[Numero 14 - Articolo 2. Maggio 2007] Effetti della Rosuvastatina sulla progressione dello spessore intima-media della carotide in soggetti a basso rischio con aterosclerosi subclinica. Risultati dello studio METEOR Titolo originale: "Effect of Rosuvastatin on Progression of Carotid Intima-Media Thickness in Low-Risk Individuals With Subclinical Atherosclerosis. The METEOR Trial" Autori: John R. Crouse III, MD; Joel S. Raichlen, MD; Ward A. Riley, PhD; Gregory W. Evans, MA; Mike K. Palmer, PhD; Daniel H. O’Leary, MD; Diederick E. Grobbee, MD, PhD; Michiel L. Bots, MD, PhD; for the METEOR Study Group. Rivista e Riferimenti di pubblicazione: JAMA. 2007 Mar 28;297(12):1344-53 Recensione a cura di: Gaetano D'Ambrosio, Area Cardiovascolare SIMG Indirizzo dell'articolo: http://jama.ama-assn.org/cgi/content/abstract/297/12/1344 Razionale Le statine hanno ampiamente dimostrato di essere in grado di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria. E’ inoltre documentato che questi farmaci sono in grado di rallentare la progressione o anche di far regredire le lesioni aterosclerotiche. Nella maggior parte dei casi tali risultati sono stati ottenuti in soggetti ad alto rischio, con elevati livelli dei lipidi plasmatici o affetti da patologie cardiovascolari. In uno studio precedente la Rosuvastatina ha dimostrato di essere in grado di produrre una regressione delle lesioni aterosclerotiche, valutate mediante ecografia intravascolare. Il presente studio è stato condotto allo scopo di verificare se una dose di 40 mg/die di rosuvastatina, somministrata per 2 anni in soggetti di età media, rischio cardiovascolare basso (< 10%) ed aterosclerosi subclinica, è in grado di modificare positivamente il decorso delle lesioni aterosclerotiche, in confronto con il placebo. Metodo In 61 centri distribuiti sia in Europa che negli Stati Uniti sono stati selezionati soggetti con livelli moderatamente elevati di colesterolo e a basso rischio cardiovascolare (0-1 fattori di rischio o rischio stimato secondo l’algoritmo di Framingam < 10% a 10 anni in assenza di malattia cardiovascolare documentata). I pazienti elegibili sono stati randomizzati a ricevere, in doppio cieco, placebo o 40 mg di rosuvastatina per due anni. Una valutazione ecodoppler dei vasi carotidei é stata eseguita in condizioni basali ed ogni sei mesi fino al termine del followup. L’end-point primario dello studio è stato definito come la velocità di cambiamento, su base annua, dello spessore intima-media massimo valutato su tutti i segmenti carotidei esaminati. Criteri di inclusione • • • • • Età 45 - 70 anni (uomini) e 55 – 70 anni (donne) LDL colesterolo tra 120 e 190 mg/dl per i soggetti con 1 solo fattore di rischio, fino a 160 mg/dl per i soggetti con più di un fattore di rischio e rischio CV stimato < 10 % Colesterolo HDL <60 mg/dl Trigliceridi < 500 mg/dl Spessore Intima-media carotideo 1.2-3.5 mm Criteri di esclusione • • • • • • • Trattamento ipolipemizzante negli ultimi 12 mesi Evidenza clinica di vasculopatia coronarica o periferica Pregressa procedura di rivascolarizzazione Rischio CV stimato > 10% a 10 anni Diabete mellito Ipertensione non controllata Ipercolesterolemia familiare • Creatinina sierica > 2 mg/dl Risultati Nel periodo tra agosto 2002 e marzo 2004 sono stati randomizzati 984 pazienti (702 al gruppo rosuvastatina, 282 al gruppo placebo). Nel gruppo di trattamento si è osservato un importante miglioramento del quadro lipidemico: colesterolo LDL -49%, colesterolo totale -34%, HDL +8%, trigliceridi -16%. Nel gruppo trattato con placebo si è osservato, rispetto alla valutazione basale, un incremento dello spessore intima-media di 0.0014 mm/anno [IC 95% da -0.0041 a 0.0014 mm/anno]. Nel gruppo trattato con rosuvastatina, invece, si è osservata una riduzione di -0.0041 mm/anno [IC 95% da 0.0087 a 0.0174 mm/anno]. La differenza tra i due trattamenti è risultata statisticamente significativa (p < 0.001) mentre la riduzione dello spessore osservato nel gruppo placebo non è risultata significativamente diversa da zero, nonostante che lo studio fosse stato dimensionato per osservare una regressione della alterazione della parete vascolare. La frequenza degli eventi avversi è risultata simile nei due gruppi. Sei pazienti, tutti nel gruppo trattato con il farmaco attivo, hanno presentato eventi cardiovascolari maggiori. Conclusioni Gli autori concludono che la rosuvastatina, alla dose di 40 mg/die, è in grado di rallentare la progressione delle lesioni aterosclerotiche iniziali in soggetti di età media a basso rischio cardiovascolare, senza provocare significativi effetti collaterali. Riconoscono che sono necessari ulteriori studi per determinare le implicazioni cliniche di questo risultato. Rilevanza per la pratica della Medicina Generale La prevenzione degli eventi cardio- e cerebro-vascolari rappresenta uno dei compiti di maggiore rilievo del Medico di Medicina Generale. Per questo, l’attenzione nei confronti dei farmaci capaci di modificare l’evoluzione della malattia aterosclerotica non può che essere molto alta. Lo studio METEOR, inoltre, documenta l’efficacia di una statina in soggetti a basso rischio cardiovascolare ovvero in una popolazione che é costantemente presente all’attenzione del Medico di Medicina Generale. Lo studio, quindi, riveste un interesse elevato dal punto di vista teorico ma, al momento, é privo di conseguenze pratiche. Infatti, non potendo documentare una efficacia su outcome clinici rilevanti (incidenza degli eventi cardio-vascolari maggiori e mortalità), l’intervento farmacologico valutato dallo studio non può essere proposto per l’implementazione nella pratica clinica quotidiana. Limiti dello Studio Il limite principale dello studio è quello di esaminare un end-point surrogato, lo spessore intima-media, che, per quanto correlato con il rischio cardiovascolare, non consente di estrapolare i risultati ottenuti agli esiti clinici e, quindi, di trarre indicazioni utili per migliorare le strategie di prevenzione primaria cardiovascolare. Considerazioni del revisore Anche se privo di conseguenze pratiche sull’approccio del Medico di Medicina Generale alla prevenzione primaria cardiovascolare, lo studio METEOR solleva alcune importanti questioni. Lo studio documenta che anche in pazienti considerati a basso rischio può essere presente un danno aterosclerotico iniziale e che è possibile modificare favorevolmente la progressione della aterosclerosi mediante la somministrazione di rosuvastatina. Da queste osservazioni scaturisce la necessità di effettuare uno screening ecografico sistematico anche nei soggetti a basso rischio cardiovascolare? Attualmente questo tipo di valutazione è particolarmente raccomandata nei soggetti a rischio intermedio (10-20% a 10 anni) nei quali il riscontro di alterazioni vascolari può modificare in modo significativo la stratificazione del rischio e, conseguentemente, l’approccio terapeutico . L’estensione della indicazione ai pazienti a basso rischio avrebbe un impatto estremamente rilevante sia di tipo organizzativo che economico. L’eventuale successiva indicazione a trattare con statine a dosaggio elevato i pazienti risultati positivi al test avrebbe delle implicazioni altrettanto rilevanti che scaturiscono dalla necessità di esporre cronicamente ad una terapia farmacologica non priva di effetti indesiderati soggetti a bassissimo rischio di incorrere in eventi cardiovascolari. Un’altra importante questione é se un end-point surrogato, come lo spessore intima-media, possa essere ragionevolmente utilizzato per ricavare evidenze a sostegno di un intervento di tipo preventivo. Questo tipo di operazione é considerata generalmente non ammissibile in considerazione del fatto che, come è già accaduto in diverse circostanze, ad un risultato favorevole sull’end point surrogato potrebbe corrispondere un’efficacia nulla o addirittura un effetto sfavorevole sull’end-point clinico principale. Nel nostro caso, in particolare, mentre é documentata la correlazione epidemiologica tra aumento dello spessore mio-intimale ed eventi cardiovascolari, del tutto insufficienti sono le prove che la riduzione dello spessore ottenuta mediante la somministrazione di statine si traduca in un reale beneficio clinico. Attualmente si ritiene che il sottogruppo di soggetti a basso rischio in base al calcolo del rischio CV globale, ma con segni sublicinici di patologia atersclerotica (es aumentato spessore mio-intimale) siano in realtà a rischio maggiore. Nonostante ciò, in assenza di studi che dimostrino un favorevole rapporto rischio/ efficacia e costo/efficacia in questo sottogruppo di pazienti, non è possibile ipotizzare alcun trattamento farmacologico, come per altro chiaramente indicato dagli autori Pertanto, anche dopo lo studio METEOR lo screening ecografico sistematico delle lesioni aterosclerotiche ed il conseguente possibile trattamento con statine restano assolutamente non indicati nei soggetti a basso rischio cardiovascolare. Rimane inoltre irrisolto il problema della terapia ottimale nei soggetti valutati a basso rischio che, per i motivi più vari, eseguono uno studio delle carotidi che evidenzia aumento dello spessore intima-media. 1. NissenSE et al. Effect of very high-intensity statin therapy on regression of coronary atherosclerosis: the ASTEROID trial. JAMA. 2006 Apr 5;295(13):1556-65 2. GreenlandP et al. Improving Coronary Heart Disease Risk Assessment in Asymptomatic People Role of Traditional Risk Factors and Noninvasive Cardiovascular Tests. Circulation. 2001;104:1863-1867 © 2007 Progettoasco.it