Edizioni L`Informatore Agrario

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Frutteto - Vigneto e Cantina
Le possibili cause della mancata produzione
di una pianta da frutto
La mancata fruttificazione di una pianta da frutto che fiorisce regolarmente, una volta esclusi attacchi
da parte di insetti e possibili malattie, può dipendere dal freddo eccessivo e da gelate tardive,
ma anche da mancanza o difetto di impollinazione. Invece la mancata fruttificazione che deriva
dall’assenza di fioritura di solito è un fenomeno temporaneo od occasionale
Le cause che possono determinare in
modo occasionale o definitivo la mancata produzione di un albero da frutto possono essere diverse. Naturalmente consideriamo quelle che si manifestano su
alberi che non sono affetti da malanni
che ne limitano la vegetazione e la crescita, come potrebbe accadere per piante
affette da virosi (1) o colpite da forti attacchi di cocciniglie (2 e 2a) o dal marciume radicale (3).
2a
LA MANCANZA DI PRODUZIONE
IN UN ALBERO ADULTO
CHE FIORISCE REGOLARMENTE
Quando la fioritura è regolare occorre fare una distinzione tra gli alberi di
varietà che si impollinano da sole (autofertili) e quindi fruttificano anche isolate) dagli alberi di varietà che hanno bisogno di una varietà impollinatrice nelle
vicinanze (autosterili).
Di solito, se una varietà che non ha
bisogno di impollinazione incrociata
(autofertile) fiorisce ma non produce
frutti, vuol dire che i suoi fiori, o i frutticini appena formati, sono stati danneggiati e distrutti da parassiti vegetali o
animali, oppure dagli abbassamenti di
temperatura.
Fra i parassiti vegetali va considerata
prima di tutto la monilia (4 e 4a), fungo
microscopico che distrugge i fiori delle
drupacee; fra i parassiti animali ricordiamo le falene (5 e 5a) che attaccano i
fiori di ciliegio, le tentredini (6 e 6a) che
attaccano i frutticini di susino, di pero e
di melo, gli antonomi (7) del melo e del
pero che attaccano gemme e fiori. Per
difendere le vostre piante da queste aggressioni leggete sempre attentamente
i suggerimenti e i consigli che per ogni
specie vengono dati nella rubrica Frutteto, Interventi fitosanitari, del supplemento «i Lavori».
Gli abbassamenti di temperatura,
oltre i limiti sopportabili dalle gemme e
dai fiori in ogni fase della loro evoluzione, nei casi più gravi possono distruggere addirittura le gemme, ma spesso «uccidono» il pistillo (la parte femminile
VITA IN CAMPAGNA 1/2010
1
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La mancata fruttificazione delle piante da frutto può essere
dovuta a malanni che ne limitano la vegetazione e la crescita, come potrebbe accadere per piante affette da virosi (1,
su melograno) o colpite da forti attacchi di cocciniglie (2 su
melo e 2a su kaki) o dal marciume radicale (3)
4
3
4a
5
5a
La monilia danneggia i fiori (4) e i frutticini (4a) appena formati. Influiscono negativamente sulla fruttificazione anche i danni (5) delle larve delle falene (5a, adulto)
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FRUTTETO - VIGNETO E CANTINA
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6a
7
Altri parassiti che possono ridurre o annullare del tutto la fruttificazione sono le tentredini (6 larve, lunghe 10 mm, e 6a danni su pero) e gli antonomi (7 adulto, lungo 3,5-6 mm, su gemma in apertura)
del fiore formata da ovario, stilo e stimma, vedi lo schema di un fiore in questa
pagina), impedendo quindi la trasformazione in frutto, oppure danneggiano, fino a farlo cadere, il frutticino che stava
crescendo.
Il più delle volte questi danni sono
causati dai ritorni di freddo (le cosiddette gelate tardive) che si verificano poco
prima o poco dopo la ripresa vegetativa;
i danni sono tanto più gravi quanto più
la ripresa era stata preceduta da periodi
con clima mite favorevole a germogliamento e fioritura. Nei frutteti di una certa dimensione, la difesa può essere realizzata con due particolari tipi di irrigazione: irrigazione sopra chioma e irrigazione sotto chioma. Con la prima si fa
cadere acqua sulle piante; quella gela e
ricopre di ghiaccio gemme e rami (vedi
foto 8); gelando, cede calore e il ghiaccio che continua a formarsi sui rami e
sulle gemme si mantiene a temperature di solito non dannose. Con la seconda si crea una nebbia che frena la perdita di calore dal terreno, tanto più se questo, essendo inerbito, si ricopre di ghiaccio che, come nel primo caso, formandosi cede calore.
Per chi possiede una o due piante, se
la loro altezza lo consente, può coprirle
per la notte con un telo di «tessuto non
tessuto» o di polietilene per una difesa
da abbassamenti di temperatura che non
scendano oltre i 2-3 gradi sotto zero.
A chi vuole approfondire l’argomento consigliamo di rileggersi l’articolo
apparso sul n. 2/2004 a pag. 23, che è
possibile anche scaricare dal nostro
sito Internet: www.vitaincampa
gna.it/rdVic/0402023.asp
Anche nel caso delle varietà che
hanno bisogno di impollinazione incrociata (autosterili) la mancanza di
produzione può essere causata da attacchi parassitari o dal freddo, anche se il
più delle volte è dovuta a mancanza di
impollinazione dei fiori. Sulle cause della mancata impollinazione siamo intervenuti più volte, ricordando che nelle
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varietà autosterili i fiori si possono trasformare in frutti solo se ricevono il polline da una varietà diversa.
La fecondazione, quindi, può mancare se nelle vicinanze non esiste una varietà diversa della propria, oppure se,
c
b
a
d
e
Fiore. Parte femminile (pistillo):
a-ovario, b-stilo, c-stimma. Parte
maschile: d-stame, e-antera
8
Effetti dell’irrigazione soprachioma
utilizzata come protezione antibrina
pur essendovene una, mancano gli insetti pronubi, cioè quei piccoli preziosi
animali che, visitando i fiori per procurarsi il cibo, provvedono al trasferimento del polline.
Che cosa si può fare se non è presente nelle vicinanze una varietà diversa?
Il rimedio più rapido ma provvisorio è rappresentato dall’appendere sull’albero, durante la sua fioritura, un secchio pieno d’acqua (9) in cui siano immersi rami in fiore di una varietà differente, posseduta per esempio da un amico. Per melo, pero, albicocco qualunque
pianta di varietà diversa può andar bene. Per ciliegio e susino le cose non sono così semplici: per il ciliegio bisognerebbe trovare rami in fiore di una varietà autofertile (per esempio Grace Star,
Stella, Lapins), per il susino rami di una
varietà che sia compatibile con quella
posseduta. Potrà esservi di decisivo aiuto un tecnico esperto o un bravo vivaista; presso quest’ultimo potrete procurarvi marze di una varietà adatta all’impollinazione della pianta posseduta innestandole su questa.
Per quanto riguarda, invece, la mancanza di insetti pronubi, il rimedio è
quello di inserire nel piccolo frutteto,
durante la fioritura, una famiglia di api
prendendola magari a noleggio da un
apicoltore (10), oppure introdurre un
nucleo di bombi appositamente allevati (un negoziante di prodotti per l’agricoltura potrà aiutarvi a reperire le une
o gli altri).
Una considerazione particolare
merita l’olivo. Non di rado qualche abbonato lamenta la mancanza o quasi di
produzione da parte di olivi che hanno
da tempo superato il periodo di allevamento. Le cause principali del fenomeno possono essere le seguenti:
– eccesso di vigoria, che si verifica facilmente nei giardini dove si fanno frequenti irrigazioni e abbondanti concimazioni o dove è presente solo una pianta autosterile, per cui manca l’impollinazione incrociata; a seconda dell’uno
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FRUTTETO - VIGNETO E CANTINA
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Appendere sui rami in fiore di una varietà
autosterile un secchio d’acqua in cui siano immersi rami fioriti di un’altra varietà
è utile per la fecondazione incrociata
10
Per favorire la presenza di insetti pronubi
è utile inserire nel piccolo frutteto, durante la fioritura, una famiglia di api prendendola a noleggio da un apicoltore
o dell’altro caso occorre effettuare potature leggerissime e limitare l’irrigazione per ridurre la vigoria, o inserire una
pianta di altra varietà per favorire l’impollinazione incrociata;
– insufficienza di boro (11), accertabile attraverso un’analisi delle foglie e
superabile mediante un’irrorazione alla chioma durante la mignolatura (vedi figura) con un prodotto a base di boro (per esempio Solubor, alle dosi riportate in etichetta). Come si è spesso detto, l’insufficienza di boro influisce negativamente sulla germinabilità del polline
e sulla vitalità dell’ovocellula che deve
dare luogo al frutto;
– danni dovuti a infezioni di cicloconio
(12), che devono essere combattute come
indicato nella rubrica Frutteto, Interventi
fitosanitari, del supplemento «i Lavori».
Queste infezioni provocano la caduta delle foglie e tolgono all’albero l’indispensabile «laboratorio» (le foglie stesse) per
l’evoluzione delle gemme.
LA MANCANZA DI PRODUZIONE
IN UN ALBERO ADULTO
PER MANCATA FIORITURA
13-Nel melo un attento
diradamento dei frutticini,
eseguito poco tempo dopo
la fioritura, lasciando
per esempio
soltanto il frutticino
al centro del mazzetto,
permette di evitare
mancanza
o difetto
di produzione
nell’anno
successivo
VITA IN CAMPAGNA 1/2010
La mancanza di fioritura in alberi
adulti è di solito un fenomeno temporaneo od occasionale. È un fenomeno
temporaneo, rappresentato da un ritardo, quando si verificano le seguenti condizioni: innesto effettuato in vivaio con
marze prelevate da piante molto giovani
o da rami vigorosi; combinazione di innesto tra varietà e portinnesto molto vigorosi; fallimento dell’innesto e sviluppo del portinnesto (in quest’ultimo caso occorre reinnestare l’albero, mentre
negli altri casi si tratterà semplicemente
di avere pazienza e aspettare); potature
troppo energiche.
Può essere invece un fenomeno occasionale quando è collegato all’alternanza di produzione (abbondante in un
anno e scarsa nel successivo) e si può
facilmente manifestare nel melo, particolarmente con alcune varietà di tipo
«spur» (per esempio la Golden) quando
non si mantiene equilibrio tra attività vegetativa e attività produttiva dell’albero attraverso il diradamento dei frutti.
Proprio riguardo al
melo è stato infatti
scoperto che un fitoregolatore naturale prodotto dai semi in sviluppo, la gibberellina, impedisce la formazione delle gemme
11
L’insufficienza di boro nell’olivo si può
superare con un’irrorazione alla chioma,
durante la mignolatura (nella foto), con
un prodotto a base di boro
12
Le infezioni di cicloconio sull’olivo provocano la caduta delle foglie e tolgono
all’albero l’indispensabile «laboratorio» per l’evoluzione delle gemme e la
conseguente fruttificazione
a fiore. Se in un certo anno l’albero produce molti frutti, e quindi molti semi, si
avrà evidentemente una abbondante produzione di gibberellina che, distribuendosi nella pianta, impedirà la formazione
delle gemme a fiore che dovrebbero dare
produzione nell’anno successivo. Un attento diradamento dei frutticini (13), eseguito poco tempo dopo la fioritura, lasciando per esempio soltanto il frutticino
al centro del mazzetto, permette di evitare mancanza o difetto di produzione nell’anno successivo. Anche per queste pratiche rimandiamo alla rubrica Frutteto
del supplemento «i Lavori».
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Giorgio Bargioni
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