piemonte - Il nostro pianeta

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ITALIA
Forma geografica dell’Italia : penisola
Superficie: 301.401 Km²
n° di abitanti: 60.250.535 abitanti
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Presidente della Repubblica : Giorgio Napolitano
Religione : Cristiano cattolica
Regioni: suddivisa amministrativamente in 20 regioni tra cui 5 a statuto speciale (Friuli-Venezia
Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta).
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La Repubblica Parlamentare è caratterizzata da un ordinamento giuridico che prevede
l’indipendenza e la divisione dei poteri;
Potere
Legislativo
Organo
-
Esecutivo
Compiti
Parlamento:
Propone e approva le leggi
camera dei deputati
- camera dei senatori
Governo
Mette in atto le leggi
è un organo ristretto, composto dal Presidente del
Giudiziario
consiglio dei ministri e dai ministri
Magistratura
Giudica chi non rispetta le leggi
PARLAMENTO
Il Parlamento è composto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica.
Deputati e senatori sono eletti a suffragio universale (cioè votano tutti) e diretto (cioè si scelgono
direttamente le persone da mandare a Roma, sede del Parlamento), ogni cinque anni.
Alle due Camere (quella dei deputati e quella dei senatori) spetta, collettivamente, la funzione
legislativa, cioè il compito di redigere le leggi, che poi sono fatte entrare in vigore con un atto o un
decreto del Presidente della Repubblica. Alle Camere, inoltre, spetta il compito di approvare ogni
anno “il bilancio e il rendiconto consuntivo presentato dal Governo.” Le Camere cioè devono
controllare come viene usato il denaro pubblico, quello che entra nelle casse dello stato soprattutto
con le tasse dei cittadini e con il quale si deve “far funzionare” l’intera macchina statale. Sono soldi
quindi che non solo servono a pagare i funzionari dello Stato, ma anche a finanziare, fra il resto, la
sanità, la scuola pubblica, le pensioni, le forze armate, la ricerca scientifica eccetera, eccetera...
Il Parlamento, infine, ha il compito di eleggere, ogni sette anni, il Presidente della Repubblica, che è
il capo dello Stato e che rappresenta l’unità nazionale. E’ al Presidente della Repubblica che tocca
poi la nomina del Presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, dei suoi ministri.
GOVERNO
Il Governo della Repubblica è affidato al Presidente del Consiglio e ai suoi ministri, che, tutti
insieme, formano il Consiglio dei ministri. Il Parlamento comunque è tenuto ad esprimere un
giudizio sulla composizione del Consiglio dei Ministri e successivamente anche sul suo operato. Si
dice in questo caso che il Parlamento deve “votarne la fiducia”. (Oppure anche, se necessario, a
presentare una “mozione di sfiducia”).
In Italia -dice ancora la Costituzione- la giustizia è amministrata in nome del popolo.
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MAGISTRATURA
La funzione giudiziaria è esercitata dai Magistrati e la magistratura costituisce un ordine autonomo
e indipendente da ogni altro potere.
Le nomine dei magistrati avvengono tramite un pubblico concorso.
Tutti i magistrati poi, ogni quattro anni, sono chiamati ad eleggere i due terzi dei componenti del
Consiglio superiore della magistratura. Il restante terzo deve essere invece eletto dal Parlamento,
che sceglierà i candidati fra i professori universitari di materie giuridiche e gli avvocati che abbiano
almeno 15 anni di carriera alle spalle.
Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: è il garante della Costituzione, rappresenta l’unità
nazionale davanti al popolo e davanti al mondo. Dura in carica sette anni.
LA COSTITUZIONE
La Costituzione italiana è entrata in vigore nel 1948. In essi sono riassunti i valori più importanti in
cui la Repubblica italiana si riconosce. Qui di seguito riportiamo i primi dodici
articoli:
I. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
II. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo...
III. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
IV. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni
che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
V. La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali...
VI. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
VII. Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e
sovrani...
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VIII. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i
propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano...
IX. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
X. ...La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle
norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà
democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della
Repubblica...
XI. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con
gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le nazioni...
XII. La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre
bande verticali di eguali dimensioni.”
A questi 12 seguono altri articoli in cui sono elencati i fondamentali diritti e doveri dei cittadini
italiani. In particolare si afferma che la “libertà personale è inviolabile”, così come sono inviolabili
il “domicilio” e la “corrispondenza”, che i cittadini hanno diritto di riunirsi e di associarsi
liberamente, che chiunque ha diritto di professare liberamente la propria fede, o di manifestare
liberamente il proprio pensiero. E tali dichiarazioni, ancora oggi di assoluto valore, scritte dopo
vent’anni di dittatura fascista, in cui erano venute meno proprio queste essenziali libertà,
rappresentavano una svolta determinante nella vita italiana. Fanno seguito, poi, altri articoli non
meno significativi: il riconoscimento dei “diritti della famiglia come società naturale fondata sul
matrimonio”, la “tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo”, la possibilità per
chiunque di andare a scuola e l‘obbligo gratuito di frequentarla almeno per otto anni, il
riconoscimento della proprietà privata, il diritto-dovere per tutti i cittadini maggiorenni, uomini e
donne, di votare, in modo libero e segreto.
In una seconda parte della Costituzione si definisce “l’ordinamento della Repubblica”. In sostanza,
cioè, si spiega come lo stato italiano è costituito, organizzato, amministrato.
Ogni Regione, amministrata da un Consiglio Regionale eletto ogni quattro anni, è a sua volta divisa
in Province e ogni Provincia, anch’essa amministrata da un Consiglio Provinciale elettivo, è data
dalla somma di più Comuni. Anche i Comuni sono amministrati da un Consiglio Comunale e da un
Sindaco, eletti democraticamente ogni quattro anni.
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Le Regioni, benché abbiano tutte una diversa storia alle spalle, sono di fatto tutte uguali agli occhi
della Repubblica, con qualche eccezione. Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia
Giulia e Valle d’Aosta, sia per caratteristiche geografiche, che per ragioni storiche e culturali,
godono di una autonomia maggiore e sono perciò dette “a statuto speciale”.
Un esempio? In Trentino-Alto Adige, data la sua lunga permanenza in territorio austriaco, viene
riconosciuto l’uso e l’insegnamento nelle scuole pubbliche della lingua tedesca, accanto a quella
italiana. Per ragioni simili, in Valle d’Aosta, si insegna e si parla francese, oltre che italiano...
L’Italia -dice sempre la Costituzione- elegge liberamente i propri rappresentanti, che vanno a
comporre il Parlamento, il quale -di fatto- rappresenta la Nazione.
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PIEMONTE
Il Piemonte è una delle 20 Regioni d’Italia; il suo territorio si estende ai piedi delle Alpi, le
montagne più alte d’Europa.
POSIZIONE GEOGRAFICA
Il Piemonte dista in ugual misura dal Polo Nord e dall'equatore: il suo clima e perciò continentale e
varia molto da stagione a stagione e a seconda delle zone.
CLIMA
I climi che riscontriamo in Piemonte sono fondamentalmente tre: quello di tipo alpino, quello
padano e quello periferico pedemontano.
Tuttavia, essendo la regione chiusa agli influssi marittimi, generalmente domina un clima di tipo
continentale, con forti escursioni termiche, sia giornaliere sia annue. La città di Torino rientra in
questo tipo di clima: gli inverni sono freddi e secchi, le estati sono fresche sui rilievi e piuttosto
calde nelle pianure. Durante i mesi invernali e autunnali in pianura si formano banchi di nebbia
anche molto densi.
Per quanto riguarda la temperatura, si può dividere il Piemonte in due grandi zone: la zona alpina,
nella quale la temperatura media annua oscilla tra 0°C e 11°C, e la zona pianeggiante, nella quale la
temperatura media annua oscilla tra 11°C e 13°C.
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Torino
E’ il capoluogo della regione Piemonte, si trova a 240 m. sul livello del mare.
ABITANTI : 908.000 circa. Con i comuni dell'area metropolitana la popolazione è di circa
1.700.000 abitanti.
POSIZIONE: alla confluenza del fiume Po con il fiume Sangone, con la Dora Riparia e la Stura di
Lanzo.
Figura 4 - Percorso del fiume Po dalla sorgente (Monviso) alla foce (mare Adriatico)
ECONOMIA
Breve storia economica di Torino:
Il primo impulso all'economia Torino lo riceve nel 1620, con il primo ampliamento avviato da
Carlo Emanuele I; ma è nel Risorgimento, soprattutto nel periodo in cui è capitale del Regno, dal
1861 sino al 1864, che Torino inizia a mostrare la sua crescente vocazione industriale.
È in questo periodo che viene abbandonato il tradizionale assetto urbanistico: nella Torino che
ancora ricalca l'impianto dell'antica colonia romana, viene introdotto il sistema a raggiera, con la
creazione delle prime barriere operaie, fuori dalla cinta daziaria.
All'inizio del ventesimo secolo, un'epoca storica che rappresenta una forte ripresa soprattutto dopo
la perdita del primato politico di capitale, lo sviluppo sarà tumultuoso con la nascita della grande
industria e la conseguente immigrazione dal sud.
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Oggi Torino è nota a livello economico soprattutto per la produzione metalmeccanica, dovuta alla
fabbrica automobilistica FIAT e al suo indotto. Altri settori in cui la città spicca sono la produzione
della cioccolata e del cioccolatino gianduiotto (che prende il nome dalla maschera locale Gianduia,
il cui nome deriva da "Gioan 'dla duja" ovvero "Giovanni del boccale"), specialità torinese.
Da non dimenticare ancora le importanti case editrici, istituti di assicurazione, banche e il BIT. Il
BIT, Bureau International du Travail è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di
promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, con particolare
riferimento a quelli riguardanti il lavoro in tutti i suoi aspetti. È stata la prima agenzia specializzata
a far parte del sistema delle Nazioni Unite nel 1946, ma la sua fondazione risale al 1919 in seno alla
Società delle Nazioni. Ne fanno parte 178 Stati e le lingue ufficiali sono inglese, francese e
spagnolo. Ha sede principale a Ginevra. In Italia è presente a Torino.
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ITINERARI CITTADINI
Proponiamo quattro itinerari della nostra città che ci sembrano particolarmente significativi per una
prima conoscenza della città.
1° ITINERARIO
Tre secoli prima di Cristo sicuramente esisteva un piccolo villaggio alla confluenza tra Po e Dora.
Gli abitanti del villaggio e della zona circostante si chiamavano TAURINI.
A cominciare appunto dal 3° sec. a.C. iniziò l’espansione dei Romani che sottomisero la
popolazione di queste zone.
Torino diventò una postazione militare importante sotto Giulio Cesare, a cui serviva come
accampamento per i soldati durante le famose e frequenti spedizioni militari in Gallia (Francia) e
Britannia (Inghilterra). Questo accadeva per la posizione geografica di Torino che è proprio di
passaggio verso i valichi delle Alpi.
Caio Giulio Cesare ( 100-40 a.C) condottiero e uomo politico tra i più grandi della storia romana.
Conquistò la Gallia e sconfisse i suoi nemici interni fino a diventare padrone assoluto di Roma con il
titolo di Imperator. La sua attiva opera di riorganizzazione dell’impero fu interrotta dalla morte per
opera di un gruppo di congiurati repubblicani tra cui suo figlio adottivo Bruto. Fu anche grande
oratore e scrittore
Nel 44 a.C. e nel 29 a.C. si installarono a Torino due colonie romane, inviate dall’imperatore
Augusto che diede alla città il nome di Augusta Taurinorum. Dell’accampamento romano Torino
conserva la sua struttura urbanistica a scacchiera percorsa da due strade principali che arrivavano
alle PORTE: la prima chiamata DECUMANO (Via Garibaldi) e la seconda CARDO (Via Porta
Palazzo). Di quel periodo a Torino restano la Porta Palatina e i ruderi del teatro.
PORTA PALATINA: gli archeologi sostengono che questa maestosa
costruzione romana sia l’esempio del genere meglio conservato di tutto
il mondo romano. Oggi ha due torri a 16 lati (servivano per deviare i
proiettili). A livello del suolo si aprono quattro aperture, due centrali più
grandi per i carri e due laterali, più piccole, per i pedoni. Più tardi, si
chiamò PALATIUM da cui deriva il nome Porta Palazzo.
TEATRO: il teatro fu ritrovato ed esplorato tra il 1899 e il 1906; esso si trova in Via XX Settembre,
occupa circa cinquemila metri quadri.
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Ha la forma comune a tutti i teatri romani, con una gradinata semicircolare a vari piani coperti per il
pubblico, un corridoio che corre intorno alla CAVEA (dove stavano gli attori), tracce di pavimento
di marmo bianco, canali per lo scarico delle acque. Sono state trovate anche sostanze carbonizzate,
che hanno fatto capire agli archeologi che il teatro era ricoperto di legno, bruciato e poi ricostruito.
Guardando il teatro, sulla destra, troviamo il Duomo: questo è l’unico esempio di architettura
cinquecentesca a Torino. L’interno è severo e ricco di dipinti e statue importanti; a destra, in fondo,
attraverso una grande porta di marmo si accede alla cappella della Sindone.
La Sindone è il lenzuolo in cui fu avvolto il Cristo deposto dalla
croce; è una delle reliquie più venerate e discusse della cristianità.
La zona si presenta come uno spazio eterogeneo perché, come si può notare, accoglie edifici storici
insieme ad edifici moderni come il palazzo, degli anni sessanta, che ospita gli uffici municipali.
Proprio dietro questo palazzo ci sono alcune case medioevali, unico esempio in Torino, con facciate
in mattoni e finestre ogivali. L’incontro di via IV marzo e via T.Tasso dà luogo a una piazzetta
alberata; questa zona, la più antica della città comprendeva le vie dei nomi dei mestieri (dei
cappellai, dei pellicciai, dei panettieri ecc) e vale la pena di essere visitata con attenzione e
curiosità.
Ritornando sui nostri passi e percorrendo la via della Basilica si incontra la galleria “Umberto I”, un
passaggio lungo e rettilineo con negozi ai lati, coperto in vetro sorretto da strutture in ferro.
Alla fine della galleria ci troviamo in piazza della Repubblica, meglio conosciuta come Porta
Palazzo. Porta Palazzo è sede del più grande mercato della città, in parte aperto e in parte coperto;
ospita ogni genere di articoli, dall’abbigliamento ai generi alimentari e casalinghi, è un mercato
estremamente pittoresco e vivace, molto frequentato dai torinesi, ma anche dalle numerose etnie
presenti in città.
Sul lato nord ovest, in un dedalo di viuzze, il sabato mattina si svolge il mercato detto Balổn,
mercato di antiquari, rigattieri, trovarobe e ferrivecchi, l’equivalente torinese dei mercati delle pulci.
Tornando indietro e percorrendo via Milano ci troviamo in piazza Palazzo di Città. Piccola e
raccolta venne sistemata nel 1756 dall’architetto Benedetto Alfieri che la raccordò abilmente
all’omonima via. In questa piazza anticamente detta “delle erbe,” perché si svolgeva il mercato dei
prodotti agricoli, sorge il municipio di Torino.
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Poiché girato l’angolo siamo in Via Garibaldi (il decumano romano), non possiamo perderci la più
lunga via pedonale d’Europa, animata di gente, negozi eleganti, caffè, bancarelle di libri e allegro
passeggio.
2° ITINERARIO
PIAZZA CASTELLO: è considerata tuttora il centro della città; è sorta secondo l’attuale impianto
per opera dell’architetto Ascanio Vittozzi, che eseguì il progetto di sistemazione. Nella piazza si
trovano gli edifici più illustri della città.
Al centro palazzo Madama: la sua origine romana è testimoniata da
ritrovamenti archeologici ancora visibili . Verso via Po presenta la
facciata medioevale e verso via Garibaldi la facciata trasformata da
Filippo Iuvarra, ornata da ampie finestre che illuminano il grandioso
scalone, uno degli esempi più significativi del barocco europeo.
Barocco: questo termine derivato dallo spagnolo "barrueco", ossia perla irregolare e mal riuscita ,fu
usato dalla critica settecentesca in senso spregiativo per indicare nell’arte del seicento e buona parte
del settecento la teatralità, la ricchezza esagerata di marmi e decori. Solo all’inizio del XX secolo il
barocco venne rivalutato, studiato e analizzato nelle sue molteplici forme. L’architettura fu
caratterizzata da una nuova libertà piena di fantasia nella ricerca del movimento e delle linee curve e
tra queste delle linee concave e convesse, dai contrasti delle ombre e delle luci. Il barocco fu un
fenomeno europeo, differenziato a seconda delle realtà sociali e culturali delle varie nazioni, ma la sua
origine è essenzialmente italiana e il suo centro maggiore Roma da dove si irradia nel resto d’Italia e
d’Europa.
Lungo il lato settentrionale della piazzetta reale vediamo Palazzo
Reale.
Fu costruito
nel 1600 su disegno
dell’architetto
Castellamonte per ordine di madama reale Cristina di Francia.
MADAMA: Questo appellativo fu dato oltre che a Cristina (1606-63) vedova di Vittorio Amedeo I di
Savoia reggente per il figlio bambino Carlo Emanuele II anche a Maria Giovanna di Savoia di Nemours,
moglie di Carlo Emanuele II che restaurò palazzo Madama.
Fu residenza dei duchi di Savoia, poi diventati re di Sardegna e re d’Italia fino al 1865. Nel corso
dei secoli fu modificata e ampliata. L’interno del palazzo merita una visita attenta.
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I saloni conservano l’originario splendore: pavimenti, intarsi stucchi, mobili, orologi, porcellane,
argenti, sono autentici dell’epoca e documentano in modo completo l’evoluzione delle decorazioni
e dell’arredamento dalla metà del seicento alla metà dell’ottocento.
La piazzetta reale è delimitata da una pregevole cancellata. A sinistra la bella chiesa di San Lorenzo
(1668-80), opera di Guarino Guarini, massimo esponente del barocco piemontese. La chiesa ha una
struttura arditissima, movimentata, dominata dalla fantastica cupola a schema stellare. A destra di
Palazzo Reale troviamo l’armeria reale, una delle più ricche collezioni di armi del mondo; occupa
parte dell’antica galleria che collegava il Palazzo con palazzo Madama. Conserva numerosi tipi di
armi bianche e da fuoco, armature e armi orientali. Proseguendo sotto i portici incontriamo la
prefettura e il teatro Regio.
Alle nostre spalle troviamo i portici che ci offrono liete e golose sorprese; incontriamo infatti il
caffè pasticceria Baratti, riccamente decorato con gusto raffinato che si affaccia sulla galleria
subalpina, ideato inizialmente come bazar e costruita con vetro cemento, ferro. Usciti dalla galleria
ci troviamo in piazza Carlo Alberto che troneggia nel centro della piazza sul suo cavallo di bronzo.
Bellissimo è Palazzo Carignano, una delle opere più famose dell’architetto Guarini.Tra il 1864 e il
1872 il Palazzo fu ampliato per ospitare il primo parlamento dell’ Italia unita. Attualmente è sede
del museo nazionale del Risorgimento italiano.
RISORGIMENTO: il risorgimento fu quel movimento che portò,,nel secolo XIX, all’unificazione
dell’Italia (17 marzo 1861) e alla proclamazione dell’indipendenza nazionale sotto la dinastia dei Savoia
e nella persona di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Il cammino verso questo traguardo passò
attraverso società segrete, alleanze politiche, guerre, importanti correnti culturali.
In 27 sale sono raccolti documenti, cimeli, armi, bandiere e opere d’arte che raccontano la storia
d’Italia. Percorrendo via Cesare Battisti, lungo il lato destro del Palazzo, ci troviamo in piazza
Carignano dove ammiriamo l’imponente facciata del Palazzo. Di fronte il Teatro Carignano,
anonimo all’esterno, ma ricco di decorazioni e delizioso all’interno, a fianco il ristorante del
Cambio, locale storico i cui clienti abituali erano i deputati e i senatori che uscivano dal Parlamento.
Ritornati su Via C.Battisti, dopo pochi passi, ci troviamo in via Roma. E’ la più nota via cittadina
fiancheggiata da ampi portici, la via dei negozi eleganti, delle boutiques, dei caffè e delle
pasticcerie. Girando a sinistra e ammirando le vetrine in breve ci si troverà in Piazza S.Carlo. E’
considerata il salotto di Torino per il perfetto equilibrio delle dimensioni; è una delle più belle
piazze d’Italia. Fu realizzata in occasione del primo ampliamento voluto da Carlo Emanuele I su
disegno dell’architetto Carlo di Castellamonte, che concesse i terreni gratuitamente purché si
costruissero palazzi architettonicamente omogenei come oggi vediamo. Al fondo la piazza è
delimitata dalle due chiese gemelle S. Carlo e S.Cristina.
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Al centro della piazza sorge il monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto nell’atto di
ringuainare la spada dopo la battaglia di S. Quintino. I torinesi chiamano questo monumento
familiarmente “Caval ‘d brons”, cioè cavallo di bronzo.
Emanuele Filiberto duca di Savoia, detto Testa di ferro (1528-1580)
nel 1559, dopo la vittoriosa battaglia di S. Quintino, combattuta per
conto di Carlo V, riebbe i suoi possedimenti e trasportò la capitale da
Chambery in Savoia a Torino.
3° ITINERARIO
VIA PO: osserviamo attentamente via Po, perché è una via bellissima ed armoniosa. L’architetto
Amedeo di Castellamonte disegnò, per ordine di Carlo Emanuele II questa strada, l’unica non
ortogonale di Torino, detta allora “Contrada di Po”.
La via è lunga 700 metri e larga 18, le facciate dei palazzi sono di
disegno e altezza uniformi. Iniziata verso il 1675 venne completata
nei primi anni del 700. Sorgono insieme ed affiancate case per
l’affitto e palazzi nobiliari. Gli edifici sono costituiti da botteghe
aperte sulla strada, da un appartamento padronale al primo piano, e
da alloggi per affitto ai piani superiori; è questa una situazione tipica
di Torino, che dimostra come il palazzo nobiliare non sia un investimento a fondo perduto, ma
fornisca un reddito.
Di particolare interesse in questa via è l’edificio dell’Università. Esso ha un grandioso e severo
cortile, contornato da porticato a colonne sul quale corre un’ampia galleria anch’essa a colonne; è
abbellito di statue e lapidi che ricordano gli illustri pensatori che qui hanno studiato o insegnato. Al
numero 8 lo storico caffè Fiorio che vide passare nelle sue sale i protagonisti del Risorgimento
italiano.
Carlo Emanuele II (1634-1675), duca di Savoia, la dinastia che prima come conti, poi duchi, principi e
re dominarono il Piemonte e altri territori diventando infine re d’Italia nel 1861. La dinastia cadde il 2
giugno 1946 in occasione del Referendum che segnò la nascita della Repubblica italiana. In particolare
Carlo Emanuele II è ricordato per essere stato il promotore del 2° ampliamento della città (il primo
voluto da Carlo Emanuele I riguardava l’attuale piazza Castello, piazza S.Carlo, via Roma) che
progressivamente cancella l’aspetto medioevale per riallacciarsi al tracciato dell’antica città romana.
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Verso la fine di via Po, svoltando a sinistra in via S. Ottavio ci troviamo di fronte alla
MOLE ANTONELLIANA: celebre monumento, oggi simbolo di Torino,
così chiamata in ricordo dell’architetto che la ideò, l’ing. Alessandro
Antonelli. Fino a pochi anni fa era il più alto edificio in muratura d’Europa
(alta 167,56 metri). La sua costruzione iniziò nel 1863 e durò ben
trentaquattro anni. Doveva essere la sinagoga ebraica ma, interrotta per
mancanza di fondi, venne acquistata dal Comune di Torino. Un
violentissimo ciclone abbattutosi su Torino nel maggio 1953 provocò il
crollo di ben 47 metri della guglia. La mole rimase stroncata all’altezza della 3° balconata, sopra
l’ampia cupola per diversi anni. Ottimamente restaurata l’alta guglia è tornata a dominare Torino.
A fine luglio 1999 viene inaugurato al suo interno il museo più alto del mondo interamente
dedicato al cinema. L’area espositiva è su cinque livelli attraversati da un ascensore panoramico che
permette di ammirare scenografie di oggetti con un effetto di grande spettacolarità. Lo stesso
ascensore porta ad una delle ultime balconate da dove, se la giornata è serena, si gode una
spettacolare vista su tutta Torino e l’imponente cerchia delle montagne che la circondano. Ritornati
su via Po e percorse poche decine di metri ci si apre alla vista piazza Vittorio Veneto; è tra le più
belle e grandi piazze di Torino, il dislivello di 7 m verso il Po è genialmente corretto con il
digradare delle altezze degli edifici. La monumentale piazza è rettangolare e porticata su tre lati .Da
qui con uno sguardo d’insieme abbracciamo il Po, la Gran Madre e il monte dei Cappuccini.
MONTE DEI CAPPUCCINI: l’altura su cui sorge la chiesa dal
1200 al 1400 era tutta fortificata e proteggeva il sottostante ponte in
legno sul Po. Nel 1538 il duca Carlo Emanuele I donava l’antica
fortezza ai frati cappuccini e ordinava al famoso architetto Ascanio
Vittozzi la costruzione della Chiesa e del convento.Da questo punto
è d’obbligo ammirare la suggestiva visione su piazza Vittorio.
I “Cappuccini” sono un ordine religioso mendicante fondato nel 1525 da Matteo da Bascio.
GRAN MADRE DI DIO: fu costruita ad imitazione del Pantheon di Roma tra il 1818 e il 1831 per
celebrare il ritorno del re Vittorio Emanuele I a Torino dopo la caduta di Napoleone.
Questo edificio, opera dell’architetto Ferdinando Bonsignore, sorge su una base costituita da un’alta
gradinata, per correggere la prospettiva discendente della collina che degrada verso il Po. Lo stile è
neoclassico che diventerà gusto ufficiale di questo periodo. Ai lati della larga e alta gradinata
vediamo le statue allegoriche della Fede e della Carità.
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Da qui si può godere di una buona visione panoramica della piazza Vittorio e del Po. L’interno della
Chiesa, circolare, ha bellissime statue; nella cripta si trova un ossario di 5000 soldati caduti nella
prima guerra mondiale.
NEOCLASSICO: tendenza artistica sorta in reazione al Barocco
tra la metà del ‘700 e i primi decenni dell’800, mirava al recupero
della civiltà e dell’arte greco-romana. In architettura puntava alla
valorizzazione degli edifici pubblici per conferire loro perfezione
e autorevolezza
GUERRA MONDIALE: si dicono mondiali i due conflitti che coinvolsero nel 1914/18 e 1939/45 tutte
le principali potenze europee, Stati Uniti e Giappone. Furono guerre combattute su più fronti, per mare,
per terra, lunghe e con milioni di morti; la prima fu soprattutto di “trincea”, ma la seconda coinvolse
anche la popolazione civile colpita da bombardamenti sulle città, fame, terrore. Queste due guerre hanno
condizionato tutto l’assetto territoriale e le alleanze politiche del cosiddetto mondo occidentale fino ai
giorni nostri. Entrambe le guerre hanno segnato così profondamente la popolazione che, soprattutto per
la seconda guerra mondiale, le persone più anziane nel loro parlare comune usano ancora l’espressione
“prima…dopo la guerra”.
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4° ITINERARIO
CASTELLO DEL VALENTINO: la storia del Castello è molto lunga e piena di ricordi e vicende
sempre legate a Casa Savoia, la casa reale che, proveniente dalla Savoia
in Francia, allargò i suoi domini e il suo potere prima in Piemonte e
Liguria e poi in tutta l’Italia. Fu acquistato da Emanuele Filiberto nel
1564, passò di proprietà a varie persone, ma fu soprattutto Madama Reale
che cominciò lavori di abbellimento e ingrandimento, che fecero del
castello un luogo di delizie, di feste e ricevimenti, di matrimoni, di trattati.
Per la sistemazione del castello si impegnò particolarmente l’architetto
Amedeo di Castellamonte.
L’ultimo restauro del castello è avvenuto nel 1858. Le sue sale sono stupende e ben conservate, ma
non è possibile visitarle, poiché sono occupate dalla Facoltà di Architettura.
CASTELLO E BORGO MEDIOEVALE: tutti questi edifici non sono
autentici, nel senso che non furono costruiti nell’epoca Medioevale
(dal 476, anno della caduta dell’impero romano al 1492, anno della
scoperta dell’America), ma in occasione della grande mostra
internazionale di Torino del 1884, copiando gli autentici castelli
piemontesi e valdostani. Quando l’esposizione venne chiusa, il
Comune comprò tutto il complesso che destinò a mostra permanente
dell’artigianato torinese, ancora oggi molto attivo. Così troviamo
falegnami, scultori, ceramisti, stampatori, che lavorano nelle loro botteghe. I vicoletti, i cortili, i
balconi, i portici, il lavatoio, la bella fontana del melograno in ferro battuto, tutto è così ben imitato
che si stenta a credere che di autentico non vi sia assolutamente nulla.
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TORINO FUORI PORTA
LA BASILICA DI SUPERGA: il grandioso tempio opera di
Filippo Juvarra sorse per sciogliere un voto espresso da Vittorio
Amedeo II nel 1706, durante la battaglia decisiva che respinse
l’assedio francese. La basilica è considerata il simbolo morale e
storico della città.
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI: sorta per volontà di
Vittorio Amedeo II e su progetto di Filippo Juvarra come palazzina
di caccia negli anni 1729-33, ospita ora il museo di Arte e
Ammobiliamento.
SACRA DI SAN MICHELE: è uno dei più importanti monumenti del
Piemonte sia per la complessa bellezza della sua costruzione che per
l’importanza avuta nel medioevo. Sorge all’imbocco della Val di Susa
in posizione strategica; l’inizio della sua costruzione è datato 998.
CASTELLO DI RIVOLI: è un’imponente e massiccia costruzione
iniziata nel XII secolo; dopo aver subito un complesso restauro, è
stato adibito a museo d’arte contemporanea. Dal piazzale si può
godere di un grandioso e ampio panorama su Torino e la collina.
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ABBAZIA DI S.ANTONIO DI RANVERSO: affiancata da cascine
tra colline raccolte, è uno dei maggiori monumenti del gotico
piemontese. Affidata ai monaci Ospedalieri di S.Antonio che
ricoveravano i pellegrini malati.
VENARIA REALE: definita “delizia principale della real casa” ideata e costruita nel ‘600 da
Amedeo di Castellamonte che progettò un armonico e scenografico complesso costituito dal centro
abitato e dalla palazzina di caccia. Poco distante l’enorme parco della tenuta La Mandria, uno dei
più belli del Piemonte.
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Annotazioni sulla mia visita a Torino:
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Buona visita di Torino!!
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