www.vitaincampagna.it Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue sucessive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. Frutteto - Vigneto e Cantina Le possibili cause della mancata produzione di una pianta da frutto La mancata fruttificazione di una pianta da frutto che fiorisce regolarmente, una volta esclusi attacchi da parte di insetti e possibili malattie, può dipendere dal freddo eccessivo e da gelate tardive, ma anche da mancanza o difetto di impollinazione. Invece la mancata fruttificazione che deriva dall’assenza di fioritura di solito è un fenomeno temporaneo od occasionale Le cause che possono determinare in modo occasionale o definitivo la mancata produzione di un albero da frutto possono essere diverse. Naturalmente consideriamo quelle che si manifestano su alberi che non sono affetti da malanni che ne limitano la vegetazione e la crescita, come potrebbe accadere per piante affette da virosi (1) o colpite da forti attacchi di cocciniglie (2 e 2a) o dal marciume radicale (3). 2a LA MANCANZA DI PRODUZIONE IN UN ALBERO ADULTO CHE FIORISCE REGOLARMENTE Quando la fioritura è regolare occorre fare una distinzione tra gli alberi di varietà che si impollinano da sole (autofertili) e quindi fruttificano anche isolate) dagli alberi di varietà che hanno bisogno di una varietà impollinatrice nelle vicinanze (autosterili). Di solito, se una varietà che non ha bisogno di impollinazione incrociata (autofertile) fiorisce ma non produce frutti, vuol dire che i suoi fiori, o i frutticini appena formati, sono stati danneggiati e distrutti da parassiti vegetali o animali, oppure dagli abbassamenti di temperatura. Fra i parassiti vegetali va considerata prima di tutto la monilia (4 e 4a), fungo microscopico che distrugge i fiori delle drupacee; fra i parassiti animali ricordiamo le falene (5 e 5a) che attaccano i fiori di ciliegio, le tentredini (6 e 6a) che attaccano i frutticini di susino, di pero e di melo, gli antonomi (7) del melo e del pero che attaccano gemme e fiori. Per difendere le vostre piante da queste aggressioni leggete sempre attentamente i suggerimenti e i consigli che per ogni specie vengono dati nella rubrica Frutteto, Interventi fitosanitari, del supplemento «i Lavori». Gli abbassamenti di temperatura, oltre i limiti sopportabili dalle gemme e dai fiori in ogni fase della loro evoluzione, nei casi più gravi possono distruggere addirittura le gemme, ma spesso «uccidono» il pistillo (la parte femminile VITA IN CAMPAGNA 1/2010 1 2 La mancata fruttificazione delle piante da frutto può essere dovuta a malanni che ne limitano la vegetazione e la crescita, come potrebbe accadere per piante affette da virosi (1, su melograno) o colpite da forti attacchi di cocciniglie (2 su melo e 2a su kaki) o dal marciume radicale (3) 4 3 4a 5 5a La monilia danneggia i fiori (4) e i frutticini (4a) appena formati. Influiscono negativamente sulla fruttificazione anche i danni (5) delle larve delle falene (5a, adulto) © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A. 31 FRUTTETO - VIGNETO E CANTINA 6 6a 7 Altri parassiti che possono ridurre o annullare del tutto la fruttificazione sono le tentredini (6 larve, lunghe 10 mm, e 6a danni su pero) e gli antonomi (7 adulto, lungo 3,5-6 mm, su gemma in apertura) del fiore formata da ovario, stilo e stimma, vedi lo schema di un fiore in questa pagina), impedendo quindi la trasformazione in frutto, oppure danneggiano, fino a farlo cadere, il frutticino che stava crescendo. Il più delle volte questi danni sono causati dai ritorni di freddo (le cosiddette gelate tardive) che si verificano poco prima o poco dopo la ripresa vegetativa; i danni sono tanto più gravi quanto più la ripresa era stata preceduta da periodi con clima mite favorevole a germogliamento e fioritura. Nei frutteti di una certa dimensione, la difesa può essere realizzata con due particolari tipi di irrigazione: irrigazione sopra chioma e irrigazione sotto chioma. Con la prima si fa cadere acqua sulle piante; quella gela e ricopre di ghiaccio gemme e rami (vedi foto 8); gelando, cede calore e il ghiaccio che continua a formarsi sui rami e sulle gemme si mantiene a temperature di solito non dannose. Con la seconda si crea una nebbia che frena la perdita di calore dal terreno, tanto più se questo, essendo inerbito, si ricopre di ghiaccio che, come nel primo caso, formandosi cede calore. Per chi possiede una o due piante, se la loro altezza lo consente, può coprirle per la notte con un telo di «tessuto non tessuto» o di polietilene per una difesa da abbassamenti di temperatura che non scendano oltre i 2-3 gradi sotto zero. A chi vuole approfondire l’argomento consigliamo di rileggersi l’articolo apparso sul n. 2/2004 a pag. 23, che è possibile anche scaricare dal nostro sito Internet: www.vitaincampa gna.it/rdVic/0402023.asp Anche nel caso delle varietà che hanno bisogno di impollinazione incrociata (autosterili) la mancanza di produzione può essere causata da attacchi parassitari o dal freddo, anche se il più delle volte è dovuta a mancanza di impollinazione dei fiori. Sulle cause della mancata impollinazione siamo intervenuti più volte, ricordando che nelle 32 varietà autosterili i fiori si possono trasformare in frutti solo se ricevono il polline da una varietà diversa. La fecondazione, quindi, può mancare se nelle vicinanze non esiste una varietà diversa della propria, oppure se, c b a d e Fiore. Parte femminile (pistillo): a-ovario, b-stilo, c-stimma. Parte maschile: d-stame, e-antera 8 Effetti dell’irrigazione soprachioma utilizzata come protezione antibrina pur essendovene una, mancano gli insetti pronubi, cioè quei piccoli preziosi animali che, visitando i fiori per procurarsi il cibo, provvedono al trasferimento del polline. Che cosa si può fare se non è presente nelle vicinanze una varietà diversa? Il rimedio più rapido ma provvisorio è rappresentato dall’appendere sull’albero, durante la sua fioritura, un secchio pieno d’acqua (9) in cui siano immersi rami in fiore di una varietà differente, posseduta per esempio da un amico. Per melo, pero, albicocco qualunque pianta di varietà diversa può andar bene. Per ciliegio e susino le cose non sono così semplici: per il ciliegio bisognerebbe trovare rami in fiore di una varietà autofertile (per esempio Grace Star, Stella, Lapins), per il susino rami di una varietà che sia compatibile con quella posseduta. Potrà esservi di decisivo aiuto un tecnico esperto o un bravo vivaista; presso quest’ultimo potrete procurarvi marze di una varietà adatta all’impollinazione della pianta posseduta innestandole su questa. Per quanto riguarda, invece, la mancanza di insetti pronubi, il rimedio è quello di inserire nel piccolo frutteto, durante la fioritura, una famiglia di api prendendola magari a noleggio da un apicoltore (10), oppure introdurre un nucleo di bombi appositamente allevati (un negoziante di prodotti per l’agricoltura potrà aiutarvi a reperire le une o gli altri). Una considerazione particolare merita l’olivo. Non di rado qualche abbonato lamenta la mancanza o quasi di produzione da parte di olivi che hanno da tempo superato il periodo di allevamento. Le cause principali del fenomeno possono essere le seguenti: – eccesso di vigoria, che si verifica facilmente nei giardini dove si fanno frequenti irrigazioni e abbondanti concimazioni o dove è presente solo una pianta autosterile, per cui manca l’impollinazione incrociata; a seconda dell’uno © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A. VITA IN CAMPAGNA 1/2010 FRUTTETO - VIGNETO E CANTINA 9 Appendere sui rami in fiore di una varietà autosterile un secchio d’acqua in cui siano immersi rami fioriti di un’altra varietà è utile per la fecondazione incrociata 10 Per favorire la presenza di insetti pronubi è utile inserire nel piccolo frutteto, durante la fioritura, una famiglia di api prendendola a noleggio da un apicoltore o dell’altro caso occorre effettuare potature leggerissime e limitare l’irrigazione per ridurre la vigoria, o inserire una pianta di altra varietà per favorire l’impollinazione incrociata; – insufficienza di boro (11), accertabile attraverso un’analisi delle foglie e superabile mediante un’irrorazione alla chioma durante la mignolatura (vedi figura) con un prodotto a base di boro (per esempio Solubor, alle dosi riportate in etichetta). Come si è spesso detto, l’insufficienza di boro influisce negativamente sulla germinabilità del polline e sulla vitalità dell’ovocellula che deve dare luogo al frutto; – danni dovuti a infezioni di cicloconio (12), che devono essere combattute come indicato nella rubrica Frutteto, Interventi fitosanitari, del supplemento «i Lavori». Queste infezioni provocano la caduta delle foglie e tolgono all’albero l’indispensabile «laboratorio» (le foglie stesse) per l’evoluzione delle gemme. LA MANCANZA DI PRODUZIONE IN UN ALBERO ADULTO PER MANCATA FIORITURA 13-Nel melo un attento diradamento dei frutticini, eseguito poco tempo dopo la fioritura, lasciando per esempio soltanto il frutticino al centro del mazzetto, permette di evitare mancanza o difetto di produzione nell’anno successivo VITA IN CAMPAGNA 1/2010 La mancanza di fioritura in alberi adulti è di solito un fenomeno temporaneo od occasionale. È un fenomeno temporaneo, rappresentato da un ritardo, quando si verificano le seguenti condizioni: innesto effettuato in vivaio con marze prelevate da piante molto giovani o da rami vigorosi; combinazione di innesto tra varietà e portinnesto molto vigorosi; fallimento dell’innesto e sviluppo del portinnesto (in quest’ultimo caso occorre reinnestare l’albero, mentre negli altri casi si tratterà semplicemente di avere pazienza e aspettare); potature troppo energiche. Può essere invece un fenomeno occasionale quando è collegato all’alternanza di produzione (abbondante in un anno e scarsa nel successivo) e si può facilmente manifestare nel melo, particolarmente con alcune varietà di tipo «spur» (per esempio la Golden) quando non si mantiene equilibrio tra attività vegetativa e attività produttiva dell’albero attraverso il diradamento dei frutti. Proprio riguardo al melo è stato infatti scoperto che un fitoregolatore naturale prodotto dai semi in sviluppo, la gibberellina, impedisce la formazione delle gemme 11 L’insufficienza di boro nell’olivo si può superare con un’irrorazione alla chioma, durante la mignolatura (nella foto), con un prodotto a base di boro 12 Le infezioni di cicloconio sull’olivo provocano la caduta delle foglie e tolgono all’albero l’indispensabile «laboratorio» per l’evoluzione delle gemme e la conseguente fruttificazione a fiore. Se in un certo anno l’albero produce molti frutti, e quindi molti semi, si avrà evidentemente una abbondante produzione di gibberellina che, distribuendosi nella pianta, impedirà la formazione delle gemme a fiore che dovrebbero dare produzione nell’anno successivo. Un attento diradamento dei frutticini (13), eseguito poco tempo dopo la fioritura, lasciando per esempio soltanto il frutticino al centro del mazzetto, permette di evitare mancanza o difetto di produzione nell’anno successivo. Anche per queste pratiche rimandiamo alla rubrica Frutteto del supplemento «i Lavori». © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A. Giorgio Bargioni 33