OTTAVIANO AUGUSTO (31 a. C. – 14 d. C.) Ottaviano instaura una politica del consenso, cioè una politica che cerca di accontentare le esigenze e le richieste di tutte le classi del popolo. Tale scelta dipende da una strategia che ha lo scopo di eliminare o per lo meno diminuire i rischi di possibili conflitti sociali. Nell’epoca precedente, infatti, vi erano state rivalità tra cavalieri e senatori in merito alla gestione della vita politica. I cavalieri rivendicavano la possibilità di entrare nel senato per prendere parte alle decisioni politiche, in quanto possedevano una ricchezza tale da accomunarli ai nobili. Tuttavia, essi erano estromessi dal senato, al quale potevano accedere soltanto i proprietari terrieri. La ricchezza in denaro, derivata dai commerci, era infatti disprezzata a Roma e per questo i cavalieri non godevano di alcun prestigio sociale. Accanto alla disputa sul potere, che vedeva coinvolti nobili e cavalieri, vi era anche il contrasto tra la plebe e i nobili senatori. La plebe, infatti, rivendicava il diritto al possesso di un appezzamento di terreno da cui ricavare il necessario per vivere, attraverso una riforma agraria che stabilisse che i possedimenti terrieri dei grandi latifondisti (ovvero dei senatori) venissero confiscati e distribuiti in maniera equa ai nullatenenti. A fronte dei contrasti presenti, Ottaviano decise di placare gli animi con intelligenza politica, cercando di eliminare i motivi delle rivalità presenti. Per accontentare i cavalieri: consente che entrino a far parte del senato; dà inizio ad una serie di lavori pubblici (costruzione di strade, monumenti, edifici…) che vengono dati in appalto proprio ad esponenti di questa classe sociale, permettendo in tal modo che chi veniva incaricato di svolgere i lavori potesse ricavarne un profitto personale. Questa iniziativa permetteva inoltre di dare lavoro anche ad alcuni nullatenenti che si trovavano così a percepire un compenso per la manodopera prestata. Quanto alle richieste della plebe, Ottaviano distribuì ai nullatenenti i possedimenti dei senatori morti durante le guerre civili; progettò la costruzione di colonie nelle quali inviare i nullatenenti romani. Durante il suo principato, infatti, verranno costruite città nelle zone europee conquistate dove saranno inviati i nullatenenti a cui l’imperatore donerà dei terreni. Non attuò, invece, la riforma agraria, voluta fortemente da Cesare, per non inimicarsi i senatori. Nella gestione politica ed economica dell’impero, Ottaviano dividerà le province in due gruppi: Province senatorie; Province imperiali. Le province senatorie, gestite dai senatori, erano quelle politicamente più affidabili, dove cioè il potere dell’imperatore era saldo, ma economicamente meno importanti, perché non vi erano risorse indispensabili alla sopravvivenza dell’impero. Le province imperiali, invece, erano quelle più instabili politicamente, cioè difficili da gestire ma strategiche perché rifornivano la popolazione di Roma del necessario per vivere. L’Egitto, ad esempio, viene trasformato in provincia imperiale perché da lì arrivava il grano e Ottaviano ne affidò la gestione ad alcuni uomini fidati che appartenevano al ceto dei cavalieri. I cavalieri ottennero da Ottaviano altri importanti riconoscimenti, attraverso la concessione di cariche prestigiose: la responsabilità dell’annona (ufficio incaricato per l’approvvigionamento delle derrate alimentari a Roma); la guardia pretoria (corpo di guardia scelto direttamente da Ottaviano per proteggerlo; i soldati della guardia pretoria erano gli unici autorizzati a poter girare armati per Roma). Per placare la plebe, invece, occorreva far credere che i problemi economici potessero essere risolti con la concessione delle terre confiscate ai senatori con l’impiego di alcuni plebei nei lavori pubblici. A livello culturale, inoltre, l’imperatore intervenne in tre direzioni: Attraverso una politica culturale che interessava gli intellettuali del tempo; tale politica mirava a far sì che gli uomini colti aderissero spontaneamente al regime e ne diventassero sostenitori (circolo di Mecenate); Attraverso una politica mirata a ripristinare gli antichi costumi della civiltà romana; Ottaviano, infatti, recupera le tradizioni morali dell’antica Roma attraverso la rivalutazione del ruolo della famiglia e della figura del pater familias; Attraverso una politica culturale di massa, rivolta al popolo e fondata sul concetto “panem et circenses”, ovvero “pane e giochi”, il che significava ingraziarsi la plebe con elargizioni di pane e con l’organizzazione di giochi circensi spettacolari, che servivano a distrarla dai propri problemi quotidiani.