DI MONICA TIZZONI E CINZIA TESTA [LA ZONA VERDE] È soprattutto dopo i 50 anni che un italiano su quattro, senza distinzione di sesso, si ritrova a fare i conti con il “fuoco di sant’Antonio”. In verità si chiama herpes zoster dal nome del virus responsabile di questa malattia, lo stesso della varicella, che a distanza di anni si riattiva. Infatti, a qualunque età si abbia avuto la varicella, dopo la guarigione il virus non abbandona l’organismo, ma va a nascondersi nel gangli nervosi della colonna vertebrale. Qui vive Se il responsabile della varicella si riattiva, IL RISVEGLIO DEL VIRUS ecco l’herpes. Vediamo come combatterlo al meglio tranquillamente, a volte senza dare più nessun disturbo, ma altre invece risvegliandosi. C’è da dire però che di regola il virus, se si risveglia, lo fa una sola volta. COME RICONOSCERLO Qualche giorno prima della vera e propria malattia, il virus lancia dei segnali: malessere accompagnato da un senso di debolezza, talvolta un po’ di febbre, ma più spesso una strana sensazione di formicolio doloroso o di trafittura in una zona delimitata della pelle. In seguito compaiono i sintomi tipici e lo fanno in modo doloroso. «L’herpes zoster provoca delle chiazze rosse sulla pelle che seguono in modo preciso il decorso di uno o più fasci nervosi, a seconda di dove il virus si è insediato, e che sono localizzate soltanto su un lato del corpo», spiega il dermatologo Pier Luca Bencini. «Su queste chiazze, che hanno una forma lineare simile a una frusta씮 Il 25% degli over 50 in Italia si trova prima o poi a dover fare i conti con l’herpes CLUB3 115 SETTEMBRE 2007 [LA ZONA VERDE] Parola d’ordine contro il “fuoco di sant’Antonio”: intervenire subito ANCORA MISTERIOSO Nel 30% dei casi specie dopo i 60 anni, la malattia può lasciare strascichi dolorosi 씮 ta, compaiono poi delle vescicole a grappolo piene di liquido». Di solito l’herpes zoster pare che preferisca annidarsi e quindi colpire la zona del torace, la schiena e l’addome, ma può partire anche dalle radici nervose di un braccio, di una gamba, persino del viso e riguardare anche la zona oculare. Il risultato non cambia: si avverte un bruciore violento e doloroso e la zona diventa così sensibile da rendere impossibile tollerare anche un semplice sfioramento e spesso diventa difficile il dormire. «Di solito nell’arco di 2 o 3 settimane la malattia si risolve», continua Bencini. «Le vescicole si seccano e formano delle crosticine. Attenzione però, perché fino a quando le crosticine non cadono, le ve- IL VACCINO È IN ARRIVO 씰 Si aspetta l’arrivo anche in Italia nel 2008 del primo vaccino per prevenire l’herpes zoster. È già venduto negli Stati Uniti, dove è stato approvato dall’Fda, l’ente di controllo dei farmaci. Il vaccino ha ridotto il rischio di sviluppare herpes zoster del 51%, e l’azione preventiva è risultata maggiore nella fascia d’età tra 60 e 69 anni, riducendosi con l’aumentare dell’età. Il vaccino viene somministrato per via sottocutanea in una sola volta. 116 SETTEMBRE 2007 CLUB3 scicole contengono il virus che può provocare la varicella in chi non l’ha ancora avuta». TEMPESTIVITÀ, INNANZITUTTO Affrontare l’herpes zoster ai suoi primi segnali permette di ridurre i sintomi e accorciare i tempi della malattia. Purtroppo non è facile la diagnosi prima della comparsa delle vescicole, ma la sede del dolore iniziale in un’area più o meno delimitata e da un solo lato, può aiutare. «Entro 48-72 ore», continua Bencini, «vanno assunti antivirali specifici. Il più noto è l’aciclovir, che è stato il primo farmaco selettivo ed è utilizzato da oltre venti anni con un eccezionale profilo di sicurezza. È necessario però assumerlo ad alto dosaggio in quanto si tratta di un principio attivo che viene eliminato rapidamente dall’organismo. Sono disponibili anche altri antivirali, come ad esempio quelli a base di valaciclovir o di famciclovir, che vengono assunti a dosaggi più bassi e intervalli meno frequenti in quanto rimangono più a lungo in circolo nel corpo». Inoltre può aiutare ad alleviare l’intensità dei sintomi assumere anche della vitamina B12, che ha un’azione protettiva sui nervi e antinevralgica. Quando però i dolori sono particolarmente intollerabili può essere utile anche di un’antinfiammatorio non steroideo, Fans, ma esclusivamente su indicazione del proprio medico curante. UNA COMPLICANZA IN AGGUATO Succede nel 30% di chi è colpito da herpes e specialmente fra chi ha superato i 60 anni. I dolori e il fastidio nella zona colpita perdurano anche quando le vescicole sono ormai guarite. Si tratta della cosiddetta nevralgia posterpetica, la complicanza più temibile dell’herpes zoster. «Questo non è un segnale di attività del virus», chiarisce Bencini. «In verità non si conosce la causa del dolore, che può essere costante o intermittente, peggiorare la sera o in conseguenza a stimoli come il caldo o il freddo». I dolori possono durare nel tempo: nella maggior parte da 1 a 3 mesi, ma in un 10-20% dei casi anche 1 anno e talvolta, anche se più raramente, una decina di anni. Possono essere lievi, ma a volte così intensi da essere invalidanti. «Se è presente la nevralgia posterpetica e specialmente quando il dolore è molto intenso, è assolutamente indispensabile una visita dal neurologo, lo specialista più indicato per questa complicanza e per decidere i farmaci da assume왎 re», conclude Bencini. 씰 Non è del tutto chiaro perché a volte il virus dell’herpes zoster si risvegli dentro il corpo e inizi a dare problemi. Di sicuro alla base c’è un abbassamento delle difese immunitarie. Non a caso la malattia è più frequente dopo una certa età, con un’incidenza che aumenta con gli anni. Ma ci sono anche altri fattori che possono rendere meno pronto il sistema difensivo del corpo: 씰 Un’alimentazione povera di frutta e verdura. Perché le vitamine e minerali che contengono potenziano e aiutano a mantenere integre le difese organiche dell’organismo. 씰 Lo stress, fisico ed emotivo. Fra le cellule nervose e quelle del sistema immunitario c’è un continuo scambio di informazioni. In pratica quando l’organismo è sottoposto a uno stato di tensione eccessivo reagisce con la superproduzione da parte delle ghiandole surrenali di cortisone. Ma questo ormone è un immunosoppressore, cioè a lungo andare impoverisce il sistema immunitario. L’hanno dimostrato anche numerose ricerche da cui risulta che chi è stressato si ammala dalle due alle tre volte di più di chi è tranquillo. 씰 La mancanza di sonno. C’è una relazione stretta fra sonno e sistema immunitario in quanto il riposo notturno ha proprietà benefiche per il sistema immunitario. 씰 Alcuni trattamenti farmacologici prolungati. È il caso delle terapie a base di cortisone, di antibiotici, di antitumorali. 씰 Determinate malattie che comportano una immunodepressione. 72 ore dai primi sintomi: se si interviene entro questo tempo massimo, sarà più facile controllare la malattia CLUB3 117 SETTEMBRE 2007