INSEGNAMENTO DI STORIA MODERNA LEZIONE XVIII “L’EUROPA TRA RIVOLUZIONE E CONTRORIVOLUZIONE (1794-1815)” PROF. DANIELE CASANOVA Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) Indice 1 La dittatura giacobina e il Terrore -------------------------------------------------------------------- 3 2 Bonaparte e la campagna d’Italia: 1796-1797 ------------------------------------------------------- 6 3 La spedizione in Egitto e il colpo di Stato: 1798-1799---------------------------------------------- 8 4 Il consolato, l’impero e le guerre di Napoleone---------------------------------------------------- 10 5 La campagna di Russia e il crollo dell’impero ---------------------------------------------------- 12 6 Cronologia ------------------------------------------------------------------------------------------------- 14 7 Bibliografia ------------------------------------------------------------------------------------------------ 18 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 1 La dittatura giacobina e il Terrore Sconfitti i girondini, dal giugno del 1793 prendeva corpo l’egemonia dei giacobini, che ormai si identificavano sempre più con i montagnardi e con il loro leader Robespierre, mediatore di una provvisoria convergenza tra movimento popolare e borghesia rivoluzionaria. Proclamandosi unici interpreti del popolo, essi inaugurarono un modello di democrazia totalitaria. Gli strumenti dell’egemonia giacobina furono il governo rivoluzionario e il Terrore, ossia l’eliminazione fisica degli avversari. La nuova Costituzione democratica del 1793, votata il 24 giugno, non entrò mai in vigore; fu invece instaurata una dittatura in nome del popolo e della libertà. Le misure adottate per assicurare stabilità al potere e per sconfiggere sia gli eserciti nemici sia le insurrezioni controrivoluzionarie, consistevano essenzialmente in un ampliamento dei provvedimenti decisi fra il marzo e l’aprile del 1793. Il Comitato di salute pubblica fu rinnovato ed allargato a 12 membri; uscito Danton, il 27 luglio vi entrò Robespierre che lo guidò per un anno. Nell’agosto del 1793 fu rafforzato l’esercito con l’introduzione della leva di massa e fu definito un rigoroso accentramento e organizzato l’esecutivo. Nel giro di pochi mesi fu repressa, seppur provvisoriamente, l’insurrezione della Vandea. La riorganizzazione dell’esercito portò, alla fine dell’anno, a nuove vittorie. Sotto la pressione dei sanculotti, la Convenzione mise il Terrore “all’ordine del giorno”, decidendo l’avvio immediato di una politica repressiva. Le prigioni si riempirono, i tribunali e la ghigliottina lavoravano senza tregua e furono circa mezzo milione le persone arrestate durante il periodo del Terrore. A Parigi, in ottobre, furono processati e decapitati l’ex regina Maria Antonietta e i capi girondini. Il radicalismo rivoluzionario celebrò i suoi trionfi, da un lato con una serie di misure a favore degli strati sociali più poveri, dall’altro con profonde trasformazioni delle tradizioni civili e religiose. Se con il maximum di prezzi e salari i giacobini vennero incontro alle richieste dei sanculotti, tentarono anche di ridurre la loro influenza all’interno del movimento popolare. Fu promossa un’opera di scristianizzazione, un fenomeno che si diffuse in gran parte della Francia e che portò all’introduzione del calendario repubblicano (5 ottobre 1793), rimasto in vigore fino al 31 dicembre 1805; alla celebrazione di feste laiche e al culto della dea Ragione. La scristianizzazione non ebbe l’appoggio di Robespierre che vi scorgeva i rischi dell’attenuazione del controllo morale e sociale esercitato dalla religione, e per tale motivo nel maggio del 1794 impose il culto dell’Essere Supremo, espressione delle concezioni deiste. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) La lotta politica del gruppo dirigente robespierrista contro le altre frange rivoluzionarie, spesso risolta con l’uso della ghigliottina, fece maturare la congiura termidoriana nel luglio 1794. L’eliminazione delle fazioni politiche meno intransigenti ridusse la base politica e popolare del consenso proprio mentre con la spietata legge del 22 pratile (10 giugno) 1794 veniva intensificata la repressione e inaugurato il Grande Terrore. In quest’atmosfera maturò una congiura che vide unite l’ala moderata e quella estremista. Il 9 termidoro (26 luglio) Robespierre e altre 21 persone furono messi sotto accusa dalla Convenzione e arrestate. Il tentativo di insurrezione del Comune fallì perché solo 16 delle 48 circoscrizioni parigine si mossero. Dichiarati fuori legge, i robespierristi furono giustiziati senza processo. La caduta di Robespierre non segnò la fine della rivoluzione, ma l’inizio di una nuova fase caratterizzata, all’interno, da tentativi di stabilizzazione del ceto politico rivoluzionario, all’esterno, dall’espansione francese in Europa. Le insurrezioni sanculotte furono represse dall’esercito. Nella Francia meridionale infuriò il Terrore bianco con vendette, massacri e repressioni nei confronti dei giacobini e dei preti costituzionali. La Convenzione termidoriana smantellò le strutture della dittatura giacobina: fu attenuato l’accentramento dell’esecutivo e furono abolite le norme repressive su cui si era fondato il Terrore, si introdusse la separazione tra Stato e Chiesa, fu abolito il maximum. La stabilizzazione interna fu consolidata dai successi militari e dalla stipula nel 1795 di alcuni trattati di pace con la Prussia e l’Olanda (divenuta Repubblica batava). Ma la guerra rimaneva aperta con l’Austria e l’Inghilterra. Una nuova Costituzione dell’anno III (1795) proclamò la difesa del diritto di proprietà e accentuò il carattere censitario del sistema elettorale; fu creato un parlamento bicamerale e un Direttorio cui era affidato il potere esecutivo. Nello stesso periodo si riaffacciò la minaccia monarchica con uno sbarco di emigrati in Bretagna e con l’organizzazione a Parigi di una insurrezione realista. Il 13 vendemmiaio (5 ottobre) 1795, truppe governative, comandate tra gli altri da Napoleone Bonaparte, repressero a cannonate la sommossa. La debolezza del nuovo regime costrinse il Direttorio a cercare consensi sia nella destra filo monarchica che nella sinistra giacobina, il cui gruppo più radicale capeggiato da Babeuf tentò nel maggio del 1796 un’insurrezione (la congiura degli Eguali). Mentre gli eserciti della Repubblica avevano ripreso vittoriosamente l’offensiva in Europa, il rafforzarsi della destra spinse la maggioranza del Direttorio ad un colpo di Stato nel settembre del 1797 (18 fruttidoro). Furono invalidate le elezioni tenute in primavera, deportati in Guiana numerosi deputati e giornalisti, Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) introdotti severi controlli sulla stampa. Decisivo per il colpo di Stato era stato l’intervento dell’esercito e l’appoggio dei comandanti militari impegnati all’estero. La guerra, l’uccisione del re e il Terrore ridussero notevolmente in Europa, il numero dei sostenitori della rivoluzione. La riflessione politica fu aperta dall’inglese Burke che contrappose la difesa della tradizione all’astrattezza dei principi del 1789. La rivoluzione da un lato spinse i governi a reprimere il dissenso interno, dall’altro stimolò lo sviluppo di nuclei di opposizione. L’influenza della rivoluzione fu marcata in Belgio e in Olanda, dove l’intervento francese portò nel primo caso all’annessione e nel secondo alla costituzione della Repubblica batava. In Italia si formarono vari club giacobini, duramente repressi dai governi. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 2 Bonaparte e la campagna d’Italia: 1796-1797 Il Direttorio continuò nella politica di espansione in Europa che univa il progetto di liberazione dei popoli ad obiettivi di sfruttamento economico. La sicurezza della Francia sembrava poter essere garantita dalla costituzione di “repubbliche sorelle” al di là delle frontiere francesi. Il progetto girondino di una liberazione dei popoli si intrecciava con gli obiettivi espliciti di sfruttamento economico, fiscale e commerciale dei territori annessi o alleati. La realizzazione di questo disegno era legata alla sconfitta dell’Austria che doveva essere investita da una linea di attacco principale sul territorio tedesco, mentre altre truppe avrebbero tenuti impegnati gli austriaci in Italia. Il comando dell’armata d’Italia fu affidato nel 1796 al generale Napoleone Bonaparte. I suoi straordinari e rapidi successi, che costrinsero l’Austria alla pace, furono l’inizio di una carriera politica e militare destinata a segnare profondamente, per quasi un ventennio, tutta la storia di Francia e d’Europa. Bonaparte era nato nel 1769 ad Ajaccio, in Corsica, da una famiglia della piccola nobiltà, che si era schierata a fianco di Pasquale Paoli nella lotta contro Genova per l’indipendenza dell’isola. Come suddito francese - Genova cedette la Corsica alla Francia nel 1768 – e come nobile, Napoleone potè frequentare le scule militari di Brienne e di Parigi. Di sentimenti repubblicani, fra il 1791 e il 1793 s’impegnò politicamente in Corsica prima come alleato e poi come avversario di Paoli. Distintosi nell’assedio di Tolone (1793) e divenuto generale, dopo termidoro, fu per breve tempo imprigionato a causa della sua amicizia con il fratello di Robespierre. Nel 1795 la relazione con Giuseppina Tascher de la Pagerie, che era stata amante di Barras uno dei membri del Direttorio, lo avvicinò al potente uomo politico. Fu Barras ad affidargli il compito di reprimere la rivolta realista del 13 vendemmiaio. Poco dopo ottenne il comando dell’armata d’Italia e sposò Giuseppina. Nella campagna d’Italia mise in luce le sue straordinarie qualità di comandante militare: la capacità di imporsi agli ufficiali e di trascinare i soldati, la rapidità di manovra e di decisione. In pochi giorni nell’aprile del 1796 sconfisse piemontesi ed austriaci e il 15 maggio entrava trionfalmente a Milano. Varcate le Alpi e giunti a 100 Km da Vienna i francesi costrinsero l’Austria a firmare i preliminari della pace di Leoben (aprile 1797). Le vittorie militari e il contributo al colpo di Stato di fruttidoro consentirono a Bonaparte di condurre direttamente le trattative con l’Austria. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) Con il trattato di Campoformio (17 ottobre 1797), ottenne il riconoscimento dell’egemonia francese in Lombardia e in Emilia e dell’annessione francese del Belgio. La Repubblica di Venezia veniva smembrata e cessò di esistere e gli austriaci venivano compensati delle loro perdite con il Veneto, l’Istria e la Dalmazia. Lo sfruttamento dei territori italiani si legava al progetto della creazione di una serie di Repubbliche giacobine : nel 1796 fu creata la Repubblica Cispadana, che comprendeva l’Emilia e la Romagna, e che poco dopo si fuse con la Repubblica Cisalpina (Lombardia) e la Repubblica Ligure; nel 1798 fu instaurata la Repubblica Romana, che comprendeva Lazio, Umbria e Marche, e, infine, nel 1799 fu instaurata la Repubblica partenopea. Queste Repubbliche ebbero Costituzioni moderate e i loro organi legislativi e di governo furono soggetti al controllo francese. L’estraneità dei ceti popolari al dominio francese determinò i frequenti episodi di rivolta, come quella che accadde nel Regno di Napoli, quando la sollevazione dei contadini sanfedisti fu decisiva per la restaurazione borbonica nell’Italia meridionale (1799). La prematura fine della Repubblica partenopea, durata solo sei mesi, diede spunto nel 1801 allo scrittore politico Vincenzo Cuoco, nel celebre saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, per rivolgere pesanti accuse all’astrattismo dei patrioti napoletani e al carattere “passivo” della rivoluzione napoletana. Certo è che l’episodio sanfedista testimoniava della difficoltà di coinvolgere le masse contadine nella rivoluzione “borghese”, difficoltà che anche la Francia conosceva in quegli anni con l’endemica rivolta vandeana. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 3 La spedizione in Egitto e il colpo di Stato: 17981799 Mentre l’instabilità politica caratterizzava la situazione interna francese, dopo la rinuncia a un progetto di invasione dell’Inghilterra, nel 1798 fu concesso a Bonaparte di organizzare una spedizione in Egitto per colpire gli interessi commerciali inglesi nel Mediterraneo e in Oriente. A maggio un imponente flotta di oltre 300 navi salpò da Tolone: vi erano imbarcati circa 38.000 soldati e una numerosa commissione scientifica. Dopo aver conquista l’isola di Malta, cacciandone i cavalieri di San Giovanni che la tenevano dal 1530, i francesi approdarono ad Alessandria. L’Egitto era una provincia dell’Impero ottomano, sostanzialmente autonoma e dominata dalla casta militare dei Mamelucchi. Con una durissima marcia i francesi giunsero in prossimità del Cairo, e qui, nella battaglia delle Piramidi, sconfissero i Mamelucchi (21 luglio 1798). La vittoria diede nuova fama a Napoleone e contribuì a diffondere in tutto il mondo occidentale la moda per tutto ciò che era egiziano. I suoi successi militari furono però annullati dalla distruzione nell’agosto del 1798 della flotta francese di fronte ad Abukir operata dall’ammiraglio inglese Nelson. L’unico risultato della spedizione in Egitto fu la ricomposizione di una grande coalizione anti francese, animata dall’Inghilterra e con l’attiva partecipazione della Russia e dell’Impero turco. Anche in Germani e in Italia i francesi cominciarono a ripiegare sotto l’attacco austro-russo. Le sconfitte militari provocarono una ripresa dell’attività giacobina in opposizione al Direttorio. La situazione di crisi politica si risolse attraverso il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799), che, ideato da Sieyés, l’uomo forte del Direttorio, poté realizzarsi solo grazie all’intervento militare di Bonaparte, che a metà ottobre tornò a Parigi da trionfatore e impose con le armi una riforma costituzionale. I deputati consenzienti votarono la creazione di una commissione esecutiva con pieni poteri composta da tre consoli della Repubblica francese, Sieyés, Ducos (un altro membro del Direttorio) e Bonaparte. Il colpo di stato del 18 brumaio portò in primo piano il nuovo arbitro della storia d’Europa, Napoleone Bonaparte, e pose fine alla dinamica politica rivoluzionaria, pur se la stabilizzazione delle conquiste della rivoluzione si realizzò soltanto negli anni del Consolato di Napoleone. Con la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) rivoluzione francese cambiarono radicalmente i modi e i contenuti della politica: in questo senso dà inizio alla storia contemporanea divenendo il punto di riferimento obbligato di tutte le tendenze politiche dell’Ottocento. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 4 Il consolato, l’impero e le guerre di Napoleone Fondato sul ruolo avuto dall’esercito nella vicenda rivoluzionaria, il potere di Napoleone fu sancito dalla Costituzione dell’anno VIII che, sottoposta a plebiscito, entrò in vigore alla fine del 1799. Al Bonaparte, nominato Primo console, era attribuito il potere esecutivo e parte di quello legislativo (ossia il diritto di proporre leggi) e il diritto di nomina dei componenti del Consiglio di Stato; mentre gli altri due membri del consolato ebbero solo un ruolo consultivo. Di fatto si instaurò un governo dittatoriale, basato su un consenso diretto del popolo ottenuto attraverso i plebisciti e che ruotava attorno alla figura di Napoleone, propostosi come nuovo despota illuminato restauratore dell’ordine e delle libertà. La più duratura realizzazione del periodo napoleonico fu la riforma amministrativa messa a punto nel 1800 che durò oltre 150 anni. L’istituzione dei prefetti, i rappresentanti del governo in ogni dipartimento, fu il principale strumento della centralizzazione burocratica, mentre lo Stato allargò enormemente il campo delle proprie competenze, dedicando particolare attenzione al settore dell’istruzione pubblica con l’introduzione nel 1802 dei licei e il monopolio statale dell’istruzione universitaria, introdotta nel 1806. La riorganizzazione politica e amministrativa poté procedere senza ostacoli perché furono combattute e sconfitte le opposizioni più radicali di destra e di sinistra, ma il consolidamento del potere napoleonico restava legato al raggiungimento della pace, che fu conclusa nel 1801 con l’Austria e l’anno successivo, dopo il ritiro della Russia dalla coalizione antifrancese, con l’Inghilterra, ultimo avversario in campo. Rafforzato ulteriormente il proprio potere mediante il Concordato con la Chiesa di Roma (1801), con il quale Pio VII riconosceva la Repubblica francese e la vendita dei beni nazionali, Napoleone, tramite un plebiscito, si fece nominare console a vita nel 1802. Contemporanea al plebiscito fu la promulgazione di un senatoconsulto che modificava la Costituzione (nota come Costituzione dell’anno X) ed estendeva i poteri del Primo console, al quale era attribuita anche la facoltà di nominare il proprio successore. Ma il suggello dell’opera riformatrice napoleonica fu la promulgazione, nel marzo 1804 del Codice civile, che salvaguardava le più importanti conquiste del 1789, quelle relative all’abolizione dei diritti feudali, alle libertà civili, alla difesa della proprietà. Nel diritto di famiglia venne mantenuto il divorzio; in materia successoria furono aboliti i diritti della primogenitura. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) Dopo la pace con l’Austria proseguì l’espansione francese in Italia. Nell’aprile del 1801 fu incorporato il Piemonte, l’anno successivo fu occupato il ducato di Parma. La Repubblica cisalpina nel 1802 si trasformò in Repubblica italiana e si dotò di una Costituzione simile a quella dell’anno VIII. Repressa duramente una congiura realista, appoggiata dall’Inghilterra, nel 1804 Napoleone si fece nominare imperatore dei francesi. Il papa Pio VII fu obbligato a partecipare alla cerimonia dell’inaugurazione, il 2 dicembre, 1804, nella cattedrale di Notre-Dame. Le guerre dei cinque anni successivi sconvolsero profondamente la carta d’Europa. Nel 1805 la Repubblica italiana si trasformò in Regno d’Italia e, sconfitti gli austro-russi ad Austerlitz (2 dicembre 1805), il dominio napoleonico in Italia si estese al Veneto, all’Istria, alla Dalmazia e al Regno di Napoli. Nel 1806 Napoleone creò la Confederazione del Reno e proclamò la decadenza del Sacro Romano Impero. In Olanda, in Germania e in Polonia istituì una serie di Stati satelliti, talora, com’era accaduto per il Regno di Napoli, affidati, col titolo di re, a propri fratelli. Anche la Spagna nel 1808 fu sottomessa al dominio francese. La vittoria inglese a Trafalgar (21 ottobre 1805), dove la flotta francese fu distrutta, segnò tuttavia la rinuncia definitiva al progetto di invadere l’Inghilterra. Per minare la potenza inglese proclamò il blocco continentale, che stabiliva il divieto per i paesi europei di commerciare con l’Inghilterra. Nel 1807 la pace di Tilsit con il giovane zar Alessandro I, inseriva la Russia nella politica internazionale francese. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 5 La campagna di Russia e il crollo dell’impero Fra il 1810 e il 1812 il Grande Impero (Francia e Stati satelliti) raggiunse la sua massima estensione. Un dominio che Napoleone volle legittimare sposando a Parigi nel 1810 la figlia dell’imperatore d’Austria, la granduchessa Maria Luisa. Annullato il matrimonio con Giuseppina, dal quale non erano nati figli, l’erede della rivoluzione francese sposava una nipote di Maria Antonietta, la regina ghigliottinata nella capitale 17 anni prima. L’impero napoleonico si fondava su una supremazia militare basata su un esercito di cittadini, ideologicamente motivati, e reclutato attraverso la coscrizione obbligatoria. Gli eserciti messi in campo dalle altre potenze europee, composti da mercenari e da sudditi, erano stati sistematicamente sconfitti dall’audacia e dall’entusiasmo rivoluzionario dei francesi. L’esercito offriva molte possibilità di carriera e rappresentava anche la principale via d’ascesa sociale, contribuendo fortemente alla formazione del ceto dirigente e di nuova nobiltà istituita nel 1808. Nell’insieme il dominio napoleonico rappresentò un potente strumento di svecchiamento delle istituzioni e di mobilitazione della società civile. Ma, negli Stati conquistati o annessi, ove fu esteso il sistema amministrativo e giuridico francese, il consenso al nuovo regime fu sempre modesto. Soprattutto in Italia e in Germania il dominio napoleonico portò al superamento della dimensione particolaristica, suscitando aspirazioni all’indipendenza. L’economia degli Stati soggetti all’egemonia napoleonica fu sottoposta alle esigenze della Francia e danneggiata dagli effetti depressivi del blocco continentale; e ciò contribuì ad accrescere l’ostilità antifrancese. In Spagna e nella Sicilia, occupata dagli inglesi, furono approvate nel 1812 Costituzioni moderate, che sarebbero state assunte a modello dal movimento liberale dell’età della Restaurazione. In Prussia la sconfitta militare stimolò una rinascita intellettuale tedesca, una politica di riforme economiche e sociali ed un rinnovamento dell’esercito. Il periodo relativamente pacifico tra il 1810 e il 1812 non portò ad un consolidamento dell’Impero, impedito dall’ostilità inglese, dal conflitto con il papa, dalla ribellione spagnola e dall’opposizione delle forze nazionali. A ciò si aggiunse lo sganciamento russo dell’alleanza con la Francia e senza la Russia il blocco continentale, già in difficoltà, era destinato a fallire definitivamente. Nel 1811 Napoleone cominciò a preparare la guerra contro la Russia. L’imponente esercito (circa 650.000 uomini) che iniziò le operazioni contro la Russia nell’estate del 1812 non era Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) più la Grande armata, ma un insieme eterogeneo di forze di cui solo poco più della metà erano francesi. Vi erano polacchi, italiani, svizzeri e molti altri, per un totale di 20 nazioni e 12 lingue diverse. A questa debolezza si aggiungeva il fatto che le truppe erano equipaggiate per una breve campagna militare. L’avanzata francese, di fronte ad un nemico che faceva terra bruciata e si rifiutava di trattare, si risolse infine in una ritirata a prezzo di fortissime perdite: a dicembre restavano a Napoleone poco più di 100.000 uomini. Nel 1813 tutta l’Europa era in armi contro la Francia. Una nuova coalizione tra Inghilterra, Russia, Prussia e Austria sconfisse i francesi a Lipsia, nella battaglia delle nazioni (16-18 ottobre 1813). A essa fece seguito l’avanzata degli alleati nel cuore della Francia. Dopo l’occupazione di Parigi, nell’aprile del 1814 Napoleone dovette abdicare e ricevette dai vincitori il possesso dell’isola d’Elba. Al trono di Francia ritornò un Borbone, Luigi XVII, fratello del re ghigliottinato, che concesse una Costituzione con un sistema elettorale a suffragio molto ristretto. Il Congresso di Vienna contemporaneamente iniziava la ridefinizione della carta d’Europa. Ma l’avventura napoleonica non era finita. Il malcontento popolare nei confronti del Borbone e il malessere di tanti soldati e ufficiali esclusi dall’esercito, convinsero Napoleone che un suo ritorno in Francia avrebbe avuto ottime possibilità di successo. E in effetti il suo sbarco sulle coste francesi, il 1 marzo del 1815, fu seguito da una marcia trionfale verso Parigi, abbandonata da Luigi XVII. Riformata la Costituzione, Napoleone rifiutò di cercare un consenso tra le masse popolari e cercò l’appoggio dei notabili, non comprendendo che essi miravano a garantire la loro sopravvivenza e non quella del regime napoleonico. Sconfitto dalle potenze europee a Waterloo (in Belgio), il 18 giugno,il mese successivo venne deportato sull’isola di Sant’Elena nell’Atlantico, dove morì il 5 maggio del 1821. L’illusione era durata solo “cento giorni”. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 6 Cronologia 1793 3 giugno 1797 - Legge sulla vendita dei beni Nazionali - Approvazione della Costituzione dell'Anno I giugno-agosto - Rivolta Federalista 28 luglio - Robespierre entra a far parte del Comitato di salute pubblica 23 agosto - Leva in massa dei cittadini 17 settembre - Legge sui sospetti 29 settembre - Istituzione del maximum dei prezzi e dei salari 16 ottobre - Esecuzione della Regina Maria Antonietta Novembre - Campagna di scristianizzazione e nuovo Calendario 1794 4 febbraio - Abolizione della Schiavitù nelle Colonie 24 marzo - Esecuzione di Hèbert e dei suoi Compagni 5 aprile - Esecuzione di Danton e degli Indulgenti 10 giugno Inizia il "Governo del Terrore e della Virtù" 26 giugno - Sconfitta degli Austriaci 27 luglio - Colpo di Stato - Caduta dei Montagnardi- Arresto ed esecuzione di Robespierre 24 agosto - Riorganizzazione del Governo Settembre – dicembre - Si scatena il Terrore Bianco 12 novembre - Soppressione del Club dei Giacobini 24 dicembre - Abolizione del maximum 1795 gennaio - Proclamazione della Repubblica Batava 1-2 aprile - Tentativo di insurrezione popolare Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) aprile - Trattato di pace con la Prussia 20-23 maggio - Fallisce l'ultimo tentativo di insurrezione popolare luglio - Trattato di Basilea - Pace con la Spagna 22 agosto - Costituzione dell'Anno III 5 Ottobre - Fallita insurrezione realista contro i Termidoriani 26 ottobre - Elezione del nuovo Direttorio Esecutivo 1796 marzo - Inizio dell'offensiva Francese contro l'Austria - Campagna d'Italia di Napoleone aprile - Napoleone firma l'armistizio di Cherasco con Vittorio Amedeo III maggio - Sconfitta degli Austriaci a Lodi da parte di Napoleone novembre - Napoleone sconfigge gli Austriaci ad Arcore (S. Marino) 1797 gennaio - Vittoria Napoleonica a Rivoli febbraio - Napoleone costringe Pio VI alla Pace di Tolentino marzo-aprile - Napoleone entra in Austria - A Leuben firma i preliminari di pace tra Francia ed Austria 4 settembre - A Parigi il Direttorio attua con l'appoggio di Napoleone un Colpo di Stato antiMonarchico 17 ottobre - Trattato di Campoformio L’età Napoleonica febbraio 1798 - I Francesi occupano Roma agosto 1798 - II Coalizione anti-Francese febbraio-marzo 1799 - I Francesi occupano il Piemonte e la Toscana aprile 1799 - Austriaci e Russi contrattaccano in Italia ed i Francesi sono sconfitti a Cassano d'Adda 9 novembre 1799 - Colpo di Stato Militare in Francia - Inizia il potere personale di Napoleone dicembre 1799 - Napoleone diviene Primo Console Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) febbraio 1801- Trattato di Louneville tra Francia ed Austria-Piemonte annesso alla Francia luglio 1801 - Concordato di Napoleone con la Santa Sede gennaio 1802 - Napoleone assume la Presidenza della neo-Repubblica Italiana marzo 1802 - Pace di Amiens tra Francia ed Inghilterra luglio 1802 Napoleone proclamato Console a vita marzo 1803 - Si riaccende il conflitto Francia-Inghilterra marzo 1804 -Viene promulgato il Codice Civile Napoleonico dei Francesi maggio 1804 -Trasformazione in Impero della Repubblica Francese marzo 1805 - Napoleone cinge la Corona Ferrea giugno 1805 - La Repubblica Ligure è annessa alla Francia agosto 1805 - Formazione della III Coalizione anti-Francese ottobre 1805 - A Trafalgar Nelson distrugge la flotta Franco-Spagnola marzo 1806 - I Francesi occupano il Regno di Napoli luglio 1807 - Trattato di Tilsit tra Francia, Russia e Prussia aprile 1809 - Si riaccende il conflitto con l'Austria luglio 1809 - Pio VII viene condotto prigioniero in Francia ottobre 1809 - Pace di Schönbrunn tra Francia ed Austria aprile 1810 - Matrimonio tra Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d'Asburgo febbraio-marzo 1812 - Prussia ed Austria stipulano Trattati di Alleanza con la Francia giugno-dicembre 1812 - Campagna di Russia giugno 1813 - Ritiro dei Francesi dalla Spagna 1 6-18 ottobre 1813 - Gli eserciti alleati sconfiggono Napoleone a Lipsia ottobre-dicembre 1813 - Crollo dell’impero napoleonico - Gli eserciti della coalizione attaccano la Francia gennaio-marzo 1814 - Napoleone contrasta inutilmente gli eserciti invasori 31 marzo 1814 - Prussiani e Russi entrano a Parigi 6 aprile 1814 - Abdicazione di Napoleone maggio 1814 – Restaurazione della monarchia in Francia con Luigi XVIII - Pio VII torna a Roma novembre 1814 – Apertura del Congresso di Vienna Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) marzo 1815 - Napoleone fuggito dall'Isola d'Elba sbarca a Cannes ed entra trionfante in Parigi 18 Giugno 1815 - definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo Luglio 1815 – Napoleone è deportato sull’isola di Sant’Elena nell’Atlantico Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 18 Storia Moderna L’Europa tra rivoluzione e controrivoluzione (1794-1815) 7 Bibliografia S. J. Woolf, Napoleone e la conquista dell’Europa, Laterza, Roma.Bari, 1990 L. Mascilli Migliorini, Napoleone, Salerno editrice, Roma, 2000 J. Godechot, L’Europa e l’America all’epoca napoleonica, 1800-1815, Mursia, Milano, 1985 J. Tulard, Napoleone. Il mito del salvatore, Rusconi, Milano, 1985 D. G. Chandler, Le campagne di Napoleone, Rizzoli, Milano, 1973. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 18 di 18