Principali avversità biotiche della vite Caratteristiche & controllo. Riccardo Masetto [email protected] Suddivisione delle avversità in funzione all’agente eziologico. Virosi e fitoplasmosi. Avv. da crittogame. Batteriosi. Avv. da fitofagi. Acariosi. Virosi e fitoplasmosi. COMPLESSO DELL’ARRICCIAMENTO GFLV (Grapevine fanleaf nepovirus) Agente eziologico: Diversi ceppi Famiglia: Comoviridae. Virosi. Sintomatologia. Arricciamento o malformazione infettiva: Foglie asimmetriche, con frastagliatura marginale a forma di ventaglio, maculate, germogli con internodi raccorciati con andamento a zig-zag. Colatura forale, acinellatura e stentato sviluppo dei tralci. Scolorazione perivernale: compaiono maculature clorotiche lungo le nervature principali delle foglie. Giallume infettivo o mosaico giallo: compaiono decolorazioni giallo cromo sulla lamina fogliare, filloptosi anticipata, scarsa produzione. L’arricciamento comporta quindi un progressivo deperimento della pianta fino alla morte della pianta stessa. Riduzione quali-quantitativa della produzione, una limitazione della capacità rizogena delle talee e una scarsa resistenza alle condizioni climatiche avverse. Virosi. LEGNO RICCIO RW (Rugose wood – GCBaV) Agente eziologico: Rugose wood - GCBaV Sintomatologia. Nel punto d’innesto si osservano una notevole ipertrofia e iperplasia dei tessuti con necrosi del tessuto legnoso che presenta creste e scanalature; si hanno manifestazioni di disaffinità. La pianta va incontro ad uno sviluppo stentato con disseccamento dei tralci e morte. Questa virosi è veicolata da nematodi. [Illustrazioni soggette a copyright.] Virosi. ACCARTOCCIAMENTO FOGLIARE (Grapevine leaf roll virus – GLRaV) Agente eziologico: Leaf roll - GLRaV Sintomatologia. I lembi fogliari si accartocciano con ripiegamento dei margini verso il basso, si ha ingiallimento nelle uve nere. I vettori di questa virosi sono cocciniglie. Difesa. Disinfestare con nematocidi il suolo in reimpianto, lottare contro le cocciniglie, utilizzare materiale di propagazione sano e certificato esente da virosi. Fitoplasmosi. FLAVESCENZA DORATA E LEGNO NERO. Agente eziologico: • 16Sr – V, Elm yellows • 16Sr – XII, Stolbur Sintomatologia. I sintomi sono distinguibili in una manifestazione precoce primaverile e in una estiva più tardiva. Sintomatologia primaverile. Germogli con un numero di internodi inferiore al normale. • Foglie di piccole dimensioni. • Bollosità fiorale. • Disseccamento dei germogli a partire dall’apice. • Filloptosi anticipata. • Imbrunimento dei tessuti sottocorticali. Sintomatologia estiva. • Stentato sviluppo delle femminelle. • Arrossamenti e/o ingiallimenti attorno alle nervature fogliari. • Ripiegamento verso il basso della lamina fogliare. • Disseccamento delle infiorescenze e dei grappoli in allegagione. • Mancato agostamento. • Pustole nerastre su tralci non lignificati. Biologia ed epidemiologia. In natura i fitoplasmi della Flavescenza dorata e del Legno nero sono trasmessi da Rincoti fitomizi: Scaphoideus titanus. Hyalesthes obsoletus. Scaphoideus titanus. Ordine: Hemiptera Famiglia: Cicadellidi Genere: Scaphoideus Specie: titanus Piccolo rincote (4,7 – 6 mm di lunghezza) originario del Nord America; compie una sola generazione all’anno. La trasmissione del patogeno avviene a qualsiasi stadio post-embrionale (Neanide, ninfa e adulto); L’acquisizione del patogeno avviene in seguito alla nutrizione da parte dei soggetti, in piante infette; dopo un periodo di latenza di circa 28 – 35 giorni l’adulto, in seguito all’attività trofica su piante sane, trasmette la virosi. Le neanidi sono facilmente riconoscibili dalla presenza di due macchie scure nella parte caudale dell’addome. Hyalesthes obsoletus. Ordine: Hemiptera Famiglia: Cixiidae Genere: Hyalesthes Specie: obsoletus Rincote delle dimensioni di 3,8 – 5 mm di lunghezza, compie una sola generazione all’anno con ninfe svernanti nel terreno. Gli adulti presentano attività trofica estiva. Specie polifaga. Avversità da crittogame. PERONOSPORA DELLA VITE Classificazione Patogeno. Regno: Chromista Divisione: Oomycota Classe: Oomycetes Ordine: Peronosporales Famiglia: Peronosporaceae Genere: Plasmopara Specie: viticola Biologia ed epidemiologia. A partire dal mese di luglio il micelio del parassita produce gametangi (anteridio e oogonio) dalla cui unione si originano oospore sferiche. Quest’ultime svernano nelle foglie cadute a terra; in primavera (>10 °C; 10mm pioggia in 2gg; germogli lunghi almeno 10cm) si ha la germinazione dell’oospora la quale originerà un macrosporangio portante zoospore. Il macrosporangio, trasportato dall’acqua o dal vento giunge sulle foglie dove libera le zoospore. Queste, mediante il flagello raggiungono gli stomi; qui perdono il flagello e incistano all’interno della foglia con la formazione di un micelio intercellulare con austori. Dopo un periodo di incubazione, vengono emessi dei rami sporangiofori che determinano, visivamente, la muffa grigia. In presenza di un velo d’acqua i rami sporangiofori liberano zoospore precursori di infezioni secondarie. Il patogeno non ha capacità di penetrazione attiva. Ciclo biologico. (1) Ciclo biologico. (2) Sintomatologia. La peronospora attacca tutte le parti verdi della pianta in attività fotosintetica. Non quindi i tessuti lignificati. • Foglia: Il primo sintomo consiste della comparsa, nella pagina superiore della foglia, di “macchie d’olio”, ossia chiazze traslucide decolorate in corrispondenza delle quali, sulla pagina inferiore vi è la comparsa di muffa bianca (fruttificazione). L’area colpita si dissecca e si lacera. Nelle foglie tardive ossia sviluppate a fine estate la peronospora si presenta a piccole chiazze poligonali: peronospora a mosaico. • Germogli e tralci: Le parti colpite imbruniscono, nel caso di elevata umidità vi è la formazione di muffa. A maturazione del tralcio sono visibili spaccature. • Infiorescenze e grappoli: Se attaccati precocemente, in fioritura, il patogeno determina il piegamento del grappolo a “S”; allessatura del rachide e dei racimoli. Gli acini sono attaccabili finché gli stomi sono aperti, anche se in altri casi il patogeno può penetrare dal racimolo determinando il marciume bruno. Difesa fitosanitaria. Antiperonosporici di copertura: colpiscono per contatto gli sporangi e le zoospore sulla superficie delle piante durante il diffondersi dell’epidemia, pertanto hanno azione preventiva. • Solfato di rame. • Ditiocarbammati (mancozeb, metiram...) • Tioftalimmidi (folpet) • Tiocianochinoni (dithianon) • Sulfamidi (tolifluanide) Antiperonosporici citotropici: colpiscono il micelio del patogeno penetrato nei tessuti, diffondendosi limitatamente alla zona sottostante lo strato di cuticola irrorato. • Cymoxanil. • Strobilurine. • Fenamidone. Antiperonosporici sistemici: assorbiti dalla pianta, passano in circolo lifatico nel sistema dei vasi legnosi e floematici diffondendosi nella vegetazione. • Fosetil alluminio. • Acilalanine. • Iprovalicarb. OIDIO O MAL BIANCO Classificazione Patogeno. Divisione: Ascomycota Famiglia: Erysiphaceae forma sessuata telemorfa: Gen. Uncinula Spe. necator forma asessuata anamorfa: Gen. Oidium Spe. tukeri Biologia ed epidemiologia. Il patogeno può trascorrere l’inverno sottoforma di micelio nelle gemme o sulle foglie cadute a terra mediante i cleistoteci (resistenti corpi fruttiferi). Nel periodo primaverile le infezioni hanno inizio dallo svernamento del micelio, il quale formato da un fitto intreccio di ife da cui sorgono numerosi conidiofori portanti conidi. Esso si sviluppa esternamente alla pianta alimentato grazie agli austori che penetrano attraverso la cuticola, attingendo al citoplasma. Il micelio è a sviluppo superficiale (epifita). Fattori predisponenti: 6-35 °C e 25-29 % di umidità. Sintomatologia. Comparsa di un’efflorescenza biancastra su tutti gli organi verdi della pianta. • Foglie e germogli: presenza sulla pagina superiore, di aree biancastre in espansione, al di sotto delle quali il tessuto risulta imbrunito. Posssono presentarsi bollosità. • Tralci: Colpiti in stadio giovane, evidenziano lesioni reticolari o anche fessurazioni a lignificazione avvenuta. • Grappoli: in fioritura gli attacchi causano colatura e/o distacco di intere porzioni di grappolo. Sugli acini i tessuti epidemici alterati e non più elastici, in seguito all’ingrossamento delle parti sane, si lacerano favorendo l’entrata ad altri agenti patogeni, per esempio Aspergillus carbonarius, produttore dell’ocratossina A. Difesa fitosanitaria. La protezione della vite dal mal bianco si basa fondamentalmente su interventi con mezzi chimici. Il principio attivo utilizzato fin dall’arrivo in Europa della malattia è lo zolfo. Oggigiorno vi sono numerosi altri preparati attivi antioidici, quali: • Ampelomyces quisqualis (antagonista oidico). (copertura) • Fenarimol. (citotropico) • Triazoli. (sistemico) BOTRITE O MUFFA GRIGIA Classificazione Patogeno. Divisione: Ascomycota Famiglia: Sclerotiniaceae forma sessuata telemorfa: Gen. Sclerotinia forma asessuata anamorfa: Gen. Botrytis Spe. fukeliana Spe. cinerea Biologia ed epidemiologia. Il fungo sverna come micelio nelle gemme o sui tralci, anche in forma di sclerozio. Può anche sopravvivere come saprofita sul materiale in decomposizione. I conidi, giunti sui tessuti dell’ospite germinano un micelio che penetra direttamente o più facilmente tramite microlesioni presenti. Fattori predisponenti: 15 °C in media 15 ore di bagnatura fogliare Danni. Oltre alla perdita dell’infiorescenza nel caso di attacchi precoci, il patogeno produce enzimi, tra cui la laccasi. Tali ossidano i polifenoli che durante la vinificazione determinano un’alterazione del gusto e del colore del vino; tale alterazione è definita “casse ossidasica”. Sintomatologia. • Grappoli: attacchi precoci determinano la distruzione dell’infiorescenza. Gli acini sono molto sensibili dopo l’invaiatura; assumono un colore giallo grigio o rosso violaceo, si afflosciano marciscono e si ricoprono di muffa grigia. • Foglie: in primavera, compaiono macchie rugginose. • Tralci: si manifesta con tacche brune e necrosi delle parti distali. Tutti i fenomeni che portano alla rottura dell’epidermide dell’acino (rosure di tignole, attacchi oidici, eccesso di turgore dell’acino, grandine..) favoriscono la proliferazione della botrite (patogeno da ferita). Ciclo biologico a confronto con il momento opportuno per il trattamento. Difesa fitosanitaria. I più importanti principi attivi attualmente impiegati sono: • Iprodione. • Ciprodinil. • Pirimetanil. • Boscalid. I trattamenti contro la Botrytis hanno un rilevante costo, essendo questa però un patogeno da ferita, interventi di prevenzione peronosporica e oidica limitano indirettamente la presenza di tale avversità MAL DELL’ESCA O APOPLESSIA La malattia è causata dall’azione congiunta e successiva di diverse fungine dei generi: -Acremonium -Phaeoacremonium -Phialophora -Phaeomoniella -Fomitiporia …i quali favoriscono la colonizzazione degli organi legnosi da parte di funghi cariogeni. Gli agenti causali sono funghi patogeni che penetrano da ferite e hanno attitudini parassitarie piuttosto deboli. Si diffondono tramite conidi e spore. Diagnostica. L’attività fotosintetica diminuisce e sono depauperate le riserve alimentari, lo sviluppo vegetativo è ridotto. Il disseccamento fogliare è dovuto al ridotto apporto idrico, per compromissione dei vasi xilematici. Sintomatologia. Il nome della malattia è dovuto alla comparsa di carie del legno che si trasforma in materiale stopposo e friabile. Sulle foglie compare un progressivo disseccamento con iniziale clorosi internervale o anche marginale che interessa da prima le foglie basali. In seguito si evidenziano fenomeni di carie e possono comparire i corpi fruttiferi dei funghi. Difesa. Non si utilizzano interventi fitosanitari. -Disinfettare gli strumenti di potatura -Disinfettare i tagli di potatura (i più grandi) mediante mastice -Sradicare e bruciare i ceppi di piante morte -L’utilizzo di pali in cemento diminuisce la probabilità di sviluppo poiché in essi non vi è l’insediamento del patogeno. MARCIUME NERO O BLACK - ROT Classificazione Patogeno. Divisione: Ascomycota Famiglia: Botryosphaeriaceae teleomorfo: Gen. Guignardia Spe. bidwelli anamorfo: Gen. Phoma Spe. uvicola Biologia ed epidemiologia. Il fungo sopravvive sul legno malato e sugli acini disseccati. In primavera dai periteci della forma sessuata (Guignardia) si liberano ascospore che causano le infezioni primarie, seguono disseccamenti e produzione di conidi nei picnidi della forma asessuata (Phoma) che diffondono la malattia. Sintomatologia. Sono colpiti tutti gli organi erbacei della vite. Sulle foglie compaiono tacche brune di forma tondeggiante se sono all’interno della lamina, di forma irregolare se sono ai margini. Sui tralci erbacei, piccioli e rachide del grappolo compaiono dapprima piccole depressioni scure superficiali. Sui giovani acini si manifestano imbrunimenti e appassimenti, mentre se sono più sviluppati, compaiono chiazze livide simili a scottature. Progressivamente sule zone colpite si hanno i picnidi in forma di piccoli puntini neri brillanti. Danni. I danni maggiori si concentrano sui grappoli che in seguito allo sviluppo della malattia possono essere completamente distrutti. Difesa. -Raccogliere e bruciare i grappoli infetti disseccati. -Interrare gli acini e grappoli caduti a terra. -Trattamenti fitosanitari: • Rameici. • Cimoxanil. • Dimetomorf. ESCORIOSI Classificazione Patogeno. Divisione: Ascomycota Famiglia: Diaporthaceae Genere: Phomopsis Specie: viticola Biologia ed epidemiologia. Il patogeno sverna come micelio nelle gemme alla base dei tralci e con picnidi formatisi sotto la corteccia alla fine della stagione vegetativa. La diffusione dei conidi (responsabili dell’infezione) è favorita dalle pioggie primaverili. Il patogeno produce dai picnidi due tipi di conidi: • Alfa: di forma ovale, appuntiti all’apice; originano infezioni su altri organi. • Beta: filamentosi, ricurvi all’estremità, non germinabili. Sintomatologia. • Foglie e germogli: Sono colpiti i giovani tralci verdi su cui compaiono escoriazioni in forma di lesioni necrotiche ben evidenti. Le zone colpite evolvono successivamente in necrosi, lesioni fessurate, escoriazioni del ritidoma con comparsa di punti neri. Sulle foglie si evidenziano piccole macchie necrotiche con contorno giallastro. • Grappoli: Sui grappolini il rachide imbrunisce e gli acini si fanno oblunghi con tacche scure. Difesa fitosanitaria. I principi attivi utilizzati ai fini del controllo ti tale avversità sono attivi anche contro peronospora e oidio. • Rame. • Zolfo. • Mancozeb. • Fosetil-A. • Metiram. • Cimoxanil. • Dimetomorf. Batteriosi. Rogna o tumore batterico del colletto e radici Classificazione Patogeno. Divisione: Proteobacteria Famiglia: Rhizobiaceae Genere: Agrobacterium Specie: tumefaciens Biologia ed epidemiologia. Il batterio è identificabile mediante test sierologici biomolecolari. Il patogeno vive come saprofitario nel suolo ma può insediarsi nei tessuti vegetali tramite ferite. Qui, il batterio rilascia un principio induttore del tumore, una molecola a componente nucleotidica, termolabile, che entrata nelle cellule della pianta si integra con il loro genoma. Quest’ultime, trasformate, son indotte ad uno sviluppo ipertrofico e iperplastico che determina determina la formazione tumorale anche in assenza del batterio. Le piante affette da rogna possono deperire fino alla morte. Difesa. • I trattamenti termici effettuati per la prevenzione della flavescenza dorata denaturano il principio induttore del tumore. • Buoni avvicendamenti diminuiscono la probabilità di inoculo batterico. Avversità da fitofagi. CICALINA BUFALO Classificazione Patogeno. Ordine: Hemiptera Famiglia: Membracidae Genere: Stictocephala Specie: bisonia Biologia ed epidemiologia. Compie una sola generazione all’anno, sverna come uovo infisso nella corteccia dei tralci. A primavera i giovani si trasferiscono su piante erbacee dove si nutrono e crescono. Gli adulti si accoppiano e depongono le uova. Vige su di essa un imenottero, suo antagonista naturale. Sintomatologia. L’esemplare adulto è lungo 8-10 mm, verdastro, con pronoto allungato lateralmente e posteriormente in tre processi appuntiti. Sulla corteccia dei giovani tralci, le femmine ovidepongono realizzando doppie incisioni a mezzaluna. Gli adulti, nutrendosi, incidono ad anello piccioli e giovani tralci determinando strozzature che impediscono la discesa verso il basso della linfa elaborata; ne consegue un accartocciamento e un arrossamento fogliare delle parti sovrastanti la strozzatura anulare. CICALINA VERDE Classificazione Patogeno. Ordine: Hemiptera Famiglia: Cicadellidae Genere: Empoasca Specie: vitis Biologia ed epidemiologia. La cicalina verde compie due o tre generazioni l’anno. Gli adulti svernano su piante sempreverdi o a foglia persistente e a primavera migrano sulle giovani foglie, dove depongono le uova nelle nervature sulla pagina inferiore. Vige su di essa un imenottero, suo antagonista naturale. Danni. I maggiori danni sono causati dalla seconda generazione in piena estate. Sintomatologia. L’esemplare adulto di colore verde chiaro è lungo 3-4 mm; le punture sulle nervature fogliari determinano arrossamenti e/o ingiallimenti con successiva necrosi marginale dei lembi e filloptosi. Difesa fitosanitaria. I maggiori danni sono causati dalla seconda generazione, la difesa fitosanitaria, infatti, si basa su interventi anttivi, indirettamente, anche sulle tignole. I principi attivi utilizzati sono: Clorpirifos – etile Clorpirifos – metile TRIPIDE DELLA VITE Classificazione Patogeno. Ordine: Tisanotteri Famiglia: Tripidi Genere: Drepanothrips Specie: reuteri Biologia ed epidemiologia. Questo tisanottero sverna allo stadio di adulto come femmina fecondata, principalmente alla base dei tralci di un anno, sotto il ritidoma; svolge 2-4 generazioni all’anno. I rincoti antocoridi, i tisanotteri e gli acari fitoseidi sono efficaci predatori del tripide. Sintomatologia. Sulle foglie compaiono decolorazioni e necrosi delle cellule perforate, lacerazione del lembo, deformità, bollosità, rachitismo. Sterilità dei fiori e, in caso di infestazione grave, caduta dei fiori e delle foglie; rugginosità degli acini. I germogli possono presentare ritardi di crescita e deformazioni con andamento a zig – zag. Difesa fitosanitaria. Interventi insetticidi specifici: Spinosad Esteri fosforici Vanno effettuati al superamento della soglia di mnitoraggio (2 – 3 tripidi per foglia) FILLOSSERA DELLA VITE Classificazione Patogeno. Ordine: Hemiptera Famiglia: Phylloxeridae Genere: Viteus Specie: vitifoliae Biologia ed epidemiologia. Il ciclo completo si realizza solo su specie di vite americana. Sverna come uovo sul ceppo e sui tralci; in primavera nascono femmine partenogenetiche che pungono le foglie determinando lo sviluppo di galle al cui interno nascono nuove femmine che continuano a deporre uova e a causare la formazione di galle. Nelle generazioni successive nascono femmine con rostro lungo che lasciano le foglie e migrano sull’apparato radicale dove inizia una serie di generaioni radicicole. A fine estate sulle radici nascono femmine alate che migrano sulla parte epigea, dove generano maschi e femmine anfigonici che, in seguito alla fecondazione generano uova durevoli svernanti. Sintomatologia. Su vite europea: • Deperimento della pianta fino a morte. Su vite americana: • Galle fogliari che riducono parzialmente lo sviluppo della pianta. Difesa fitosanitaria. La difesa è principalmente di carattere agronomica mediante innesto, con la creazione di materiale di propagazione avente soggetto americano e oggetto europeo. TIGNOLETTA DELLA VITE Classificazione Patogeno. Ordine: Lepidottero Famiglia: Tortricidi Genere: Lobesia Specie: botrana Biologia ed epidemiologia. La tignoletta compie dalle 2 alle 3 generazioni all’anno, sverna come crisalide racchiusa in un bozzoletto sericeo tra gli anfratti della corteccia o screpolature dei pali tutori. Da aprile a maggio sussistono gli accoppiamenti, le femmine depongono uova lenticolari sui grappolini fiorali da cui nascono larve antofaghe. Da metà giungo giugno a luglio avviene lo sfarfallamento degli adulti che ovidepongono sugli acini. Le nuove larve carpofaghe perforano gli acini. Nelle regioni calde originano un’altra generazione, nelle regioni fredde svernano. Sintomatologia. La prima generazione causa diradamento fiorale. La seconda generazione causa danni rilevanti in quanto, indirettamente, favoriscono la proliferazione di ‘crittogame da ferita’ e ulteriori agenti secondari. Difesa fitosanitaria. Gli inerventi fitoiatrici vengono eseguiti al superamento della soglia del 5 % di grappoli infestati. Trappole per la confusione sessuale. Trappole cromo e chemiotropiche. Insetticidi attivi sia per la tignola sia vs Scaphoideus. • Etofenprox • Clorpirifos • Piretro • Lufenuron Acariosi. ERINOSI Classificazione Patogeno. Classe: Arachnida Ordine: Acarina Famiglia: Eriophyidae Genere Colomerus Specie vitis Biologia ed epidemiologia. Compie 6-7 generazioni all’anno; sverna come adulto in colonie sotto le perule delle gemme o negli anfratti del ritidoma. Allo schiudersi delle gemme gli acari cominciano a pungere gli abbozzi fogliari. I maschi depongono masserelle di sperma che le femmine raccolgono per fecondare le proprie uova. Sintomatologia. Gli acari, di aspetto vermiforme, misurano 0,2 – 0,15 mm. Sulle foglie compaiono bollosità con convessità verso la pagina superiore, mentre in corrispondenza, sulla pagina inferiore, si sviluppa una fitta peluria bianca dovuta all’ipertrofia dei peli fogliari della vite. Difesa fitosanitaria. I normali trattamenti antioidici effettuati con zolfo in polvere sono efficaci contro questo acaro. RAGNETTO ROSSO DEI FRUTTIFERI Classificazione Patogeno. Classe: Arachnida Ordine: Acarina Famiglia: Thetranychidae Genere Panonychus Specie ulmi Biologia ed epidemiologia. Lo svernamento avviene allo stato di uovo (rosso) alla base delle gemme, nei nodi, nei punti di intersezione dei rami. Durante la stagione vegetativa si hanno dalle 5 alle 9 generazioni generalmente accavallate data la scalarità di schiusura delle uova. A fine estate vengono deposte le uova durevoli svernanti. Esso presenta numerosi antagonisti naturali: • Acaro fitoseide Amblyseius andersoni. • Coleottero coccinellide Stethorus punctillum. • Rincoti antocoridi. • Neurotteri crisopi. Sintomatologia. Le foglie colpite perdono la lucentezza della pagina superiore e decolorandosi assumono tonalità bronzee per svuotameto del citoplasma. Segue filloptosi anticipata. Difesa fitosanitaria. I normali trattamenti antioidici effettuati con zolfo in polvere sono efficaci contro questo acaro.