10 giugno2001 DERMATOLOGIA RIFLESSIONI Nei: alcune risposte alle domande più frequenti Lettera aperta ad una psicologa Per sfatare false credenze e evitare allarmi ingiustificati L’estate si sta avvicinando a grandi passi portando il bel tempo ed un clima più mite. Le prime giornate di sole caldo invitano a spogliarsi dagli ingombranti abiti di mezza stagi o ne, per in dossar e T-shirt e vestiti leggeri. È difficile resistere alla tentazione delle prime uscite al mare per concedersi il bagno di inizio stagione. Finalmente la pelle torna da essere più libera e visibile dopo il lungo inverno. È più facile allora osservare la pelle e notare la presenza di macchie scure, che magari prima non avevamo. È molto probabile che siano comparsi nuovi nei. Come avevamo già ricordato in precedenti puntate, è importante controllare che i nei siano soltanto di bellezza. Infatti il melanoma, uno dei tumori più aggressivi e insidiosi, può svilupparsi su di un neo preesistente, oppure comparire sulla cute sana. L’argomento nei suscita spesso un grande interesse, ma purtroppo qualche volta viene presentato in modo superficiale, creando false credenze od allarmi ingiustificati. In questa puntata affronteremo il tema dei nei cercando di dare risposte semplici e comprensibili ad alcune domande sull’argomento, selezionate fra quelle inviate dei lettori. Che cosa sono i nei e perché alcuni sono presenti dalla nascita mentre altri compaiono dopo molti anni? I nei, o nevi, sono una malformazione congenita della pelle, cioè presente sin dalla nascita. Ogni persona ha geneticamente programmato, il proprio bagaglio di nei che lo accompagnerà tutta la vita. Queste macchie però non so- no tutte subito visibili, ed alcune (i nei più profondi) possono venire alla luce solo in un secondo tempo. È quindi possibile che nel corso della vita questi piccoli ammassi cellulari “anomali” ma benigni, compaiano all’improvviso. I nei possono formarsi soltanto sulla pelle? No. I nei possono fare la loro comparsa anche sulle mucose (i tessuti di rivestimento della superficie interna degli organi cavi e dei canali che comunicano con l’esterno, come, ad esempio, la bocca), sulle sclere (la parte bianca dell’occhio) e sulle unghie. Quali sono i criteri per controllare un neo e capire se è una lesione a rischio? Quando vi controllate un neo o una nuova lesione scura comparsa sulla pelle, dovete valutarla ricordando le prime 5 lettere dell’alfabeto: A, B, C, D, E. A come Asimmetria: la presenza di una forma irregolare, con una metà della lesione diversa dall’altra, depone per un neo atipico. B come Bordi: se i bordi sono regolari ed uniformi tutto va bene, ma se sono frastagliati, irregolari, con aspetto a carta geografica la lesione deve essere valutata dallo specialista. C come Colore: se il neo presenta un colore molto scuro o non uniforme e/o se sono comparse modifiche (in chiaro, scuro, nero, rosso, bianco) anche minime, la lesione deve essere adeguatamente monitorizzata. D come Dimensione: se il neo ha un diametro superiore ai 6 millimetri o se ha avuto una crescita di dimensione negli ultimi mesi, dovete rivolgervi allo specialista. E come Evoluzione, Elevazione, Emorragia: se il neo ha avuto una modifica dell’aspetto iniziale, e/o se in un punto diventa in rilievo, e/o se sanguina spontaneamente e senza traumi, la lesione deve essere controllata dal dermatologo. Spesso si sente parlare di mappatura dei nei. Quali sono le metodiche che consentono questo esame? La metodica più accurata ed affidabile per il controllo dei nei è attualmente la dermatoscopia. Alcuni studi hanno mostrato come con questa metodica si ottenga un aumento della capacità di diagnosi precoce del melanoma del 30%, rispetto al solo esame clinico. La dermatoscopia è una tecnica indolore e senza controindicazioni, che utilizza un microscopio posto a contatto della pelle, con cui si ottiene un’immagine interna del neo ingrandita fino a 10 volte. Questo consente di vedere degli elementi strutturali particolari, non apprezzabile ad occhio nudo, in base ai quali si può valutare il grado di atipia del neo esaminato. La tecnologia migliora e l’avvento della informatizzazione e dei moderni software di gestione dati in campo medico, ha consentito un altro passo avanti. È infatti stato ideato un Videodermatoscopio Digitale Computerizzato che utilizza una telecamera a fibre ottiche collegata al computer, con cui è possibile riportare su di un monitor l’immagine clinica e dermatoscopica dei nei. A differenza degli apparecchi finora presenti questo strumento consente una elevatis- sima qualità delle immagini, cosa che è fondamentale per una corretta esecuzione della tecnica. Il computer, munito di un particolare software di gestione dati, permette di creare per ogni paziente una cartella personalizzata in cui si raccolgono i dati anamnestici ed una mappa delle lesioni neviche atipiche. Di ogni neo viene memorizzata l’immagine clinica e dermatoscopica che sarà così facilmente confrontabile con altre immagini della stessa lesione, raccolte in controlli successivi, così da apprezzare ogni minimo cambiamento. È vero che i nei non vanno toccati in alcun modo? Assolutamente no. Anzi, quando una lesione presenta dei caratteri di atipia la sua asportazione chirurgica (intervento ambulatoriale), e la conseguente valutazione istologica, rappresentano la soluzione migliore del problema senza sottoporre il paziente ad alcun pericolo. È vero che i traumi e le ferite trasformano il neo in tumore? Anche questa è una falsa credenza da sfatare. Alcuni studi hanno evidenziato che anche se sottoposti a traumi accidentali e ripetuti (cintura dei pantaloni, reggiseno, ecc) non aumenta il rischio di degenerazione del neo. Ogni quanto è bene farsi controllare i nei? La frequenza delle visite dipende dalle caratteristiche personali. Se si hanno pochi nei ed una pelle olivastra, si possono fare controlli annuali, mentre in presenza di pelle chiara con molti nei, è preferibile fare controlli più ravvicinati. In ogni caso è importante andare subito dallo specialista se si notano cambiamenti, anche minimi di un neo, o la comparsa di una nuova macchia sulla pelle che presenti una alterazione della regola dell’ABCDE. I nei che compaiono nei bambini sono a rischio? Generalmente no, infatti il melanoma insorge raramente prima della pubertà. Solo in presenza di nei congeniti di grande dimensione il rischio è maggiore, per cui è necessario eseguire controlli periodici. Siamo vicini all’estate e spesso il sole viene considerato un nemico della pelle. Che rapporto esiste fra sole e nei? Negli ultimi anni è stato studiato il rapporto fra nei e sole. È stato visto che danni solari ripetuti (scottature, eritemi solari con vescicolazione), subiti soprattutto nei primi anni di vita, aumentano la probabilità di sviluppare un melanoma nell’età adulta. È quindi opportuno esporsi ai raggi solari con moderazione ed, in particolare, proteggere sempre i bambini ed i ragazzi dal sole. Con la speranza di aver contribuito a soddisfare alcune curiosità sui nei, vi invito a spedire domande di interesse d e r m a tolog ic o, a f f in c hé questa piccola rubrica sia sempre più a servizio del lettore. dott. Maurizio Bellini specialista in dermatologia Per ulteriori Informazioni: Servizi Medici Agape Tel. 055705351 e-mail: [email protected] Redazione giornale Tel.055340811 Fax 055340814 e-mail: [email protected] OMEOPATIAOMOTOSSICOLOGIA Ancora sulla candidosi intestinale Una patologia sottostimata che può dare sintomi molto diversi Siamo di fronte ad un fenomeno che sta assumendo proporzioni allarmanti, tanto da meritarsi l’appellativo di “peste del XX secolo”: mi riferisco all’infezione fungina da candida. La candida albicans, questo è il suo vero nome, vive normalmente nell’intestino tenue dei soggetti sani (rappresenta circa il 4% della flora batterica); in seguito a certe situazioni, può diventare patogena e proliferare, fino a colonizzare non solo tutto l’intestino, ma anche altri organi (genitali, fegato, pancreas, cuore, sistema nervoso, pelle, ecc.). I fattori più importanti che causano quest’infestazione sono: consumo eccessivo di cibi raffinati e/o surgelati, di zuccheri (dolciumi, dolcificanti, merendine, ecc.), di lieviti, di alcool, di carne suina, di latticini, utilizzo frequente e/o prolungato di certe categorie di farmaci chimici, come gli antibiotici, i cortisonici, la pillola estro-progestinica, lo stress cronico, abuso pagina precedente di lassativi, scadente qualità dell’acqua da bere. Negli ultimi 15 anni ci siamo, quindi, trovati di fronte ad una diffusione enorme di questa patologia che può dare sintomi molto diversi; questo fungo non è responsabile solo delle classiche vaginiti o dermatiti, ma può essere alla base di moltissime malattie, come l’asma bronchiale, la maggior parte delle coliti (con diarrea e/o stitichezza), le gastriti, la cefalea, moltissime malattie della pelle, alcune forme di psoriasi, molti disturbi del sistema nervoso, come ansia, depressione, insonnia, disturbi comportamentali (ci sono studi recenti che la mettono in relazione con l’autismo), disturbi muscolo-scheletrici, e tante altre. Vediamo quali sono i sintomi iniziali che ci possono far sospettare la presenza di una candidosi intestinale. I più comuni sono rappresentati dall’alterata qualità delle feci; spesso i pazienti de- scrivono feci mollicce, sformate, appiccicose, si può avere anche stitichezza cronica. Un altro sintomo importante è il prurito, che può essere anale oppure diffuso a tutto il corpo; ci possono essere attacchi di fame esagerati, specie per zuccheri e dolci, talvolta con crisi ipoglicemiche difficilmente spiegabili. Molto spesso ci sono gonfiori addominali, con flatulenza e meteorismo; in altri casi ci può essere intolleranza all’alcool, talvolta associata a steatosi epatica (il cosiddetto fegato grasso). Quando siamo di fronte ad una candidosi genitale, abbiamo la matematica certezza di ritrovare il fungo anche e soprattutto nell’intestino; è proprio questo il motivo della recidività della forma genitale, se si agisce solo localmente. Nei bambini può provocare le coliche addominali e la dermatite da pannolino. Esistono poi tutta un’altra serie di disturbi meno spe- cifici, che talvolta possono essere associati a infestazioni da candida intestinale, come per esempio la stanchezza cronica, che tende ad accentuarsi dopo i pasti; molte allergie e intolleranze alimentari sono influenzate da questo parassita fungino: il sospetto ci deve nascere quando vediamo dei soggetti che da adulti diventano improvvisamente allergici, e quando le sostanze allergizzanti tendono ad aumentare sempre di più, oppure quando vediamo moltissime intolleranze alimentari nello stesso paziente. Ci sono poi le cistiti ricorrenti, soprattutto quelle nelle quali non si ritrovano i comuni batteri: in questi casi specifici, il trattamento con i comuni antibiotici non fa altro che peggiorare la situazione clinica. I sintomi neurologici sono abbastanza frequenti, come, per esempio la cefalea, l’emicrania, l’irritabilità, la difficoltà a concentrarsi, i disturbi della memoria, le vertigini, l’ansia, la depressione, fino ad arrivare a vere e proprie turbe comportamentali. La candidosi, poi, può provocare alterazione di alcuni esami del sangue, come anemia da carenza di ferro resistente alle terapie convenzionali, carenza di zinco, aumento delle transaminasi, ecc.. È chiaro che le persone che soffrono di una candidosi intestinale non è detto che abbiano tutti i suddetti sintomi, ne possono lamentare, in genere, solo alcuni; sono in genere dovuti alle tossine che la candida secerne e produce (ne sono state analizzate circa ottanta). Vista la vastità e l’importanza dell’argomento, continueremo a parlarne nel prossimo articolo. dott. Danilo Vaccai medico chirurgo-omotossicologo specialista in reumatologia Gli interessati ad ottenere maggiori informazioni possono rivolgersi alla nostra redazione: tel. 055340811 fax 055340814 e-mail: [email protected] (Con simpatia e molte scuse alla Dottoressa Saunig) Scusami anzitutto se mi permetto di rivolgermi ad unaddetta ai lavori con la seconda persona singolare. Non sono autorizzata da titoli accademici o produzione scientifica, ma ho una nobile età nonché una notevole esperienza unita ad una buona memoria. Ciò nonostante non si tratta di un tu di confidenza, bensì di fiducia. Non ti meravigli questo sostantivo. Non mi fido molto dei tuoi colleghi di sesso maschile. Ripetono tutti le medesime giaculatorie sui genitori distratti, sordi, non amorosi dei loro figli o, peggio ancora, separati. (Già! Come se facessero bene alla salute psichica dei figli quei genitori che restano insieme ma litigano ogni giorno a morte, o non si parlano nemmeno per dirsi buongiorno). Ho parlato di colleghi, perché i media importanti non interpellano quasi mai le colleghe. Ed i colleghi in questione, quasi tutti ripetono le giaculatorie di cui dicevo, portando stampata in faccia quella un po stolida espressione di chi fa la lezione di routine. Fa eccezione uno che abbiamo territorialmente vicino, ma che santocielo! ha unespressione così funerea che, se io fossi in età fertile, mi farebbe venir voglia di castrarmi. Scherzi a parte, non intendo in alcun modo discutere criticamente la scienza, che è costretta, per esigenze di metodologia, a dividere per classi e per categorie. Perciò mi sembra scusami se sbaglio che al momento dellapplicazione individuale, si abbiano vere e proprie disfunzioni. Personalmente ho sempre avuto molta considerazione per Mosè, che conosceva bene lUmanità, non molto cambiata negli ultimi millenni. E Mosè non aveva detto «ama il padre e la madre», ma «onora il padre e la madre». Facendo sacro un principio di autorevolezza, che non esclude unoculata dose di severità. Lamore senza intelligenza non serve a nulla; è quindi giusto che si parli molto di attenzione. In questultimo caso, più che lintelligenza, entra in campo il semplice buon senso. Cè pure una sana via di mezzo fra il prendere a bòtte i figli e permetter loro di farci pipì in testa. E poi, questi adolescenti assassini, discendono da genitori e nonni che, pur frequentando la chiesa, sotto sotto son dei bravi consumisti. Ed è Santa Tivù che nel bene e nel male promuove il culto del Dio Quattrino. Ne consegue che nove su dieci lassassinio è perpetrato, solo in apparenza per avere più libertà, ma in sostanza per appropriarsi al più presto delle sostanze della famiglia. Se non sono irriverente, vorrei che tu mi spiegassi un piccolo mistero: come mai spesso nascono figli discutibili da bravissimi genitori, e qualche volta in famiglie quasi disastrate spunta una persona indiscutibilmente di ottima qualità? Quasi quasi concordo con quel simpaticissimo dissacratore di Paolo Poli, il quale afferma che «quando si fa un figlio non si sa chi ci si mette in casa». Perdonami i paradossi: sono una mia malattia inguaribile. E quando ti ho parlato di fiducia lho fatto perché mi è sembrato dindovinare in te, pur attraverso la convenzionalità del discorso professionale, unagilità mentale che certi tuoi colleghi non hanno. Rinnovo le scuse e ti esprimo tantissima simpatia. Mila Spini pagina successiva