Associazione Italiana Pazienti Bpco Onlus La terapia inalatoria per il trattamento farmacologico della BPCO aggiornamento 2011 Campagna di informazione promossa dall’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus Si ringraziano per la collaborazione: Dott. Andrea Melani, Prof.ssa Margherita Neri Realizzazione grafica e stampa: Artestampa, Galliate Lombardo (Varese) Finito di stampare nel mese di novembre 2011 Indice Presentazione ................................................................................ 4 Dispositivi usati per la terapia inalatoria ............................... 6 Perché i medici raccomandano la via inalatoria per curare la BPCO ed altre malattie respiratorie? ......................................... Quali sono i dispositivi usati per la terapia inalatoria? . ................ Quali sono le difficoltà incontrate dal paziente? ........................... Cosa chiedere al medico? ............................................................. 6 6 7 7 Modalità di somministrazione ................................................... 8 Gli spray . ...................................................................................... Gli erogatori di polvere secca . ...................................................... Inalatori monodose . ..................................................................... Inalatori di polvere multidose ....................................................... Inalatori di nuova concezione ....................................................... I nebulizzatori ............................................................................... 8 10 10 11 13 14 3 Presentazione aerosol per i farmaci risale ad L’uso della terapia inalatoria o per in quello che ora chiamiamo epoche molto lontane nel tempo: osciuta ai tempi di Ippocrate, il mondo occidentale era già con dagli abitanti dell’India più di ma era utilizzata sia dai Maya, sia pia consisteva nell’inalazione duemila anni fa. A quell’epoca la tera mento o dalla combustione di fumi e vapori derivanti dal riscalda queste terapie sono state utilizdi erbe ed infusioni di vario tipo e . zate per millenni in modo empirico è verifica la svolta storica per Tuttavia è solo nel XX secolo che si con l’utilizzo dei broncodilatala cura delle malattie respiratorie con introduzione in commercio tori per via aerosolica nel 1935 e ay. nel 1956 della prima bomboletta spr il primo farmaco in aerosol preIn quell’anno infatti è stato usato ), comunemente detto spray, dosato o MDI (Metered Dose Inhaler decisivo per il trattamento delle che ha costituito una mutamento enzialmente l’asma e la BPCO, malattie respiratorie croniche, ess parte sia della classe medica conquistando notevole consenso da sia dei pazienti. o di bassi dosaggi del farmaco La via inalatoria consente l’utilizz e vie di somministrazione ed ha a parità di efficacia rispetto ad altr di effetti collaterali; in genere il vantaggio di ridurne la possibilità semplice da usare e pratica: è apprezzata dai pazienti perché ere trasportabili e disponibili spray e polveri inoltre possono ess ovunque. 4 i le tecniche inalatorie sono Nel corso degli ultimi cinquanta ann molti tipi di erogatori, alcuni progredite ed oggi sono disponibili ndite e tecnologie molto sofistidei quali frutto di ricerche approfo i molto recentemente. cate, messi a disposizione dei pazient sono il frutto di anni di sviluppi Questi dispositivi all’avanguardia he all’industria italiana, e tentecnologici, dovuti in alcuni casi anc i e di sperimentazioni cliniche gono conto dei bisogni dei pazient l’efficacia e la sicurezza. che ne hanno ampiamente testato nte seguita, ottiene il risultato La terapia inalatoria, se correttame mente sulle condizioni di salute terapeutico e può incidere positiva e qualità della vita del paziente. he che favoriscono una corI nuovi erogatori hanno caratteristic erosi studi tuttavia hanno retta assunzione del farmaco; num o sempre a seguire correttadimostrato che i pazienti non riescon dimostrano scarsa aderenza al mente la terapia inalatoria, a volte sulla gestione e sul controllo trattamento con gravi conseguenze della malattia. tare il paziente a conoscere i Questo opuscolo ha lo scopo di aiu caratteristiche e a facilitare dispositivi inalatori esistenti e le loro che ha il compito di istruire il il dialogo con il medico curante, ositivi. paziente al corretto uso dei vari disp 5 Dispositivi usati per la terapia inalatoria Perché i medici raccomandano la via inalatoria per curare la BPCO ed altre malattie respiratorie? I medici raccomandano la via inalatoria, fatta eccezione per le più gravi riacutizzazioni, perché consente di somministrare il farmaco direttamente nelle vie aeree, minimizzando od evitando effetti collaterali sistemici (cioè in tutto l’organismo) . I farmaci assunti in questo modo giungono direttamente nel naso, nella trachea, nei bronchi (cioè nelle vie aeree che sono la sede della malattia) ad elevati dosaggi con potenti effetti terapeutici e scarsi effetti collaterali. Quali sono i dispositivi usati per la terapia inalatoria? I farmaci per via inalatoria utilizzati nel trattamento della BPCO sono somministrabili tramite: > a erosol predosati in bombolette pressurizzate (spray o MDI) > erogatori di polvere (o DPI) > aerosol nebulizzati (nebulizzatori) I vari dispositivi ma anche le modalità di inalazione, la grandezza e l’omogeneità delle particelle di farmaco, la velocità dell’erogazione determinano una diversa deposizione dei farmaci nel tratto respiratorio. Le preferenze del singolo paziente e la facilità di uso possono influenzare non solo l’efficacia del trattamento farmacologico, ma anche l’aderenza alla terapia. Gli spray, in ottemperanza alle esigenze di salvaguardia dell’ambiente, hanno abbandonato i CFC (clorofluoricarburi) per utilizzare gli HFA (idrofluoroalcani) che non sembrano causare problemi allo strato di ozono dell’atmosfera; inoltre sono ormai largamente utilizzati dei nuovi spray che erogano particelle molto omogenee in forma di aerosol finissimo e che fuoriesce con maggior lentezza, aiutando il paziente ad inalare il farmaco più facilmente. Anche gli ultimi dispositivi utilizzati per erogare polveri (DPI: Dry Powder Inhalers) presentano caratteristiche innovative, che ne rendono l’utilizzo più facile e sicuro. 6 Quali sono le difficoltà incontrate dal paziente? La terapia inalatoria è oggi il caposaldo del trattamento della BPCO, ma molti pazienti non la eseguono in modo ottimale: apparentemente inalare un farmaco sembra un’operazione molto semplice, in effetti non è così. La dose che raggiunge effettivamente i polmoni può essere molto diversa a seconda dei vari dispositivi di erogazione, e uno stesso dispositivo, usato da pazienti diversi, può dare risultati differenti a seconda dell’abilità con cui viene impiegato e della tecnica di inalazione. I dispositivi esistenti sono numerosi e di vario tipo e ognuno di essi è azionato secondo modalità tecnologiche proprie. Sono tutti sicuri ed efficaci, ciononostante tutti possono presentare una certa difficoltà per il paziente, che deve poterli conoscere molto bene, dato che si differenziano soprattutto per le loro caratteristiche di funzionamento. I principali problemi che il paziente incontra possono dipendere dal tipo di erogatore usato oppure dalle modalità di erogazione. Va poi ricordato che bambini, pazienti molto anziani o con difficoltà di movimento possono avere problemi più grandi nell’uso dei dispositivi inalatori. In questi casi il medico potrebbe consigliare l’uso dei nebulizzatori. Cosa chiedere al medico? Il paziente deve essere aiutato a comprendere la propria malattia e ricevere dal medico spiegazioni e prescrizioni chiare e personalizzate, preferibilmente con un promemoria scritto; deve conoscere le principali caratteristiche dei farmaci che assume ed essere addestrato ad usare correttamente i dispositivi inalatori, attraverso informazioni approfondite, complete e ripetute sull’utilizzo corretto del dispositivo prescritto. La tecnica di inalazione varia per ogni tipo di dispositivo ed il paziente, che a volte ne utilizza più di uno ogni giorno, deve ricevere dimostrazioni ed istruzioni scritte ed illustrate. È importante che il paziente comunichi al proprio medico le difficoltà incontrate e possa concordare la scelta del dispositivo da usare, tenendo conto della situazione individuale. Infine, occorre chiedere di controllare regolarmente la tecnica seguita per l’inalazione dei farmaci. Ad ogni visita si dovrebbe mostrare come si usano gli erogatori consigliati e avere la possibilità di essere eventualmente corretti. In questo modo si può ottenere una migliore aderenza alla terapia, un migliore controllo della malattia e si possono essere prevenire le crisi e le riacutizzazioni. 7 Modalità di somministrazione Gli spray Gli spray (o MDI, dall’inglese Pressurised Metered Dose Inhaler) sono aerosol predosati in bombolette pressurizzate azionate manualmente. L’erogazione del farmaco avviene grazie alla presenza, all’interno della bomboletta, di un gas propellente, che si disperde nell’aria ed è innocuo per l’uomo. Gli spray più recenti utilizzano i gas denominati HFA (idrofluoroalcani) in sostituzione dei comuni propellenti CFC (clorofluorocarburi), che sono stati banditi in quanto dannosi per l’ambiente (distruggono la fascia dell’ozono). I farmaci erogati sotto forma di spray sono quelli utilizzati sia per la terapia di mantenimento che si assume quotidianamente sia per la terapia sintomatica, cioè da utilizzare al bisogno. La loro assunzione richiede una buona capacità di coordinazione, perché è necessario inspirare esattamente nel momento in cui il farmaco esce dalla bomboletta. Poiché il farmaco fuoriesce ad una velocità molto elevata (120-130 km/h) il rischio è che il prodotto si depositi principalmente a livello della bocca e dell’ugola e non raggiunga il sito d’azione, ovvero i bronchi. Per ovviare a questo problema i medici raccomandano l’uso del distanziatore (o camera di espansione), un dispositivo che, collegato alla bomboletta, impedisce che il farmaco si disperda nell’aria finché non viene interamente respirato. I pazienti non lo adoperano volentieri a causa del suo ingombro e della necessità di procedere a operazioni di pulizia e manutenzione. Il suo volume ne rende peraltro disagevole l’utilizzo soprattutto fuori casa. Non deve essere sottovalutato il costo di questo presidio che può influenzare la scelta del paziente. L’uso del distanziatore è tuttavia raccomandabile perchè migliora l’erogazione del farmaco, riduce l’assorbimento sistemico e gli effetti collaterali. Gli spray recenti con propellenti HFA (Idrofluoroalcani) erogano il farmaco con una pressione ridotta rispetto alle bombolette più vecchie che utilizzavano i CFC (Clorofluorocarburi). Ciò determina una “nube” vaporizzata più prolungata, che dà al paziente più tempo per coordinare l’attivazione dell’erogazione con l’atto inspiratorio; sono stati fatti importanti progressi nella produzione degli spray, e vale la pena di ricordare ad esempio che la tecnologia “Modulite®” è brevetto di un’industria italiana. 8 Vantaggi > P ratico da utilizzare, non ingombrante > E roga dosi precise Svantaggi > Necessita di coordinazione da parte del paziente > Non sempre presente un contatore di dosi ad indicare quando il farmaco è terminato Come usare la bomboletta spray 1Togliere il cappuccio 2Agitare la bomboletta (questo passaggio è superfluo con gli spray più recenti, ricordarsi di ricercare le istruzioni in proposito) 3Mettersi in piedi e buttare fuori l’aria 4Porre l’inalatore in bocca e chiudere bene le labbra attorno al boccaglio (è anche possibile tenere la bomboletta ad alcuni centimetri dalla bocca secondo alcuni, ma la manovra effettuata in questo modo espone maggiormente a rischio di errori) 5Inspirare profondamente e con decisione mentre si effettua l’erogazione (lo spruzzo) 6Trattenere il respiro contando fino a 10 7Espirare 7Ripetere tutta la manovra se sono prescritti 2 o più spruzzi Come usare l’erogatore spray con il distanziatore 1Togliere il cappuccio 2Agitare bene l’erogatore (questo passaggio è superfluo con gli spray più recenti, ricordarsi di ricercare le istruzioni in proposito) 3Inserire l’erogatore nell’apposita fessura del distanziatore 4Espirare normalmente, quindi inserire il boccaglio del distanziatore tra i denti e stringere le labbra tenendo la testa diritta 5Spruzzare una dose di farmaco nel distanziatore e inspirare lentamente ma il più profondamente possibile (si dovrebbero impiegare 3-4 secondi per riempire i polmoni), il tutto senza staccare le labbra dal distanziatore 5Trattenere il respiro per 10-20 secondi, quindi respirare normalmente togliendo il distanziatore dalla bocca 9 Gli erogatori di polvere secca Da molti anni sono disponibili per l’inalazione farmaci in polvere secca predosata (DPI, dall’inglese Dry Powder Inahalers), che offrono potenziali vantaggi rispetto agli spray. Sono generalmente più facili da usare perché non richiedono una coordinazione da parte del paziente, ma richiedono invece un livello minimo di flusso inspiratorio, di conseguenza possono risultare difficili da utilizzare per i pazienti più gravi (che possono fare molta fatica a respirare profondamente), specialmente durante le riacutizzazioni. La polvere molto fine per lo più non ha alcun sapore, in alcuni casi invece viene aggiunta una sostanza, ad esempio lattosio, che veicola il farmaco e dà alla polvere un sapore dolciastro. Una volta inalata correttamente dal paziente la polvere raggiunge i polmoni e si deposita nelle vie aeree: con le nuove formulazioni anche i DPI raggiungono le parti periferiche dei polmoni. Esistono due tipologie di inalatori per polveri: Inalatori monodose Occorre caricare il farmaco ogni volta che deve essere effettuata l’inalazione (il farmaco è contenuto in capsule da inserire nell’inalatore, che sono forate mediante la pressione di appositi tasti). Questi inalatori possono risultare per alcuni pazienti scomodi da usare, ma permettono di controllare che il farmaco sia stato assunto completamente ed eventualmente di ripetere la manovra inalatoria. Inoltre, possono essere lavati in quanto la polvere è contenuta in capsule o serbatoi separati. HandiHaler Aerolizer Vantaggi > F acili da utilizzare > Il paziente può verificare lo “svuotamento” della capsula 10 Svantaggi >D evono essere caricati ogni volta prima dell’inalazione >O ccorre un elevato flusso inspiratorio al fine di assicurare una distribuzione del farmaco anche nelle parti più distanti del polmone Inalatori di polvere multidose Gli inalatori multi dose contengono un numero di dosi variabile (da 50 a 100 o più). Questi inalatori sono facili da usare e sono dotati di un contatore che permette di sapere quante dosi residue contengono. Come usare il dispositivo di erogazione per i farmaci in polvere secca 1Aprire l’erogatore e caricare il farmaco secondo le istruzioni 2Espellere completamente l’aria, inserire il boccaglio tra le labbra e inspirare il più profondamente possibile 3Togliere l’erogatore dalla bocca e trattenere il respiro per circa 10-15 secondi, quindi respirare normalmente 4Chiudere l’erogatore preferibilmente dopo aver pulito il boccaglio 5Ripetere la manovra se la prescrizione è di più di una dose 6Controllare le dosi residue. I principali inalatori multidose sono: Contatore di dosi Diskus Vantaggi > B assa resistenza al flusso inspiratorio >D otato di un contatore di dosi > P rotezione dall’umidità Turbohaler Vantaggi > F acile da utilizzare >D otato di un contatore di dosi 11 Contatore di dosi Svantaggi > R esistenza al flusso medio-alta > S ensibile all’umidità Novolizer Erogatore di più recente introduzione sul mercato, è in grado di produrre una polvere omogenea e raggiungere una elevata deposizione polmonare. Inoltre la presenza di meccanismi di controllo assicurano di una corretta inalazione. Vantaggi > F acile da utilizzare >M eccanismi di controllo multipli: visivo-acustico-gustativo (lattosio) > C ontatore di dosi che registra solo le inalazioni effettuate con successo > R esistenza al flusso medio-bassa >N on risente dell’umidità Svantaggi > Inserimento della cartuccia multidose (da effettuarsi solo la prima volta che si utilizza il farmaco). 12 Inalatori di nuova concezione Respimat® Si tratta di un nuovo dispositivo introdotto ancor più recentemente sul mercato e disponibile da poco anche in Italia; è un sistema di erogazione che si avvale di un inalatore di nuova generazione, senza propellente, ed utilizza una tecnologia molto innovativa. Viene generata una nube soffice che ha una lunga durata e assicura una più efficace inalazione e una distribuzione uniforme e ottimale del farmaco nei polmoni, con potenziali grandi benefici in termini di risultati terapeutici. La dose erogata non dipende dal flusso inspiratorio generato dal paziente, non utilizza nessun tipo di propellente ma sfrutta l’energia meccanica di una molla per generare una nube lenta di particelle fini di soluzione (Soft Mist™ cioè nebbiolina soffice) È un dispositivo multi dose, con indicatore di dosaggio Per utilizzare RESPIMAT® il paziente deve prima preparare il dispositivo (solo la prima volta), poi girare la base dell’inalatore di 180 gradi. Con questa operazione viene compressa la molla che provvederà a far salire la dose prestabilita del principio attivo nel tubo capillare e di qui a una micro pompa. L’inalatore ha due canali di uscita molto sottili tramite i quali viene forzato il passaggio del farmaco, con produzione di due getti finissimi di liquido che convergono con un’angolazione opportunamente prestabilita. L’impatto di questi due getti convergenti crea la Soft Mist™. Quando si preme il pulsante di somministrazione, l’energia liberata è molto bassa, e la spinta generata assai scarsa, in modo che la nebbiolina fuoriesce lentamente dando al paziente il tempo per inalare il farmaco. Vantaggi > F acile da utilizzare >M eccanismi di controllo multipli Svantaggi > V a preparato con attenzione prima del primo utilizzo 13 I nebulizzatori Il medico consiglia l’uso del nebulizzatore a persone che non possono o non riescono usare bene altri inalatori o che sono abituate ad utilizzare questo tipo di terapia e la preferiscono decisamente. Spesso ai bambini o agli anziani il medico consiglia il nebulizzatore quando non riescono ad utilizzare bene uno spray o altri inalatori che richiedono sempre una certa abilità e coordinazione. I nebulizzatori che, usando aria compressa o ultrasuoni, trasformano la soluzione acquosa contenente le particelle di farmaco in una nube di aerosol che viene inalata dal paziente. Si tratta di dispositivi piuttosto costosi ed ingombranti, inoltre richiedono per il loro funzionamento un collegamento elettrico. Poiché ne esistono molti modelli in commercio, è bene chiedere il parere del proprio medico prima di acquistarli. 14 Come eseguire l’aerosol in modo corretto 1Riempire l’ampolla con la dose indicata del/i farmaco/i prescritto/i e l’eventuale soluzione fisiologica subito prima di iniziare l’aerosol. Scegliere il boccaglio o la mascherina più adatta al viso. Verificare che i tubi siano tutti connessi e non vi siano perdite. Inserire la spina di alimentazione nella presa elettrica (o nel caso di strumenti a batteria, verificare che la carica della batteria sia sufficiente a garantire l’intera somministrazione del farmaco). 2Accendere l’apparecchio. 3Mettere il boccaglio in bocca e chiudere bene le labbra, o indossare la mascherina. 4Inalare con calma e lentamente per il tempo previsto senza pause e tenendo sempre le labbra serrate sul boccaglio e senza parlare. Evitare con attenzione che l’aerosol vada negli occhi perché alcuni farmaci possono essere nocivi, specialmente in caso di pressione elevata negli occhi (glaucoma). Il tempo di nebulizzazione non dovrebbe superare 8-10 minuti. 5Quando è finita la nebulizzazione spegnere il nebulizzatore. Non lasciare residui di farmaco per sedute successive perché la soluzione potrebbe perdere ogni efficacia ed anche contaminarsi con microorganismi. 6 Di regola la nebulizzazione si considera conclusa solo quando tutta la soluzione è stata consumata. In alcuni casi, se il medico lo prescrive espressamente, la nebulizzazione si può interrompere dopo un tempo definito e gettare la soluzione residua. Lavare bene il viso e le mani al termine della nebulizzazione per evitare problemi alla pelle. 7 Smontare sempre ogni componente dell’apparecchio e eseguire regolarmente una rigorosa igiene del nebulizzatore. 7 Riporre lo strumento in un luogo sicuro, lontano da fonti di calore e protetto dalla polvere dell’ambiente. 15 Consiglio Direttivo Francesco Tempesta, Presidente Fausta Franchi, Vicepresidente Vittorio Cidone, Tesoriere Francesco Attolico, Consigliere Anna Rosa Nigrelli, Consigliere Paolo Pasini, Consigliere Comitato Medico Scientifico Roberto Bernabei Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) Germano Bettoncelli Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) Vincenzo Cilenti AIPO Regionale Lazio Lorenzo Corbetta Delegato Nazionale GOLD Salvatore D’Antonio Dirigente Medico Ospedale San Camillo/Forlanini Giuseppe Di Maria Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMeR) Vincenzo Fogliani Associazione Pneumologia Interattiva Giacomo Mangiaracina Società Italiana di Tabaccologia (SITAB) Margherita Neri Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) Giuseppe Reale Direttore f.f. UOC Pneumologia ACO S. Filippo Neri - Roma Claudio M. Sanguinetti Ass. Scientifica Interdisciplinare Studio delle Mal. Respiratorie (AIMAR) Albino Sini Pneumologo Sede legale c/o U.O.C. di Pneumologia A.C.O. San Filippo Neri Via G. Martinotti, 20 - 00135 Roma Direttore f.f.: G. Reale Sede operativa Via Cassia 605 - 00189 Roma Tel. 06 33251581 Fax 06 33259798 e-mail segreteria: [email protected] e-mail presidente: [email protected]. Come aderire all’Associazione La quota sociale minima annuale è di EURO 10,00 da versare sul conto corrente postale N. 19848407, intestato ad Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus. Il sito dell’Associazione www.pazientibpco.it 800 961 922 Dal lunedì al venerdì, ore 10.00-13.00 Conto Corrente Bancario Banca Popolare Commercio e Industria IBAN: IT90 M 05048 03208 000000010033 Il 5‰ per tutelare i tuoi diritti a Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus - Codice Fiscale 03202030965