ITALIA Forma geografica dell’Italia : penisola Superficie: 301.401 Km² n° di abitanti: 60.250.535 abitanti Forma di governo: Repubblica parlamentare Presidente della Repubblica : Giorgio Napolitano Religione : Cristiano cattolica Regioni: suddivisa amministrativamente in 20 regioni tra cui 5 a statuto speciale (Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta). 1 La Repubblica Parlamentare è caratterizzata da un ordinamento giuridico che prevede l’indipendenza e la divisione dei poteri; Potere Legislativo Organo - Esecutivo Compiti Parlamento: Propone e approva le leggi camera dei deputati - camera dei senatori Governo Mette in atto le leggi è un organo ristretto, composto dal Presidente del Giudiziario consiglio dei ministri e dai ministri Magistratura Giudica chi non rispetta le leggi PARLAMENTO Il Parlamento è composto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica. Deputati e senatori sono eletti a suffragio universale (cioè votano tutti) e diretto (cioè si scelgono direttamente le persone da mandare a Roma, sede del Parlamento), ogni cinque anni. Alle due Camere (quella dei deputati e quella dei senatori) spetta, collettivamente, la funzione legislativa, cioè il compito di redigere le leggi, che poi sono fatte entrare in vigore con un atto o un decreto del Presidente della Repubblica. Alle Camere, inoltre, spetta il compito di approvare ogni anno “il bilancio e il rendiconto consuntivo presentato dal Governo.” Le Camere cioè devono controllare come viene usato il denaro pubblico, quello che entra nelle casse dello stato soprattutto con le tasse dei cittadini e con il quale si deve “far funzionare” l’intera macchina statale. Sono soldi quindi che non solo servono a pagare i funzionari dello Stato, ma anche a finanziare, fra il resto, la sanità, la scuola pubblica, le pensioni, le forze armate, la ricerca scientifica eccetera, eccetera... Il Parlamento, infine, ha il compito di eleggere, ogni sette anni, il Presidente della Repubblica, che è il capo dello Stato e che rappresenta l’unità nazionale. E’ al Presidente della Repubblica che tocca poi la nomina del Presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, dei suoi ministri. GOVERNO Il Governo della Repubblica è affidato al Presidente del Consiglio e ai suoi ministri, che, tutti insieme, formano il Consiglio dei ministri. Il Parlamento comunque è tenuto ad esprimere un giudizio sulla composizione del Consiglio dei Ministri e successivamente anche sul suo operato. Si dice in questo caso che il Parlamento deve “votarne la fiducia”. (Oppure anche, se necessario, a presentare una “mozione di sfiducia”). In Italia -dice ancora la Costituzione- la giustizia è amministrata in nome del popolo. 2 MAGISTRATURA La funzione giudiziaria è esercitata dai Magistrati e la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Le nomine dei magistrati avvengono tramite un pubblico concorso. Tutti i magistrati poi, ogni quattro anni, sono chiamati ad eleggere i due terzi dei componenti del Consiglio superiore della magistratura. Il restante terzo deve essere invece eletto dal Parlamento, che sceglierà i candidati fra i professori universitari di materie giuridiche e gli avvocati che abbiano almeno 15 anni di carriera alle spalle. Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: è il garante della Costituzione, rappresenta l’unità nazionale davanti al popolo e davanti al mondo. Dura in carica sette anni. LA COSTITUZIONE La Costituzione italiana è entrata in vigore nel 1948. In essi sono riassunti i valori più importanti in cui la Repubblica italiana si riconosce. Qui di seguito riportiamo i primi dodici articoli: I. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. II. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo... III. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. IV. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. V. La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali... VI. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. VII. Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani... 3 VIII. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano... IX. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. X. ...La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica... XI. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni... XII. La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.” A questi 12 seguono altri articoli in cui sono elencati i fondamentali diritti e doveri dei cittadini italiani. In particolare si afferma che la “libertà personale è inviolabile”, così come sono inviolabili il “domicilio” e la “corrispondenza”, che i cittadini hanno diritto di riunirsi e di associarsi liberamente, che chiunque ha diritto di professare liberamente la propria fede, o di manifestare liberamente il proprio pensiero. E tali dichiarazioni, ancora oggi di assoluto valore, scritte dopo vent’anni di dittatura fascista, in cui erano venute meno proprio queste essenziali libertà, rappresentavano una svolta determinante nella vita italiana. Fanno seguito, poi, altri articoli non meno significativi: il riconoscimento dei “diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, la “tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo”, la possibilità per chiunque di andare a scuola e l‘obbligo gratuito di frequentarla almeno per otto anni, il riconoscimento della proprietà privata, il diritto-dovere per tutti i cittadini maggiorenni, uomini e donne, di votare, in modo libero e segreto. In una seconda parte della Costituzione si definisce “l’ordinamento della Repubblica”. In sostanza, cioè, si spiega come lo stato italiano è costituito, organizzato, amministrato. Ogni Regione, amministrata da un Consiglio Regionale eletto ogni quattro anni, è a sua volta divisa in Province e ogni Provincia, anch’essa amministrata da un Consiglio Provinciale elettivo, è data dalla somma di più Comuni. Anche i Comuni sono amministrati da un Consiglio Comunale e da un Sindaco, eletti democraticamente ogni quattro anni. 4 Le Regioni, benché abbiano tutte una diversa storia alle spalle, sono di fatto tutte uguali agli occhi della Repubblica, con qualche eccezione. Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta, sia per caratteristiche geografiche, che per ragioni storiche e culturali, godono di una autonomia maggiore e sono perciò dette “a statuto speciale”. Un esempio? In Trentino-Alto Adige, data la sua lunga permanenza in territorio austriaco, viene riconosciuto l’uso e l’insegnamento nelle scuole pubbliche della lingua tedesca, accanto a quella italiana. Per ragioni simili, in Valle d’Aosta, si insegna e si parla francese, oltre che italiano... L’Italia -dice sempre la Costituzione- elegge liberamente i propri rappresentanti, che vanno a comporre il Parlamento, il quale -di fatto- rappresenta la Nazione. 5 PIEMONTE Il Piemonte è una delle 20 Regioni d’Italia; il suo territorio si estende ai piedi delle Alpi, le montagne più alte d’Europa. POSIZIONE GEOGRAFICA Il Piemonte dista in ugual misura dal Polo Nord e dall'equatore: il suo clima e perciò continentale e varia molto da stagione a stagione e a seconda delle zone. CLIMA I climi che riscontriamo in Piemonte sono fondamentalmente tre: quello di tipo alpino, quello padano e quello periferico pedemontano. Tuttavia, essendo la regione chiusa agli influssi marittimi, generalmente domina un clima di tipo continentale, con forti escursioni termiche, sia giornaliere sia annue. La città di Torino rientra in questo tipo di clima: gli inverni sono freddi e secchi, le estati sono fresche sui rilievi e piuttosto calde nelle pianure. Durante i mesi invernali e autunnali in pianura si formano banchi di nebbia anche molto densi. Per quanto riguarda la temperatura, si può dividere il Piemonte in due grandi zone: la zona alpina, nella quale la temperatura media annua oscilla tra 0°C e 11°C, e la zona pianeggiante, nella quale la temperatura media annua oscilla tra 11°C e 13°C. 6 Torino E’ il capoluogo della regione Piemonte, si trova a 240 m. sul livello del mare. ABITANTI : 908.000 circa. Con i comuni dell'area metropolitana la popolazione è di circa 1.700.000 abitanti. POSIZIONE: alla confluenza del fiume Po con il fiume Sangone, con la Dora Riparia e la Stura di Lanzo. Figura 4 - Percorso del fiume Po dalla sorgente (Monviso) alla foce (mare Adriatico) ECONOMIA Breve storia economica di Torino: Il primo impulso all'economia Torino lo riceve nel 1620, con il primo ampliamento avviato da Carlo Emanuele I; ma è nel Risorgimento, soprattutto nel periodo in cui è capitale del Regno, dal 1861 sino al 1864, che Torino inizia a mostrare la sua crescente vocazione industriale. È in questo periodo che viene abbandonato il tradizionale assetto urbanistico: nella Torino che ancora ricalca l'impianto dell'antica colonia romana, viene introdotto il sistema a raggiera, con la creazione delle prime barriere operaie, fuori dalla cinta daziaria. All'inizio del ventesimo secolo, un'epoca storica che rappresenta una forte ripresa soprattutto dopo la perdita del primato politico di capitale, lo sviluppo sarà tumultuoso con la nascita della grande industria e la conseguente immigrazione dal sud. 7 Oggi Torino è nota a livello economico soprattutto per la produzione metalmeccanica, dovuta alla fabbrica automobilistica FIAT e al suo indotto. Altri settori in cui la città spicca sono la produzione della cioccolata e del cioccolatino gianduiotto (che prende il nome dalla maschera locale Gianduia, il cui nome deriva da "Gioan 'dla duja" ovvero "Giovanni del boccale"), specialità torinese. Da non dimenticare ancora le importanti case editrici, istituti di assicurazione, banche e il BIT. Il BIT, Bureau International du Travail è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, con particolare riferimento a quelli riguardanti il lavoro in tutti i suoi aspetti. È stata la prima agenzia specializzata a far parte del sistema delle Nazioni Unite nel 1946, ma la sua fondazione risale al 1919 in seno alla Società delle Nazioni. Ne fanno parte 178 Stati e le lingue ufficiali sono inglese, francese e spagnolo. Ha sede principale a Ginevra. In Italia è presente a Torino. 8 ITINERARI CITTADINI Proponiamo quattro itinerari della nostra città che ci sembrano particolarmente significativi per una prima conoscenza della città. 1° ITINERARIO Tre secoli prima di Cristo sicuramente esisteva un piccolo villaggio alla confluenza tra Po e Dora. Gli abitanti del villaggio e della zona circostante si chiamavano TAURINI. A cominciare appunto dal 3° sec. a.C. iniziò l’espansione dei Romani che sottomisero la popolazione di queste zone. Torino diventò una postazione militare importante sotto Giulio Cesare, a cui serviva come accampamento per i soldati durante le famose e frequenti spedizioni militari in Gallia (Francia) e Britannia (Inghilterra). Questo accadeva per la posizione geografica di Torino che è proprio di passaggio verso i valichi delle Alpi. Caio Giulio Cesare ( 100-40 a.C) condottiero e uomo politico tra i più grandi della storia romana. Conquistò la Gallia e sconfisse i suoi nemici interni fino a diventare padrone assoluto di Roma con il titolo di Imperator. La sua attiva opera di riorganizzazione dell’impero fu interrotta dalla morte per opera di un gruppo di congiurati repubblicani tra cui suo figlio adottivo Bruto. Fu anche grande oratore e scrittore Nel 44 a.C. e nel 29 a.C. si installarono a Torino due colonie romane, inviate dall’imperatore Augusto che diede alla città il nome di Augusta Taurinorum. Dell’accampamento romano Torino conserva la sua struttura urbanistica a scacchiera percorsa da due strade principali che arrivavano alle PORTE: la prima chiamata DECUMANO (Via Garibaldi) e la seconda CARDO (Via Porta Palazzo). Di quel periodo a Torino restano la Porta Palatina e i ruderi del teatro. PORTA PALATINA: gli archeologi sostengono che questa maestosa costruzione romana sia l’esempio del genere meglio conservato di tutto il mondo romano. Oggi ha due torri a 16 lati (servivano per deviare i proiettili). A livello del suolo si aprono quattro aperture, due centrali più grandi per i carri e due laterali, più piccole, per i pedoni. Più tardi, si chiamò PALATIUM da cui deriva il nome Porta Palazzo. TEATRO: il teatro fu ritrovato ed esplorato tra il 1899 e il 1906; esso si trova in Via XX Settembre, occupa circa cinquemila metri quadri. 9 Ha la forma comune a tutti i teatri romani, con una gradinata semicircolare a vari piani coperti per il pubblico, un corridoio che corre intorno alla CAVEA (dove stavano gli attori), tracce di pavimento di marmo bianco, canali per lo scarico delle acque. Sono state trovate anche sostanze carbonizzate, che hanno fatto capire agli archeologi che il teatro era ricoperto di legno, bruciato e poi ricostruito. Guardando il teatro, sulla destra, troviamo il Duomo: questo è l’unico esempio di architettura cinquecentesca a Torino. L’interno è severo e ricco di dipinti e statue importanti; a destra, in fondo, attraverso una grande porta di marmo si accede alla cappella della Sindone. La Sindone è il lenzuolo in cui fu avvolto il Cristo deposto dalla croce; è una delle reliquie più venerate e discusse della cristianità. La zona si presenta come uno spazio eterogeneo perché, come si può notare, accoglie edifici storici insieme ad edifici moderni come il palazzo, degli anni sessanta, che ospita gli uffici municipali. Proprio dietro questo palazzo ci sono alcune case medioevali, unico esempio in Torino, con facciate in mattoni e finestre ogivali. L’incontro di via IV marzo e via T.Tasso dà luogo a una piazzetta alberata; questa zona, la più antica della città comprendeva le vie dei nomi dei mestieri (dei cappellai, dei pellicciai, dei panettieri ecc) e vale la pena di essere visitata con attenzione e curiosità. Ritornando sui nostri passi e percorrendo la via della Basilica si incontra la galleria “Umberto I”, un passaggio lungo e rettilineo con negozi ai lati, coperto in vetro sorretto da strutture in ferro. Alla fine della galleria ci troviamo in piazza della Repubblica, meglio conosciuta come Porta Palazzo. Porta Palazzo è sede del più grande mercato della città, in parte aperto e in parte coperto; ospita ogni genere di articoli, dall’abbigliamento ai generi alimentari e casalinghi, è un mercato estremamente pittoresco e vivace, molto frequentato dai torinesi, ma anche dalle numerose etnie presenti in città. Sul lato nord ovest, in un dedalo di viuzze, il sabato mattina si svolge il mercato detto Balổn, mercato di antiquari, rigattieri, trovarobe e ferrivecchi, l’equivalente torinese dei mercati delle pulci. Tornando indietro e percorrendo via Milano ci troviamo in piazza Palazzo di Città. Piccola e raccolta venne sistemata nel 1756 dall’architetto Benedetto Alfieri che la raccordò abilmente all’omonima via. In questa piazza anticamente detta “delle erbe,” perché si svolgeva il mercato dei prodotti agricoli, sorge il municipio di Torino. 10 Poiché girato l’angolo siamo in Via Garibaldi (il decumano romano), non possiamo perderci la più lunga via pedonale d’Europa, animata di gente, negozi eleganti, caffè, bancarelle di libri e allegro passeggio. 2° ITINERARIO PIAZZA CASTELLO: è considerata tuttora il centro della città; è sorta secondo l’attuale impianto per opera dell’architetto Ascanio Vittozzi, che eseguì il progetto di sistemazione. Nella piazza si trovano gli edifici più illustri della città. Al centro palazzo Madama: la sua origine romana è testimoniata da ritrovamenti archeologici ancora visibili . Verso via Po presenta la facciata medioevale e verso via Garibaldi la facciata trasformata da Filippo Iuvarra, ornata da ampie finestre che illuminano il grandioso scalone, uno degli esempi più significativi del barocco europeo. Barocco: questo termine derivato dallo spagnolo "barrueco", ossia perla irregolare e mal riuscita ,fu usato dalla critica settecentesca in senso spregiativo per indicare nell’arte del seicento e buona parte del settecento la teatralità, la ricchezza esagerata di marmi e decori. Solo all’inizio del XX secolo il barocco venne rivalutato, studiato e analizzato nelle sue molteplici forme. L’architettura fu caratterizzata da una nuova libertà piena di fantasia nella ricerca del movimento e delle linee curve e tra queste delle linee concave e convesse, dai contrasti delle ombre e delle luci. Il barocco fu un fenomeno europeo, differenziato a seconda delle realtà sociali e culturali delle varie nazioni, ma la sua origine è essenzialmente italiana e il suo centro maggiore Roma da dove si irradia nel resto d’Italia e d’Europa. Lungo il lato settentrionale della piazzetta reale vediamo Palazzo Reale. Fu costruito nel 1600 su disegno dell’architetto Castellamonte per ordine di madama reale Cristina di Francia. MADAMA: Questo appellativo fu dato oltre che a Cristina (1606-63) vedova di Vittorio Amedeo I di Savoia reggente per il figlio bambino Carlo Emanuele II anche a Maria Giovanna di Savoia di Nemours, moglie di Carlo Emanuele II che restaurò palazzo Madama. Fu residenza dei duchi di Savoia, poi diventati re di Sardegna e re d’Italia fino al 1865. Nel corso dei secoli fu modificata e ampliata. L’interno del palazzo merita una visita attenta. 11 I saloni conservano l’originario splendore: pavimenti, intarsi stucchi, mobili, orologi, porcellane, argenti, sono autentici dell’epoca e documentano in modo completo l’evoluzione delle decorazioni e dell’arredamento dalla metà del seicento alla metà dell’ottocento. La piazzetta reale è delimitata da una pregevole cancellata. A sinistra la bella chiesa di San Lorenzo (1668-80), opera di Guarino Guarini, massimo esponente del barocco piemontese. La chiesa ha una struttura arditissima, movimentata, dominata dalla fantastica cupola a schema stellare. A destra di Palazzo Reale troviamo l’armeria reale, una delle più ricche collezioni di armi del mondo; occupa parte dell’antica galleria che collegava il Palazzo con palazzo Madama. Conserva numerosi tipi di armi bianche e da fuoco, armature e armi orientali. Proseguendo sotto i portici incontriamo la prefettura e il teatro Regio. Alle nostre spalle troviamo i portici che ci offrono liete e golose sorprese; incontriamo infatti il caffè pasticceria Baratti, riccamente decorato con gusto raffinato che si affaccia sulla galleria subalpina, ideato inizialmente come bazar e costruita con vetro cemento, ferro. Usciti dalla galleria ci troviamo in piazza Carlo Alberto che troneggia nel centro della piazza sul suo cavallo di bronzo. Bellissimo è Palazzo Carignano, una delle opere più famose dell’architetto Guarini.Tra il 1864 e il 1872 il Palazzo fu ampliato per ospitare il primo parlamento dell’ Italia unita. Attualmente è sede del museo nazionale del Risorgimento italiano. RISORGIMENTO: il risorgimento fu quel movimento che portò,,nel secolo XIX, all’unificazione dell’Italia (17 marzo 1861) e alla proclamazione dell’indipendenza nazionale sotto la dinastia dei Savoia e nella persona di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Il cammino verso questo traguardo passò attraverso società segrete, alleanze politiche, guerre, importanti correnti culturali. In 27 sale sono raccolti documenti, cimeli, armi, bandiere e opere d’arte che raccontano la storia d’Italia. Percorrendo via Cesare Battisti, lungo il lato destro del Palazzo, ci troviamo in piazza Carignano dove ammiriamo l’imponente facciata del Palazzo. Di fronte il Teatro Carignano, anonimo all’esterno, ma ricco di decorazioni e delizioso all’interno, a fianco il ristorante del Cambio, locale storico i cui clienti abituali erano i deputati e i senatori che uscivano dal Parlamento. Ritornati su Via C.Battisti, dopo pochi passi, ci troviamo in via Roma. E’ la più nota via cittadina fiancheggiata da ampi portici, la via dei negozi eleganti, delle boutiques, dei caffè e delle pasticcerie. Girando a sinistra e ammirando le vetrine in breve ci si troverà in Piazza S.Carlo. E’ considerata il salotto di Torino per il perfetto equilibrio delle dimensioni; è una delle più belle piazze d’Italia. Fu realizzata in occasione del primo ampliamento voluto da Carlo Emanuele I su disegno dell’architetto Carlo di Castellamonte, che concesse i terreni gratuitamente purché si costruissero palazzi architettonicamente omogenei come oggi vediamo. Al fondo la piazza è delimitata dalle due chiese gemelle S. Carlo e S.Cristina. 12 Al centro della piazza sorge il monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto nell’atto di ringuainare la spada dopo la battaglia di S. Quintino. I torinesi chiamano questo monumento familiarmente “Caval ‘d brons”, cioè cavallo di bronzo. Emanuele Filiberto duca di Savoia, detto Testa di ferro (1528-1580) nel 1559, dopo la vittoriosa battaglia di S. Quintino, combattuta per conto di Carlo V, riebbe i suoi possedimenti e trasportò la capitale da Chambery in Savoia a Torino. 3° ITINERARIO VIA PO: osserviamo attentamente via Po, perché è una via bellissima ed armoniosa. L’architetto Amedeo di Castellamonte disegnò, per ordine di Carlo Emanuele II questa strada, l’unica non ortogonale di Torino, detta allora “Contrada di Po”. La via è lunga 700 metri e larga 18, le facciate dei palazzi sono di disegno e altezza uniformi. Iniziata verso il 1675 venne completata nei primi anni del 700. Sorgono insieme ed affiancate case per l’affitto e palazzi nobiliari. Gli edifici sono costituiti da botteghe aperte sulla strada, da un appartamento padronale al primo piano, e da alloggi per affitto ai piani superiori; è questa una situazione tipica di Torino, che dimostra come il palazzo nobiliare non sia un investimento a fondo perduto, ma fornisca un reddito. Di particolare interesse in questa via è l’edificio dell’Università. Esso ha un grandioso e severo cortile, contornato da porticato a colonne sul quale corre un’ampia galleria anch’essa a colonne; è abbellito di statue e lapidi che ricordano gli illustri pensatori che qui hanno studiato o insegnato. Al numero 8 lo storico caffè Fiorio che vide passare nelle sue sale i protagonisti del Risorgimento italiano. Carlo Emanuele II (1634-1675), duca di Savoia, la dinastia che prima come conti, poi duchi, principi e re dominarono il Piemonte e altri territori diventando infine re d’Italia nel 1861. La dinastia cadde il 2 giugno 1946 in occasione del Referendum che segnò la nascita della Repubblica italiana. In particolare Carlo Emanuele II è ricordato per essere stato il promotore del 2° ampliamento della città (il primo voluto da Carlo Emanuele I riguardava l’attuale piazza Castello, piazza S.Carlo, via Roma) che progressivamente cancella l’aspetto medioevale per riallacciarsi al tracciato dell’antica città romana. 13 Verso la fine di via Po, svoltando a sinistra in via S. Ottavio ci troviamo di fronte alla MOLE ANTONELLIANA: celebre monumento, oggi simbolo di Torino, così chiamata in ricordo dell’architetto che la ideò, l’ing. Alessandro Antonelli. Fino a pochi anni fa era il più alto edificio in muratura d’Europa (alta 167,56 metri). La sua costruzione iniziò nel 1863 e durò ben trentaquattro anni. Doveva essere la sinagoga ebraica ma, interrotta per mancanza di fondi, venne acquistata dal Comune di Torino. Un violentissimo ciclone abbattutosi su Torino nel maggio 1953 provocò il crollo di ben 47 metri della guglia. La mole rimase stroncata all’altezza della 3° balconata, sopra l’ampia cupola per diversi anni. Ottimamente restaurata l’alta guglia è tornata a dominare Torino. A fine luglio 1999 viene inaugurato al suo interno il museo più alto del mondo interamente dedicato al cinema. L’area espositiva è su cinque livelli attraversati da un ascensore panoramico che permette di ammirare scenografie di oggetti con un effetto di grande spettacolarità. Lo stesso ascensore porta ad una delle ultime balconate da dove, se la giornata è serena, si gode una spettacolare vista su tutta Torino e l’imponente cerchia delle montagne che la circondano. Ritornati su via Po e percorse poche decine di metri ci si apre alla vista piazza Vittorio Veneto; è tra le più belle e grandi piazze di Torino, il dislivello di 7 m verso il Po è genialmente corretto con il digradare delle altezze degli edifici. La monumentale piazza è rettangolare e porticata su tre lati .Da qui con uno sguardo d’insieme abbracciamo il Po, la Gran Madre e il monte dei Cappuccini. MONTE DEI CAPPUCCINI: l’altura su cui sorge la chiesa dal 1200 al 1400 era tutta fortificata e proteggeva il sottostante ponte in legno sul Po. Nel 1538 il duca Carlo Emanuele I donava l’antica fortezza ai frati cappuccini e ordinava al famoso architetto Ascanio Vittozzi la costruzione della Chiesa e del convento.Da questo punto è d’obbligo ammirare la suggestiva visione su piazza Vittorio. I “Cappuccini” sono un ordine religioso mendicante fondato nel 1525 da Matteo da Bascio. GRAN MADRE DI DIO: fu costruita ad imitazione del Pantheon di Roma tra il 1818 e il 1831 per celebrare il ritorno del re Vittorio Emanuele I a Torino dopo la caduta di Napoleone. Questo edificio, opera dell’architetto Ferdinando Bonsignore, sorge su una base costituita da un’alta gradinata, per correggere la prospettiva discendente della collina che degrada verso il Po. Lo stile è neoclassico che diventerà gusto ufficiale di questo periodo. Ai lati della larga e alta gradinata vediamo le statue allegoriche della Fede e della Carità. 14 Da qui si può godere di una buona visione panoramica della piazza Vittorio e del Po. L’interno della Chiesa, circolare, ha bellissime statue; nella cripta si trova un ossario di 5000 soldati caduti nella prima guerra mondiale. NEOCLASSICO: tendenza artistica sorta in reazione al Barocco tra la metà del ‘700 e i primi decenni dell’800, mirava al recupero della civiltà e dell’arte greco-romana. In architettura puntava alla valorizzazione degli edifici pubblici per conferire loro perfezione e autorevolezza GUERRA MONDIALE: si dicono mondiali i due conflitti che coinvolsero nel 1914/18 e 1939/45 tutte le principali potenze europee, Stati Uniti e Giappone. Furono guerre combattute su più fronti, per mare, per terra, lunghe e con milioni di morti; la prima fu soprattutto di “trincea”, ma la seconda coinvolse anche la popolazione civile colpita da bombardamenti sulle città, fame, terrore. Queste due guerre hanno condizionato tutto l’assetto territoriale e le alleanze politiche del cosiddetto mondo occidentale fino ai giorni nostri. Entrambe le guerre hanno segnato così profondamente la popolazione che, soprattutto per la seconda guerra mondiale, le persone più anziane nel loro parlare comune usano ancora l’espressione “prima…dopo la guerra”. 15 4° ITINERARIO CASTELLO DEL VALENTINO: la storia del Castello è molto lunga e piena di ricordi e vicende sempre legate a Casa Savoia, la casa reale che, proveniente dalla Savoia in Francia, allargò i suoi domini e il suo potere prima in Piemonte e Liguria e poi in tutta l’Italia. Fu acquistato da Emanuele Filiberto nel 1564, passò di proprietà a varie persone, ma fu soprattutto Madama Reale che cominciò lavori di abbellimento e ingrandimento, che fecero del castello un luogo di delizie, di feste e ricevimenti, di matrimoni, di trattati. Per la sistemazione del castello si impegnò particolarmente l’architetto Amedeo di Castellamonte. L’ultimo restauro del castello è avvenuto nel 1858. Le sue sale sono stupende e ben conservate, ma non è possibile visitarle, poiché sono occupate dalla Facoltà di Architettura. CASTELLO E BORGO MEDIOEVALE: tutti questi edifici non sono autentici, nel senso che non furono costruiti nell’epoca Medioevale (dal 476, anno della caduta dell’impero romano al 1492, anno della scoperta dell’America), ma in occasione della grande mostra internazionale di Torino del 1884, copiando gli autentici castelli piemontesi e valdostani. Quando l’esposizione venne chiusa, il Comune comprò tutto il complesso che destinò a mostra permanente dell’artigianato torinese, ancora oggi molto attivo. Così troviamo falegnami, scultori, ceramisti, stampatori, che lavorano nelle loro botteghe. I vicoletti, i cortili, i balconi, i portici, il lavatoio, la bella fontana del melograno in ferro battuto, tutto è così ben imitato che si stenta a credere che di autentico non vi sia assolutamente nulla. 16 TORINO FUORI PORTA LA BASILICA DI SUPERGA: il grandioso tempio opera di Filippo Juvarra sorse per sciogliere un voto espresso da Vittorio Amedeo II nel 1706, durante la battaglia decisiva che respinse l’assedio francese. La basilica è considerata il simbolo morale e storico della città. PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI: sorta per volontà di Vittorio Amedeo II e su progetto di Filippo Juvarra come palazzina di caccia negli anni 1729-33, ospita ora il museo di Arte e Ammobiliamento. SACRA DI SAN MICHELE: è uno dei più importanti monumenti del Piemonte sia per la complessa bellezza della sua costruzione che per l’importanza avuta nel medioevo. Sorge all’imbocco della Val di Susa in posizione strategica; l’inizio della sua costruzione è datato 998. CASTELLO DI RIVOLI: è un’imponente e massiccia costruzione iniziata nel XII secolo; dopo aver subito un complesso restauro, è stato adibito a museo d’arte contemporanea. Dal piazzale si può godere di un grandioso e ampio panorama su Torino e la collina. 17 ABBAZIA DI S.ANTONIO DI RANVERSO: affiancata da cascine tra colline raccolte, è uno dei maggiori monumenti del gotico piemontese. Affidata ai monaci Ospedalieri di S.Antonio che ricoveravano i pellegrini malati. VENARIA REALE: definita “delizia principale della real casa” ideata e costruita nel ‘600 da Amedeo di Castellamonte che progettò un armonico e scenografico complesso costituito dal centro abitato e dalla palazzina di caccia. Poco distante l’enorme parco della tenuta La Mandria, uno dei più belli del Piemonte. 18 Annotazioni sulla mia visita a Torino: 19 Buona visita di Torino!! 20