Coltivazione sostenibile verticale: preliminare analisi di sistema e buone norme di utilizzo. dr Lara Giongo dr Paolo Martinatti 1 2 Goal e targets Un metodo di produzione alimentare ed una nuova tecnologia in grado di garantire qualità e quantità di cibo, sicurezza e ridurre l’inquinamento ambientale e gli input chimici ed energetici. L’obiettivo del Sistema vertical VEVE è quello di creare un esempio di produzione di ortaggi e frutta per uso domestico, in un modello integrato in termini di tecnologia applicata. Quali coltivazioni scegliere è ovviamente arbitrario, ma la scelta dovrebbe dipendere sempre da diversi parametri di sostenibilità, salute, consumo e dieta bilanciata. Nell’ottica di questi parametri, le colture saranno quindi focalizzate su specie e varietà che possano garantire la diversificazione e garantire il più basso utilizzo di additivi chimici in particolare per la lotta ai parassiti. Naturalmente, ci si aspetta che, sebbene possano essere fatte scelte anche prettamente decorative, la maggior parte della produzione sarà ortofrutticola, quindi si cercherà di fornire alcune informazioni utili per la produzione di alcune colture in particolare. Nel suo insieme, il sistema VEVE avrà implicazioni a livello: INDIVIDUALE rappresentando uno spazio peculiare per imparare a coltivare, approvvigionarsi di cibo in maniera sostenibile, felice e salutare. SOCIALE contribuendo a creare un esempio di produzione a m 0, un’opportunità per creare un ambiente di ispirazione e salute. ECOSITEMA per tutto quanto concerne lo sviluppo delle piante, le loro interazioni e la relazione al consumo. ENERGIA e TECNOLOGIA APPLICATA saranno sviluppate nell’ottica di un prodotto sostenibile che abbassa i costi di produzione ed in maniera tangibile di inquinamento ambientale. 3 Fattori ambientali che influenzano le coltivazioni E’ necessario tenere in considerazione diversi fattori per fare in modo che tutti i parametri utili alla crescita della pianta siano monitorati, controllati ed ottimizzati al fine di ottenere il miglior risultato possibile da questo tipo di coltivazione Zone climatiche, temperature e mappe Le zone di resistenza la al freddo si basano sulle temperature medie annuali delle temperature minime calcolate su base storica. Nella coltivazione delle piante è indispensabile considerare di selezionare piante e specie che meglio si possano adattare a determinate zone. Va considerato che in aggiunta a valutazioni generali, all’interno di ogni zona vi possono essere microclimi differenti, in particolare in giardini o balconi con particolari esposizioni, particolarmente vicini a bacini d’acqua importanti, o particolarmente protetti, che possono determinare performance diverse nello sviluppo e produzione delle piante, che non vengono considerati nella mappa proposta, ma che possono essere riconducibili a zone sulla mappa con range di temperatura specifiche di quel particolare microclima. Luce La luce è un aspetto fondamentale per la crescita armonica delle piante. Nella scelta delle colture va sempre considerata l’attitudine di quella particolare specie alla luce, scegliendo di posizionare sul modulo verticale le piante a seconda che esse richiedano poca o molta luce, in maniera differenziata. Oppure facendo ruotare veve in modo che l’esposizione solare sia indicativamente la stessa su ogni lato dell’orto. Durata dell’esposizione al freddo Molte piante che sopravvivono a brevi periodi di esposizione al freddo potrebbero non tollerare bene periodi lunghi di temperature anche molto fredde: questo va considerato in ragione dello svernamnto delle piante sul modulo, cercando di proteggere con teli (es: tessuto non tessuto) da temperature estreme prolungateinternet www.veve.bio una serie di accessori da applicare al sistema con questo scopo protettivo). Umidità Umidità relative alte limitano possibili danni da freddo, riducendo la perdita di umidità dalle foglie, dai rami e dalle gemme. I danni da freddo posssono essere ingenti se l’umidità relativa è bassa, in particolare per quanto concerne le specie sempreverdi. 4 Mappa europea di riferimento per temperature In questa sezione si propone una mappa climatica, in cui sono specificati i range di temperatura che possono influire sui cicli di produzione delle piante e quindi serve da ausilio nella scelta di coltivazione. Nella mappa europea vanno considerate le zone climatiche ma va considerato sempre anche il microclima in cui si porrà la struttura VEVE, facendo riferimento alle temperature specifiche. 5 Di seguito si propongono due formule di coltivazione nelle aree 7 e 9: questo può permettere di dedurre i range di produizone anche in zone caratterizzate da diverse temperature, o microclimi diversi, per comparazione. 6 Piante compagne La crescita consociata di piante dette compagne può probabilmente essere un vantaggio anche nel sistema aeroponico, sebbene non vi siano molti riferimenti bibliografici a riguardo, essendo questo sistema una tecnologia molto nuova. Quale nota aggiuntiva, si propone però di seguito uno schema di consociazioni favorevoli e meno, da provare se lo si ritiene opportuno. In generale, le piante compagne possono promuovere una crescita migliore, più vigorosa in termini di sviluppo radicale e nutrizione. L’aumento della biodiversità migliora inoltre la possibilità di presenza di ricoveri per insetti utili, oltre ad espletare effetti diretti di tipo spinacio rosmarino ravanello prezzemolo porro pomodoro pisello peperone melanzana Lattuga indivia fagiolo cicoria cetriolo carota bieta repellente. bieta carota cetriolo cicoria fagiolo indivia lattuga melanzana peperone pisello pomodoro porro prezzemolo ravanello rosmarino spinacio Verde: consociazione favorevole Rosso: consociazione non favorevole 7 Cosa mi serve sapere ed avere nelle diverse fasi di crescita delle piante? Alcune note generali Virgilio diceva che non tutti i terreni possono produrre tutto: con il sistema VEVE e cure colturali adeguate, si può coltivare molto, in maniera creativa. • Cos’è un sistema aeroponico? Questo tipo di sistemi verticali non necessita di substrato di crescita: le piante sviluppano un apparato radicale libero, che assorbe non dal terreno ma dallo stesso sistema aeroponico il vapore acqueo e le sostanze nutritive in esso contenute. Una pompa veicola sia l’acqua sia il fertilizzante necessario alla crescita per tutto il sistema che interessa le radici delle piante coltivate. • Quali sono i vantaggi? I vantaggi sono diversi: il primo è rappresentato dal risparmio d’acqua, poiché quasi tutto il vapore viene assorbito dalle radici e solo in parte limitata evapora. Inoltre, il ciclo di crescita della pianta è velocizzato, le condizioni di crescita sono ottimizzate e quindi la resa potenziale è maggiore. • Quali sono gli aspetti colturali da considerare? Le colture da scegliere dovrebbero essere di taglia ridotta e il clima rappresenta una componente importante per la buona riuscita della coltivazione. Una corretta scelta delle colture ed una corretta conduzione permettono di limitare al minimo l’uso di pesticidi. Innanzitutto, deve essere fatta una scelta accurata delle specie da inserire nel modulo e pianificata la loro organizzazione: alcune ipotesi di coltivazione vengono proposte in seguito e dettagliate. E’ possibile scegliere di sviluppare la piante da seme o da piantine già radicate, scelta preferibile per aspetti di uniformità e contemporaneità di crescita, facilità operativa e riduzione di problemi di difesa delle fasi critiche di germogliamento e post-germogliamento, acquistate in vivaio. In quest’ultimo caso, posso utilizzare composti enzimatici biologici, disponibili in commercio, che aumentino la capacità di sviluppo radicale delle plantule, oppure cercare di aumentare la capacità consociativa delle specie scelte. Sebbene in un sistema aeroponico la comunicazione e gli scambi radicali non saranno quelli del pieno campo, tuttavia esistono associazioni che possono comunque essere benefiche per il microambiente che verrà sviluppato. Durante le diverse fasi di crescita delle piante, si dovranno considerare alcuni accorgimenti e cure costanti. In particolare saranno indispensabili il monitoraggio del pH e dell’EC, così come dell’adeguata quantità e tipologia di sostanza nutritiva, nozioni che verranno indicate in seguito Per ottimizzare il sistema, in particolare le condizioni ambientali, sarà inoltre necessario provvedere il sistema di un adeguata esposizione alla luce o di un adeguato ombreggiamento, 8 ancora una volta funzionale alla posizione di VEVE o delle colture che si decide di porre a dimora. Esistono specie più o meno sensibili alla luce e questo deve essere considerato preliminarmente. Una costante rotazione del sistema VEVE può rendere più omogeneo lo sviluppo delle piante sull’intera struttura. Coltivazione Se la coltivazione parte da seme, esso va inserito nell'apposito foro, presente nel dischetto di torba fornito nel kit, ad una profondità di 0,5 cm. Serve mantenere la temperatura a circa 24°26°C ed un alto tasso di umidità alto, circa 80%. La vaporizzazione del modulo assicura già una appropriata umidità per la germinazione. Appurare che la luce sia di buona intensità per favorire il processo di geminazione. Il seme inizialmente non necessita di luce abbondante, ma una volta emersa, la piantina va monitorata soprattutto per temperatura ed umidità per favorirne uno sviluppo ottimale. Le piantine che non ricevono un'adeguata quantità di luce tendono ad avere uno stelo molto lungo ed eziolato (bianco), il che va evitato perché può portare a sviluppi disformi. A seconda del tipo di varietà e specie scelte, della qualità ed età dei semi, la germinazione può impiegare da 2 fino a 21 giorni. Di seguito vengono elencati i fattori essenziali da gestire nel sistema di coltivazione: 1. 2. 3. 4. 5. La luce La temperatura L’umidità L’areazione, ventilazione Ore luce nelle fasi di crescita e fioritura Nella fase di crescita della pianta è necessario fornire circa 18 ore di luce al giorno. Nella terza o quarta settimana della fase di crescita è possibile ridurre le ore di luce da 18 a 12, la pianta percepirà l'arrivo dell'autunno quindi l’effetto di giornate più corte, ed inizierà a fiorire prima che arrivi l'inverno. La temperatura deve essere monitorata attraverso semplici strumenti di misura come i termometri o i termoigrometri. L’intervallo di temperatura ottimale è tra i 21 e i 28 gradi centigradi, ma si possono scegliere colture che hanno range diversi, in maniera da ottimizzare la produzione sulla colonna. L'umidità è un altro parametro fondamentale da tenere sotto controllo nella colonna di coltivazione e l’igrometro è lo strumento di misura per monitorare la percentuale di umidità presente. Tassi di umidità troppo elevata possono causare lo sviluppo di funghi che hanno come conseguenza il progressivo deperimento della pianta. Una buona areazione dell’apparecchio ed una disposizione delle piante che favorisca l’entrata dell’aria permettono all’area di coltivazione di evitare accumulo di umidità e innalzamento della temperatura, favorendo la crescita delle piante. Controllo dei valori dell'acqua nell'impianto aeroponico: l’apporto d’acqua e delle sostanze nutritive è fondamentale in questo sistema ed in aeroponia l'acqua è ovviamente un fattore molto più rilevante e importante rispetto a coltivazioni in piena terra: l’attenzione va rivolta in particolare a due parametri essenziali il pH e la conducibilità EC. 9 Il pH in generale si deve aggirare intorno al 5,8 - 6,0, stando però attenti se vengono scelte piante, ad esempio acidofile, per le quali il pH deve essere più basso. Attraverso un misuratore del pH, o di cartine tornasole, possiamo determinare se la soluzione è acida o basica. Qualora la soluzione risulti troppo acida sarà sufficiente correggerla con soluzioni che contengano per esempio acido fosforico al 30%; se l'acqua è troppo basica la si può correggere con potassio carbonato durante le fasi di crescita e fioritura. La conducibilità elettrica o EC si misura è il mS/sec milli-Siemens al secondo attraverso un Conduttivimetro: misurare l’EC serve a stabilire la quantità di sali sono disciolti nell’acqua. I valori della conducibilità consigliati variano a seconda della fase di germinazione e crescita: Nella fase di germinazione l’Ec si deve aggirare tra un minimo 0,6 e un massimo 1,0; in fasi di crescita e fioritura l’Ec si deve aggirare tra un minimo 1,0 e un massimo di 2,0 mentre nell'ultima fase di fioritura è consigliabile scendere nuovamente tra un minimo 0,6 e un massimo 1,0. Quando l'EC è troppo basso è sufficiente aumentare la quantità di fertilizzante nella soluzione, mentre se è troppo alta è necessario diminuirlo aggiungendo acqua. 10 FERTILIZZANTI E NUTRIENTI Nel sistema VEVE la conoscenza, la scelta e l’utilizzo dei fertilizzanti sono fondamentali per la buona riuscita delle produzioni. Di seguito, sono elencate le principali funzioni di ogni elemento: • azoto (N). È l’elemento che le piante richiedono in maggiori quantitativi. Essendo un componente principale della clorofilla, è responsabile della colorazione verde della pianta. Promuove una rapida crescita, stimola la produzione vegetativa e migliora la qualità di ortaggi e frutta, inducendo l’aumento del contenuto in proteine. Sintomi da carenza di N sono identificabili dal colore verde - giallo chiaro delle foglie e da uno sviluppo lento e limitato. Valori estremi di pH contribuiscono al deficit di N. • fosforo (P). Stimola la radicazione, come la formazione e lo sviluppo dei fiori, la maturazione dei semi, migliora la colorazione dei frutti e aiuta il vigore vegetativo della pianta e la formazione dei semi. E’ coinvolto nella formazione degli acidi nucleici, fosfolipidi, glucidi. Una carenza di P è associata ad arrossamenti delle foglie, deperimento generale della pianta con basso numero di frutti e bassa produzione di semi. Le foglie diventano scure e stentate, con necrosi e colorazione antocianica su foglie e fusto, che diventa debole e leggero. • potassio (K). Aumenta il vigore e la resistenza delle piante in generale, aumenta la dimensione dei semi, migliora la qualità dei frutti. E’ molto importante per la funzionalità degli stomi. La carenza di K appare con effetto di bruciatura delle foglie, si può manifestare come clorosi marginale, necrosi ai bordi delle foglie, foglie arricciate, ed un’alta suscettibilità alle patologie. Se carente diminuisce spesso la consistenza ed il sapore del frutto. • calcio (Ca). Stimola la formazione e lo sviluppo delle radici laterali, migliora il vigore generale della pianta, stimola la produzione di semi e la consistenza dei frutti. La carenza appare con bruciature del margine fogliare. • magnesio (Mg). Componente principale della clorofilla, necessaria per la biosintesi degli zuccheri e di cofattori enzimatici. La carenza appare con una colorazione clorotica sparsa sulle foglie. • zolfo (S). Conserva l’intensità del colore verde, stimola la produzione di semi e promuove uno sviluppo vigoroso della pianta. Se carente, provoca clorosi (ingiallimenti) sulle foglie giovani, ridotto sviluppo del fusto, deperimento generale. • rame (Cu). E’ un cofattore enzimatico ed è concentrato nella clorofilla. • boro (B). E’ coinvolto nella crescita e nell’orientamento del tubo pollinico, nella sintesi degli acidi nucleici. Favorisce la formazione e la qualità di frutta e verdura. È importante per la 11 qualità dei semi delle leguminose. L’eccesso è estremamente pericoloso e può portare alla morte della pianta. Squilibri di boro si manifestano anche con necrosi scura alla base delle foglie giovani e delle gemme e possono portare a nanismo della pianta. • ferro (Fe). Indispensabile per la biosintesi della clorofilla, il fissaggio di N e la respirazione cellulare. La carenza si manifesta con clorosi sulle nervature. • manganese (Mn). Accelera la germinazione e la maturazione dei frutti, migliora l’assorbimento di calcio, fosforo e magnesio. Svolge fondamentali funzioni nel processo di fotosintesi. • zinco (Zn). È necessario per la sintesi della clorofilla e per la crescita delle piante. È un importante attivatore enzimatico. Le piante carenti di zinco hanno un basso contenuto proteico, diminuiscono la lunghezza degli internodi e presentano clorosi e necrosi sulle foglie vecchie. • molibdeno (Mo). E’ necessario per la fissazione dell’azoto nei legumi e per la biosintesi delle vitamine. • cloro (Cl). Presente di norma nell’acqua, in eccesso esso può causare sintomi da stress salino. SOLUZIONE NUTRITIVA La soluzione nutritiva è costituita da acqua e sali minerali disciolti. Principali caratteristiche della soluzione nutritiva sono, come anticipato, rappresentate da pH e conducibilità elettrica (EC). Il pH varia da 0 a 14, si definisce acido se ha valori bassi e alcalino quando questi valori sono alti. Valori estremi non sono compatibili con la vita della pianta. La soluzione nutritiva può essere definita in base al pH: - fortemente acido (pH < 5.5) - acido (pH 5.5-6.0) - debolmente acido (pH 6.0-6.8) - neutro (pH 6.8 -7.3) - debolmente alcalino (pH 7.3-8.0) - alcalino (pH 8.0-8.5) - fortemente alcalino (pH > 8.5) La conducibilità elettrica EC viene misurata utilizzando un conduttivimetro. È estremamente importante preparare la soluzione nutritiva correttamente, sciogliendo uniformemente i sali minerali in acqua. Valori di pH ottimali nella soluzione 1.5 a 2.2 dS m-1 (1.5-2.2 mS cm-1 o 1500-2200 µS cm-1). Di fatto, in ragione di una bassa qualità dell’acqua e a differenze nella disponibilità di fertilizzante, una soluzione nutritiva di sufficiente qualità può essere preparata fino a 2.5 dS m-1 (2.5 mS cm-1 o 2500 µS cm-1). 12 Caratteristiche e messa a punto della soluzione circolante La soluzione nutritiva deve soddisfare i requisiti di: - rapporto fra gli elementi adeguato alle colture in essere - concentrazione dei singoli elementi inferiore al valore di saturazione - concentrazione degli elementi tale da evitare formazione di sali e quindi precipitati - pH compreso nel range ideale delle colture interessate Elementi nutritivi I fertilizzanti e gli ammendanti autorizzati in agricoltura biologica (Allegato I, L 250/34-35 del 18/09/2008, Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea) possono costituire una base di elementi utilizzabili per comporre una soluzione nutritiva rispondente alle caratteristiche necessarie al soddisfacimento delle esigenze delle principali categorie di specie coltivabili nel sistema. 13 14 Previa verifica della composizione in valore percentuale dei singoli elementi presenti nei diversi prodotti commerciali disponibili in commercio e http://www.sian.it/vismiko/jsp/fertFabbricanteRicerca.do) riportata e in etichetta comparazione (fonte da con la concentrazione molare dei vari elementi nella composizione della miscela ricercata è possibile definire le miscele nei valori assoluti e rapporti degli elementi nutritivi necessari per le varie composizioni produttive. A concentrazione molare ideale dei vari elementi fertilizzanti viene normalmente indicata come range più o meno ampio nei macroelementi, mentre risulta più puntuale nei microelementi. Esempio di tabella per fragola in coltura idroponica Macroelementi Microelementi Ione millimoli(mmol) ione micromoli(µmol) Nitrico (NO3) 9-12 Ferro (Fe) 15 Fosfato (H2PO4) 0.5-1.5 Manganese (Mn) 15 Solfato (SO4) 1-2 Zinco (Zn) 5 Ammonio (NH4) 0.5-1.5 Boro (B) 15 Potassio (K) 4-6 Rame (Cu) 0.75 Calcio (Ca) 3-5 Molibdeno (Mo) 0.5 Magnesio (Mg) 1.5-3 15 La molarità ricercata, rapportata alla composizione dei concimi utilizzati secondo appositi calcoli stechiometrici, permette di calcolare la quantità degli stessi da inserire nella soluzione circolante. A partire da questi calcoli è possibile realizzare concimi complessi già pronti da utilizzare tal quale nel sistema. Sistema acido/base La soluzione circolante deve inoltre presentare un valore di pH ricompreso in un range ideale per le specie coltivate. Un idonea situazione di pH agevola infatti l’assorbimento degli elementi nelle giuste concentrazioni da parte dell’apparato radicale, evitando squilibri sia in senso negativo, insufficiente o mancato assorbimento di uno o più elementi nutritivi, sia in senso positivo, con eccesso di assorbimento di alcuni elementi, micro in particolare, ed accumulo nei tessuti epigei, determinando difficoltà foto sintetica e scompensi nella traslocazione degli elementi assorbiti e dei fotosintetati stessi fra gli organi della pianta. Per la correzione e mantenimento del pH della soluzione occorre intervenire attraverso l’aggiunta, nelle opportune quantità di prodotti alcalinizzanti o acidificanti. Nel primo caso, si può intervenire con carbonato di calcio, mentre nel secondo, quello più frequente, quando l’acqua utilizzata per l’irrigazione presenta valori elevati di pH (acque calcaree), i prodotti utilizzabili presenti in commercio sono acidi inorganici. Tali prodotti non sono classificabili fra i concimi o ammendanti biologici e non sono attualmente surrogabili con prodotti di origine organica, quali acidi organici appunto (citrico, acetico o simili) per motivazioni di tipo legislativo. Gestione Verifiche iniziali e controlli Una verifica iniziale del pH e della conducibilità dell’acqua di irrigazione è fondamentale per una corretta quantificazione degli elementi fertilizzanti e dei correttori del sistema acido/base da aggiungere alla soluzione circolante. Aggiunte che vanno mirate alla creazione di un sistema con valori di pH e conducibilità tendenti alle condizioni ideali per le nostre colture. Tale verifica avverrà attraverso l’utilizzo di strumentazione idonea, seppur semplice, quale cartine al tornasole o pH-metri per il pH e conduttivimetri per la conducibilità. Successivi controlli periodici dell’acqua permetteranno di verificare eventuali variazioni dalle sue condizioni iniziali, che se del caso indurranno a modifiche dei valori calcolati. È presumibile la possibile implementazione del sistema attraverso l’applicazione di misure in linea dei valori attraverso l’utilizzo di sensori posizionati sulle condutture ed il loro collegamento a sensori di segnalazione o allarme. Gestione del sistema L’automazione degli interventi permette di gestire la fertirrigazione attraverso il calcolo della durata dell’intervento e degli intervalli fra gli interventi, predeterminati in valore medio necessario per le esigenze fisiologiche (stadio di sviluppo) e ambientali (condizioni climatiche). Anche se è possibile prevedere l’eventuale automazione dell’impianto attraverso l’ausilio di sensori di controllo e gestione, basati su input di luminosità e temperatura, che parametrizzano indirettamente i valori di evapo-traspirazione delle piante. Il sistema dovrà prevedere un periodico reitegro della soluzione circolante ed un ciclico momento di re-start. Il reintegro avverrà in prossimità del termine della soluzione circolante, 16 onde evitare eccessiva concentrazione della stessa che potrebbe portare a fenomeni di fitotossicità radicale, mentre lo svuotamento e pulizia del contenitore avverrà al termine un ciclo prestabilito di reintegrazioni. Sul mercato esistono diversi fertilizzanti biologici (Allegato I, L 250/34-35 del 18/09/2008, Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea) che possono costituire una base di elementi utilizzabili, previa verifica della composizione dei prodotti commerciali disponibili nella percentuale di elementi contenuti da etichetta (la ricerca può essere fatta per denominazione del tipo, uso biologico, registro fertilizzanti, Servizio informativo Agricolo del Mipaf, sul portale SIAN) Fertilizzanti ammessi in coltivazione biologica (da Corso di Orticoltura e Floricoltura, con Colture Protette e Ortoflorovivaismo, Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie, Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Udine, a. a. 2015/2016. Prof.ssa Luisa Dalla Costa) - Letame - Letame essiccato e pollina - Escrementi animali compostati, compresi pollina e stallatico compostato - Deiezioni animali liquidi - Rifiuti domestici compostati o fermentati - Torba - Residui di fungaie - Deiezioni di vermi (Vermicompost) e di insetti - Guano - Miscela di materiali vegetali compostata o fermentata - Prodotti o sottoprodotti di origine animale : farina di sangue - farina di zoccoli - farina di corna - farina di ossa, anche degelatinata -farina di pesce - farina di carne - pennone lana - pellami - pelli e crini - prodotti lattiero-caseari - Prodotti e sottoprodotti di origine vegetale per la fertilizzazione - Alghe e prodotti di base di alghe - Segatura e trucioli di legno - Cortecce compostate - Cenere di legno - Fosfato naturale tenero - Fosfato allumino-calcico - Scorie di defosforilazione - Sale grezzo di potassio - Borlande - Carbonato di calcio - Solfato di magnesio - Soluzione di cloruro di calcio - Solfato di calcio - Fanghi industriali di zuccherificio - Fanghi industriali derivanti dalla produzione di sale - Zolfo elementare - Oligoelementi 17 - Cloruro di sodio - Farina di rocce e argille 18 Outline delle possibili colture per produzione in modulo VEVE: lista di specie e varietà utilizzabili Coltivare con il sistema VEVE può essere un processo creativo, terapeutico e molto altro. Di seguito vengono proposte alcune colture che possono essere considerate per l’aeroponia verticale del sistema VEVE. Varietà/specie Lattuga, rucola, orticole a foglia (baby salad), erba di grano Generale Le lattughe appartengono in prevalenza alla famiglia delle Asteraceae (Compositae). Consumate in prevalenza freschi, sono tra i vegetali a crescita più veloce consumati al mondo. Negli ultimi anni, l’offerta varietale è molto ampia ed il loro ciclo ridotto – si riescono a fare 18 cicli all’anno con alcune varietà secondo Rodrıguez-Hidalgo et al., 2010 – ne fanno colture di estremo interesse. Hanno prevalentemente radice a fittone e piccole radichette. Le foglie possono essere lisce o ricce, rotonde o ovali a seconda della specie e della varietà. I colori possono variare molto, dal verde al rossastro. La colorazione delle diverse cultivars è correlate alla composizione in fenoli e quindi al comportamento antiossidante (Perez-Lopez et al., 2014). Diversi composti hanno attività antiossidante in queste colture, che vanno quindi scelte anche in base alla colorazione, per garantire diversi effetti benefici per la salute. Il ciclo botanico comprende due fasi: nella fase vegetativa le foglie crescono e, a seconda delle varietà, vi può essere un maggiore o minore embricamento. In questa fase va consumato il prodotto. La seconda fase è invece quella riproduttiva, nella quale emerge lo stelo fiorale, che produrrà in seguito i semi. Le diverse tipologie sono classificate prevalentemente in base al cespo ed al colore. Il cespo presenta una forma sferica più o meno allungata ed una consistenza assai variabile. Può infatti risultare compatto (come nella varietà Brasiliana), relativamente serrato (come nel tipo Batavia) o morbido (come nella varietà Gentilina). La rucola coltivata, Eruca vesicaria (L.) Cav., è una pianta erbacea annuale, con una rosetta di foglie a livello del terreno, lunghe fi no a 200 mm e larghe fino a 60 mm, piuttosto spesse. Lo stelo alto 0,20-0,70 m è lievemente peloso nella parte inferiore e per il resto glabro. Lo spinacio (Spinacia oleracea L.) appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae ed è stato introdotto in Europa intorno al XVI secolo. È una pianta erbacea annuale, con radice fittonante che, dopo l’emergenza delle foglie cotiledonari, lunghe e strette, evidenzia quelle vere, alterne, con picciolo più o meno lungo(40-60 mm), disposte a rosetta, con internodi molto brevi. 19 La valerianella (Valerianella locusta (L.) Laterr.) appartiene alla famiglia delle Valerianaceae, è una specie erbacea spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo. Quando viene seminata a fine inverno si comporta da annuale, con la semina in autunno presenta un ciclo biennale. Presenta foglie intere, uninervie, spatolate oppure oblungo-lanceolate sessili, lunghe 50-100 mm, di colore verde lucente. Erba di grano: per il suo uso trasformato in forma di succo o polvere per te o per usi medicinali, può esssere scelta per la coltivazone aeroponica. LATTUGA RUCOLA da TAGLIO valore valore per 100g per 100g Proteine SPINACIO fresco valore per 100g 32% 38% 44% 7% 10% 20% 61% 52% 36% 83 100 83 95.6 91 90.1 Proteine (g): 1.1 2.6 3.4 Lipidi(g): 0.1 0.3 0.7 0 0 0 2.2 3.9 2.9 0 0 2.3 Zuccheri solubili (g): 2.2 3.9 0.4 Fibra totale (g): 1.5 0.9 1.9 0 0 0 Energia (kcal): 14 28 31 Energia (kJ): 57 116 129 Lipidi Carboidrati Parte edibile (%): Acqua (g): Colesterolo (mg): Carboidrati disponibili (g): Amido (g): Fibra solubile (g): Fibra insolubile (g): Alcol (g): Sodio (mg): 100 Potassio (mg): 468 530 Ferro (mg): 0.9 5.2 2.9 Calcio (mg): 46 309 78 Fosforo (mg): 22 41 62 Magnesio (mg): 60 20 Rame (mg): 0.16 Selenio (µg): 1 Tiamina (mg): 0.04 0.07 Riboflavina (mg): 0.09 0.37 Niacina (mg): 0.4 0.4 Vitamina A retinolo eq. (µg): 194 742 485 59 110 54 Vitamina C (mg): Fonte: Banca dati CREA 2016 Produzione, impianto, crescita: Condizioni di crescita lattughe: richiedono temperature di circa 13 - 28° C per la lattuga e simili, 24° – 30° C per le altre erbacee durante il giorno, 16° – 20° C durante la notte. Condizioni di crescita spinacio: è considerata specie longidiurna, tuttavia, nell’ambito delle numerose cultivar, per la formazione dello stelo e dei fi ori, le esigenze fotoperiodiche sono molto diverse e variabili, passando dalle condizioni di giorno lungo a quelle di giorno neutro. Temperature basse (28°C) accelerano la formazione delle strutture riproduttive quando accompagnate da fotoperiodo breve; livelli termici tra 9 e 12°C precocizzano la formazione dello stelo fiorale. Vi sono consistenti variazioni nella durata del ciclo colturale in relazione alla specie e al periodo di coltivazione: si passa, infatti, da circa 20 giorni per la produzione della lattuga nel periodo estivo agli oltre 90 giorni per la valerianella nel periodo invernale. Consistenti sono pure le differenze tra le epoche di produzione alle diverse latitudini, e per questo si può fare riferimento alle mappe europee. Pur con differenze tra le specie, a nord le produzioni si ottengono prevalentemente dalla primavera all’autunno, mentre a sud sono concentrate nel periodo invernale. La variazione diurne di luce ha effetti su molti metaboliti dei vegetali a foglia. I LED possono essere usati per modulare questi effetti e diverse conclusioni sono riportate nella letteratura scientifica. 21 Esempio di soluzione nutritiva per ortaggi da taglio (in idroponica) Componenti UM Unità di misura Rucola Lattughina HCO3 mM 0,5 0,5 NO3 NH4 H2P04 SO4 K mM mM mM mM mM 9 3 1,5 3,5 5 10 1,5 1,5 1,5 5 Ca Mg mM mM 2 1,5 2 1,5 Fe Mn Zn B Cu Mo pH EC μM μM μM μM μM μM 30 10 4 30 1 0,5 5,5-6,2 1800-2500 30 10 4 10 1 0,5 5,5-6,2 1300-1700 μS 22 Gestione dei patogeni La sanitizzazione rappresenta la chiave per mantenere il sistema libero da patogeni: i problemi maggiori possono essere rappresentati in questo sistema da funghi radicali, che possono essere trasmessi anche attraverso il sistema aeroponico. Altri patogeni possono essere rappresentati da funghi dell’apparato aero quali botrite e oidio. Anche alcuni insetti vanno monitorati (afidi, tripidi, ragnetti, etc.). Deve sempre essere fatto un controllo delle alghe del mezzo acquoso. Coliformi, colifagi ed enterococchi devono sempre essere esclusi, utilizzando in primis acqua molto pulita. Accorgimenti • Posizionare le piante per dimensioni dal basso verso l’alto, in maniera tale da ottimizzare l’areazione dell’intera struttura produttiva. • Scegliere insalate e specie a colorazione diversa, sia per il diverso contenuto in antiossidanti, sia per per il diverso sapore, sia per un effetto visivo diversificato e piacevole. • E’ possibile aggiungere ai vegetali a foglia altri ortaggi (pomodori e cetrioli, basilico, broccoli, etc.) per ottenere una produzione tipica dell’orto sul balcone di casa. 23 Tipologia specie: Berries: fragola Generale: In tutto il mondo la produzione di berries è aumentata negli ultimi anni, soprattutto per il loro eleavato potere salutistico e nutrizionale, in particolare quale fonte di antiossidanti, protettivi del sistema nervoso, effetti benefici sulla circolazione sanguigna, etc. Riuscire a produrre a livello locale questi frutti può rappresentare un potenziale enorme. Le specie di berries sono tra loro molto diverse, quindi servirà, nel sistema aeroponico, fare attenzione alla scelta delle varietà che sarà orientata a frutti di sapore, di potenziale antiossidante, di colore diverso, ma anche di piante di dimensioni contenute. In un recente studio (Treftz et al., 2015) consumatori sono stati chiamati a identificare differenze qualitative tra fragole coltivate in pieno campo e fragole coltivate in coltura idroponica (di cui l’aeroponica costituisce un ulteriore avanzamento tecnologico) ed il 70% di questi hanno preferito le seconde, rilevando come queste tecnologie possano contribuire positivamente alla qualità del prodotto. Produzione, impianto e crescita La fragola è molto influenzata da due fattori climatici: la temperatura e la luce. I valori ritenuti critici nelle fasi vegetative sono: 12°C temperatura minima letale; 2-0°C temperatura critica durante la fioritura; 25-30°C temperatura massima in coltura protetta durante la fioritura. Sbalzi termici durante la fioritura provocano deformazione dei frutti specie in coltura protetta. Con la disponibilità di diversi tipi di piante, l’epoca del trapianto si è allungata. Dal trapianto si calcolano circa 60-70 giorni prima dell’inizio della raccolta. Raccolta Una programmazione accurata dei trapianti di fragola può assicurare una crescita ed una produzione per buona parte dell’anno. Gestione patogeni Pratiche biologiche di controllo dei patogeni sono efficaci nella coltivazione aeroponica. Non eccedere nella densità d’impianto. Varietà Da scegliere in base alla qualità del frutto, al colore e tipologia dei frutti ed alle dimensioni della pianta. Preferire una buona diversificazione. Nutrizione Nei berries è presente una pletora di composti bioattivi che hanno diversi effetti positivi, per l’azione antiossidante, antiinfiammatoria, immunitaria, etc. 24 Accorgimenti • Posizionare le piante per dimensioni dal basso verso l’alto, in maniera tale da ottimizzare l’areazione dell’intera struttura produttiva. • Se si vuole diversificare tra berries, scegliere quelli a sviluppo più ridotto (ad esempio tra i lamponi Rubus chamaemorus) • Scegliere fragole rifiorenti significa produrre per tempi più lunghi, ma anche essere più attenti al controllo dei patogeni e degli insetti. • Non eccedere nella densità d’impianto sul modulo verticale, per ridurre al minimo gli attacchi fungini • Effettuare la rimozione delle foglie in eccesso durante il periodo di pre-fioritura. • Asportare parte degli stoloni per mantenere l’equilibrio della pianta. 25 Erbe Aromatiche Con la coltivazione aeroponica è possibile coltivare qualsiasi pianta aromatica, si tratti di prezzemolo, basilico, timo, rosmarino, origano, menta, etc. Erbe aromatiche e spezie hanno in aeroponia una crescita più veloce, anticipata, e rese maggiori e produzioni multiple. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito pianta medicinale, ogni vegetale che contiene sostanze che possono essere utilizzate per scopi terapeutici o preventivi, sotto forma di preparati semplici. Oppure, dopo averle isolate e modificate chimicamente, possono far parte di prodotti farmaceutici e quindi sono i precursori di sintesi chimicofarmaceutiche. (De Maria, 1992). Piante da essenza • Angelica: il suo aroma è un derivato dell'acido pentadecanoico: contiene derivati del tannino, acidi aromatici, sostanze amare e zuccherine. • Bergamotto: agrume usato per produzione di essenze in cosmetica e profumi o come blando disinfettante. • Citronella: usata soprattutto come repellente per le zanzare. • Lavanda: pianta profumatissima utilizzata per profumare. • Piante ad uso culinario Basilico profuma i cibi crudo ed aiuta la digestione per un’azione calmante della mucosa gastrica. • Aglio crudo o cotto, ha proprietà antisettiche ed antiossidanti grazie all’ allicina. • Rosmarino pianta aromatica, ornamentale, cosmetica e medicinale conferisce odore e sapore. Aiuta la digestione. • Menta è espettorante e digestiva ed aiuta a decongestionare la pelle. • Salvia utile antiinfiammatorio. • Prezzemolo ha azione diuretica ma in dosi eccessive può essere tossico. 26 Fiori edibili I fiori si utilizzano da secoli nelle cucine di tutto il mondo, freschi, secchi o canditi, in particolare in quella asiatica, mediorientale ed europea, ma si ha notizia del loro consumo fin dall' Antica Cina e Antica Grecia. Se si possono mangiare per usi terapeutici è altrettanto vero che alcuni possono essere anche ottimi insaporitori. La scelta anche in aeroponia può esserre ampia: anice, calendula, camomilla, garofano, cicoria, margherita, geranio, gladiolo, viola, lavanda, menta, maggiorana, pansé, origano, timo, senape, nasturzio e viola tra le altre. Il pH di crescita è consigliato tra 5,5 e 6,5. Elenco ed attività benefica Accorgimenti • Valeriana: la radice è un sedativo e un ansiolitico naturale. • Camomilla: ha potere antiinfiammatorio e calmante con lieve effetto sedativo, favorisce la digestione e decongestiona la pelle. • Rosa canina: antiossidante, diuretica e ricca di vitamina C. • Finocchio: i semi esercitano un’azione antispasmodica, rinfrescante e digestiva. • Erba di San Giovanni: è uno stimolante grazie all’azione dell’ipericina. • Calendula: i suoi fiori hanno azione antiinfiammatoria in mucose e cute, immunostimolante, cicatrizzante, disinfettante. • Pratolina: Si utilizzano le foglie più tenere, raccolte prima della fioritura, nelle insalate.E’ritenuta un buon disintossicante con proprietà astringenti. • • Accertarsi sempre dell’effetto dei fiori prima dell’assunzione. Utilizzare possibilmente sementi e piantine certificate biologiche. 27 Protezione biologica generale Difesa passiva o preventiva Una tecnica colturale quale quella in oggetto prevede per sua natura la predisposizione a non essere normalmente soggetto a problemi di tipo sanitario. L’attuazione delle pratiche agronomiche previste dal sistema che mettono le piante nelle condizioni ambientali, nutrizionali e gestionali ideali, a fronte viceversa di condizioni sfavorevoli per la maggior parte di patogeni e parassiti, in concomitanza con l’effetto sinergico delle consociazioni previste, rende tale problema prevedibilmente raro ed estemporaneo. Difesa attiva Nell’eventualità dell’insorgenza di problemi di questa natura è ipotizzabile il ricorso ad una difesa di tipo attivo incentrata su prodotti biologici ormai facilmente disponibili e di semplicità d’uso alla stregua di quelli tradizionali. In particolare per sistemi di uso domestico è quindi opportuno non utilizzare prodotti di sintesi, efficaci ma decisamente tossici, ma pensare di scegliere composti di origine naturale che presentano minori controindicazioni e soprattutto risultano meno persistenti nell'ambiente. Utilizzati correttamente, questi fitoterapici si possono facilmente diluire in acqua, inquinano meno e svolgono un'azione stimolante sulle difese naturali delle piante, creando anticorpi utili a impedire la ricomparsa dei parassiti. Prodotti utilizzabili Gli antiparassitari e i prodotti fitosanitari autorizzati in agricoltura biologica (Allegato II, L 250/34-35 del 18/09/2008, Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea) si possono considerare per effettuare una difesa sostenibile dai parassiti ove fosse necessaria. 28 29 30 31 per vertical veggies 32