Principali avversità biotiche della vite

Principali avversità biotiche
della vite
Caratteristiche & controllo.
Riccardo Masetto
[email protected]
Suddivisione delle avversità in
funzione all’agente eziologico.
Virosi e fitoplasmosi.
Avv. da crittogame.
Batteriosi.
Avv. da fitofagi.
Acariosi.
Virosi e fitoplasmosi.
COMPLESSO DELL’ARRICCIAMENTO
GFLV
(Grapevine fanleaf nepovirus)
Agente eziologico:
Diversi ceppi
Famiglia: Comoviridae.
Virosi.
Sintomatologia.

Arricciamento o malformazione infettiva: Foglie
asimmetriche, con frastagliatura marginale a forma di
ventaglio, maculate, germogli con internodi raccorciati
con andamento a zig-zag. Colatura forale, acinellatura e
stentato sviluppo dei tralci.

Scolorazione perivernale: compaiono maculature
clorotiche lungo le nervature principali delle foglie.

Giallume infettivo o mosaico giallo: compaiono
decolorazioni giallo cromo sulla lamina fogliare,
filloptosi anticipata, scarsa produzione.
L’arricciamento comporta quindi un progressivo
deperimento della pianta fino alla morte della pianta
stessa. Riduzione quali-quantitativa della produzione, una
limitazione della capacità rizogena delle talee e una scarsa
resistenza alle condizioni climatiche avverse.
Virosi.
LEGNO RICCIO RW
(Rugose wood – GCBaV)
Agente eziologico:
Rugose wood - GCBaV
Sintomatologia.

Nel punto d’innesto si osservano una notevole
ipertrofia e iperplasia dei tessuti con necrosi del tessuto
legnoso che presenta creste e scanalature; si hanno
manifestazioni di disaffinità. La pianta va incontro ad
uno sviluppo stentato con disseccamento dei tralci e
morte. Questa virosi è veicolata da nematodi.
[Illustrazioni soggette a copyright.]
Virosi.
ACCARTOCCIAMENTO FOGLIARE
(Grapevine leaf roll virus – GLRaV)
Agente eziologico:
Leaf roll - GLRaV
Sintomatologia.

I lembi fogliari si accartocciano con ripiegamento dei
margini verso il basso, si ha ingiallimento nelle uve
nere. I vettori di questa virosi sono cocciniglie.
Difesa.
Disinfestare con nematocidi il suolo in reimpianto, lottare
contro le cocciniglie, utilizzare materiale di propagazione
sano e certificato esente da virosi.
Fitoplasmosi.
FLAVESCENZA DORATA
E LEGNO NERO.
Agente eziologico:
•
16Sr – V, Elm yellows
•
16Sr – XII, Stolbur
Sintomatologia.
I sintomi sono distinguibili in una manifestazione precoce
primaverile e in una estiva più tardiva.
Sintomatologia primaverile.

Germogli con un numero di internodi inferiore al normale.
•
Foglie di piccole dimensioni.
•
Bollosità fiorale.
•
Disseccamento dei germogli a partire dall’apice.
•
Filloptosi anticipata.
•
Imbrunimento dei tessuti sottocorticali.
Sintomatologia estiva.
•
Stentato sviluppo delle femminelle.
•
Arrossamenti e/o ingiallimenti attorno alle nervature fogliari.
•
Ripiegamento verso il basso della lamina fogliare.
•
Disseccamento delle infiorescenze e dei grappoli in allegagione.
•
Mancato agostamento.
•
Pustole nerastre su tralci non lignificati.
Biologia ed epidemiologia.
In natura i fitoplasmi della Flavescenza dorata e del Legno
nero sono trasmessi da Rincoti fitomizi:
 Scaphoideus titanus.
 Hyalesthes obsoletus.
Scaphoideus titanus.
Ordine: Hemiptera
Famiglia: Cicadellidi
Genere: Scaphoideus
Specie: titanus
Piccolo rincote (4,7 – 6 mm di lunghezza) originario del Nord America;
compie una sola generazione all’anno. La trasmissione del patogeno
avviene a qualsiasi stadio post-embrionale (Neanide, ninfa e adulto);
L’acquisizione del patogeno avviene in seguito alla nutrizione da parte
dei soggetti, in piante infette; dopo un periodo di latenza di circa 28 –
35 giorni l’adulto, in seguito all’attività trofica su piante sane, trasmette
la virosi. Le neanidi sono facilmente riconoscibili dalla presenza di due
macchie scure nella parte caudale dell’addome.
Hyalesthes obsoletus.
Ordine: Hemiptera
Famiglia: Cixiidae
Genere: Hyalesthes
Specie: obsoletus
Rincote delle dimensioni di 3,8 – 5 mm di lunghezza, compie una sola
generazione all’anno con ninfe svernanti nel terreno. Gli adulti
presentano attività trofica estiva. Specie polifaga.
Avversità da crittogame.
PERONOSPORA DELLA
VITE
Classificazione Patogeno.
Regno: Chromista
Divisione: Oomycota
Classe: Oomycetes
Ordine: Peronosporales
Famiglia: Peronosporaceae
Genere: Plasmopara
Specie: viticola
Biologia ed epidemiologia.
A partire dal mese di luglio il micelio del parassita produce
gametangi (anteridio e oogonio) dalla cui unione si originano
oospore sferiche. Quest’ultime svernano nelle foglie cadute a
terra; in primavera (>10 °C; 10mm pioggia in 2gg; germogli
lunghi almeno 10cm) si ha la germinazione dell’oospora la quale
originerà un macrosporangio portante zoospore. Il
macrosporangio, trasportato dall’acqua o dal vento giunge sulle
foglie dove libera le zoospore. Queste, mediante il flagello
raggiungono gli stomi; qui perdono il flagello e incistano
all’interno della foglia con la formazione di un micelio
intercellulare con austori.
Dopo un periodo di incubazione, vengono emessi dei rami
sporangiofori che determinano, visivamente, la muffa grigia. In
presenza di un velo d’acqua i rami sporangiofori liberano
zoospore precursori di infezioni secondarie.
Il patogeno non ha capacità di penetrazione attiva.
Ciclo biologico. (1)
Ciclo biologico. (2)
Sintomatologia.
La peronospora attacca tutte le parti verdi della pianta in attività fotosintetica.
Non quindi i tessuti lignificati.
•
Foglia: Il primo sintomo consiste della comparsa, nella pagina superiore
della foglia, di “macchie d’olio”, ossia chiazze traslucide decolorate in
corrispondenza delle quali, sulla pagina inferiore vi è la comparsa di
muffa bianca (fruttificazione). L’area colpita si dissecca e si lacera. Nelle
foglie tardive ossia sviluppate a fine estate la peronospora si presenta a
piccole chiazze poligonali: peronospora a mosaico.
•
Germogli e tralci: Le parti colpite imbruniscono, nel caso di elevata
umidità vi è la formazione di muffa. A maturazione del tralcio sono
visibili spaccature.
•
Infiorescenze e grappoli: Se attaccati precocemente, in fioritura, il
patogeno determina il piegamento del grappolo a “S”; allessatura del
rachide e dei racimoli. Gli acini sono attaccabili finché gli stomi sono
aperti, anche se in altri casi il patogeno può penetrare dal racimolo
determinando il marciume bruno.
Difesa fitosanitaria.
Antiperonosporici di copertura: colpiscono per contatto gli
sporangi e le zoospore sulla superficie delle piante durante il diffondersi
dell’epidemia, pertanto hanno azione preventiva.
•
Solfato di rame.
•
Ditiocarbammati (mancozeb, metiram...)
•
Tioftalimmidi (folpet)
•
Tiocianochinoni (dithianon)
•
Sulfamidi (tolifluanide)
Antiperonosporici citotropici: colpiscono il micelio del patogeno
penetrato nei tessuti, diffondendosi limitatamente alla zona sottostante lo
strato di cuticola irrorato.
•
Cymoxanil.
•
Strobilurine.
•
Fenamidone.
Antiperonosporici sistemici: assorbiti dalla pianta, passano in circolo
lifatico nel sistema dei vasi legnosi e floematici diffondendosi nella vegetazione.
•
Fosetil alluminio.
•
Acilalanine.
•
Iprovalicarb.
OIDIO O MAL BIANCO
Classificazione Patogeno.
Divisione: Ascomycota
Famiglia: Erysiphaceae
 forma sessuata telemorfa: Gen. Uncinula
Spe. necator
 forma asessuata anamorfa: Gen. Oidium
Spe. tukeri
Biologia ed epidemiologia.
Il patogeno può trascorrere l’inverno sottoforma di micelio nelle
gemme o sulle foglie cadute a terra mediante i cleistoteci
(resistenti corpi fruttiferi).
Nel periodo primaverile le infezioni hanno inizio dallo
svernamento del micelio, il quale formato da un fitto intreccio di
ife da cui sorgono numerosi conidiofori portanti conidi. Esso si
sviluppa esternamente alla pianta alimentato grazie agli austori
che penetrano attraverso la cuticola, attingendo al citoplasma.
Il micelio è a sviluppo superficiale (epifita).
Fattori predisponenti: 6-35 °C e 25-29 % di umidità.
Sintomatologia.
Comparsa di un’efflorescenza biancastra su tutti gli organi verdi della pianta.
•
Foglie e germogli: presenza sulla pagina superiore, di aree biancastre in
espansione, al di sotto delle quali il tessuto risulta imbrunito. Posssono
presentarsi bollosità.
•
Tralci: Colpiti in stadio giovane, evidenziano lesioni reticolari o anche
fessurazioni a lignificazione avvenuta.
•
Grappoli: in fioritura gli attacchi causano colatura e/o distacco di intere
porzioni di grappolo. Sugli acini i tessuti epidemici alterati e non più
elastici, in seguito all’ingrossamento delle parti sane, si lacerano
favorendo l’entrata ad altri agenti patogeni, per esempio Aspergillus
carbonarius, produttore dell’ocratossina A.
Difesa fitosanitaria.
La protezione della vite dal mal bianco si basa
fondamentalmente su interventi con mezzi chimici.
Il principio attivo utilizzato fin dall’arrivo in Europa della
malattia è lo zolfo. Oggigiorno vi sono numerosi altri
preparati attivi antioidici, quali:
•
Ampelomyces quisqualis (antagonista oidico). (copertura)
•
Fenarimol. (citotropico)
•
Triazoli. (sistemico)
BOTRITE O MUFFA
GRIGIA
Classificazione Patogeno.
Divisione: Ascomycota
Famiglia: Sclerotiniaceae
 forma sessuata telemorfa: Gen. Sclerotinia
 forma asessuata anamorfa: Gen. Botrytis
Spe. fukeliana
Spe. cinerea
Biologia ed epidemiologia.
Il fungo sverna come micelio nelle gemme o sui tralci, anche in
forma di sclerozio. Può anche sopravvivere come saprofita sul
materiale in decomposizione. I conidi, giunti sui tessuti dell’ospite
germinano un micelio che penetra direttamente o più facilmente
tramite microlesioni presenti.
Fattori predisponenti: 15 °C in media
15 ore di bagnatura fogliare
Danni.
Oltre alla perdita dell’infiorescenza nel caso di attacchi precoci, il
patogeno produce enzimi, tra cui la laccasi. Tali ossidano i polifenoli
che durante la vinificazione determinano un’alterazione del gusto e
del colore del vino; tale alterazione è definita “casse ossidasica”.
Sintomatologia.
•
Grappoli: attacchi precoci determinano la distruzione dell’infiorescenza.
Gli acini sono molto sensibili dopo l’invaiatura; assumono un colore
giallo grigio o rosso violaceo, si afflosciano marciscono e si ricoprono di
muffa grigia.
•
Foglie: in primavera, compaiono macchie rugginose.
•
Tralci: si manifesta con tacche brune e necrosi delle parti distali.
Tutti i fenomeni che portano alla rottura dell’epidermide dell’acino (rosure di
tignole, attacchi oidici, eccesso di turgore dell’acino, grandine..) favoriscono la
proliferazione della botrite (patogeno da ferita).
Ciclo biologico a confronto con il momento
opportuno per il trattamento.
Difesa fitosanitaria.
I più importanti principi attivi attualmente impiegati sono:
•
Iprodione.
•
Ciprodinil.
•
Pirimetanil.
•
Boscalid.
I trattamenti contro la Botrytis hanno un rilevante costo, essendo questa però
un patogeno da ferita, interventi di prevenzione peronosporica e oidica
limitano indirettamente la presenza di tale avversità
MAL DELL’ESCA O
APOPLESSIA
La malattia è causata dall’azione congiunta e successiva di diverse fungine
dei generi:
-Acremonium
-Phaeoacremonium
-Phialophora
-Phaeomoniella
-Fomitiporia
…i quali favoriscono la colonizzazione degli organi legnosi da parte di funghi
cariogeni.
Gli agenti causali sono funghi patogeni che penetrano da ferite e hanno
attitudini parassitarie piuttosto deboli. Si diffondono tramite conidi e spore.
 Diagnostica.
L’attività fotosintetica diminuisce e sono depauperate le riserve alimentari, lo
sviluppo vegetativo è ridotto. Il disseccamento fogliare è dovuto al ridotto apporto
idrico, per compromissione dei vasi xilematici.
 Sintomatologia.
Il nome della malattia è dovuto alla comparsa di carie del legno che si trasforma
in materiale stopposo e friabile. Sulle foglie compare un progressivo
disseccamento con iniziale clorosi internervale o anche marginale che interessa da
prima le foglie basali. In seguito si evidenziano fenomeni di carie e possono
comparire i corpi fruttiferi dei funghi.
 Difesa.
Non si utilizzano interventi fitosanitari.
-Disinfettare gli strumenti di potatura
-Disinfettare i tagli di potatura (i più grandi) mediante
mastice
-Sradicare e bruciare i ceppi di piante morte
-L’utilizzo di pali in cemento diminuisce la probabilità di
sviluppo poiché in essi non vi è l’insediamento del
patogeno.
MARCIUME NERO O
BLACK - ROT
Classificazione Patogeno.
Divisione: Ascomycota
Famiglia: Botryosphaeriaceae
 teleomorfo: Gen. Guignardia Spe. bidwelli
 anamorfo: Gen. Phoma Spe. uvicola
Biologia ed epidemiologia.
Il fungo sopravvive sul legno malato e sugli acini disseccati. In
primavera dai periteci della forma sessuata (Guignardia) si
liberano ascospore che causano le infezioni primarie, seguono
disseccamenti e produzione di conidi nei picnidi della forma
asessuata (Phoma) che diffondono la malattia.
Sintomatologia.
Sono colpiti tutti gli organi erbacei della vite.
Sulle foglie compaiono tacche brune di forma tondeggiante se sono
all’interno della lamina, di forma irregolare se sono ai margini. Sui tralci
erbacei, piccioli e rachide del grappolo compaiono dapprima piccole
depressioni scure superficiali. Sui giovani acini si manifestano imbrunimenti e
appassimenti, mentre se sono più sviluppati, compaiono chiazze livide simili a
scottature. Progressivamente sule zone colpite si hanno i picnidi in forma di
piccoli puntini neri brillanti.
 Danni.
I danni maggiori si concentrano sui grappoli che in seguito allo
sviluppo della malattia possono essere completamente distrutti.
 Difesa.
-Raccogliere e bruciare i grappoli infetti disseccati.
-Interrare gli acini e grappoli caduti a terra.
-Trattamenti fitosanitari:
•
Rameici.
•
Cimoxanil.
•
Dimetomorf.
ESCORIOSI
Classificazione Patogeno.
Divisione: Ascomycota
Famiglia: Diaporthaceae
Genere: Phomopsis
Specie: viticola
Biologia ed epidemiologia.
Il patogeno sverna come micelio nelle gemme alla base dei tralci
e con picnidi formatisi sotto la corteccia alla fine della stagione
vegetativa. La diffusione dei conidi (responsabili dell’infezione) è
favorita dalle pioggie primaverili. Il patogeno produce dai picnidi
due tipi di conidi:
•
Alfa: di forma ovale, appuntiti all’apice; originano infezioni
su altri organi.
•
Beta: filamentosi, ricurvi all’estremità, non germinabili.
Sintomatologia.
•
Foglie e germogli: Sono colpiti i giovani tralci verdi su cui compaiono
escoriazioni in forma di lesioni necrotiche ben evidenti. Le zone colpite
evolvono successivamente in necrosi, lesioni fessurate, escoriazioni del
ritidoma con comparsa di punti neri. Sulle foglie si evidenziano piccole
macchie necrotiche con contorno giallastro.
•
Grappoli: Sui grappolini il rachide imbrunisce e gli acini si fanno
oblunghi con tacche scure.
Difesa fitosanitaria.
I principi attivi utilizzati ai fini del controllo ti tale
avversità sono attivi anche contro peronospora e oidio.
•
Rame.
•
Zolfo.
•
Mancozeb.
•
Fosetil-A.
•
Metiram.
•
Cimoxanil.
•
Dimetomorf.
Batteriosi.
Rogna o tumore batterico del
colletto e radici
Classificazione Patogeno.
Divisione: Proteobacteria
Famiglia: Rhizobiaceae
Genere: Agrobacterium
Specie: tumefaciens
Biologia ed epidemiologia.
Il batterio è identificabile mediante test sierologici
biomolecolari.
Il patogeno vive come saprofitario nel suolo ma può insediarsi
nei tessuti vegetali tramite ferite. Qui, il batterio rilascia un
principio induttore del tumore, una molecola a componente
nucleotidica, termolabile, che entrata nelle cellule della pianta si
integra con il loro genoma. Quest’ultime, trasformate, son
indotte ad uno sviluppo ipertrofico e iperplastico che determina
determina la formazione tumorale anche in assenza del batterio.
Le piante affette da rogna
possono deperire fino alla morte.
Difesa.
•
I trattamenti termici effettuati per la prevenzione della
flavescenza dorata denaturano il principio induttore del
tumore.
•
Buoni avvicendamenti diminuiscono la probabilità di
inoculo batterico.
Avversità da fitofagi.
CICALINA BUFALO
Classificazione Patogeno.
Ordine: Hemiptera
Famiglia: Membracidae
Genere: Stictocephala
Specie: bisonia
Biologia ed epidemiologia.
Compie una sola generazione all’anno, sverna come uovo infisso
nella corteccia dei tralci. A primavera i giovani si trasferiscono su
piante erbacee dove si nutrono e crescono. Gli adulti si
accoppiano e depongono le uova. Vige su di essa un imenottero,
suo antagonista naturale.
Sintomatologia.
L’esemplare adulto è lungo 8-10 mm, verdastro, con pronoto allungato
lateralmente e posteriormente in tre processi appuntiti.
Sulla corteccia dei giovani tralci, le femmine ovidepongono realizzando
doppie incisioni a mezzaluna. Gli adulti, nutrendosi, incidono ad anello
piccioli e giovani tralci determinando strozzature che impediscono la discesa
verso il basso della linfa elaborata; ne consegue un accartocciamento e un
arrossamento fogliare delle parti sovrastanti la strozzatura anulare.
CICALINA VERDE
Classificazione Patogeno.
Ordine: Hemiptera
Famiglia: Cicadellidae
Genere: Empoasca
Specie: vitis
Biologia ed epidemiologia.
La cicalina verde compie due o tre generazioni l’anno. Gli adulti svernano su
piante sempreverdi o a foglia persistente e a primavera migrano sulle giovani
foglie, dove depongono le uova nelle nervature sulla pagina inferiore. Vige su
di essa un imenottero, suo antagonista naturale.

Danni.
I maggiori danni sono causati dalla seconda generazione in piena estate.
Sintomatologia.
L’esemplare adulto di colore verde chiaro è lungo 3-4 mm; le
punture sulle nervature fogliari determinano arrossamenti e/o
ingiallimenti con successiva necrosi marginale dei lembi e
filloptosi.
Difesa fitosanitaria.
I maggiori danni sono causati dalla seconda generazione, la
difesa fitosanitaria, infatti, si basa su interventi anttivi,
indirettamente, anche sulle tignole. I principi attivi
utilizzati sono:

Clorpirifos – etile

Clorpirifos – metile
TRIPIDE DELLA VITE
Classificazione Patogeno.
Ordine: Tisanotteri
Famiglia: Tripidi
Genere: Drepanothrips
Specie: reuteri
Biologia ed epidemiologia.
Questo tisanottero sverna allo stadio di adulto come femmina fecondata,
principalmente alla base dei tralci di un anno, sotto il ritidoma; svolge 2-4
generazioni all’anno. I rincoti antocoridi, i tisanotteri e gli acari fitoseidi sono
efficaci predatori del tripide.
Sintomatologia.
Sulle foglie compaiono decolorazioni e necrosi delle cellule
perforate, lacerazione del lembo, deformità, bollosità,
rachitismo. Sterilità dei fiori e, in caso di infestazione grave,
caduta dei fiori e delle foglie; rugginosità degli acini. I germogli
possono presentare ritardi di crescita e deformazioni con
andamento a zig – zag.
Difesa fitosanitaria.
Interventi insetticidi specifici:

Spinosad

Esteri fosforici
Vanno effettuati al superamento della soglia di mnitoraggio
(2 – 3 tripidi per foglia)
FILLOSSERA DELLA VITE
Classificazione Patogeno.
Ordine: Hemiptera
Famiglia: Phylloxeridae
Genere: Viteus
Specie: vitifoliae
Biologia ed epidemiologia.
Il ciclo completo si realizza solo su specie di vite americana. Sverna
come uovo sul ceppo e sui tralci; in primavera nascono femmine
partenogenetiche che pungono le foglie determinando lo sviluppo di
galle al cui interno nascono nuove femmine che continuano a deporre
uova e a causare la formazione di galle. Nelle generazioni successive
nascono femmine con rostro lungo che lasciano le foglie e migrano
sull’apparato radicale dove inizia una serie di generaioni radicicole. A
fine estate sulle radici nascono femmine alate che migrano sulla parte
epigea, dove generano maschi e femmine anfigonici che, in seguito alla
fecondazione generano uova durevoli svernanti.
Sintomatologia.
Su vite europea:
•
Deperimento della pianta fino a morte.
Su vite americana:
•
Galle fogliari che riducono parzialmente lo sviluppo della pianta.
Difesa fitosanitaria.
La difesa è principalmente di carattere agronomica
mediante innesto, con la creazione di materiale di
propagazione avente soggetto americano e oggetto europeo.
TIGNOLETTA DELLA VITE
Classificazione Patogeno.
Ordine: Lepidottero
Famiglia: Tortricidi
Genere: Lobesia
Specie: botrana
Biologia ed epidemiologia.
La tignoletta compie dalle 2 alle 3 generazioni all’anno, sverna come crisalide
racchiusa in un bozzoletto sericeo tra gli anfratti della corteccia o screpolature
dei pali tutori. Da aprile a maggio sussistono gli accoppiamenti, le femmine
depongono uova lenticolari sui grappolini fiorali da cui nascono larve
antofaghe. Da metà giungo giugno a luglio avviene lo sfarfallamento degli
adulti che ovidepongono sugli acini. Le nuove larve carpofaghe perforano gli
acini. Nelle regioni calde originano un’altra generazione, nelle regioni fredde
svernano.
Sintomatologia.
La prima generazione causa diradamento fiorale.
La seconda generazione causa danni rilevanti in quanto,
indirettamente, favoriscono la proliferazione di ‘crittogame da
ferita’ e ulteriori agenti secondari.
Difesa fitosanitaria.
Gli inerventi fitoiatrici vengono eseguiti al superamento
della soglia del 5 % di grappoli infestati.

Trappole per la confusione sessuale.

Trappole cromo e chemiotropiche.

Insetticidi attivi sia per la tignola sia vs Scaphoideus.
•
Etofenprox
•
Clorpirifos
•
Piretro
•
Lufenuron
Acariosi.
ERINOSI
Classificazione Patogeno.
Classe: Arachnida
Ordine: Acarina
Famiglia: Eriophyidae
Genere Colomerus
Specie vitis
Biologia ed epidemiologia.
Compie 6-7 generazioni all’anno; sverna come adulto in colonie
sotto le perule delle gemme o negli anfratti del ritidoma. Allo
schiudersi delle gemme gli acari cominciano a pungere gli
abbozzi fogliari. I maschi depongono masserelle di sperma che le
femmine raccolgono per fecondare le proprie uova.
Sintomatologia.
Gli acari, di aspetto vermiforme, misurano 0,2 – 0,15 mm.
Sulle foglie compaiono bollosità con convessità verso la pagina superiore,
mentre in corrispondenza, sulla pagina inferiore, si sviluppa una fitta peluria
bianca dovuta all’ipertrofia dei peli fogliari della vite.
Difesa fitosanitaria.
I normali trattamenti antioidici effettuati con zolfo in
polvere sono efficaci contro questo acaro.
RAGNETTO ROSSO DEI FRUTTIFERI
Classificazione Patogeno.
Classe: Arachnida
Ordine: Acarina
Famiglia: Thetranychidae
Genere Panonychus
Specie ulmi
Biologia ed epidemiologia.
Lo svernamento avviene allo stato di uovo (rosso) alla base delle gemme, nei
nodi, nei punti di intersezione dei rami. Durante la stagione vegetativa si
hanno dalle 5 alle 9 generazioni generalmente accavallate data la scalarità di
schiusura delle uova.
A fine estate vengono deposte le uova durevoli svernanti.
Esso presenta numerosi antagonisti naturali:
•
Acaro fitoseide Amblyseius andersoni.
•
Coleottero coccinellide Stethorus punctillum.
•
Rincoti antocoridi.
•
Neurotteri crisopi.
Sintomatologia.
Le foglie colpite perdono la lucentezza della pagina superiore e
decolorandosi assumono tonalità bronzee per svuotameto del
citoplasma. Segue filloptosi anticipata.
Difesa fitosanitaria.
I normali trattamenti antioidici effettuati con zolfo in
polvere sono efficaci contro questo acaro.