VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI NEI LOCALI AD USO MEDICO RELATORI: Dr. Nicola CARRIERO Dr. Carmineraffaele ROSELLI OGGETTO E SCOPO DELLE VERIFICHE • Per verifica si intende l’insieme delle operazioni necessarie per accertare la rispondenza di un impianto elettrico ai requisiti prestabiliti; • Si possono distinguere tre tipi di verifiche: - la verifica ai fini della sicurezza; - la verifica ai fini della regola d’arte; - la verifica ai fini del collaudo. • La verifica ai fini della sicurezza accerta se l’impianto elettrico ha i requisiti necessari per ridurre il rischio elettrico al di sotto del limite accettabile. In questa verifica si fa riferimento alle norme di legge e alle norme CEI; • La verifica ai fini della regola d’arte accerta se l’impianto elettrico è conforme alla regola d’ arte in senso lato; include oltre alla sicurezza anche le prestazioni dell’impianto. • La verifica ai fini del collaudo riguarda le operazioni tecniche necessarie per accertare se l’impianto elettrico è conforme alla regola d’arte e al progetto, incluso l’eventuale capitolato d’ appalto. Esame a vista L’esame a vista deve riguardare: 1. i metodi di protezione contro i contatti diretti e indiretti; 2. la presenza e corretta messa in opera dei dispositivi di sezionamento e di comando; 3. Scelta dei componenti elettrici e delle misure di protezione idonei con riferimento alle influenze esterne; 4. Identificazione dei conduttori di neutro e di protezione; 5. Idoneità delle connessioni; 6. Identificazione dei circuiti,dei fusibili,degli interruttori e dei morsetti; 7. Agevole accessibilità dell’impianto per interventi operativi e di manutenzione; 8. Presenza di schemi,di cartelli e di informazioni analoghe. Prove Per prova si intende l’effettuazione di misure o di altre operazioni mediante le quali si accerti l’efficienza dell’impianto elettrico. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Le Prove devono essere eseguite, per quanto applicabili, nell’ordine seguente: Continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari; Resistenza di isolamento dell’impianto elettrico; Verifica protezioni per separazione dei circuiti nel caso di sistemi SELV e PELV e nel caso di separazione elettrica; Verifica protezioni mediante interruzione automatica dell’alimentazione; Prove di polarità; Prove di funzionamento Gli strumenti di misura e gli apparecchi di controllo devono essere conformi alle Norme CEIEN 61557 Verifiche nei locali medici • • • • • • • • Nei locali medici devono essere effettuate le verifiche iniziali e periodiche previste dalla Norma CEI 64-8/7. La verifica iniziale deve essere eseguita dall’impresa installatrice prima di sottoscrivere la dichiarazione di conformità. Le verifiche periodiche possono essere eseguite da professionisti o da installatori abilitati ad eseguire impianti elettrici ai sensi della Legge 46/90, oppure da personale interno alla struttura sanitaria. Per eseguire le verifiche periodiche nei locali medici non è richiesto un titolo di studio ma una preparazione specifica sugli impianti elettrici nei locali medici. E’ responsabilità del committente scegliere un verificatore, persona o impresa, idoneo allo scopo. Lo stesso dicasi per le apparecchiature elettromedicali. I risultati delle verifiche periodiche devono essere riportati su un registro da conservare sul posto, con la firma del tecnico che ha eseguito la verifica. Tipo e forma dei registri sono completamente liberi. Frequenza delle verifiche periodiche nei locali medici di gruppo 1 e 2 1) Nei locali medici di gruppo 2 la resistenza del collegamento non deve superare 0,2 Ω. Nei locali di gruppo 1 , non c’ è un limite di resistenza e la verifica consiste in una prova di continuità dei conduttori di protezione ed equipotenziali verso il nodo, nell’ambito della verifica periodica dell’impianto di terra. 2) Inoltre il tasto di prova dovrebbe essere azionato con cadenza mensile, secondo le istruzioni del costruttore. 3) Il controllo mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione ha lo scopo di verificare che il valore della corrente regolabile del relè termico e/o magnetico dell’interruttore corrisponda a quanto previsto nel progetto. Misura della resistenza del collegamento equipotenziale supplementare • Il collegamento equipotenziale supplementare comprende il collegamento al nodo sia delle masse che delle masse estranee. • Le masse sono collegate tramite il conduttore di protezione. • Le masse estranee sono collegate tramite il conduttore equipotenziale. • Per misurare la resistenza del collegamento al nodo equipotenziale occorre uno strumento a quattro morsetti (sistema volt-amperometrico), che abbia una tensione a vuoto compresa tra 4 e 24 V in c.a. o in c.c. ed eroghi una corrente di almeno 10 A. [Una tensione più elevata potrebbe stabilire la continuità elettrica di contatti incerti durante la misura, mentre una corrente di prova più piccola sarebbe sopportata anche dai fili elementari che potrebbero stabilire occasionalmente il contatto]. • La misura deve comprendere la resistenza fra il nodo equipotenziale e: - L’alveolo di terra delle prese a spina; - Il morsetto di terra degli apparecchi utilizzatori fissi; - Qualsiasi massa estranea. Lo strumento deve quindi misurare la resistenza della connessione al nodo (R1), la resistenza del conduttore (R0) e la resistenza della connessione sulla massa o massa estranea (R2). Nei locali di gruppo 2 il valore della resistenza misurata, compreso l’eventuale nodo intermedio, non deve superare 0,2 Ω Il limite di resistenza di 0,2 Ω si riferisce all’impianto elettrico, il quale termina sul morsetto di terra dell’apparecchio elettromedicale collegato direttamente all’impianto, o all’alveolo di terra della presa se l’apparecchio è alimentato tramite una presa a spina. Va da sé che, se la resistenza misurata direttamente sulla massa dell’apparecchio è minore di 0,2 Ω, va bene a maggior ragione. Il limite di 0,2 Ω si riferisce all’impianto elettrico che termina: -al morsetto di terra degli apparecchi fissi A e C; -alla presa a spina B e D; -alle masse estranee H e K. • Le masse estranee collegate al nodo equipotenziale sono in parallelo tra di loro, quindi in teoria sarebbe necessario scollegarle e provarle singolarmente collegando un conduttore equipotenziale per volta. • In questo modo è però necessario scollegare nelle prove successive anche i conduttori su cui è già stata eseguita la misura, falsando quindi la misura stessa, avendo rimosso e ricollegato la connessione controllata, e che quindi sarebbe da ricontrollare, senza giungere mai alla fine. • Tutto sommato, conviene eseguire la misura sui singoli conduttori equipotenziali lasciando collegate tutte le masse estranee, così come si trovano nelle condizioni ordinarie di esercizio. • Non è necessario eseguire la misura della resistenza del collegamento equipotenziale supplementare nei locali di gruppo 1. PROVA DI FUNZIONAMENTO DEGLI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI • • • Da una ricerca condotta nel periodo 1989-93 dal Politecnico di Torino, in collaborazione con ISPESL e ASL, su circa 21000 interruttori differenziali è risultato che ogni 100 interruttori provati, mediamente il 7,5% sono risultati difettosi. La prova di funzionamento degli interruttori differenziali va eseguita ogni anno, con una corrente pari a Idn verificando che l’interruttore differenziale intervenga. Tenuto conto di quanto richiesto dalla norma nei locali medici, un interruttore differenziale assicura la protezione contro i contatti indiretti, se soddisfa i tempi indicati nella tabella: Conviene condurre almeno una prova a Idn e una a 5 Idn, misurando il tempo d’intervento. PROVA DEL DISPOSITIVO DI CONTROLLO DELL’ISOLAMENTO • Per provare il corretto funzionamento del dispositivo di controllo dell’isolamento, non è sufficiente premere il pulsante di prova, bisogna inserire un reostato tra un polo del secondario del trasformatore di isolamento e terra (ad esempio il nodo equipotenziale). • La prova consiste nel ridurre progressivamente la resistenza del reostato e verificare l’intervento del dispositivo di allarme quando la resistenza verso terra scende al di sotto di 50 KΩ. L’allarme deve disattivarsi quando la resistenza ritorna a un valore superiore a 50 KΩ. • La prova va ripetuta sull’altro polo del trasformatore: Durante la prova i circuiti alimentati dal trasformatore IT-M devono essere scollegati (una bassa resistenza verso terra delle linee e/o dei carichi falsa la misura). La prova deve comprendere anche il controllo del corretto funzionamento del sistema di allarme ottico – acustico, sia locale sia a distanza. MISURA DELLA RESISTENZA VERSO TERRA DELLE PARTI METALLICHE • Nei locali per uso medico con pericolo di microshock (camere operatorie, sale di cateterismo, sale di angiografia, ecc.) una parte metallica è considerata massa estranea, se ha una resistenza verso terra inferiore a 0,5 MΩ. • Si può eseguire la misura con un misuratore d’isolamento tra la parte metallica considerata e l’impianto di terra (nodo di terra, nodo equipotenziale, morsetto di messa a terra di una apparecchiatura, alveolo di terra di una presa, ecc.) La tensione di prova deve essere 500 V in corrente continua. Negli altri locali adibiti ad uso medico, il limite di resistenza verso terra è di 200 Ω e la misura va eseguita in modo analogo, ma non è più necessario un misuratore della resistenza d’isolamento (tensione di 500 V c.c.); è sufficiente un Ohmmetro (al di fuori dei locali medici se si tratta di una parte metallica in contatto col terreno, la misura va eseguita con un misuratore di resistenza di terra). Le parti metalliche da considerare sono ad esempio i telai delle porte o delle finestre, le mensole, eventuali binari, ecc. Non è necessario collegare al telaio le ante delle finestre e delle porte.