CELOMMI RAFFAELLO (1881-1957) Pittore

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PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO
CELOMMI RAFFAELLO
(1881-1957)
Pittore
“Fra le mostruosità dell’arte d’avanguardia spiccava, come un miracolo, un
quadro d’eccezione, una marina; la firma era di Raffaello Celommi un
abruzzese noto agli amatori d’arte”
(“Tamara”)
Raffaello Celommi nacque a Firenze il 19 aprile
1881 dal già noto ed affermato pittore Pasquale
Celommi e dalla fiorentina Giuseppina Giusti.
Appena qualche mese dopo la sua nascita si
ammalò e, su indicazione del medico, venne
portato a Rosburgo, oggi Roseto, dove avrebbe
potuto respirare aria marina. Questa fu la
residenza nella quale rimase per tutta la vita, fatta eccezione per alcuni brevi
periodi vissuti a Roma per motivi di studio.
“Felluccio”, così il pittore veniva chiamato da bambino, frequentava
quotidianamente lo studio nel quale il padre dipingeva e, come “figlio d’arte”, fu
per lui naturale avvicinarsi al disegno e alla pittura.
Il giovane Celommi mostrò presto di essere degno erede dell’arte paterna e, dopo
la formazione accanto al genitore si iscrisse, all’età di vent’anni, all’Accademia
di Belle Arti di Roma, che frequentò con grande profitto.
Al suo ritorno a Roseto trovò un nuovo studio, fatto costruire dal padre in
un’invidiabile posizione nei pressi della costa. In questo “castelletto”, come la
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costruzione veniva comunemente chiamata per la sua architettura in stile
medievale, i due artisti operavano l’uno al primo piano e l’altro al piano terra.
Il luogo era frequentato anche da “Don Ciccillo”, vale a dire Francesco Paolo
Michetti, il quale apprezzò subito il talento di Raffaello e lo seguì
nell’evoluzione del suo percorso artistico.
I temi dell’arte di Raffaello erano legati agli elementi fondamentali della sua
esistenza, il mare, le colline, i pescatori, che divenivano soggetti vivi del suo
mondo artistico, così come era stato per il padre Pasquale. Quando quest’ultimo
morì, nel 1928, si concretizzò in Raffaello, in maniera più pressante, il timore per
l’inevitabile paragone che sarebbe sorto con il tanto apprezzato padre.
Dopo un periodo di inattività egli tornò a dipingere e, poggiata una tela vergine
sul cavalletto che era stato sempre utilizzato dal padre, diede inizio alla seconda
fase della sua vita artistica, dimostrandosi grande prosecutore della dinastia
artistica dei Celommi, che oggi trova una ulteriore continuità attraverso l’attività
di Luigi Celommi.
Raffaello Celommi, Giovani pescatori, olio su tela
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Nel 1929 sposò Luigia Rosati, figlia del direttore dell’Accademia di Santa
Cecilia e maestro del grande tenore Beniamino Gigli. Da tale unione nacquero
due figli, Pasquale e Luigi.
L’attività di pittore di Raffaello continuò lontano da mostre, esposizioni, concorsi
e manifestazioni artistiche; egli preferiva avere contatti privati con galleristi,
collezionisti e mercanti, così da potersi dedicare senza grandi interruzioni alla
sua pittura.
L’arte di Raffaello risentiva inequivocabilmente dell’influenza del suo
predecessore; egli scelse autonomamente di proseguire su quello stile ed in tal
senso riuscì a reggere il confronto. Scriveva a tal proposito il critico Dino Satolli:
“Conservò nelle sue tele la luce ed i motivi cari al padre, acquistando anche
qualcosa in morbidezza, forse a scapito di un’autonomia o, se si vuole, di una
contestazione che allora sarebbe apparsa sterilmente polemica”.
I suoi dipinti continuarono a concentrarsi sui motivi legati alle tradizioni della
gente d’Abruzzo, al mondo dei contadini e dei pescatori; affinò progressivamente
Raffaello Celommi, La famiglia del pescatore, olio su tela
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la sua tecnica attraverso la quale riusciva a
ricreare suggestive scenografie.
Tre importanti dipinti di Raffaello Celommi
sono conservati nel Museo civico di Teramo,
altre opere si trovano nella Civica Raccolta
d’Arte di Roseto e in una galleria di Chicago.
Le restanti presenziano in altri musei, gallerie,
sedi di istituzioni pubbliche e collezioni private.
Raffaello si dedicò anche alla pittura sacra
dipingendo
una
Santa
Teresa
ed
un
Raffaello Celommi, Ritratto del padre
Pasquale, 1928, olio su tela
Sant’Antonio conservato presso l’omonima
chiesa di Pescara.
Di rilievo fu anche la sua produzione ritrattistica, che interessò i più illustri
personaggi abruzzesi del periodo.
Raffaello Celommi morì a Roseto il 3 marzo 1957.
Raffaello Celommi, Pescatori
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Opere principali
ƒ Contemplazione, 1897
ƒ La raccolta della “cischia”
ƒ Ritorno a casa
ƒ Ritratto del padre Pasquale, 1928, olio su tela
ƒ Scena campestre, 1956, olio su compensato
ƒ Transumanza, 1940, olio su tela
ƒ Ritratto di marinaio, 1915, olio su tela
ƒ Ritorno dal pascolo
ƒ Giovanetta con cesto di pesce
ƒ Giovani pescatori
ƒ Ritorno dai campi
ƒ La Valle del Salto
ƒ Marina con pescatori
ƒ Il mendicante (o Vecchio con bisaccia)
ƒ La vecchia fornace
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