Stelle, pianeti e galassie - Associazione Italiana del Libro

Testi: Margherita Hack e Massimo Ramella
Progetto grafico: Studio Link (www.studio-link.it)
Referenze iconografiche:
Corbis pp. 8, 18 © Corbis; p. 12 © Bettmann; p.16 © Stapleton Collection;
p. 17 © Bettmann; pp. 20, 24 © Bettmann; p. 22 © Paul Almasy; p. 28 © Bettmann;
p. 32 © Gustavo Tomsich; p. 35 © Stefano Bianchetti; p. 37 © Michael Freeman;
pp. 40, 47 © Roger Ressmeyer; p. 43 © Corbis; p. 46 Hulton-Deutsch Collection;
p. 47 © Bettmann; p. 55 © Bettmann; p. 56 © Mark Garlick; p. 73 © Bettman;
p. 74 © Jonathan Blair; p. 77 © Bettmann; p. 87 © Bettmann.
Contrasto/SPL p. 25 © Jean-Loup Charmet; p. 41 © Royal Astronomical Society;
p. 52 © Emilio Segre Visual Archives/American Institute of Physics; p. 53 © Science
Photo Library; p. 55 © Science Photo Library; p. 62 © Emilio Segre Visual Archives/
American Institute of Physics; p. 84 © Ria Novosti.
Fotolia copertina s e IV di copertina © Vaclav Janousek; copertina d © stanslavov;
p. 11 © fiore26; p. 14 © ocwo; pp. 19, 49, 69, 79, 99 © raven; p. 23 © DenisNata;
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p. 43 © Georgios Kollidas; p. 51 © neftali; p. 52 © Morphart; p. 57 © Özger Sarikaya;
p. 59 © DeoSum; p. 68 © raven; p. 85 © angelo.gi; p. 93 © gollli; p. 97 © gollli;
p. 109 © Stephen Sweet.
NASA/ESA/ESO p. 26 © MPIA/Calar Alto Observatory; p. 28 © R. Sankrit e W. Blair
(Johns Hopkins University); p. 33 © M. Taha Ghouchkanlu; p. 50 © H. Richer (University
of British Columbia); p. 54 © the Exploratorium; p. 50 © SOHO (ESA & NASA);
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the SLACS Team Science; p. 83 © NASA; p. 88 b © NASA, ESA, A. Riess (STScI, JHU);
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Courtesy W. M. Keck Observatory; p. 104 © ESO/H.H.Heyer; p. 105 © ESO; p. 106 © NASA,
ESA; p. 107 © Hubble Heritage Team (STScI); p. 108 © NASA; p. 109 © NASA, ESA, STScI.
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Prima edizione: aprile 2013
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indice
08
L’ARMONIA DELLE SFERE
CELESTI
Fin dall’antichità l’uomo ha capito
l’importanza di scrutare il cielo…
L’0SSERVATORIO
VIRTUALE .........................19
20
30
40
LA RIVOLUZIONE
COPERNICANA
L’opera di Copernico scuote alle fondamenta
i pilastri dell’astronomia del Cinquecento…
ASTRONOMIA E FISICA
Con le loro opere, Galileo e Newton
contribuiscono a fondare la scienza
moderna...
IL CIELO PROFONDO
Con la creazione di cataloghi e l’invenzione
della fotografia si riesce a classificare
un enorme numero di oggetti celesti…
L’0SSERVATORIO
VIRTUALE .........................49
50
IL SOLE: LA NOSTRA STELLA
Un tempo era venerato come una divinità,
oggigiorno sappiamo che il Sole è una delle
tante stelle che illuminano l’Universo…
Che siano nane bianche, giganti rosse
o stelle di neutroni, tutte le stelle
nascono nella stessa culla: le nebulose…
L’0SSERVATORIO
VIRTUALE .........................69
70
LE GALASSIE
Il nostro Universo ospita circa
125 miliardi di galassie...
L’0SSERVATORIO
VIRTUALE .........................79
80
90
NASCE LA COSMOLOGIA
All’inizio del XX secolo, nuove teorie
rivoluzionano il pensiero scientifico
e influenzano lo studio dell’astronomia…
IL SISTEMA SOLARE
Le più recenti teorie ritengono
che il Sistema Solare si sia formato
4 miliardi e mezzo di anni fa…
L’0SSERVATORIO
VIRTUALE .........................99
100
I GRANDI TELESCOPI
Negli ultimi vent’anni la tecnologia ha
permesso la costruzione di telescopi
sempre più potenti…
indice
60
VITA DA STELLE
l’armonia
delle sfere
celesti
I
nostri antenati non avevano orologi da polso, navigatori GPS o calendari sempre disponibili. Anche loro però,
benché con ritmi più lenti, non potevano fare a meno di
muoversi, orientarsi e misurare il tempo.
MISURARE IL TEMPO
Dovevano conoscere il ciclo delle stagioni per pianificare
i lavori agricoli, sapere quanto tempo mancava all’alba e al
tramonto per spostarsi senza perdere la via o, ancora, contare i mesi o i giorni che li separavano dalla nascita di un figlio.
Soprattutto, però, erano re e personaggi potenti a consultare stelle e pianeti per sapere se le decisioni che stavano per
prendere fossero giuste, quale sarebbe stato il loro esito e,
più in generale, cosa il futuro avesse in serbo per loro.
Fin dai tempi più antichi la divinazione fornì una spinta
fondamentale allo studio del cielo. Vogliamo però pensare
che i nostri lontani antenati fossero affascinati dallo spettacolo che il cielo offriva loro, così come lo siamo noi oggi, e che
con l’ammirazione nascesse anche il desiderio di descrivere
e capire. Una sete di conoscenza che ha portato l’uomo a
interrogarsi sulla natura degli astri fino a concepire i più recenti modelli cosmologici, che oggi si basano sui dati di una
tecnologia avanzatissima.
In questo capitolo partiamo dalla Mesopotamia del 1800
a.C. e arriviamo al 150 d.C., con un ideale passaggio di testimone dai Babilonesi ai Greci. L’astronomia moderna affonda
le sue radici proprio nelle conoscenze sviluppate da questi
popoli nel corso di 2000 anni.
ZIGGURAT DI TALLIL
Costruito 4000 anni fa in
Mesopotamia, attuale Iraq, si pensa
fosse un osservatorio astronomico.
LE SFERE CELESTI 9
Una delle tavole di
MUL.APIN (500 a.C.)
I BABILONESI
In base ai ritrovamenti archeologici e alle ricerche astro-
nomiche che cercano di interpretarli, i Babilonesi furono
i primi, quasi 4000 anni fa, a intraprendere osservazioni sistematiche di Sole, Luna, pianeti e stelle, e a registrarle su
tavolette di argilla.
Le registrazioni più antiche risalgono al 1800 a.C. e riguardano l’ora del sorgere della Luna e le date della Luna nuova.
Successive osservazioni registrano le ore di visibilità del pia-
SACERDOTI-ASTRONOMI
neta Venere e risalgono al 1700 a.C., durante il regno del re
Nell’antichità, gli studiosi del cielo
erano spesso anche sacerdoti
perché si credeva che la volontà
degli dei e il destino degli uomini
fossero scritti sulla volta celeste.
La necessità di stabilire date per
i riti magico-religiosi, spesso
associati ai tempi della natura
(semina, raccolto), stimolò la nascita
di una casta, quella dei sacerdoti,
che grazie alle sue conoscenze
astronomiche acquistò sempre più
potere. Siccome era convinzione
diffusa che eventi della vita
degli uomini corrispondessero
a particolari posizione degli astri
in cielo, astronomia e astrologia
erano profondamente legate.
Ammisaduqa.
Un altro tesoro dell’astronomia babilonese è costituito
dalle tavole dette MUL.APIN, dal nome della costellazione
con cui inizia il testo. Si tratta di un vero e proprio compendio di astronomia e astrologia, dove sono riportate osservazioni risalenti al 1000 a.C. L’insieme delle tavole di argilla
che archeologi e astronomi hanno ritrovato e interpretato,
ci permettono di ricostruire quali fossero gli interessi degli
astronomi babilonesi: la misura del tempo, il movimento apparente della Luna e del Sole, le stagioni, le indicazioni per
orientarsi tra le stelle, le previsioni riguardanti la posizione
dei pianeti e le date delle eclissi. L’importanza di questi fenomeni era principalmente astrologica, cioè li usavano per
predire, o meglio, divinare il futuro (gli oroscopi odierni hanno invece radici più recenti e si possono far risalire ai secoli
intorno alla nascita di Cristo).
10 LE SFERE CELESTI
gibbosa
crescente
primo quarto
luna
crescente
luna
piena
gibbosa
calante
Luce del Sole
luna
nuova
ultimo quarto
luna
calante
Qualunque fossero le loro motivazioni, i Babilonesi registrarono moltissime osservazioni astronomiche che vennero
riutilizzate in seguito da altri astronomi, in particolare da
quelli greci. Un contributo fondamentale dei Babilonesi all’astronomia fu lo sviluppo della matematica, che utilizzarono
per i loro calcoli: già a partire dal 500 a.C., gli astronomi babilonesi iniziarono a utilizzare funzioni semplici da combinare
tra loro per descrivere i complicati fenomeni celesti.
CALENDARIO
LUNARE
Per avere una misura del tempo bisogna individuare un
fenomeno naturale che si ripeta spesso e con regolarità.
I fenomeni più regolari e facilmente osservabili dagli antichi erano di giorno i “movimenti” del Sole, e di notte quelli
delle stelle e soprattutto della Luna. Quest’ultima è un buon
orologio, facilmente utilizzabile per misurare un intervallo
di tempo di quasi un mese: il nostro satellite infatti cambia
aspetto notte dopo notte perché varia la parte che vediamo
illuminata dal Sole. La porzione di Luna illuminata e il suo
orientamento si chiamano fasi della Luna.
Le fasi principali sono: la Luna piena, quando tutto il disco lunare è illuminato perché la Terra si trova tra il Sole e
LE SFERE CELESTI 11
eclissi di luna
terra
sole
luna
penombra
cono d’ombra
ECLISSI DI LUNA
la Luna, il quarto di Luna, quando è illuminato metà disco e
La Terra gira attorno al Sole e
la Luna intorno alla Terra. Quando
la Terra passa tra il Sole e la Luna
e i tre corpi celesti sono ben allineati,
il Sole illumina la Terra e l’ombra
della Terra oscura la Luna. È l’eclissi
totale di Luna. Durante l’eclissi,
la Luna è necessariamente nella
fase di Luna piena. Ma se il nostro
satellite è nella fase di Luna piena
una volta al mese, perché non si
verifica un’eclissi di Luna con
la stessa frequenza?
Il motivo è che l’orbita della Luna
è inclinata di cinque gradi rispetto
all’orbita della Terra attorno al Sole.
Quindi, la maggior parte delle volte
in cui la Luna è piena, essa non si
trova in linea con la Terra, ma sopra
o sotto. L’eclissi totale si verifica
solo quando Sole, Terra e Luna sono
perfettamente allineati, e la Luna
attraversa il piano dell’orbita della
Terra. Se l’allineamento tra i tre corpi
è buono, ma non perfetto, l’ombra
della Terra oscura solo parte della
Luna e l’eclissi si dice parziale.
Le eclissi totali di Luna non sono
rare: dal 2013 al 2022, dall’Italia
se ne potranno ammirare quattro.
la Luna, la Terra e il Sole formano tra loro un angolo retto e,
infine, la Luna nuova, quando la Luna è in ombra perché si
trova tra la Terra e il Sole.
Queste fasi si ripetono periodicamente perché la Luna orbita intorno alla Terra e quindi alla fine del suo percorso si
ritrova nella posizione di partenza rispetto ad essa e al Sole.
Oggi sappiamo che tra una fase e l’altra di Luna nuova passano 29 giorni, 12 ore e 44 minuti: questo intervallo di tempo
si chiama mese sinodico.
Tuttavia, per coloro che studiavano il cielo, l’orologio delle
fasi lunari non era sufficientemente preciso perché la durata delle fasi, in particolare quelle di Luna nuova e Luna
piena, sono troppo lunghe. Il motivo è solo fisiologico, non
astronomico: l’occhio non riesce a distinguere la presenza
di una piccola falce illuminata di Luna nuova o una leggera
variazione della forma del disco di Luna piena, se non dopo
almeno una notte.
Gli astronomi scoprirono di poter ottenere una misura più
precisa del mese se prendevano come momenti di riferimento le eclissi di Luna invece che le sue fasi: le eclissi di Luna
infatti durano al massimo due ore, molto meno di una fase
lunare, e il loro sviluppo può essere seguito più facilmente
dall’inizio alla fine. Poiché le eclissi di Luna sono abbastanza
frequenti, in media 24 in un secolo, un astronomo nella sua
vita poteva registrarne parecchie, migliorando così la precisione della misura del mese.
12 LE SFERE CELESTI
eclissi di sole
luna
sole
cono d’ombra
terra
penombra
E SOLARE
Gli astronomi dell’antichità notarono che anche il Sole
sorge e tramonta con regolarità, ma questa regolarità la si
poteva riscontrare solo osservando per diversi anni questo
fenomeno naturale: infatti, la durata del giorno cambia nel
corso di un anno perché variano sia la massima altezza del
Sole sull’orizzonte che la direzione del suo sorgere e tramontare. Inoltre, il movimento apparente del Sole dipende dalla
località da cui lo si osserva.
Rispetto al calendario lunare, quello solare ha il vantaggio che durante il giorno le osservazioni sono più comode
da farsi, inoltre il tempo solare è più direttamente collegato
alla vita quotidiana. Il punto debole del calendario solare è
la sua complessità: mentre le fasi della Luna sono evidenti,
il calendario solare richiede le misure degli angoli (direzioni)
da cui il Sole sorge e verso cui tramonta, e dell’angolo che
ne misura l’altezza sull’orizzonte. Queste misure vanno poi
ripetute a lungo.
Il fatto che dodici mesi lunari non corrispondano a un
anno solare diede molto filo da torcere a coloro che, come
i Babilonesi, tentarono di far coincidere il calendario lunare
con quello solare.
Considerando questo tentativo inutile, i Romani sistemarono il calendario solare e abbandonarono del tutto quello
lunare.
ECLISSI DI SOLE
Quando la Luna passa tra la Terra
e il Sole, la sua ombra si proietta
sulla Terra dando origine a un’eclissi
di Sole. Quando il Sole è oscurato
solo parzialmente, si parla di
eclissi parziale; se resta visibile solo
un sottile cerchio luminoso, si ha
un eclissi anulare. Come nel caso
dell’eclissi di Luna, anche per l’eclissi
di Sole la totalità o la parzialità
dipendono da quanto preciso
è l’allineamento tra Sole, Luna
e Terra. L’eclissi anulare è una
particolare eclissi totale che
si verifica quando, durante
l’allineamento con il Sole, la Luna
è più lontana del solito dalla Terra
e quindi il suo disco appare
un poco più piccolo. Il motivo
per cui la distanza della Luna dalla
Terra varia, è che l’orbita della Luna
è un’ellisse, cioè un cerchio un
po’ schiacciato. Le eclissi di Sole,
soprattutto quelle totali, visibili
da una certa località sulla Terra,
sono rare: le prossime eclissi totali
visibili dal centro-nord Italia si
verificheranno nel 2075 e nel 2082.
LE SFERE CELESTI 13
L’OROLOGIO A OMBRA
Per misurare il tempo, i Babilonesi usavano
l’orologio a ombra. Come il nome lascia
indovinare, questo orologio funziona solo
di giorno perché si basa sulla misura della
lunghezza e della direzione dell’ombra
proiettata da un’asta verticale, lo gnomone.
Le tavole MUL.APIN riportano le lunghezze
dell’ombra misurate per i giorni speciali
degli equinozi e dei solstizi.
Oggi sappiamo che la Terra gira intorno al Sole in 365 giorni e ¼. Nel nostro calendario attuale, introdotto nel 1582 da
Papa Gregorio XIII, un anno è composto da 365 giorni divisi
in 12 mesi di 30 o 31 giorni, con l’eccezione di febbraio che
dura 28 giorni. La frazione di un quarto di giorno, che viene ignorata per tre anni consecutivi, viene recuperata ogni
quarto anno, l’anno bisestile, facendo durare il mese di febbraio 29 giorni anziché 28.
L’OROLOGIO
AD ACQUA
I calendari, lunari o solari che siano, vanno bene per misurare periodi di tempo relativamente lunghi. Ma come fare
a misurare eventi o intervalli di tempo della durata di ore o
frazioni di ore? Cosa fare se Sole e Luna si nascondono dietro
le nuvole? Sappiamo che i Babilonesi utilizzavano l’orologio
ad acqua, uno strumento che consiste in un recipiente con
un foro alla base. Il tempo che intercorre tra il momento in
cui il recipiente viene riempito e quello in cui si è svuotato
è sempre lo stesso. Inoltre, segnando delle tacche a diverse
altezze dal fondo del recipiente, si possono ottenere frazioni
del tempo di svuotamento.
Illustrazione di un orologio ad acqua
14 LE SFERE CELESTI
Le tavole MUL.APIN contengono istruzioni per l’uso dell’o-
ARISTARCO DI SAMO
rologio ad acqua, che con il tempo venne migliorato: nel tardo periodo babilonese, gli astronomi avevano ormai a disposizione uno strumento piuttosto preciso dal quale l’acqua
usciva con pressione costante, per evitare che il getto rallen-
I GRECI
tasse man mano che il livello dell’acqua scendeva.
Molti sono gli astronomi e i filosofi che si occuparono del
cielo nel corso della storia greca. Ognuno di loro contribuì
a creare un insieme di idee e osservazioni importantissime
per lo sviluppo del pensiero filosofico e scientifico occidentale. Grandissimi pensatori quali Platone, Aristotele, Ipparco
e Tolomeo poterono scrivere le loro opere grazie alle teorie di
molti altri ingegni vissuti prima di loro, tra i quali i pazienti
osservatori dei fenomeni celesti.
PLATONE
Platone (427-347 a.C) non era particolarmente interessato
all’astronomia, ma la sua concezione filosofica del mondo ha
avuto una tale importanza che non si può ignorarlo. Platone
pensava che l’Universo fosse perfetto e non cambiasse mai,
che le stelle fossero eterne e parte di sfere celesti. Grazie alla
Astronomo e filosofo, vissuto
tra il 310 e il 230 a.C, , è noto
soprattutto per essere stato
il primo a esporre la teoria secondo
cui la Terra e i pianeti ruotano
attorno al Sole compiendo orbite
circolari (teoria eliocentrica).
Purtroppo, la teoria geocentrica
di Aristotele e poi quella di Tolomeo
prevalsero e occorsero diciassette
secoli prima che Copernico
proponesse di nuovo la teoria
eliocentrica. Si deve ad Aristarco
la prima misura della distanza
tra il Sole e la Terra e del diametro
del Sole. L’astronomo greco ebbe
la geniale intuizione di trasformare
una misura impossibile a farsi
a mano in un problema geometrico
risolubile a tavolino. Il metodo era
corretto, ma il risultato sbagliato
perché non aveva a disposizione
strumenti adeguati. Grazie alle sue
eccezionali doti di osservatore,
aveva indovinato il giusto ordine
dei pianeti intorno al Sole, ma
soprattutto aveva intuito che
la Terra ruotava su se stessa e che
le stelle fisse, che avrebbero dovuto
mostrare un moto annuo apparente
nel cielo a causa della rivoluzione
della Terra intorno al Sole,
dovevano essere lontanissime.
Sfortunatamente, le sue idee
si rivelarono troppo rivoluzionarie
per poter essere accettate dai suoi
contemporanei.
LE SFERE CELESTI 15
ARISTOTELE
Nato nel 383 a.C., ancora
giovanissimo entra nell’Accademia
di Platone, dove studia, tra l’altro,
le scienze matematiche e
astronomiche. Scrive moltissime
opere su argomenti diversi
(metafisica, fisica, logica,
politica ecc.).
sua fama, questa concezione dell’Universo si radicò profondamente nella cultura greca e costrinse Tolomeo a compiere
veri salti mortali per produrre un modello dell’Universo che
mettesse in accordo la perfezione delle sfere e dei cerchi con
le osservazioni del cielo.
ARISTOTELE
La concezione aristotelica del cielo influì direttamente sul
modello del mondo, che troverà in Tolomeo la sua massima
espressione scientifica.
Aristotele (383-322 a.C) era convinto che la Terra fosse
sferica e ferma al centro dell’Universo. La sua idea che la
Terra fosse rotonda si basava, tra l’altro, su osservazioni del
cielo stellato: viaggiando verso nord, alcune stelle che Aristotele poteva vedere dalla sua città sparivano sotto l’orizzonte.
Inoltre notò che alcune stelle che abitualmente vedeva sorgere e tramontare, viaggiando verso nord non tramontavano
mai divenendo, con termine moderno, stelle circumpolari.
Con l’aiuto di un mappamondo e un po’ di immaginazione è facile convincersi che entrambe queste osservazioni indicano che la Terra è sferica. Che poi la Terra fosse ferma era
scontato per Aristotele, visto che se si fosse mossa, uomini e
cose non sarebbero rimasti fermi al loro posto, ma sarebbero
stati proiettati nello spazio!
Bisognò attendere il Rinascimento perché le idee di Aristotele venissero messe in discussione e superate.
16 LE SFERE CELESTI
IPPARCO
Ipparco (190-120 a.C. circa) fu una figura importantissima
dell’astronomia greca, un vero genio la cui opera venne sfruttata ampiamente, ma anche criticata, dal grande Tolomeo
vissuto più di 200 anni dopo. Ipparco fu un attento osservatore del cielo e creò modelli geometrici e matematici che
permettevano di predire il movimento della Luna, del Sole e
dei pianeti. Per i suoi calcoli, Ipparco introdusse nell’astronomia quella che oggi è nota come trigonometria, cioè quella
branca della matematica che studia le relazioni tra gli angoli
e i lati dei triangoli. Ipparco misurò la distanza del Sole e della Luna dalla Terra, ottenendo risultati che gli permisero di
predire le eclissi solari con sufficiente approssimazione. La
sua scoperta più notevole fu la precessione degli equinozi,
un lento movimento dell’asse di rotazione terrestre, di cui
Xilografia che raffigura Ipparco intento
a osservare il cielo.
anche gli astronomi d’oggi devono tener conto.
TOLOMEO
Visse ad Alessandria d’Egitto nel II secolo d.C. Nel corso
dei suoi studi Tolomeo utilizzò molte idee e risultati ottenuti
da altri astronomi vissuti prima di lui, ma sviluppò anche
complessi calcoli matematici per produrre la sua visione
dell’Universo. Questa comprendeva il Sole, la Luna, le stelle
LE SFERE CELESTI 17
Immagine del
Sistema Solare
secondo Tolomeo
NON SOLO ASTRONOMO
e i pianeti più luminosi che si possono vedere a occhio nudo:
Sebbene sia ricordato soprattutto
per il suo famoso trattato di
astronomia, l’Almagesto, Tolomeo
approfondì lo studio di altre
discipline. Si interessò di
matematica, anticipando lo studio
della trigonometria, e applicò
le sue teorie alla costruzione di
astrolabi e meridiane. Si occupò
di geografia, scrivendo un’opera
chiamata Geografia, dove utilizzò
per la prima volta un sistema
di longitudini e latitudini.
Come l’Almagesto, anche la
Geografia è un’opera molto ampia,
dove Tolomeo raccoglie quanto
era noto al suo tempo. Basandosi
sul lavoro dei suoi predecessori,
la Geografia è in parte imprecisa,
ma contiene una consapevolezza
nuova dei dati e dei metodi da
seguire per creare una mappa,
costituendo una tappa importante
della storia della scienza.
Tolomeo fece ricerche nel campo
dell’ottica, studiando la rifrazione
e la riflessione della luce; si occupò
anche di musica e astrologia.
Mercurio, Marte, Venere, Giove, Saturno.
E LA TEORIA
GEOCENTRICA
Nel suo famoso trattato, l’Almagesto, Tolomeo spiegò perché i corpi celesti avessero determinati movimenti e come
predirli. In quest’opera, catalogò un migliaio di stelle riunendole in 48 costellazioni, inoltre ne annotò la posizione e la
luminosità apparente in base a una scala di grandezza che
comprendeva sei classi.
Nel sistema tolemaico o geocentrico (dal greco geos, che
vuol dire Terra), la Terra è sferica e immobile al centro dell’Universo. Attorno a lei si muovono il Sole, la Luna, i pianeti e
le stelle fisse, quest’ultime incastonate in sfere concentriche
chiamate “cieli”. La Luna e i pianeti ruotano attorno alla Terra secondo uno schema complicatissimo, ideato da Tolomeo
per conciliare la concezione aristotelica della circolarità dei
moti dei pianeti con l’evidente irregolarità del loro movimento: ognuno di questi corpi celesti gira attorno a un centro
che a sua volta ruota attorno a un altro centro di rotazione,
molto vicino alla Terra. Per predire le posizioni dei pianeti,
questo modello richiede calcoli matematici molto complessi.
Ciononostante, il modello tolemaico venne superato solo nel
1500 circa, quando Copernico propose una teoria rivoluzionaria che poneva il Sole al centro dell’Universo.
18 LE SFERE CELESTI
l’osservatorio virtuale
COME FUNZIONA
UN PATRIMONIO DI TUTTI
LE APPLICAZIONI
Osservatori astronomici di tutto
il mondo puntano ogni notte i loro
potenti telescopi in direzione di pianeti,
stelle e galassie. Le immagini registrate
sono tutte in formato digitale e vengono
salvate come file che poi gli astronomi
analizzano con la speranza di fare
nuove scoperte.
All’indirizzo http://wwwas.oats.inaf.
it/aidawp5 trovi una breve descrizione
dell’Osservatorio Virtuale sviluppato
appositamente per il pubblico e le
scuole. Dal sito si possono scaricare
gratuitamente le applicazioni Stellarium
e Aladin, che funzionano con tutti
i principali sistemi operativi. Con le due
applicazioni potrai esplorare il cielo
proprio come fecero i tanti astronomi
del passato.
UN PROGETTO EUROPEO
La Comunità Europea e tante altre
nazioni si sono messe d’accordo per
creare delle applicazioni che siano in
grado di mettere a disposizione di tutti
gli astronomi professionisti, ma anche
degli appassionati di astronomia grandi
e piccoli, i tantissimi dati che sono stati
registrati negli ultimi decenni.
Questo progetto si chiama Virtual
Observatory, o in italiano, Osservatorio
Virtuale.
SI COMINCIA!
A fondo pagina, sotto le icone di
Stellarium e Aladin si possono scaricare
delle guide che presentano alcuni
problemi astronomici e le indicazioni
su come utilizzare le due applicazioni
per risolverli. Prova subito la prima
guida intitolata “Il cielo” (n.1) e l’ultima,
“Lo zodiaco” (n. 14), perché sono
strettamente collegate ai temi che
abbiamo trattato in questo capitolo.
Ma con Stellarium e Aladin puoi anche
semplicemente goderti lo spettacolo
del cielo stellato, virtuale naturalmente!
LE SFERE CELESTI 19