivo
impiantabile; esso viene in genere impiantato in
una tasca pettorale. Il sistema è composto
anche di fili, uno, due o tre, secondo le
necessità cliniche; questi, attraverso l’accesso
venoso, entrano all’interno del cuore, e
vengono posizionati in collocazione opportuna
ad interagire con l’attività elettrica del cuore. Il
risultato è un dispositivo cardiaco; in ogni
momento il dispositivo sente come sta
lavorando il cuore. Il dispositivo, inoltre, fornisce
al medico numerose informazioni, registrando
ad esempio, tutte le aritmie che si verificano nel
tempo. Ma la funzione principale dell’AICD è
quella di essere un defibrillatore, cioè il
dispositivo che è in grado in maniera autonoma
di riconoscere e di interrompere una tachicardia
ventricolare o una fibrillazione ventricolare,
aritmie che possono essere alla base di
un’arresto cardiaco, e che intervenendo con
una o più scariche elettriche ripristina il ritmo
normale.
Domanda dal pubblico: Quanto tempo dura
un AICD impiantato? Cosa succede quando
si esaurisce?
Le batterie del dispositivo durano in media dai
quattro ai cinque anni; la durata può variare in
funzione del diverso tipo di defibrillatore, a
seconda di quanto il cuore del singolo paziente
utilizza il defibrillatore. Quando le batterie sono
esaurite, si rende necessario un nuovo piccolo
intervento, durante il quale si va a sostituire la
cassa, mentre i fili restano in sede. Non viene
sostituita solo la batteria, ma l’intera cassa, in
quanto anche il condensatore va incontro ad
usura. Inoltre, questi apparecchi vanno incontro
a migliorie tecnologiche continue, per cui
nell’arco di alcuni anni il paziente si può
avvantaggiare di una tecnologia più aggiornata.
Il ricovero per la sostituzione ha una durata che
è condizionata dal quadro clinico generale del
paziente, più che dal dispositivo, e può essere
ridotto anche ad uno-due giorni se la situazione
è molto stabile.
Domanda dal pubblico: Subito dopo
l’impianto viene raccomandato al paziente di
limitare i movimenti del braccio sinistro.
Questa raccomandazione rimane valida
anche in seguito?
Vi è una prima fase di un paio di mesi in cui i
movimenti della spalla sinistra devono essere
limitati, perchè occorre lasciare il tempo ai fili di
consolidarsi all’interno del cuore, per cui i
movimenti eccessivi potrebbero portare allo
spostamento dei fili, con la necessità di un
nuovo
intervento
per
riposizionarli;
successivamente il movimento della spalla è
sostanzialmente libero, anche per prevenire la
comparsa di problemi articolari. Sono
probabilmente da evitare i movimenti ripetitivi
ed estremi, come una pratica protratta del
nuoto a dorso.
Occorre poi una certa cura nel cercare di
evitare i traumi. Molti pazienti richiedono
l’esenzione dall’uso delle cinture di sicurezza in
auto. Ma la cintura di sicurezza, oltre ad evitare
traumi alla persona, li evita anche al
defibrillatore, se la cintura dà fastidio
localmente, si potrà ovviare con un cuscinetto o
con qualche altro piccolo accorgimento. In
questi anni è accaduto che pazienti
richiedessero il controllo del defibrillatore dopo
un’incidente d’auto, ma non abbiamo mai
rilevato danneggiamenti imputabili alla cintura
di sicurezza.
Vanno evitate anche altre sollecitazioni locali,
come l’uso del fucile da caccia (ma la maggior
parte degli impianti viene effettuata a sinistra,
per cui costituisce un problema solo per un
mancino) o l'uso di uno zaino sulla spalla
sinistra.
Domanda dal pubblico: Possono essere
effettuati esercizi ginnici rotatori della
spalla, senza carico?
Vanno evitati i movimenti contro carico e di
rotazione estrema, perchè comportano l’uso di
muscoli che si sviluppano nella zona della
connessione tra batteria e fili, che rappresenta
uno dei punti più delicati.
Quali situazioni o apparecchi, nell’ambiente
che ci circonda, possono creare problemi al
portatore di AICD? Il portatore di AICD può
usare il telefono cellulare?
Il portatore di AICD può tranquillamente usare il
telefono cellulare, purché abbia l’accortezza di
tenerlo ad una distanza di almeno quindici
centimetri dall’AICD, e di utilizzarlo tenendolo
all’orecchio dal lato opposto a quello dell’AICD.
Vi possono essere problemi di interferenze
con le antenne impiantate sopra i palazzi?
In questo caso non serve alcuna precauzione;
questo tipo di antenne, che servono in genere
alla telefonia cellulare, non creano alcun
problema al portatore di AICD, in quanto le
onde elettromagnetiche si diffondono in
direzione parallela al terreno, troppo distanti
quindi per generare interferenze. Analogamente
nessun problema può essere generato dalle
linee elettriche dei treni, per nessun tipo di
treno.
Il portatore di AICD può utilizzare in auto il
Telepass?
Anche per il Telepass, che è quel dispositivo
che serve ad attraversare senza sosta il casello
autostradale, non serve alcun tipo di
precauzione.
Il discorso è un po’ diverso per i sistemi antitaccheggio, che sono quei sistemi frequentemente presenti in centri commerciali, librerie,
negozi, autogrill per la prevenzione dei furti.
Questi impianti sono tipicamente costituiti da
due pannelli, distanti circa un metro, all'interno
dei quali si deve transitare. L’accorgimento da
avere in questo caso è di non fermarsi
all'interno dei due pannelli; non è necessario
passare di corsa, si può passare a normale
velocità, ma è raccomandato di non sostare né
all'interno, né in vicinanza dei pannelli.
Che problemi ci sono al passaggio del
controllo di sicurezza in aeroporto?
Negli aeroporti il personale addetto al controllo
è informato che il paziente portatore di un
dispositivo impiantabile deve seguire una
procedura diversa per il controllo; il paziente
deve informare il personale, esibire il tesserino,
e si procederà ad una operazione manuale di
controllo della persona.
I metal-detector posizionati in banche, tribunali,
o questure sono progettati per individuare armi.
La cassa metallica del defibrillatore può far
suonare l’allarme; occorre quindi informare il
personale di sicurezza, che può anche far
entrare il cliente da un’ingresso laterale,
usualmente disponibile.
Le linee dell’alta tensione possono generare
interferenze?
Gli elettrodotti non danno interferenze a
condizione che si sia a più di venti metri dal
cavo; data l'altezza dei tralicci, questa
condizione di sicurezza è pressoché garantita.
Quali elettrodomestici possono essere usati
in sicurezza?
Tutti gli elettrodomestici presenti nelle nostre
case, se ben funzionanti e correttamente
collegati a terra, non danno nessun problema.
Apparecchi mal funzionanti, con cavi che
disperdono, creano problemi a qualsiasi
persona, e tanto più al portatore di AICD.
Quali interferenze ci possono essere da
apparecchi
presenti
nell’ambiente
lavorativo?
Ogni situazione lavorativa va valutata individualmente. L’uso di una saldatrice ad arco è
controindicato, ma può non essere un problema
nel caso delle piccolissime saldatrici usate per
le stanghette degli occhiali, per esempio.
Ci sono interventi diagnostici o terapeutici
che non possono essere praticati al
portatore di AICD?
Anzitutto una premessa: tutto il personale
ospedaliero, Medico, Infermieristico e Tecnico,
sa quali cautele debbano essere utilizzate per il
paziente portatore di AICD. È importante quindi
che il paziente informi il Medico di essere
portatore di un dispositivo impiantabile.
La risonanza magnetica nucleare è un’esame
diagnostico molto importante, ma, purtroppo,
allo stato attuale della tecnologia, è
controindicato nel paziente portatore di
dispositivo impiantabile. Il Medico curante dovrà
quindi valersi di indagini diagnostiche
alternative.
La radioterapia, usata nella terapia dei tumori,
può danneggiare in modo non prevedibile il
dispositivo, con effetti che possono manifestarsi
anche nel tempo.
I raggi X, utilizzati ad esempio per la
radiografia del torace, per la coronarografia, per
le radiografie addominali, la TAC, non danno
alcun problema al portatore di AICD.
In molte procedure chirurgiche, anche
ambulatoriali, si utilizza l’elettrobisturi, che
incide la cute ed i tessuti attraverso impulsi
elettrici. Gli impulsi emessi dell’elettrobisturi
possono interferire con il dispositivo, per cui il
medico che deve praticare l’intervento deve
essere informato; questa cautela va ancor più
applicata al di fuori dell’ambiente ospedaliero.
Vi sono poi le numerose tecniche utilizzate dai
Fisiatri per il trattamento della sintomatologia
dolorosa. Alcuni di questi dispositivi, ad
esempio
TENS,
correnti
interferenziali,
diadinamiche, possono interferire con l’AICD,
determinando degli interventi inappropriati, cioè
degli shock non necessari. In caso di assoluta
necessità potrebbero essere applicate in
ambiente ospedaliero. La magnetoterapia,
invece, è assolutamente controindicata.
La ionoforesi è utilizzata per l’applicazione
locale di un farmaco, in genere antidolorifico,
ma è controindicata nei pazienti portatori di
AICD.
Anche il Dentista può utilizzare l’elettrobisturi,
quindi è importante informarlo di avere un
dispositivo impiantabile. Anche il pulitore ad
ultrasuoni per il tartaro, o il raschietto ad
ultrasuoni pare possano creare qualche
problema all’AICD, anche se non vi sono
ancora studi che chiariscano questo aspetto.
Nel dubbio, tuttavia, è preferibile utilizzare il
metodo tradizionale per la detartrasi, con la
curette metallica. Tutti gli altri dispositivi elettrici
dell'ambulatorio dentistico, se sono a distanza
superiore a 40 centimetri, non creano alcun
problema.
Domanda dal pubblico: Il portatore di AICD
può usare il cardiofrequenzimetro in
palestra? Perchè sembra non funzionare?
Non vi sono problemi nell’uso del cardiofrequenzimetro nel senso di una sua interferenza
con l’AICD. Tuttavia, il cardiofrequenzimetro
può non rilevare correttamente la frequenza
cardiaca di un portatore di AICD, sia per
l’ampiezza
elettrica
dell’impulso
dello
stimolatore, che è di molto superiore a quella
dell’attività spontanea del ritmo cardiaco, sia
per eventuali irregolarità del ritmo cardiaco, che
ostacolano la lettura del cardiofrequenzimetro.
Il portatore di AICD può usare la camera
iperbarica?
Il timore è che la pressione, all’interno della
camera iperbarica, possa risultare eccessiva
per l’AICD, e “schiacciare” leggermente la
cassa del dispositivo.
In alcuni casi, poi, il pacemaker è dotato di un
dispositivo, detto accelerometro, attraverso il
quale l’aumento di pressione può aumentare in
modo anomalo la frequenza cardiaca indotta
dallo stimolatore.
Nella prosecuzione della discussione, è
emerso ripetutamente l’argomento del rilascio
della patente al portatore di defibrillatore. Data
la complessità dell’argomento, costituirà
oggetto di un prossimo incontro.
Seguite le «Notizie dall’Associazione», con
altre informazioni sul prossimo numero.
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A.I.DEF - c/o Divisione Clinicizzata di Cardiologia - Ospedale Civile Maggiore – P.le Stefani 1 - 37126 VERONA
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inviare una mail a: [email protected]
chiamare il Presidente Giancarlo Brancaleoni al numero 331/8804419
Siamo in attesa dell’iscrizione regionale per poter espletare il tesseramento e quant’altro a norma