IL MATERIALE EREDITARIO E LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA SUA SCOPERTA Primi anni del 1800 Si conosceva l’esistenza e la localizzazione del nucleo della cellula, ma non si sapeva che in esso era localizzato il materiale ereditario. 1869 – Miescher (chimico svizzero) Isolò il composto contenuto all’interno del nucleo di molte cellule e lo chiamò nucleina. Scoprì che era un acido ricco di fosforo ed infatti in seguito fu denominato acido nucleico. 1910 - Morgan Dimostrò che i caratteri ereditari (già studiati da Mendel alla fine dell’800) si trovavano nei cromosomi. 1920 - Levene Scoprì l’esistenza, nelle cellule, di due tipi di acidi nucleici pressoché identici perché costituiti in proporzioni uguali da: uno zucchero pentoso, un gruppo fosfato ed una base contenente azoto. Intuì che gli a.n. erano costituiti da unità ripetute che chiamò nucleotidi. P: fosfato B: base azotata Z: zucchero pentoso 1928 – Griffith (batteriologo inglese) L’esperimento del «principio trasformante» L’unico errore fu di credere che fosse di natura proteica 1944 – Avery, McLeod, McCarthy Idearono un esperimento per determinare la natura di questo «principio trasformante». Tardi anni ‘40 - Chargaff Osservò che la quantità di A presente nelle cellule era sempre uguale alla quantità di T, mentre la quantità di G era sempre uguale alla quantità di C. Inoltre, le molecole di DNA possedevano sempre una proporzione uguale di purine e pirimidine. 1952 – Hershey e Chase Grazie a degli esperimenti compiuti sui batteriofagi (virus che infettano i batteri) fornirono alla comunità scientifica la prova definitiva che il materiale ereditario è costituito da Dna. Non appena gli scienziati si convinsero che il materiale genetico era il Dna, cominciarono le ricerche per conoscere l’esatta struttura tridimensionale di questa molecola. Si sperava che la conoscenza della struttura del Dna potesse fornire la risposta a due domande: in che modo il Dna si duplica fra una divisione nucleare e l’altra, e come esso dirige la sintesi proteica. 1953 – Rosalind Franklin Ebbe per prima l’idea di utilizzare una particolare tecnica chiamata cristallografia ai raggi X per studiare la struttura del Dna. Riuscì a stabilire che la struttura era elicoidale, che c’erano due filamenti e che i gruppi P si trovavano all’esterno della molecola. 1953 – Watson e Crick Senza questi risultati, Watson e Crick non avrebbero mai potuto proporre la struttura del Dna che oggi tutti conosciamo e che valse loro il Premio Nobel nel 1962. Struttura del Dna https://www.youtube.com/watch?v=RqCJqx6bO5A 1959 – Kornberg Premio Nobel per la scoperta del processo di duplicazione del Dna nella cellule batteriche. Duplicazione del Dna Il Dna contiene il progetto di funzionamento dell’intero organismo, ovvero tutte le istruzioni necessarie per la sintesi delle proteine che determinano le caratteristiche di un individuo (es. colore dei capelli, gruppo sanguigno, forma dei fiori e delle foglie...). La sua duplicazione avviene nella fase S del ciclo cellulare ed è una duplicazione semiconservativa poiché le due molecole di DNA saranno costituite ciascuna da un filamento nuovo ed un filamento parentale. Duplicazione del Dna Duplicazione del Dna Classe virtuale http://libropiuweb.mondadorieducation.it/studente/librocontenuti/33366 https://www.youtube.com/watch?v=tUdQhI4LBmo 1958 Premio Nobel a Beadle e Tatum per la teoria: un gene-un enzima Cosa è un gene e cosa è un enzima? Un gene è una particolare sequenza di nucleotidi (quindi di Dna) che è in grado di dirigere la sintesi di un enzima. Un enzima è una proteina coinvolta nelle reazioni metaboliche la cui produzione avviene sotto il controllo di uno specifico tratto di Dna. Successivamente la teoria non si è rivelata vera al 100% ed è stata migliorata dapprima nella teoria un gene-una proteina (perchè si scoprì che i geni codificavano anche per molecole proteiche che non svolgevano la funzione di enzimi) e successivamente nella teoria un gene-un polipeptide (poichè esistono anche proteine multimeriche come per es. l’Hb ed in quel caso un solo gene codifica solo per una parte di quella proteina). I geni sono organizzati diversamente nei procarioti e negli eucarioti Dna codificante Dna non codificante Di tutto il Dna presente nelle nostre cellule, solo il 3% è rappresentano da geni veri e propri, il restante 97% è composto da Dna non codificante che quindi non viene tradotto in nessuna proteina e che venne soprannominato «Junk Dna» perchè inizialmente non se ne conosceva alcuna funzione. Oggi sappiamo che la maggior parte del nostro Dna (la parte non codificante) è importantissima perchè: • è ciò che consente di distinguere un individuo da un altro poichè in quei tratti risiedono la maggior parte delle differenze; • influenza il livello di espressione dei geni veri e propri per cui anche mutazioni a carico degli introni possono avere ripercussioni negative sull’organismo; • ha una funzione protettiva dei geni (telomeri) http://learn.genetics.utah.edu/content/labs/extraction/ Per l’esperimento di estrazione del DNA in classe (gruppi da 3): • • • • • pezzo di banana 1 cucchiaio/forchetta di plastica o acciaio 3 bicchieri di plastica possibilmente trasparenti (no colorati) 1 piatto piano o fondo 1 colino