L'arte buddhista
L'arte buddhista, essenzialmente narrativa, grazie alle sue forme diversificate, alla grande
immaginazione e all'iconografia altamente sviluppata, rivoluzionò sin dagli albori l'intero
scenario artistico del subcontinente indiano.
L'enfasi nell' arte buddhista, iconica o aniconica, fu sempre posta sulla vita del Buddha e gli
ideali del buddhismo. L'arte era necessaria per evidenziare le dimensioni antropomorfiche del
Buddha, così come i vari elementi che lo rappresentavano, primo fra tutti, nella fase iniziale,
come incarnazione del
Dhamma
,
la legge
. In epoca di scarsa alfabetizzazione, la narrazione orale e visuale era lo strumento tradizionale
per diffondere la conoscenza e stimolare le menti verso essa, come avvenne nel nostro
medioevo cristiano. La tradizione della narrazione orale e visuale continua fino ai nostri giorni in
India, specialmente in
Rajasthan
, dove menestrelli itineranti raccontano epiche e ballate popolari aiutandosi con rotoli di dipinti,
Phad
, che rappresentano le vicende narrate. Già in antichi testi buddhisti si fa menzione di questo
sistema, utilizzato sia sottoforma di rotoli di tessuto dipinto sia sotto forma di affreschi nei
monasteri.
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E' ampiamente accettata l'idea che il Buddha predicasse contro la creazione e l'adorazione di
idoli della sua persona, così come aveva combattuto l'adorazione degli idoli indù, ma poichè
egli stesso considerava l'arte un effettivo aiuto per la meditazione, i suoi discepoli nel tempo
giunsero ad un compromesso: la rappresentazione del Buddha accompagnata sempre
dall'insegnamento, un'alternativa allo studio delle scritture, in pratica. Ma anche l'osservatore
era parte principale del processo, poichè suppliva con la sua mente le carenze della
concatenazione rappresentata. L'arte buddhista antica infatti sembra essere stata destinata in
maggioranza a osservatori competenti, monaci o devoti, capaci di interagire con la narrazione
offerta dalla pietra, l'affresco o la foglia di palma. Difficilmente infatti mostra azione o dinamismo
esplicito, ma solo la compostezza divina del Buddha di fronte all'episodio: lo sviluppo degli
eventi, la lotta del bene contro il male, viene lasciato all'elaborazione mentale dell'osservatore.
La vita leggendaria del Buddha e le sue vite precedenti sono i soggetti principali dell'arte
Buddhista. Altri temi comprendono episodi relativi ai suoi discepoli o a riti come la deposizione
di reliquie negli Stupa. Tra gli episodi maggiormente rappresentati si trovano il sogno della madre, Maya, prima della
nascita di Buddha ed altri momenti correlati, l'istruzione, la partenza, le pratiche ascetiche, i
digiuni, le tentazioni in cui cercano di indurlo le figlie di
Mara
e la loro sconfitta, l'illuminazione, il primo sermone, vari miracoli, visite a reami e poi infine la
Grande Estinzione
. Le
Jatakas
, la
ghirlanda delle rinascite
, narra episodi delle vite precedenti del Buddha e sono da sempre una fonte primaria di
immagini visive. In ogni storia delle
Jatakas
, Buddha è raccontato come uomo o animale e nell'insieme queste suggeriscono che Siddharta
abbia raggiunto la Buddhità come Sakyamuni dopo aver vissuto le precedenti vite sempre come
spirito superiore. Ma le Jatakas compiono anche con un altro fine, cioè ispirare rispetto e
compassione per tutti gli esseri viventi, siano esse persone o animali.
Nell'arte buddhista venivano utilizzati sei diversi modelli narrativi: alle origini, per esempio a S
anchi
,
in Madhya Pradesh
oa
Nagarjunakond
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a, nell'
Andhra Pradesh
, l'artista rappresentava solo l'episodio
chiave
della storia, stimolando l'osservatore a ricavarne l'intero svolgimento, secondo il modello
chiamato
monoscenico
. Questo modello narrativo si presenta in due tipologie,
attivo
o
statico
: nel primo l'azione è in corso, mentre nel secondo l'immagine presenta il fatto già accaduto e il
suo risultato.
Altro modello è il cosiddetto poliscenico, dove il narratore lascia fluire la storia attraverso
numerosi episodi con tre diverse opzioni: un episodio dopo l'altro senza separazione,
rappresentando il protagonista in ognuno di essi; il numero degli episodi e la serie degli stessi è
desumibile dalle ripetizioni della figura del protagonista, modo
continuo
. Oppure episodi separati da motivi decorativi o la rappresentazione di elementi aerchitettonici,
modo
sequenziale
o ancora la narrazione può comprendere multipli episodi in una sola cornice senza sequenza
temporale nè ordine formale, modo
sinoptico
. Generalmente, come detto, l'immagine del protagonista principale viene ripetuta in ogni singolo
episodio della storia narrata, ma esiste anche una quarta modalità, che vede una sola figura
centrale primaria attorno alla quale si sviluppano vari episodi, senza necessariamente seguire
un ordine cronologico nè una sequenza logica, modo
convergente
e sarà proprio quest'ultima modalità quella dalla quale si svilupperà l'arte visiva narrativa indù.
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