scarica il programma di sala - Orchestra Filarmonica Marchigiana

ministero per i beni e le attività culturali
regione marche assessorato alla cultura
in collaborazione con
consorzio marche spettacolo

sinfonica
800-900
ˇ
CAJKOVSKIJ
vs CASELLA
violoncello Umberto Clerici
arpa Margherita Scafidi
direttore
Giuseppe Ratti
venerdì 11 aprile 2014, ore 21.00
Macerata, Teatro Lauro Rossi
domenica 13 aprile 2014, ore 21.15
Chiaravalle, Teatro “Valle”
In collaborazione con
Fondazione Chiaravalle Montessori
lunedì 14 aprile 2014, ore 21.00
Jesi, Teatro Pergolesi
orchestra filarmonica marchigiana
filarmonicamarchigiana.com
Programma
M. Ravel (Ciboure, Bassi Pirenei, 1875 – Parigi, 1937)
Introduction et Allegro, per arpa, con accompagnamento
di quartetto d’archi, flauto e clarinetto
(violini: Alessandro Cervo, Simone Grizi; viola: Ladislao Vieni; violoncello:
Alessandro Culiani; flauto: Francesco Chirivì; clarinetto: Danilo Dolciotti)
A. Casella (Torino, 1883 – Roma, 1947)
Concerto per violoncello e orchestra, op. 58
I. Allegro molto vivace
II. Largo, grave
III. Presto vivacissimo
- intervallo -
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P. I. Cajkovskij
(Votkinsk, Urali, 1840 – San Pietroburgo, 1893)
Variazioni su un tema rococò
per violoncello e orchestra, op. 33
S. Prokof’ev (Sonzovka, Ekaterinoslav, 1891 – Mosca, 1953)
Sinfonia n. 1 in re magg., op. 25 Classica
I. Allegro
II. Larghetto
III. Gavotte: Non troppo allegro
IV. Finale: Molto vivace
Note
Sogno, incanto, sensualità, trasparenza, leggerezza. Sono questi
gli elementi che conferiscono un fascino immediato e irresistibile
all’Introduction et Allegro di Ravel, composizione da camera scritta
nel 1905-1906 per arpa con accompagnamento di quartetto d’archi,
flauto e clarinetto: una sorta di concerto in miniatura, con tanto di
cadenza solistica prima dello stretto finale, dove l’arpa, sontuosamente agghindata con i più preziosi gioielli del suo guardaroba
(dalle candide perle di armonici ai lunghissimi, iridescenti strascichi di glissando), dialoga con un’orchestra ridotta all’essenziale, e
dove le possibilità timbrico-espressive dei singoli strumenti sono
abilmente sfruttate dal compositore per creare, alla maniera di
Debussy, splendidi paesaggi impressionistici avvolti da atmosfere
oniriche e popolati da ineffabili creature esotiche. Con una peculiarità, tuttavia, propria dello stile di Ravel: il gusto per gli impasti di
colore limpidi e cristallini, unito alla tendenza ad incanalare il
discorso musicale entro aggraziati movimenti di danza che, come
nella seconda parte dell’Allegro, prendono il via lentamente, in
modo quasi impercettibile, e acquistano a poco a poco velocità e
intensità raggiungendo il culmine liberatorio nel finale.
Il Concerto per violoncello e orchestra, op. 58 di Alfredo Casella,
composto nel 1934-35 per l’amico violoncellista Arturo Bonucci, è
una delle più interessanti opere strumentali del movimento modernista italiano, ovvero di quella corrente estetica sorta in seno alla
cosiddetta “Generazione dell’Ottanta” (comprendente, oltre a
Casella, altri compositori nati intorno al 1880 come Respighi,
Pizzetti e Malipiero) che si riproponeva di svincolare la musica
nazionale dalla pressione allora schiacciante del melodramma per
ridare nuova vita alla gloriosa, cosmopolita tradizione strumentale
italiana del Rinascimento e del Barocco facendola interagire con i linguaggi più avanzati delle avanguardie musicali europee.
Nel concerto caselliano è soprattutto lo spirito di Vivaldi, le cui
opere venivano riscoperte proprio in quegli anni grazie in particolare all’azione promotrice dello stesso Casella, che risorge dal passato
e dilaga nella modernità infiammando con la sua inesauribile carica
vitale le armonie e i ritmi rivoluzionari di Stravinskij, Prokof’ev e
Hindemith. Il materiale melodico, di impronta barocca come pure la
struttura concertante di tutto il lavoro, fondata sulla tipica alternanza fra blocchi strumentali contrapposti – “solo” con concertino e
“tutti” – viene elaborato da Casella con modalità insolite e originali
che esaltano, anche grazie a soluzioni timbriche di grande effetto, i
tratti caratteristici della musica strumentale del Settecento italiano,
in particolare di Vivaldi: la cantabilità e l’effusione lirica, enfatizzate nel Largo centrale fino a raggiungere livelli di grande intensità
espressiva (specie nella sezione di mezzo Dolce e solenne in stile di
corale, dove tutte le linee strumentali convergono come nell’antica
innodia gregoriana su un solo, ampio movimento melodico); il
“foco” e l’entusiasmo, trasformati, nel primo tempo, in una sorta di
furore futurista che invade in primis il violoncello spingendolo continuamente verso le impervie regioni sopracute, e, nel terzo tempo,
in un’ebbra allegria generale che contamina a ritroso i movimenti
precedenti (i cui temi principali vengono ripresi e variati nel corso
del finale) assumendo, come nel Petrouchka stravinskiano, i modi di
una gioiosa festa popolare paesana.
Ciò che più sorprende in un lavoro come le Variazioni su un
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tema rococò per violoncello e orchestra, op. 33 di Ciajkovskij,
scritte
nel 1877 per il violoncellista Wilhelm Fitzenhagen, è l’originalità
con cui il compositore, alle prese con un’opera su commissione che
sulla carta avrebbe dovuto soddisfare più le esigenze di spettacolarità dell’interprete che la libera creatività dell’autore, si appropria
di un modello di stile all’epoca desueto e stravagante rigenerandolo dalle fondamenta per farne un veicolo d’espressione del proprio
mondo interiore.
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Per Ciajkovskij,
volgersi al rococò assumendone le movenze e le formule caratteristiche in un contesto musicale plasmato dal suo originalissimo stile poetico, riconoscibile al primo ascolto per l’intensa
passionalità e l’affascinante mutevolezza dell’espressione musicale,
non significò infatti compiere un puro e semplice esercizio stilistico
di maniera, bensì rivivere a livello personale un’esperienza di grazia, leggerezza e benessere spirituale che il Settecento aveva posto
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al centro della sua concezione del mondo e che Ciajkovskij
tentò
invano di rendere stabile e duratura nel corso di tutta la sua tormentata esistenza.
L’aggettivo “Classica” apposto alla Sinfonia n. 1 in re magg., op.
25 di Prokof’ev, scritta tra il 1916 e il 1917, si giustifica col fatto che
in essa l’autore compie un’opera di rivisitazione in ambito novecentesco del sinfonismo classico viennese, con qualche riferimento,
specie nella gavotta del terzo movimento, allo stile tardo barocco e
preclassico. In particolare Prokof’ev prende a modello la musica di
Haydn, di cui emula il taglio melodico, la chiarezza strutturale, la
strumentazione trasparente, l’equilibrio formale, la giovialità bonaria, il tono ironico e arguto.
Tuttavia, il travestimento haydniano non riesce a celare del tutto la
vera natura del lavoro, profondamente e indissolubilmente radicata,
come sempre accade per tutti i grandi russi, nella cultura della terra
natale del compositore. Dal fondo della sinfonia, sebbene in essa l’idioma folkloristico nazionale sia quasi completamente assente, trapela infatti, fra gli altri, un tratto inconfondibile dello spirito del popolo russo: la sua vitalità, forte, schietta e persino un po’ barbarica nei
modi, la quale si manifesta con evidenza sul piano musicale nelle
grevi accentuazioni ritmiche della gavotta e soprattutto nelle energiche e rapidissime “volate” del finale, che rendono questo più simile
ad un travolgente trepak che ad un classico rondò alla Haydn.
Cristiano Veroli
Umberto Clerici violoncello
Nato a Torino, ha iniziato lo studio del violoncello all’età di 5 anni con Antonio
Mosca, con il quale si è diplomato presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino.
Si è poi perfezionato con alcuni tra i più importanti violoncellisti contemporanei,
come Mario Brunello, David Gèringas e Steven Isserlis, e nel 2007 ha conseguito
il Maisterdiplom presso l’Università di Augusta e Norimberga (Germania).
Pluripremiato in vari concorsi internazionali, tra cui lo “Janigro” di Zagabria e il
“Rostropovich” di Parigi, è l’unico violoncellista italiano assieme a Mario
Brunello ad avere vinto un Premio al celebre Concorso Čajkovskij di Mosca.
Come solista, dopo il debutto in Giappone a 17 anni, ha suonato con molte orchestre, tra cui la Filarmonica di San Pietroburgo, la Brighton Philharmonic, la
Russian State Orchestra di Mosca, l’Orchestra da Camera di Mantova, la
Philarmonia Wien, la Filarmonica di Zagabria, l’Orchestra della Toscana, le orchestre di Stato di Istanbul e Ankara, al fianco di direttori come Aldo Ceccato,
Aleksandr Dmitriev, Lu Jia, Christoph Poppen, Dmitry Sitkovetsky, Ola Rudner
e Barry Wordsworth.
Si è esibito in alcune delle più prestigiose sale da concerto, tra cui la Carnegie
Hall di New York, il Musik Verein di Vienna, la Grande Shostakovich Hall di San
Pietroburgo e l’Auditorium Parco della Musica a Roma. Nel 2003 ha debuttato al
Festival di Salisburgo e nel 2012 ha eseguito le Variazioni Rococo di Čajkovskij
con l’Orchestra del Teatro Regio di Torino diretta da Valery Gergiev.
Ha inciso il Concerto di Saint-Saëns per la RS (Real Sound) ed ha pubblicato un
cd solistico per il mensile Amadeus con l’integrale delle musiche di Čajkovskij
per violoncello e orchestra e il primo concerto di Šostakovič.
Numerosi i premi che ha ricevuto, tra i quali nel 2003 a Firenze il “Pentagramma
d’oro” del premio “Galileo 2000” (insieme al celebre violinista Uto Ughi e al premio Nobel per la Pace e attuale Presidente Israeliano Shimon Peres), il premio
“Mozarteum” a Salisburgo, il premio Pressenda 2005 come migliore giovane solista dell’anno, e il premio Scanno 2007.
È Professore di violoncello presso l’Università di Sydney e presso l’Accademia
estiva dell’Università Mozarteum di Salisburgo. Per 4 anni è stato primo violoncello presso il Teatro Regio di Torino e ha collaborato, come primo violoncello
ospite, con l’Orchestra della Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano. Dal 2014
è Primo violoncello Solista della Sydney Symphony Orchestra presso la famosa
Opera House di Sydney. Suona uno stupendo violoncello di Carlo Antonio
Testore, fatto a Milano nel 1758.
Margherita Scafidi arpa
Si diploma in Arpa con il massimo dei voti al Conservatorio “G. Rossini” di
Pesaro sotto la guida della Prof.ssa Bianca Maria Monteverde.
È premiata in concorsi nazionali e internazionali sia da solista che in formazioni
cameristiche. Svolge assidua attività concertistica come solista, in duo con il
Flauto, con il Sax e con il Violino, con il quartetto di arpe “Dalma Quartet” e con
altre formazioni. Partecipa a numerosi allestimenti teatrali, suonando anche per
Il Centro Nazionale Teatrale diretto da G. Albertazzi e Sergio Pisapia Fiore. Ha
collaborato con orchestre prestigiose, fra cui: Orchestra Giovanile Italiana,
Orchestra Sinfonica della RAI, Orchestra del Teatro Comunale di Firenze (Maggio
Musicale Fiorentino), Orchestra Filarmonica “A. Toscanini” di Parma, Orchestra
del Teatro Regio di Torino, Orchestra Internazionale d’Italia.
Vince l’audizione per il ruolo di Arpa con la FORM-Orchestra Filarmonica
Marchigiana eseguendo il più importante repertorio lirico-sinfonico; vi collabora
stabilmente fino ad oggi anche in qualità di solista. Partecipa al Tiroler Festspiele
di Erl (Austria) diretto dal M° G.Kuhn, con il quale incide l’opera Die Walküre di
R. Wagner; è prima arpa nella Tetralogia – L’anello del Nibelungo (Das Rheingold,
Die Walküre, Siegfried, Gotterdammerung), Elektra e Guntram di R. Strauss. Ha
partecipato a diverse edizioni del Rossini Opera Festival di Pesaro. Previa audizione, partecipa al corso di tre mesi sulla “Prassi esecutiva d’insieme del repertorio musicale contemporaneo” tenuto dal M° P. Borgonovo presso l’Accademia
Musicale Chigiana di Siena e ha partecipato al “Progetto Arpa”: corso di arpa jazz
all’interno di “Umbria Jazz”. Incide il disco “Paolo Giaro Ensemble” (Voce,
Chitarra, Flauto, Sassofono, Violino, Contrabbasso, Arpa e Tablas).
Attiva anche nel campo didattico, si dedica all’insegnamento dell’arpa preso le
scuole di musica “In Musica” e ”Accademia di Pian del Bruscolo” di Pesaro. Si
dedica, inoltre, allo studio dell’Arpa celtica, con la quale, oltre alla musica irlandese, allestisce spettacoli didattici per bambini.
Giuseppe Ratti direttore
Nato a Torino, si é diplomato al Conservatorio della sua città in composizione,
direzione d’orchestra, clarinetto e musica elettronica ed al Conservatorio di Trento
in strumentazione per banda. Nel 1994 frequenta il corso di direzione d’orchestra
tenuto a Milano dal Maestro Kuhn e nel 1997 ottiene il diploma di direzione d’orchestra al corso di alto perfezionamento dell’Accademia Musicale Pescarese.
Ha collaborato con il M° Renzetti in importanti produzioni come Satyricon al
Macerata Opera Festival e “Kiss me Kate” al Teatro Regio di Torino e con il M°
Richard Bonynge .
Nel 1995 debutta in campo operistico con Madama Butterfly al Teatro di Torino.
Alterna l’attività lirica con quella sinfonica sia in Italia che all’estero. Ha diretto
tra le altre: l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, l’Orchestra Sinfonica
Internazionale Giovanile di Lanciano, l’Orchestra Sinfonica della provincia di
Bari, l’OCV del Veneto e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Nel gennaio 2006 è
stato ospite del Teatro “Nacional São Carlos” di Lisbona, dirigendo musiche di
Mozart e Schubert. Ha diretto l’opera Jacob Lenz di Wolfang Rihm con la regia di
Henning Brockause per il Festival di Macerata “Terra di Teatri”. Ha collaborato
con il Teatro “ Massimo Bellini” di Catania dove ha diretto una serie di Concerti
con musiche di Lehàr e Strauss e l’operetta del compositore italiano Carlo
Lombardo Il Paese dei Campanelli. Collabora stabilmente con il Festival
Internazionale di musica MI-TO; nell’ambito dell’edizione 2010 è coautore e direttore dello spettacolo per voce recitante e orchestra “La bella malinconia”, su musiche di Nino Rota.
Dal 2009 al 2012 è ideatore, autore e direttore d’orchestra del Progetto Diderot, in
collaborazione con la Fondazione Crt di Torino: progetto che avvicina i giovani
all’Opera Lirica con titoli come Il Barbiere di Siviglia di Rossini e L’Elisir d’amore
di Donizetti. Vincitore nel 1993 del premio “Bolzoni” quale miglior diploma di
composizione del Conservatorio di Torino, ha ottenuto diversi riconoscimenti
come compositore di musica da camera, di scena e per orchestra a fiati. Dal 2007 è
titolare della cattedra di Esercitazioni Orchestrali presso il Conservatorio “G.
Verdi” di Torino di cui è anche il Vicedirettore dal novembre 2012.
OrchestraFilarmonicaMarchigiana
Violini I
Alessandro Cervo **
Giannina Guazzaroni *
Alessandro Marra
Laura Di Marzio
Lisa Maria Pescarelli
Cristiano Pulin
Laura Calamosca
Matteo Metalli
Violini II
Simone Grizi *
Laura Barcelli
Baldassarre Cirinesi
Alberto De Stefani
Simona Conti
Sandro Caprara
** Primo Violino di Spalla
* Prime parti
Viole
Ladislao Vieni *
Massimo Augelli
Cristiano Del Priori
Lorenzo Anibaldi
Violoncelli
Alessandro Culiani *
Antonio Coloccia
Gabriele Bandirali
Nicolino Chirivì
Contrabbassi
Luca Collazzoni *
Andrea Dezi
Flauti
Francesco Chirivì *
Saverio Salvemini
Corni
David Kanarek *
Roberto Quattrini
Oboi
Giovanni Pantalone *
Marco Vignoli
Trombe
Giuliano Gasparini *
Manolito Rango
Clarinetti
Danilo Dolciotti *
Luigino Ferranti
Trombone
Diego Giatti *
Fagotti
Luca Franceschelli *
Giacomo Petrolati
Timpani
Adriano Achei *
Percussioni
Alessandro Carlini
Ispettore d’orchestra
Michele Scipioni
prossimi appuntamenti
VIAGGI: DA VIVALDI A GERSHWIN
A. Vivaldi Concerto in la min. RV 522 (da L’estro armonico,
n. 8) – versione per violino, armonica e archi
J. Moody Toledo, fantasia Español para Harmonica y
Orquesta - versione per archi di G. Littera
A. Piazzolla Oblivion - Libertango
J. Moody Bulgarian Wedding Dance, per armonica e archi
M. Morganti George Gershwin Fantasy, fantasia
concertante per armonica e orchestra su temi di Gershwin
(opera su commissione FORM)
Armonica Gianluca Littera
Primo violino concertatore Alessandro Cervo
mercoledì 23 aprile 2014, ore 21.15
Chiaravalle, Teatro “Valle”
In collaborazione con Fondazione Chiaravalle Montessori
giovedì 24 aprile 2014, ore 21.00
Macerata, Teatro Lauro Rossi
lunedì 12 maggio 2014, ore 21.00
Ancona, Aula Magna d’Ateneo “Guido Bossi”
Rassegna FORM-OFF, in collaborazione con
Università Politecnica delle Marche
FORM ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA
Via degli Aranci, 2 - 60121 Ancona | Tel. 071 206168 - Fax 071 206730
filarmonicamarchigiana.com | [email protected]
supporto informatico e multimediale
www.gruppoeidos.it
Via Gola della Rossa, 15 - 60035 Jesi
Tel. 0731 207079