COME FARE UNA TESTIMONIANZA
PREMESSA. Gesù risorto appare ai testimoni, non ai maestri. La Chiesa nasce dalla testimonianza , che è
il cuore dell’evangelizzazione.
La prima nella testimonianza (del Risorto) è Maria Maddalena , con il suo “ho visto” (Eoraka) che significa
“ho visto” ma anche “ho ancora lo splendore del Risorto nei miei occhi”. Il testimone non è un cronista, ma
uno che ha visto, toccato, sentito. (vedi episodio di Emmaus)
1) Atteggiamento del testimone
A)Tre colori dell’amore
* = Dio mi ama gratuitamente e senza condizioni.
E’ Lui che fa il primo passo, ed il suo amore è gratuito. Dio sa che non potrò mai adeguatamente ricambiare questo amore e mi ama nonostante la profonda conoscenza del mio peccato, del mio fallimento, della
mia parte meschina ed impresentabile.
Abbraccia (vedi braccia aperte sulla croce) tutto di me, luce e tenebre, santità e peccato, ricchezza e povertà.
E’ suo l’amore primario, ogni altro amore deriva da questa sorgente.
E’ Lui ad amare in me quello che nessuno ama.
E’ Lui a darmi la salvezza gratuita, quella che mai potrò meritare.
Questa verità è assai difficile da accettare, perché noi siamo abituati ad una mentalità retributiva (pensiamo
di essere amati nella misura in cui ce lo meritiamo, vorremmo quasi sederci al tavolo alla pari con Dio).
Divento così consapevole dei quattro passaggi (eucaristici) che Dio compie nella mia vita:
-preso (sono l’amato di Dio, che mi ama incondizionatamente dall’eternità)
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-benedetto (non solo Dio mi ha amato all’inizio, ma cammina con me ed il suo amore si manifesta nella sua
vicinanza e nella sua benedizione quotidiana. Oltre ad essere l’amato, sono il benedetto)
-spezzato (anche le mie sofferenze e le mie cadute sono necessarie per il piano di Dio perché la mia vita sia
donata agli altri. Il pane non puo’ essere distribuito se non è spezzato)
-dato (non solo sono benedetto ma sono colui attraverso il quale passano le benedizioni di Dio per i fratelli)
**Amo Dio=
Il mio “grazie”, la mia “gratitudine” è una risposta al Suo amore.
Non è quindi un dovere, un obbligo morale , ma il naturale manifestarsi di un “fuoco” di gratitudine
che divampa nel cuore.
Quando mi sento amato, ciò che mi muove alla testimonianza è quindi l’esigenza di dire grazie a Dio, di dare gloria a Lui, riconoscendo i suoi prodigi e la sua bontà. Dio mi ama (e si muove per primo nell’amore)
ed io lo amo (mia risposta al suo amore).
***Amo i fratelli=
Il mio grazie, oltre ad essere “intimo e personale”, è anche “pubblico e comunitario e si muove
sull’onda dell’amore”. Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date.
Io sono amato ma anche i miei fratelli sono amati dallo stesso Padre. Man mano che cresco nell’amore per
Dio e mi avvicino a Lui, mi avvicino anche ai miei fratelli e scopro che siamo parte di un medesimo corpo
(del quale Gesù Cristo è il capo). L’onda (la frequenza) nella quale si comunica per contagio la testimonianza è l’amore. Se non c’è amore per il fratello c’è propaganda (o proselitismo, vedasi annuncio di Giona), se
c’è amore c’è comunione ed evangelizzazione (linguaggio universale dell’amore: pentecoste).
Si noti che il linguaggio dell’amore è anche il linguaggio del “noi” (nel senso che , pur essendo la testimonianza personale, si ha la consapevolezza di essere un corpo e di non potere trattenere solo per sé alcun dono: vedasi Pietro e l’annuncio dopo la Pentecoste).
Siamo “corpo di Cristo” e, grazie all’amore “donato” e “incondizionato”, scopriamo di essere “uno”.
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B) Invocazione dello Spirito e preghiera
*Si invoca lo Spirito Santo= l’invocazione dello Spirito Santo (che è l’agente dell’evangelizzazione, colui
che conduce ad un incontro personale con Gesù) è fondamentale. Chiediamo infatti allo Spirito Santo che
unga il nostro cuore, le nostre labbra, purifichi i nostri cuori.
Chiediamo allo Spirito Santo che ci immerga in un’atmosfera di amore, così che noi diventiamo docili
strumenti nelle mani di Dio e che la nostra testimonianza diventi la chiave che Dio usa per entrare nel cuore dei fratelli.
Lo stesso Spirito che, come unzione (balsamo), scende dal capo, tocca la barba (colui che fa la testimonianza) e giunge fino all’orlo del manto (i fratelli che ascoltano la testimonianza).
Ci apriamo quindi senza condizioni per essere pieni dello Spirito Santo e per ricevere il Suo sigillo.
**Si entra in un clima di preghiera= l’unzione dello Spirito Santo e l’entrata in un clima di preghiera ci
rendono strumenti docili nelle mani di Dio e ci aprono alla dimensione del dono. Cio’ che io ho ricevuto
gratuitamente, in dono, sono spinto a “donarlo” gratuitamente.
In questa prospettiva lo Spirito (e Maria, donna del si e della trasformazione) possono operare con potenza
nei cuori.
La preghiera per i fratelli (prima della testimonianza) apre i cuori e rivela la comunità nella sua bellezza
e nella sua profonda unità. Tutto è dono e tutto è per l’edificazione comune : di bocca in bocca, di cuore in
cuore, passa la gioia di annunciare Cristo Risorto e vivo che compie prodigi.
C-tre movimenti del testimone:
*-cammina verso Emmaus: ha il cuore incendiato dall’incontro con Gesù Risorto ;
**-scende nel fiume Giordano: ha ricevuto la forza dall’alto per annunciare pubblicamente le meraviglie di
Dio ;
***- sale sul monte Tabor: ha fatto l’esperienza dell’amore pieno ed incondizionato dell’amore di Dio
2: COS’E’ LA TESTIMONIANZA ?
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Cos’ è la testimonianza?
A) un modo per proclamare pubblicamente (fede e conversione, Signoria di Gesù) che Gesù è il mio salvatore ,unico e personale (Gesù è il Signore di tutte le aree della mia vita);
B) un modo per rendere presente Gesù Risorto dandogli gloria. E’ Lui che compie prodigi,è Lui che ama, è
Lui che dona la vita ( è dire ai fratelli: Gesù sta passando di qui, ora, alzati e vieni a toccarlo) ;
C) un modo per evangelizzare (con megale diname) partendo da un’esperienza personale di incontro con
Dio. Quanto piu’ è forte questa esperienza fondamentale , tanto piu’ forte sarà la potenza
dell’evangelizzazione.
D) la testimonianza è rivolta non ad illuminare la mente, ma al cuore, alla volontà. Se Dio ha fatto questo
per me, può farlo anche per te. Decidi ora per Lui.
3-QUALE TESTIMONIANZA DARE ? (occorre una “Damasco”)
A) la più recente= se devo tornare indietro anni nella mia vita per trovare l’opera di Dio, c’è qualcosa che
non va anche perché Dio opera meraviglie ogni giorno
B) la piu’ importante= la deroga al criterio temporale (la piu’ recente) puo’ avvenire sensatamente se sento
nel cuore che è opportuno comunicare la mia esperienza, che seppure non recente è la piu’ importante, come ad esempio quanto è avvenuto nel giorno della mia conversione.
Così ad esempio, San Paolo avrebbe potuto narrare con efficacia la sua testimonianza dell’episodio sulla
strada di Damasco anche a distanza di anni.
In questo caso prevale il criterio del Kairòs sul criterio del Kronòs.
4-CON QUALE STILE?
A) Amore
B) Gioia
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5: QUALI SONO I NEMICI DELLA TESTIMONIANZA ?
A)Diluire la potenza del messaggio= Gesù ha cambiato l’acqua in vino e quello che noi non dobbiamo assolutamente fare (per timore o rispetto umano…riempiamo l’annuncio di tanti elementi dottrinali da non potersi rintracciare la presenza di Gesù ) è di cambiare il vino in acqua. Diluiamo la testimonianza quando trasformiamo l’esperienza di fuoco in una sorta di insegnamento o in una informazione dottrinale o storica. Allora siamo cronisti ma non testimoni. Possiamo vedere cio’ nei due discepoli di Emmaus (caso limite) che
all’andata sono semplici cronisti della resurrezione di Gesù (nel loro racconto non c’è alcuna forza, nessuna
potenza perché raccontano quello che hanno detto le donne, che è stato loro riferito dagli angeli) , ma che
al ritorno corrono con gioia e potenza di annuncio perché sono diventati testimoni della resurrezione di
Cristo (prima ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono).
Si diluisce la potenza Kerigmatica della testimonianza quando dirigiamo la stessa alla mente e non al cuore/volontà di chi ascolta.
La testimonianza diluita porta ad una riflessione, la vera testimonianza porta ad una decisione.
B) Complicare il messaggio=
Si inseriscono nella testimonianza tanti elementi dottrinali, filosofici, teorici, apologetici che si fa una gran
fatica a rintracciare Gesù e la sua opera nella nostra vita.
6: COME DEVE ESSERE LA TESTIMONIANZA ?
A-Breve= si deve andare all’essenziale, senza disperdersi in elementi secondari che distraggono da cio’ che
veramente è importante
B-Gioiosa= deve mostrare il frutto dell’avere incontrato il tesoro nascosto
C-Cristocentrica= il protagonista è Cristo, non il testimone e le sue azioni. La vera testimonianza glorifica
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Cristo, non un uomo. Cristocentrismo significa che la testimonianza è Kerigmatica, essenziale , fondamentale , basica (Vangelo di Marco).
D-Carismatica= con le due ali dello Spirito Santo (dynamis, ovvero potenza di Dio nel toccare i cuori e
parresia ovvero unzione, franchezza, libertà nell’annuncio)
7:QUALI SONO LE PARTI DI UNA TESTIMONIANZA ?
A-Come ero prima= la vita del peccato, senza senso
B-Incontro con Cristo= con la mia risposta di fede e conversione
C-Dopo l’incontro con Cristo= quello che è cambiato nella mia vita, grazie a Gesù
D-Motivare colui che ascolta e portarlo a prendere (o a rafforzare) una decisione = se Dio lo ha fatto in
me, lo puo’ fare in te
8: QUALI SONO I SEGRETI DELLA TESTIMONIANZA ?
A-Inquadrare la testimonianza nei sei punti del Kerigma oggi (amore, peccato, salvezza, fede e conversione,
Spirito Santo, Comunità). Non si presentano teorie, dottrine, discussioni. Il solo sole della testimonianza
deve essere Gesù (vedi Vangelo di Marco);
B-Essere innamorati di Gesù . Infatti solo chi è innamorato trasmette l’amore;
C-Narrare con assoluta franchezza e senza timore umano il proprio incontro con Gesù vivo. Se molti sono
allergici al messaggio del Vangelo, ben pochi si rifiutano di sentire la testimonianza della nostra esperienza
di salvezza.
D-Rivolgersi al cuore, non alla mente, alla volontà, non all’intelletto;
E-Non dare controtestimonianza con il proprio atteggiamento o condotta (coerenza di vita);
Ff-Inculturare, ove possibile, la testimonianza (es: bambini o teologi…)
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9: QUAL E’ L’OBIETTIVO DELLA TESTIMONIANZA ?
A-portare i fratelli all’incontro con Gesù vivo;
B-portare i fratelli ad accogliere Gesù vivo come unico Signore e Salvatore della loro vita decidendo per
Lui (o rafforzando la decisione per Lui);
C-portare i fratelli alla salvezza ed alla vita piena in abbondanza.
D-mostrare il Kairòs, il tempo opportuno
(Zaccheo, Buon ladrone, Bartimeo).Temo il Dio che passa e non ritorna.
10: QUAL E’ IL NOSTRO MODELLO DI TESTIMONIANZA ?
A-quello di Gesù
B-quello di Maria;
C-quello degli apostoli (S. Paolo: io ho visto Gesù);
D-quello di chi è stato strumento perché noi giungessimo alla fede.
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