Lyceum Club Cremona Archivio di Stato di Cremona Ass. Amici Archivio di Stato di Cremona La satira entra in guerra La prima guerra mondiale vista dai caricaturisti A cura di Fausto de Crecchio e Giorgio Guarneri 5 - 14 maggio 2015 Archivio di Stato di Cremona Ancora una volta l’Archivio di Stato ha scelto di offrire ospitalità e collaborazione alla ormai tradizionale mostra di stampa satirica e umoristica allestita da Fausto de Crecchio e Giorgio Guarneri. Il tema scelto per quest’anno non poteva che riallacciarsi all’anniversario della Grande Guerra. Nessun intento dissacratorio o di poco rispetto verso le migliaia di soldati che caddero al fronte ma bensì solo far conoscere come la pubblicità e la satira operavano e veicolavano le notizie. Come ben hanno sottolineato i curatori, gli stessi Stati belligeranti utilizzarono i grandi caricaturisti per trasmettere la propaganda relativa alle vicende belliche. Angela Bellardi Direttore Archivio di Stato di Cremona Copertina: immagine di Jean Cocteau - 1915 3 INTRODUZIONE Per l’Europa, tra luglio ed agosto 1914, tutto cambiò. Dopo un periodo di pace relativa a partire dal 1870/71, data della guerra franco-prussiana, il vecchio continente precipitò in un conflitto ove il progresso tecnologico, sviluppatosi nel corso della rivoluzione industriale, da elemento di benessere economico e sociale venne trasformato in strumento di morte. Per la prima volta l'aviazione divenne un'arma letale, i treni trasportarono in breve tempo gli eserciti al fronte, i carri armati fecero la loro comparsa sui campi di battaglia, dei cannoni di potenza finora sconosciuta vennero utilizzati non solo contro eserciti nemici, ma anche contro civili inermi, vittime anche di bombe incendiarie. I gas divennero un terribile strumento bellico. Tutte le regole della guerra, ammesso che in queste carneficine si possa parlare di regole, vennero sconvolte e durante la prima guerra mondiale le vittime civili divennero preponderanti, come lo furono poi, in misura ancor maggiore, durante la seconda guerra mondiale e nei conflitti che hanno segnato il passaggio al terzo millennio. Il bilancio in perdite umane fu spaventoso. I morti, tra militari e civili, furono 20 milioni, gli orfani di guerra 9 milioni, le vedove oltre 5 milioni, gli sfollati più di 10 milioni. La popolazione è stata decimata: la Belle Epoque è finita e dopo la breve parentesi degli “anni ruggenti” il mondo si avvia verso la grande depressione. Quando, alla fine della Grande Guerra, vennero firmati i trattati di pace, la carta d'Europa venne ridisegnata e quattro monarchie plurisecolari scomparvero, ma molti problemi restarono irrisolti e, venti anni dopo, scoppiò un nuovo conflitto ancora più sanguinoso. Nella situazione piena di rischi e di pericoli che noi conosciamo dopo il terribile attentato alle torri gemelle di New York e la crisi economica e finanziaria iniziata nello scorso decennio, l'Europa dispone di un formidabile strumento, nato dalla riconciliazione tra gli Stati successiva alla seconda guerra mondiale: l'Unione europea. Questa costruzione originale ed audace è il solo modo di far sentire il peso politico ed economico del vecchio continente nella soluzione dei conflitti e per cercare di mantenere la pace in un mondo ove gli stati nazionali che compongono l'Europa non possono più essere protagonisti della Storia. 5 LA SATIRA ENTRA IN GUERRA Negli anni compresi tra il 1914 ed il 1918 i caricaturisti parteciparono allo sforzo bellico mettendo il loro considerevole talento a disposizione dei rispettivi governi. Se in precedenza una delle caratteristiche salienti della caricatura era una critica feroce contro gli uomini politici, ora i caricaturisti, salvo rare eccezioni, si trasformano nella punta di diamante della propaganda nazionale contro i nemici, sempre rappresentati con caratteristiche fisiche, umane e morali che ne fanno personaggi spregevoli e ripugnanti in contrapposizione ad un'immagine dei propri concittadini, moralmente impeccabile ed idealizzata. Allo scoppio del conflitto tra gli Stati belligeranti, solo la Germania dispone di un servizio di propaganda efficace, gestito dal Ministero degli Affari esteri tramite le Ambasciate e Legazioni tedesche all'estero. A queste fornisce un supporto tecnico di grande qualità l'agenzia di stampa Wolff che diviene progressivamente il portavoce ufficioso del Ministero. In materia di propaganda gli Stati dell'Intesa sono totalmente impreparati e soltanto nel 1916 viene creata a Parigi un'immensa “Maison de la Presse”, specializzata in falsi fotografici, spacciati come prove irrefutabili delle atrocità tedesche e largamente diffusi sia in Francia che all'estero. La menzogna é lo strumento fondamentale della propaganda alla “francese”, come in seguito lo sarà in Italia, dopo l'entrata in guerra, e soprattutto dopo le stragi di soldati e le sconfitte sul fronte orientale. Due sistemi di propaganda di guerra si confrontano: l'anglosassone, essenzialmente Germania ed Inghilterra, basato sulla manipolazione di fatti apparentemente incontrovertibili, ed il “latino”, Francia ed Italia, costruito su sfrontate menzogne. Una censura onnipresente e spietata, chiamata in Francia “Anastasie”, completa il dispositivo, soprattutto concentrata sulle cifre delle perdite umane. Sul fronte delle Ardenne durante il primo mese di guerra caddero 313.000 soldati francesi, informazione che divenne di dominio pubblico solo negli anni 30. Nel campo della propaganda, l'Inghilterra, utilizzando le tecniche di quello che diverrà in seguito il marketing commerciale, riuscì a raggiun6 gere molti dei risultati fondamentali della sua politica estera, in particolare amplificò la corrente di ostilità già esistente tra le minoranze etniche dell'impero asburgico ed il governo centrale. La propaganda inglese fu anche molto utile per suscitare la simpatia dell'opinione pubblica americana in favore dell'Intesa e per convincere gli Americani ad entrare in guerra nel 1917. Un ruolo importante ebbero i giornali di trincea, che nacquero in particolare in Francia ed in Italia ad opera di soldati, sovente coadiuvati da grandi artisti che prestarono la loro collaborazione a questi strumenti di propaganda. IL RUOLO DELLA CARICATURA Poche cose sono più efficaci del disegno di un caricaturista di talento per trasmettere un messaggio e per promuovere un'idea. Le situazioni in cui la caricatura afferma il suo ruolo di arma di propaganda sono molto diverse. In Francia all'inizio della guerra è “l'Union Sacrée”, le forze politiche, dall'estrema destra ai comunisti, si ergono contro il nemico: il barbaro, l'unno, il tedesco. E' un approccio violento, chiaro e netto: i tedeschi sono mostri, massacrano i civili, tagliano le mani ai bambini, bombardano e bruciano le cattedrali,ecc. I caricaturisti francesi danno una forma grafica, spesso di eccellente qualità artistica, a questi messaggi. Per i tedeschi l'approccio è ancora più semplice: l'Imperatore ha sempre ragione e la Germania non è l'aggressore, ma l'aggredito. Le due grandi riviste satiriche Ulk e Simplicissimus adattano le loro immagini a questo messaggio, continuamente ribadito fino alla fine del conflitto. 7 SEZIONE I L’uMOrisMO Da CritiCa aL POtere aD arMa Di PrOPaganDa Fin dall’inizio del conflitto i caricaturisti mettono in sordina la loro vocazione di critica ai potenti e seguono l’opinione pubblica, che, soprattutto nei paesi entrati per primi in guerra, si schiera in modo quasi unanime con i propri governanti. In un’Europa dominata dal nazionalismo, ove l’accesso all’informazione è un privilegio riservato a pochissimi, dissentire è sinonimo di tradire ed i caricaturisti si allineano. Solo più tardi, con il prolungarsi di un conflitto che costa infinite sofferenze a tutti i contendenti, qualche caricaturista più lucido nell’analisi dei fatti, o semplicemente meglio informato, osa timidamente prendere posizione in favore della pace, mettendo in evidenza il successo della tregua natalizia che porta solidarietà tra gli eserciti nemici in trincea. Di fronte a questo inizio di pacifismo le gerarchie militari e la censura intervengono spietatamente con un controllo ancora più ferreo dell’informazione; i caricaturisti si adeguano ed evidenziano anche la propria superiorità morale nei confronti del nemico usandola come spunto per numerose caricature. (01-09) La Baïonnette n. 56 del 29 novembre 1916: autore Gerda Wegener (1886-1940). Traduzione del testo francese: Allora, ragazze, com’è la nuova Fraulein? Oh, nonno, è un prodigio! Ha occhi ovunque!... n.d.t. Questa scenetta in un salotto alto-borghese riunisce un nonno generale, due nipotine, ed una governante tedesca che spia la tranquilla famigliola palesemente inoffensiva malgrado l’uniforme dell’anziano nonno. 9 (01-30) La Baïonnette n. 52 del 29 giugno 1916: autore Paul Iribe (1883-1935). Traduzione del testo francese: Ecco “il nostro” 420. n.d.t. Qui si fa allusione al celebre mortaio da 420 mm. prodotto dalla Krupp, che era l’arma più potente disponibile all’inizio della guerra. Trasportabile solo per ferrovia, aveva una gittata di soli 14 chilometri, ed era perciò raggiungibile dai tiri delle artiglierie da campagna nemiche. La Marianna, rappresentazione simbolica della Repubblica francese fin dalla rivoluzione, qui infilza con un solo colpo di baionetta Guglielmo II, il Kronprinz, Francesco Giuseppe, Ferdinando di Bulgaria ed il Gran Turco. Nel ‘900, presteranno le loro sembianze alla Marianna Michèle Morgan, Brigitte Bardot, Catherine Deneuve e Letizia Casta. Soltanto verso la fine del conflitto, quando le prime informazioni sull’ampiezza dell’ecatombe cominciano a circolare e le privazioni rendono la vita insopportabile soprattutto per i più poveri, il trionfalismo dei caricaturisti comincia a spegnersi. 10 SEZIONE II L’itaLia neL COnFLittO Durante il Risorgimento, la politica estera italiana aveva oscillato tra Francia e Prussia, usando or l’una or l’altra come utile alleato contro l’Austria per progredire verso l’unificazione del territorio nazionale. La conclusione della triplice Alleanza con Austria e Germania nel 1882 mutò totalmente l’approccio italiano alla politica estera europea. Più tardi, all’inizio del XX secolo, il nostro paese appoggiò talvolta la Triplice Intesa (Francia, Russia e Gran Bretagna), ma la Triplice Alleanza restò il pilastro della politica estera del Regno d’Italia. Lo scoppio della Grande Guerra nell’agosto del 1914 non avvenne in condizioni suscettibili di coinvolgere l’Italia, secondo le clausole del trattato con Austria e Germania. Il nostro governo, dando prova di considerevole realismo, data la totale impreparazione dell’esercito, cercò di negoziare con entrambi i contendenti la propria neutralità, in particolare per recuperare le cosiddette “terre irredente”, le regioni di Trento e Trieste, ma i nostri diplomatici non riuscirono ad ottenere l’immediata cessione da parte dell’Austria dei territori contesi. Nel frattempo nelle principali città della penisola ebbero luogo grandi manifestazioni in favore o contro la guerra. I bellicisti prevalsero ed il governo decretò l’entrata in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa. Il nostro paese si lanciò in un conflitto che ebbe costi umani, economici e sociali sproporzionati in rapporto ai risultati ottenuti. I caricaturisti interpretarono bene il dilemma del paese ironizzando sulle incertezze del governo e sull’esibizionismo di Gabriele D’Annunzio, uno dei capofila dei bellicisti, e diedero un certo rilievo alle posizioni pacifiste, ispirate anche dal partito socialista; ma nel giugno 1915 Jean Cocteau poté inneggiare trionfalmente all’entrata in guerra dell’Italia con uno schizzo magistrale dell’autore della “COMMEDIA” accompagnato dalla frase “DANTE E’ CON NOI”. 11 (02-07) L’Asino n.15 del 11 aprile 1915: autore Rata Langa, pseudonimo di Gabriele Galantara (18671937). L’imbarazzo di Salandra. n.d.t. Il presidente del Consiglio Salandra, in un primo tempo è saggiamente favorevole alla neutralità in cambio della quale spera di ottenere dall’Austria Trento e Trieste e contratti per forniture varie, anche militari, sia dall’Alleanza che dall’Intesa. Purtroppo non fu un buon negoziatore. (02-09) Le Mot n. 19 del 15 giugno 1915: autore Jim, pseudonimo di Jean Cocteau (1889-1963). Traduzione del testo francese: “Dante è con noi” n.d.t. Così Cocteau festeggia l’entrata in guerra dell’Italia. 12 SEZIONE III gLi aLtri stati COinVOLti neL COnFLittO La guerra venne chiamata “mondiale” perché coinvolse per la prima volta stati e colonie situati nei 5 continenti. Ovviamente lo sforzo bellico più importante venne sopportato dalle potenze europee, ma l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America fu determinante per consentire la vittoria dell’Intesa. Le vicende interne degli stati belligeranti ebbero un ruolo non trascurabile sullo scacchiere militare. In particolare lo ebbe la Rivoluzione d’Ottobre, che segnò la fine del regime zarista in Russia; il conseguente trattato di pace di Brest-Litovsk tra il nuovo regime bolscevico e gli Imperi Centrali, estremamente sfavorevole alla Russia, che dovette cedere vaste regioni dell’Ucraina, permise all’impero tedesco ed all’Austria-Ungheria di concentrare gli sforzi sul fronte occidentale. I caricaturisti rappresentarono gli stati in guerra con elementi del loro emblema nazionale, l’aquila per l’impero tedesco, il leone del Brabante per il Belgio, ecc. o con l’effigie dei capi di stato. Particolarmente feroce è una caricatura tratta dalla rivista L’Asino che riunisce su una consolle le teste mozze di Guglielmo II, di Francesco Giuseppe, di Ferdinando di Bulgaria e del Sultano. Neppure si salva papa Benedetto XV che, ritenuto dall’opinione pubblica francese favorevole agli Imperi Centrali, viene accusato di colpevoli silenzi. (03-01) La Grande Guerre par les artistes n. 19 del 1 agosto 1915: autore Jacques Nam, pseudonimo di Jacques Lechmann (1881-1974). Traduzione del testo francese: “…mi porteranno via persino la corona!...” n.d.t. Un’aquila spennacchiata simbolizza gli Hohenzollern, la famiglia imperiale tedesca timorosa di essere spogliata della corona imperiale recentemente acquisita. 13 (03-09) Ulk n. 10 del 7 marzo 1915 (numero di guerra 31): autore Carl O. Petern. Traduzione del testo tedesco: John Bull, il nobile cavaliere. Resisti - ronzino francese – non siamo ancora a Berlino. 14 SEZIONE IV iL Kaiser eD iL KrOnPrinZ Il “nemico” della Francia era essenzialmente la Germania, spesso raffigurata nelle caricature con l’immagine del Kaiser, l’imperatore Guglielmo II, del quale vengono messi in crudele evidenza i difetti fisici. Infatti l’imperatore era nato con un’atrofia al braccio sinistro, che poté essere compensata solo parzialmente, lasciandolo con un braccio più corto e con una mobilità ridotta. Anche i difetti morali venivano sottolineati: ipocrisia, assenza di scrupoli, crudeltà. Al suo fianco appare il principe ereditario dell’Impero, il Kronprinz, parola tedesca che ha una facile assonanza con clownprinz - il principe pagliaccio - come viene costantemente designato dai caricaturisti. Si tratta di un personaggio scialbo, senza le qualità necessarie per orientare la politica di un impero in guerra. Il padre lo disprezza per la sua debolezza e la sua tendenza ad inseguire ballerine e servotte, cacciandosi spesso nei guai. Anche i caricaturisti italiani prendono di mira il Kaiser, ma l’obiettivo principale della satira nostrana è l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, il famigerato Cecco Beppe del nostro Risorgimento. (04-02) Le Rire Rouge n. 75 del 22 aprile 1916: autore Adrien Barrère pseudonimo di Adrien Baneux (1874-1931). Traduzione del testo francese: A Verdun Il monco n.d.t. Il kaiser è rappresentato durante la prima battaglia di Verdun, mettendo spietatamente in evidenza le sue caratteristiche fisiche tra le quali spicca il braccio sinistro, paralizzato alla nascita e solo parzialmente migliorato nel corso degli anni. 15 (04-04) Le Rire Rouge n. 2 del 28 novembre 1914: autore George D’Ostoya (1878-1937). Traduzione del testo francese: I piaceri di Berlino IL CLOWN - PRINZ n.d.t. Si riconosce la silhouette dinoccolata del principe ereditario dell’Impero Tedesco vestito da pagliaccio e circondato da servi e buffoni. Il caricaturista gioca sull’assonanza “crown-prince” (=principe ereditario) e “clownprince” (=principe pagliaccio). La seconda versione corrispondeva maggiormente alla personalità del principe. 16 SEZIONE V gLi aLtri PrOtagOnisti I caricaturisti dell’Intesa non usarono soltanto l’immagine del Kaiser e del Kronprinz nella loro guerra virtuale contro gli Imperi Centrali, ma attaccarono anche i rappresentanti degli altri stati membri dell’Alleanza utilizzando le loro caratteristiche fisiche ed intellettuali per stigmatizzare la guerra iniqua da loro provocata. Molte caricature prendevano di mira l’imperatore austro-ungarico, il vecchissimo, per l’epoca, Francesco Giuseppe, che, decrepito e rimbambito, morì nel 1917 dopo 68 anni di regno, poi il suo successore il pronipote Carlo I, rappresentato come un personaggio scialbo e senza grandi qualità. In realtà fu uno dei rari dirigenti della monarchia bicefala a rendersi conto che la guerra era ormai persa. Per salvare il salvabile, cioè la dinastia, cercò di negoziare una pace separata con l’Intesa, usando come intermediari i cognati principi di Borbone-Parma, che servivano nell’esercito belga. I negoziati segreti vennero scoperti dal controspionaggio tedesco e Carlo I venne costretto a smentire la sua volontà pacifista e divenne per i tedeschi, un “sorvegliato speciale”. Anche il re di Bulgaria, Ferdinando, venne sbeffeggiato, con il suo gran naso, dai caricaturisti francesi che lo consideravano un ”traditore” della Francia, essendo un nipote di re Luigi Filippo. In realtà la genealogia e le parentele contavano poco o nulla in questo conflitto, ove anche il Kaiser era per metà inglese e nipote della regina Vittoria. Non ultimo tra le vittime del sarcasmo della stampa umoristica è il Sultano, massimo esponente di quello che i politici e gli storici chiamarono “l’uomo malato d’Europa”. L’Impero Ottomano, caduto sotto la tutela economica della Germania, che, tra l’altro stava costruendo la ferrovia che avrebbe collegato la capitale turca a Bagdad, nel secondo decennio del XX secolo, aveva perso quasi tutti gli ultimi territori europei e, allo scoppio della guerra, aveva preso posizione in favore degli Imperi Centrali dichiarando la guerra ai paesi dell’Intesa. 17 (05-07) Simplicissimus n. 20 del 17 agosto 1914): autore Marcello Dudovich (1878-1962). Traduzione del testo tedesco: Il figlio del granduca Anche papà verrà a Montecarlo. Durante la mobilitazione ha rubato almeno dieci milioni di rubli. n.d.t. Il personaggio riprodotto è il Granduca Dimitri Pavlovic, primo cugino dello Zar Nicola II. Fu, con il principe Yussupov, uno dei promotori del complotto per uccidere Rasputin e sottrarre la famiglia imperiale alla sua nefasta influenza. Salvatosi dalla rivoluzione si rifugiò in occidente, ove, negli anni ’20, divenne uno dei personaggi più in vista degli anni ruggenti. Fu anche amante di Coco Chanel. (05-10) La Baïonnette n. 5 del 5 agosto 1915: autore Tancrède Synave (1860-1936). Traduzione del testo francese: “L’imperial rimbambito” n.d.t. Nella caricatura si allude al fatto, generalmente risaputo, che negli ultimi anni di vita le facoltà mentali del vecchio imperatore si erano considerevolmente ridotte. 18 SEZIONE VI gLi eVenti BeLLiCi Piu’ signiFiCatiVi I caricaturisti sottolinearono con le loro opere numerosi episodi della Grande Guerra presentandoli sempre come vittorie nazionali, talvolta in chiaro spregio della realtà storica. Nel caso dello sbarco a Gallipoli, ove l’evidente sconfitta delle truppe inglesi, che, dopo un anno di combattimenti, non solo non erano riuscite ad impadronirsi dello stretto dei Dardanelli, ma erano state costrette a reimbarcarsi in fretta e furia, venne presentata positivamente dal Punch: “Che sciocchi i Turchi, ricacciando in mare gli Inglesi, li hanno rimessi nel loro ambiente naturale”. La manipolazione degli eventi bellici non aveva segreti per la stampa inglese!!! Anche altri episodi vennero sottolineati, attraverso diverse caricature propagandistiche, come il bombardamento e la distruzione della cattedrale di Reims, che suscitò un’ondata di indignazione nei cattolici di tutta Europa, o l’affondamento del Lusitania, che, in un secondo tempo, spinse gli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco dell’Intesa. (06-06) Le Mot n. 2 del 7 dicembre 1914: autore Paul Iribe (18831935). Traduzione del testo francese: Lohengrin ed il gambero La marcia su Parigi n.d.t. Nella bella caricatura di Paul Iribe il Kaiser, novello Lohengrin, viene rappresentato non a cavallo di un cigno come nell’opera di Wagner, ma su un gambero che non promette nulla di buono in vista di una rapida avanzata verso Parigi, dato che l’andatura del gambero lo fa camminare all’indietro… 19 (06-07a) Punch del 17 marzo 1915: autore John Bernard Partridge (1861-1945). Traduzione del testo inglese: La regina Elisabetta entra nei Dardanelli. n.d.t. All’inizio del 1915 l’Inghilterra, qui rappresentata sotto l’effigie di Elisabetta I, la famosa “regina vergine”, che creò la potenza sui mari della sua nazione riuscendo a sconfiggere la “invencible armada” di Filippo II, e la Francia sbarcarono a Gallipoli e cercarono di impadronirsi dei Dardanelli con l’obiettivo di occupare Istanbul e di permettere libertà di movimenti alla flotta russa del mar Nero. Dopo nove mesi di combattimenti, di fronte alla resistenza turca, gli anglo-francesi dovettero rinunciare. 20 SEZIONE VII La Vita neLLe trinCee Uno dei principali cambiamenti strategici della Grande Guerra fu il passaggio dalla guerra di movimento alla guerra di posizione. Le guerre napoleoniche furono tra i migliori esempi di guerra di movimento, ove si alternavano avanzate rapidissime a battaglie spesso decisive. Soltanto gli assedi di città e fortezze rientravano nella categoria delle guerre di posizione, con la costruzione di trincee e di ripari per gli assedianti. Il principale cambiamento strategico della guerra del 1914 - 18 consisté nel fatto che le trincee si fronteggiavano. Fin dall’inizio della Grande Guerra i capi di stato maggiore dei belligeranti sbagliarono le valutazioni dei rapporti di forza tra i contendenti, e, poiché nessun esercito poté vincere una battaglia decisiva e sbaragliare il nemico, la guerra divenne di trincea e gli assalti si alternarono con altissime perdite umane da entrambe le parti. La permanenza per periodi lunghi in trincee, decisamente poco confortevoli, e con la prospettiva di essere inviati al massacro, provocò la nascita di un umorismo cinico, sarcastico e, almeno in parte, liberatorio, che però non impedì una diffusione senza precedenti di malattie mentali. I punti forti dei caricaturisti furono le palesi menzogne della propaganda di stato - per tenere alto il morale delle truppe - la differenza di prospettiva nel conflitto tra le trincee e le retrovie, e soprattutto l’esistenza di una censura che non consentiva di far conoscere alle famiglie la verità di una guerra condotta in condizioni disumane. La durata di questa guerra di posizione fu un altro degli elementi nuovi della Grande Guerra, che, per una parte delle truppe, si tradusse nella permanenza in trincea per mesi o, talvolta, per anni. Le guerre fino al diciottesimo secolo avevano andamento stagionale, essendo solitamente interrotte durante l’inverno. Invece nel nostro caso le operazioni militari vennero sospese solo in occasione del Natale del 1914 sul fronte occidentale. In questo frangente le truppe avversarie fraternizzarono a tal punto che poi rifiutarono di riprendere i combattimenti. Gli Stati maggiori dopo aver fatto fucilare per diserzione i più restii, decisero di non ripetere ulteriormente l’esperienza. 21 (07-06) La Baïonnette n. 145 del 11 aprile 1918: autore R. Claude Bils (1884-1968). Traduzione del testo francese: I filosofi delle trincee. A vent’anni amavo la solitudine. n.d.t. Ora il soldato, che è più maturo, subisce la solitudine in trincea e, forse, non la ama più. (07-08) Numero n. 53 del 27 dicembre 1914: autore Golia pseudonimo di Eugenio Colmo (1885-1967). Il Natale nella trincea. n.d.t. In occasione del Natale del 1914 venne proclamata una tregua nei combattimenti che ebbe uno straordinario successo. Al momento previsto per la ripresa delle operazioni belliche, si rischiò un ammutinamento da entrambe le parti. Per evitare questo pericolo gli Stati Maggiori decisero di punire l’insubordinazione fucilando alcuni soldati favorevoli alla prosecuzione della tregua. Coloro che governano e coloro che combattono dialogano difficilmente! 22 SEZIONE VIII i PaCiFisti e gLi interVentisti In tutti gli stati coinvolti nel conflitto fin dal 1914, i pacifisti godettero, per ovvi motivi, di “cattiva stampa” tra i caricaturisti, quasi tutti allineati su posizioni di difesa di quelli che sembravano interessi nazionali prevalenti. Nei disegni i pacifisti sono rappresentati come degli idealisti completamente avulsi dalla realtà, a tal punto che cercano di bloccare i proiettili con reti da farfalla, un po’ patetici, un po’ risibili. In Francia, in particolare, il tradizionale pacifismo dei socialisti viene abbandonato già nelle prime fasi della guerra a favore di uno slancio di concordia nazionale contro l’aggressore tedesco. La situazione italiana sotto questo aspetto é profondamente diversa, poiché in un primo tempo il giovane regno dichiara la propria neutralità nel conflitto. Grandi manifestazioni di piazza oppongono i pacifisti, soprattutto simpatizzanti dell’idea socialista, agli interventisti, nazionalisti schierati in favore di un’entrata in guerra a fianco della Triplice Alleanza ed agli interventisti di tendenza liberale favorevoli all’Intesa. Nei primi mesi del 1915 l’atteggiamento arrogante dell’impero AustroUngarico nei confronti dell’Italia favorisce la fusione tra le due tendenze interventiste nell’opinione pubblica nazionale, creando una situazione favorevole all’Intesa. Il fatidico 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra. (08-01) La Baïonnette n. 57 del 3 agosto 1916: autore Sem pseudonimo di Georges Goursat (18631934). n.d.t. Si tratta della copertina del numero speciale della Baïonnette consacrato ai pacifisti che pateticamente cercano di fermare i proiettili con una rete da farfalle. Anche in Francia i pacifisti erano oggetto di attacchi violenti da parte di riviste satiriche allineate su posizioni nazionaliste e militariste. 23 (08-04) La Baïonnette n. 57 del 3 agosto 1916: autore Planas. Traduzione del testo francese: L’IMPORTANTE E’ CAPIRSI. - Spero che siano ora in uno stato d’animo pacifista. - Certo! Mi hanno detto : fouteznous la paix. n.d.t. Il dialogo si svolge tra un politico tedesco ed un militare, che sembrano auspicare il diffondersi delle posizioni pacifiste in Francia, considerate favorevoli alla Germania. L’espressione utilizzata dai francesi contiene certo la parola “paix” (pace) ma il suo significato è più vicino a “non rompeteci le palle”. 24 SEZIONE IX La MODa e LO stiLe Di Vita neLLa granDe guerra Anche la moda segue il ritmo bellico e diviene strumento di irrisione e propaganda. In particolare i francesi, convinti, che non esista altra moda al di fuori di quella di Parigi, irridono le brave “frauen” in costume tirolese che si impegnano, come misura di ritorsione, a non seguire più i dettami dell’eleganza gallica. Ancora peggio vanno le cose se i crucchi si cimentano nella moda: la divertentissima caricatura di Paul Iribe intitolata “Chez le grand kouturier” ci mostra una sfilata di orrori a Berlino ove simboli del conflitto quali teschi ed elmetti si alternano a creazioni agghiaccianti, presentate da indossatrici poco avvenenti e dal sesso incerto. A ciò fanno riscontro le raffinate ed elaborate creazioni della celebre Rue de la Paix, la via della moda di Parigi, ove l’eleganza, pur sofisticata, diviene caricatura attraverso le immagini sarcastiche di Gerda Wegener. A ciò si affiancano amene scenette che sottolineano i modi di vita mutati dal conflitto, ove anche le relazioni amorose, o presunte tali, si trasformano in gustose commedie degli equivoci. (09-01) La Baïonnette n. 53 del 6 luglio 1916: autore Paul Iribe (1883-1935) Traduzione del testo francese: Il tradimento La signora al marito: - Caro amico, la governante tedesca delle bambine!...ebbene era il generale Von Kluck. Il marito: - Che orrore, Pauline…se penso che ti ho tradito con lei!” n.d.t. Il generale Von Kluck comandava l’esercito che all’inizio della guerra era giunto alla Marna, a 40 chilometri da Parigi. 25 (09-02) La Baïonnette n. 6 del 12 agosto 1915: autore Fabien Fabiano (1883-1962) Traduzione del testo francese: Eleganze berlinesi 26 SEZIONE X La Fine DeLLa guerra: VinCitOri e Vinti Novembre 1918: l’armistizio è firmato, la guerra è finita, le operazioni belliche cessano. Presto diplomatici e uomini politici si riuniranno a Parigi per creare un nuovo ordine mondiale, che non resisterà alle dittature nazista, sovietica e fascista, precipitando il vecchio continente in un nuovo baratro, ancora più cruento e sconvolgente per i suoi popoli. Ma ora sono la gioia e l’esaltazione che prevalgono: si dimentica tutto, l’Italia gioisce per l’annessione delle città “irredente”. Trento e Trieste sono riunite alla madrepatria, ma a quale prezzo? Scalarini spietatamente cita cifre terribili che ci fanno riflettere sull’inadeguatezza della guerra come soluzione dei problemi tra le nazioni. Chi ha perso? La risposta spontanea è: TUTTI. Al di là di ogni trionfalismo, morte, sofferenza, privazioni, terrore ed orrore ci fanno dire: GUERRA MAI PIU’. (10-05) La Baïonnette n. 173 del 24 ottobre 1918: autore Paul Iribe (1883-1935) Traduzione del testo francese: L’ultimo poker -Noi siamo la Civiltà, la Giustizia e la Forza, tu non ci ingannerai due volte. n.d.t. Tutte le qualità morali sono riunite intorno ad un tavolo da poker ove un cupo Guglielmo II tenta il suo ultimo bluff. 27 (10-08) Signorsi n.11-12 del 20 novembre 1918: autore Enzo Morelli (18961976). VITTORIA 28 ELENCO DEGLI AUTORI PRESENTATI NELLA MOSTRA armour george Denholm (1864-1949); disegnatore inglese che collaborò a Punch e The Graphic. arnold Karl (1883-1957); disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus, Jugend, Nebelspalter e Ulk. aynaud raymond (pseud.: Bils Claude) (1884-1968); disegnatore francese che collaborò alla Baïonnette e a Canard Enchainè. Baneux adrien (pseud.:Adrien Barrère) (1874-1931); disegnatore francese che collaborò a Fantasio e Le Rire. Bergoglio Carlo (pseud.: Carlin) (1895-1959); disegnatore italiano che collaborò a Guerin Sportivo e Numero. Bils r. Claude (1884-1968); disegnatore francese che collaborò a Fantasio, Le Rire e La Baïonette Blanchot gustave Henri emile (pseud.: Gus Bofa) (1883-1968); disegnatore francese che collaborò alla Baïonnette, a Sourire e Le Rire. Boetto giulio (1894-1967); disegnatore italiano che collaborò a Numero e Codino Rosso. Bonzagni aroldo (1887-1918); disegnatore italiano che collaborò a Signorsì. Borgese Leonardo (1902-1986); disegnatore italiano che collaborò a La Fiamma Verde e a Satana Beffa. Champion Odette, disegnatrice francese che collaborò a Fantasio. Cocteau Jean (pseud.: Jim) (1889-1963); disegnatore francese che collaborò a Le Mot e La Charrette Charrie. Colmo eugenio (pseud.: Golia) (1885-1967); disegnatore italiano che collaborò a Pasquino, Numero, Due di coppe, Guerin Sportivo e Sempre Avanti. Coup de Ferjac Jules (pseud. Fabiano Fabien) (1883-1962); disegnatore francese che collaborò a La Vie Parisienne, Fantasio e Le Rire. Diez Julius (1870-1957); disegnatore tedesco che collaborò a Ulk e Jugend. D’Ostoya george (1878-1937); disegnatore francese di origini polacche che collaborò all’Assiette au Beurre e a Fantasio. Dudovich Marcello (1878-1962); disegnatore italiano che collaborò a Simplicissimus, a Pasquino e a Satana Beffa. Dudreville Leonardo (1885-1876); disegnatore italiano che collaborò a Satana Beffa, l’Avanti della Domenica e Numero. Dufy raoul (1877-1953); disegnatore francese che collaborò a Le Mot. Faivre abel (1867-1945); disegnatore francese che collaborò a Le Rire e l’Assiette au Beurre. Florés ricardo (1878-1918); disegnatore francese che collaborò a Le Rire, l’Assiette au Beurre, Charivari e le Cri de Paris. galantara gabriele (pseud.: Rata Langa) (1867-1937); disegnatore italiano che collaborò all’Asino, all’Assiette au Beurre e all’Avanti! gallo armand; disegnatore francese che collaborò a La Baïonnette e a Sempre Avanti. goursat georges (pseud. Sem) (1863-1934); disegnatore francese che collaborò a Cyrano, La Mot, la Baïonnette e Tourny Noel. grandjouan Jules Felix (1875-1968) disegnatore francese che collaborò a Le Rire e l’Assiette au Beurre. guillaume albert (1873-1942); disegnatore francese che collaborò a Le Rire e Gil Blas. Haiduk august (1880-1918); disegnatore austriaco che collaborò a Ulk. 29 Heine thomas theodor (1867-1948); disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus e Fliegende Blatter. iribe Paul (1883-1935); disegnatore francese che collaborò a Sourire, Temoin, Le Mot, La Baionette e Le Rire. Jeanniot Pierre george (1848-1934); disegnatore francese di orgini svizzere che collaborò a Le Rire. Jouas Charles (1866-1942); disegnatore francese che collaborò a La Grande Guerre par les Artistes. Kuntze e.; disegnatore tedesco che collaborò a Ulk. Laborde Chas (1886-1941); disegnatore francese di origini argentine che collaborò a l’Assiette au Beurre, Bagattelle, le Bon Vivant, Le Rire, Candide e Ric et Rac. Leandre Charles Lucien (1862-1930); disegnatore francese che collaborò a l’Assiette au Beurre, Chat Noir, Le Rire e Journal Amusant. Lechmann Jacques (pseud. Jacques Nam) (1881-1974); disegnatore francese che collaborò a La Baionette e la Vie Parisienne. Leroy Maurice; disegnatore francese che collaborò a la Baionette, Fantasio, Ridendo, Ric et Rac, Sketch Sourire e la Vie Parisienne. Meunier georges (1869-1934); disegnatore francese che collaborò a l’Assiette au Beurre e le Rire. Morelli enzo (1896-1976); disegnatore italiano che collaborò Signorsì. Moroni Celsi guido (pseud. F. Stern) (1885-1962); disegnatore italiano che collaborò a il Mulo e a Numero. Musini nullo (1883-1967); disegnatore italiano che collaborò a Verd’Azzurro, a Pasquino, a Numero e a Signorsì. Partridge John Bernard (1861-1945); disegnatore inglese che collaborò a Punch e Vanity Fair. Pavis georges (1886-1977); disegnatore francese che collaborò a Le Rire, Sourire, la Vie Parisienne e le Journal. Petern Carl O., disegnatore tedesco che collaborò a Ulk Pezilla Mario; disegnatore italo-francese che collaborò a la Semaine de la Suzette. Planas, disegnatore francese che collaborò a La Baïonette. reb renè, disegnatore francese che collaborò a Le Rire Rouge. richter Max; disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus. roubille auguste (1872-1955); disegnatore francese che collaborò a Le Rire, Sourire, Cri de Paris, Cocorico e Fantasio. rousseau Jean Jacques, disegnatore francese che collaborò a Le Rire e Le Dernier Bateau. scalarini giuseppe (1873-1948); disegnatore italiano che collaborò al Merlin Cocai, al Pasquino, a Fliegende Blatter e all’Avanti! silber e.W.; disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus. synave tancrède (1870-1936); disegnatore francese che collaborò a La Baionnette. Wegener gerda (1886-1940); disegnatrice danese che collaborò a La Baionnette, Le Rire, Fantasio e La Vie Parisienne. Weidenschlager theo; disegnatore tedesco che collaborò a Ulk. Wilke erik (1879-1936); disegnatore tedesco che collaborò a Ulk ed a Jugend. Zille einrich (1858-1929); disegnatore tedesco che collaborò a Lustige Blatter, a Simplicissimus ed a Jugend. 30