Metti un “maggetto” ai Castelli Romani: piccoli consigli di viaggio

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Pubblicato su Territori.Coop (http://www.territori.coop.it)
15 Aprile 2016
Metti un “maggetto” ai Castelli Romani: piccoli consigli di
viaggio
Come, dove e quando concedersi il più tradizionale dei pic-nic di primavera. A base di formaggi, fave
fresche e buon vino
Lazio
Le magie della primavera non possono che condurre nel Lazio, dove la nuova stagione sembra avere
un profumo tutto suo e un ritmo a parte. Qui il risveglio della natura si gusta nella campagna
romana, sfuggendo alla città per concedersi pranzi sull’erba e giornate da ricordare. Ed è vero
specialmente a maggio, quando la voglia di cielo e il profumo di erba tagliata ravvivano l’incanto di
colline dal carattere inaspettato. Per chi ama le gite fuori porta, in queste zone il primo giorno di
maggio, il tipico “maggetto”, è fatto di rituali semplici ma immancabili. La combinazione suona più
o meno così: buoni amici, vino locale, fave fresche [1], pecorino romano Dop [2] e paesaggi
verdi.
Certo, i rituali di primavera vantano qui una lunga e fin troppo antica tradizione. Perché se la Festa
dei lavoratori del primo maggio si fa risalire al 1889, sbirciando tra storia e leggende è chiaro che
questa precisa data appartiene a calendari ben più anziani. Festeggiata dai Celti con la ricorrenza
di Beltane - che con i suoi fuochi offre il benvenuto all’estate - nella prima giornata di maggio la
terra è da sempre protagonista di riti di rinascita che appartengono anche agli scenari romani. Come
riporta Alfredo Cattabiani nel suo “Lunario” [3]: fin dal 238 a.C., tra il 28 aprile e il 3 maggio, pare si
svolgesse nell’antica Roma una grande festa in onore di Flora, la dea capace di proteggere le
piante utili e gli alberi in fiore.
Si può allora scegliere di miscelare con cura passato e presente, aggiungendo magari arcaiche
suggestioni tra sacro e profano, per vivere una giornata immersi nella natura con tanto di cestino da
picnic. Per un tocco di verde a portata di mano, specie se si è intenti a gustare gli scorci della
Capitale o a sperimentarne le tradizioni, la meta ideale resta l’area dei Castelli Romani. Ma non
fatevi ingannare dal nome: non avrete a che fare con mura merlate o leggende medioevali. Con
questo nome s’indica infatti il territorio dei Colli Albani che accoglie alcuni piccoli Comuni [4] a sud
est di Roma.
Colli Albani
Il nome dell’area ha radice antica. La caduta dell'Impero romano d'occidente, infatti, provocò anche
sui Colli Albani il fenomeno noto come "incastellamento", vale a dire il rifugiarsi delle popolazioni
sulle alture per ripararsi dalle scorrerie barbariche. Luoghi di villeggiatura dei signori fin dai tempi
dell’Impero, ancora oggi i cosiddetti Castelli sono una delle mete preferite dai romani nelle belle
giornate. Perché oltre all’arte e la natura mozzafiato di questa terra vulcanica, un’altra fra le carte
vincenti del territorio è quella dell’enogastronomia.
Castel Gandolfo - foto Di Sudika - Opera propria, CC BY-SA 3.0 [5]
Ma andiamo con ordine. Il territorio offre specialità per tutti i gusti, e una cosa è certa: chi ama le
suggestioni medievali non potrà mancare una visita a Grottaferrata che ospita l’abbazia greca di
San Nilo, fondata nel 1004 da monaci provenienti dalla Calabria bizantina. I Castelli Romani sono
noti anche per i piccoli centri che sorgono sui laghi di origine vulcanica. È il caso di Castel
Gandolfo, residenza estiva del Papa, che affaccia sul lago di Albano. Da non perdere inoltre
Frascati, dominata dalla cinquecentesca villa Aldobrandini. Mentre per un panorama verde azzurro
condito da storia romana, occorre includere tra le tappe anche Nemi. Questa cittadina guarda
dall’alto l’omonimo lago e il museo [6] realizzato per ospitare due antiche navi romane scoperte sul
fondo del bacino all’inizio degli anni Trenta.
Dopo aver assaporato le antiche rovine e gli scenari incantati, il tocco finale lo metterà la cucina
locale. I Castelli sono infatti noti per le tradizioni gastronomiche e per il vino prodotto nella zona
che, tra l’altro, è anche patria dei tipici Kiwi di Latina Igp [7]. Chi non si accontenta di uno spuntino
sull’erba, dunque, potrà approfittare delle tante fraschette [8]: mitici locali ricavati spesso da
vecchie cantine, dove è possibile gustare a buon prezzo vino, olive, formaggi con pane casereccio,
porchetta e piatti romani. Il tempo delle fave è infatti valorizzato dalla cucina locale con
preparazioni tradizionali: dalla vignarola (con piselli e carciofi) alla favata (con salsiccia e finocchio
selvatico), dalla minestra di fave fresche alle fave alla romana con guanciale. L’ideale per gli amanti
delle fraschette è una visita ad Ariccia, le cui vie e piazzette nella bella stagione si riempiono di
tavoli all’aperto. Le scelte sono tante e comprendono anche escursioni nel Parco regionale dei
Castelli Romani [9] che avvolge questo territorio e contribuisce a forgiarne il forte carattere sospeso
tra storia secolare, gusti intensi e natura da favola.
Lago di Nemi
Cosa mangiare:
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- Pecorino romano Dop
- Fave fresche
- Pane Casereccio di Genzano Igp
Cosa bere:
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- Colli Albani Dop
- Frascati Dop
- Vino Castelli Romani Dop
- Colli Lanuvini Dop
- Velletri Dop
- Monte Compatri-Colonna Dop
- Marino Dop
Luoghi da non perdere:
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Parco regionale Castelli Romani [10]
foto di copertina By Blackcat (Own work) [CC BY-SA 3.0 [11]
Links
[1]
http://www.territori.coop.it/territori/fave-fresche-di-primavera-un-%E2%80%9Cmaggetto%E2%80%9
D-perfetto
[2] http://www.territori.coop.it/territori/i-pic-nic-di-maggio-mai-senza-pecorino-romano
[3] http://www.librimondadori.it/libri/lunario-alfredo-cattabiani
[4] http://www.visitcastelliromani.it/it/
[5] https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10774977
[6] http://www.museonaviromane.it/
[7] http://www.territori.coop.it/territori/kiwi-di-latina-igp-un-gusto-100-made-italy
[8] http://www.fraschette.com/
[9] http://www.parcocastelliromani.it/
[10] http://www.parcocastelliromani.it/itinerari
[11]
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/09/Roma_2011_08_15_Castelli_Romani_dal_Giani
colo.jpg
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