IFOM - ISTITUTO FIRC DI ONCOLOGIA MOLECOLARE Nobel 2013 In questo articolo: ricerca di base signalling Nobel 2013 Quattro gruppi si scambiano segnali Anche nell’istituto milanese finanziato da FIRC operano gruppi di ricerca che studiano il traffico cellulare, in linea con il premio Nobel di quest’anno a cura della REDAZIONE e cellule, tutte quante, per dividersi e moltiplicarsi utilizzano i sistemi di trasporto interno ed esterno studiati dai tre vincitori del premio Nobel per la medicina e la fisiologia (vedi pagina 27 di questo numero di Fondamentale). Nei tumori, però, questi meccanismi assumono un’importanza ancora maggiore poiché, quando sono inefficaci, la cellula più facilmente si moltiplica e dà origine alla neoplasia. Per questo anche in IFOM, l’Istituto FIRC di oncologia molecolare di Milano, ci sono ben quattro gruppi di ri- L cerca che lavorano su argomenti che hanno direttamente a che fare con il Nobel di quest’anno, che dimostrano anche quanto sia importante la ricerca di base, quella che studia i meccanismi di funzionamento di cellule e organismi per poi applicare le conoscenze acquisite allo studio delle malattie. DIRETTAMENTE DAL LIEVITO AL MOSCERINO “C’è stato stupore a Stoccolma al momento dell’annuncio” dice Thomas Vaccari, a capo del laboratorio “Regolazione della soppressione tumorale attraverso l’endocitosi in Drosophila” di IFOM, dove 28 | FONDAMENTALE | DICEMBRE 2013 è tornato nel 2009, dopo un lustro negli Stati Uniti, grazie a una Start-up quinquennale di AIRC. “Tutti si aspettavano un premio all’epigenetica, invece è andato agli scopritori dei processi di fusione tra membrane, un affare di lipidi e di proteine, anche se regolate a loro volta dal DNA, come tutto ciò che avviene nella cellula”. Il suo laboratorio si occupa di traffico vescicolare nel modello del moscerino della frutta, in particolare di un gruppo di proteine chiamate ESCRT eSNARE che sono tra quelle studiate sui lieviti dal Nobel Randy Schekman, col quale Vaccari ha potuto collaborare direttamente durante la sua permanenza all’Università della California a Berkeley. “Tutte le molecole di signalling, cioè che regolano la comunicazione tra le cellule, sono coinvolte nei tumori perché hanno una stretta relazione con il sistema vescicolare. I tumori infatti sfruttano e distorcono il traffico vescicolare per indurre le cellule a comportarsi in modo favorevole alla diffusione della malattia”. LA RICERCA A RITROSO Biologa molecolare, esperta nello studio dei linguaggi di propagazione dei segnali cellulari, Simona Polo dirige all’IFOM l’unità di ricerca “Ubiquitina e trasmissione del segnale”. “Ci occupiamo di capire come funziona l’endocitosi, una sorta di infrastruttura che genera, raccoglie, elabora, trasmette, smista e organizza nello spazio cellulare istruzioni, segnali e informazioni da cui dipendono molteplici processi cellulari, com- Dal modello del Nobel al moscerino della frutta GLOSSARIO ENDOCITOSI È un processo che riguarda la membrana delle cellule, attraverso il quale la cellula stessa ingloba molecole o corpuscoli presenti nello spazio extracellulare, modificando la forma della sua membrana plasmatica, per racchiudere il materiale da introdurre nella cellula in una vescicola, detta “vescicola endocitica”. Questa vescicola si sposta all’interno della cellula stessa trasportata dai microtubuli, un complesso sistema di “funi” alle quali la vescicola stessa rimane ancorata. SIGNALLING Dall’inglese, indica l’insieme dei sistemi usati dalla cellula per inviare informazioni da un punto all’altro della stessa, oppure da una cellula all’altra. Le “parole” del signalling sono costituite da proteine e altre sostanze che fungono da messaggi e che devono essere dirette correttamente al bersaglio. presi tutti quelli che possono provocare il cancro se vengono alterati” spiega. Partendo da questo aspetto generale della vita della cellula, Polo e i suoi collaboratori si sono concentrati sull’ubiquitina, una proteina chiave in molti processi, compresa la formazione dei tumori, a sua volta “premiata” con il Nobel nel 2004. “Ora sto cercando di avviare un nuovo filone di ricerca con un approccio innovativo, a ritroso, in un certo senso. Dopo aver caratterizzato nei dettagli un enzima dell’ubiquitinazione, siamo andati a cercare quali membri della stessa famiglia risultavano alterati nei pazienti con cancro, sfruttando il Cancer Genome Atlas. Ne abbiamo trovati alcuni molto interessanti e praticamente sconosciuti dal punto di vista funzionale, che intendiamo studiare”. essere sfruttati dalla cellula tumorale per trasformarsi da entità indolente e poco mobile in un corridore dei nostri tessuti. Il primo è spesso utilizzato come un volante per “guidare” letteralmente il motore molecolare dell’actina e consentire lo spostamento. Il modo in cui il traffico di membrane controlla il motore del citoscheletro di actina è stato oggetto di diverse pubblicazioni del gruppo di Scita perché bloccare questa interazione potrebbe essere una strategia nella lotta contro le metastasi. Membrane e vescicole governano il movimento MOVIMENTI E MEMBRANE Giorgio Scita dirige il programma “Meccanismi di migrazione e invasione dei tumori”. La principale sfida della ricerca oncologica è combattere la tendenza del cancro, in particolare di quelli aggressivi, a disseminarsi e colonizzare organi distanti per formare metastasi. Nell’ultimo decennio si è scoperto che le cellule tumorali nel loro viaggio metastatico adottano strategie di invasione dei tessuti diverse ed estremamente flessibili. “È un po’ come quando, dovendo muoversi in una città congestionata decidiamo di usare la bicicletta, piuttosto che la metropolitana, o un automobile a seconda delle condizioni ambientali e di traffico. Questa flessibilità rende il tumore particolarmente resistente a trattamenti con singoli farmaci” spiega. Da qui la necessità di identificare le basi molecolari e i processi biologici che il tumore adotta nel corso del suo viaggio. Il traffico di membrane (strettamente legato alle scoperte dei Nobel 2013) e il rimodellamento del citoscheletro di actina sono due di questi processi, che, come spiega Scita, possono QUESTIONI DI COMUNICAZIONE Pier Paolo Di Fiore, direttore del progetto “Endocitosi, signalling e cancro” è forse quello che, per la vastità dei progetti portati avanti nel suo laboratorio, più rappresenta l’importanza delle scoperte premiate col Nobel. “Un obiettivo di lungo termine del nostro gruppo di ricerca è di spiegare il ruolo dell’endocitosi e del signalling nel cancro” spiega. “I nostri contributi hanno cambiato il modo con cui questo meccanismo è percepito nel mondo dell’oncologia: non più una semplice macchina ma uno strumento che è vitale per la cellula, che regola il corretto funzionamento dei messaggi sia nel tempo sia nello spazio”. Il suo gruppo sta stu- diando alcuni meccanismi molecolari che governano l’endocitosi dell’EGFR, un fattore di crescita epiteliale importante nel cancro. Alcune proteine coinvolte nella regolazione del fenomeno, come Numb e Notch, hanno anche funzioni di soppressione del tumore, per esempio nel carcinoma della mammella. “Si tratta di imparare un linguaggio, quello della cellula, che ogni tanto viene usato a sproposito provocando le malattie” conclude. “Nel capirlo possiamo anche intervenire per cercare strumenti in grado di riportare la comunicazione alla normalità”. IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici è sostenuto da FIRC, Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, attraverso lasciti testamentari. Per fare un investimento in un futuro senza cancro, quindi, basta aggiungere un lascito, anche piccolo, nel tuo testamento. Visita il sito www.fondazionefirc.it o telefona allo 02 79 47 07, riceverai anche la Guida su come farlo. Grazie. DICEMBRE 2013 | FONDAMENTALE | 29