Orientarsi con le stelle Orientarsi con le stelle (nell’emisfero boreale). Da secoli l’uomo ha imparato a orientarsi grazie alla volta celeste e ancora oggi, nonostante il livello tecnologico raggiunto dall’umanità, queste antiche tecniche possono risolvere situazioni altrimenti destinate a naufragare nei peggiori scenari. Tutti abbiamo sentito parlare di queste tecniche, tutti sappiamo che sono piuttosto semplici da assimilare, ma quanti le conoscono e sarebbero in grado di servirsene in caso di emergenza? In questo articolo cercheremo di spiegare in modo semplice i metodi più diffusi e affidabili. Il nostro Diego Visintin, prepper ed appassionato di astronomia, ha scritto per il nostro sito un'articolo utilissimo e chiarissimo che insegna alcuni metodi per orientarsi la notte alzando lo sguardo alle stelle. Trovare la stella polare. Partiamo dalla nostra guida più conosciuta, la superstar (passate il gioco di parole) dell’emisfero boreale: la stella polare. Sappiamo tutti che la stella polare, chiamata anche Polaris, indica il Nord celeste e tracciando una perpendicolare verso terra il Nord geografico, ora vedremo come trovarla nell’immensità del cielo notturno. Dato che riconoscere una singola stella fra le migliaia visibili è piuttosto difficile, a meno di non essere un astronomo, ci dobbiamo far aiutare dall’innata dote dell’uomo chiamata “pareidolia”, che è la tendenza ad associare forme o immagini note a oggetti o strutture dalla forma in realtà casuale (come quando si riconosce il profilo di Napoleone in una roccia), difatti – contrariamente alle singole stelle - non avremmo difficoltà a riconoscere alcune costellazioni che ci aiuteranno a individuare la stella polare. Le costellazioni che dobbiamo imprimerci bene in mente sono l’Orsa Maggiore (dalla famosa forma a “pentolino”), Cassiopea (la W) e l’Orsa Minore (un “pentolino” ancor più piccolo). L’Orsa Maggiore e Cassiopea “ruotano” attorno alla stella polare nelle sue immediate vicinanze e per riconoscerla ci basta individuare le due stelle che formano il lato del pentolino opposto al “manico” dello stesso, far proseguire verso Cassiopea la linea immaginaria che le unisce per una lunghezza di circa cinque volte la distanza fra le due e troverete la nostra stella polare e di conseguenza il nord. Se utilizziamo Cassiopea, invece, ci basterà far partire una linea immaginaria dalla stella centrale perpendicolarmente al piano formato dalle due stelle ai lati. Agli occhi più esperti basterà individuare l’Orsa Minore, la stella Polare è la stella che da inizio al manico del “pentolino”. Spesso può capitare che ne l’Orsa Maggiore ne Cassiopea siano visibili (nubi, monti, ecce cc…) ed è così che nei mesi autunnali e invernali ci viene in aiuto la costellazione di Orione, riconoscibile per la famosa “cintura” formata da 6 stelle (3 per la cintura e 3 per la “spada” di Orione). In questo caso la linea immaginaria che passa lungo la “spada”, incontra la stella centrale della “cintura” e prosegue attraversando la “testa” di Orione ci indica, con una buona approssimazione, il Nord e proseguendo andrà a incontrare la stella polare. Curiosità La stella polare in realtà è un sistema triplo di cui Polaris A è la stella più luminosa. A causa della precessione dell’asse terrestre, che copre 360° in circa 25.800 anni, attorno all’anno 3000 Polaris cederà il titolo di stella del nord ad Alrai (nella costellazione di Cefeo). Le stelle che ricoprono periodicamente il ruolo di stella polare sono ben 14; tra cui la brillantissima Vega che prenderà in mano lo scettro verso l’anno 13.700. Sfruttare il moto apparente A causa della rotazione terrestre le stelle paiono muoversi, seppur lentamente, attraversando la volta celeste in una rotazione antioraria attorno alla stella polare, questo movimento viene definito “moto apparente” e grazie a questo possiamo orientarci con una medio-buona approssimazione. In questo caso avremo bisogno di alcuni “strumenti” facilmente reperibili in loco; ovvero due bastoncini di cui uno deve avere una biforcazione (tipo fionda) ed essere lievemente più lungo (circa 40 cm). Sediamoci a terra e cerchiamo una stella piuttosto luminosa e vicina all’orizzonte e conficchiamo il bastoncino a “Y” nel terreno di fronte a noi “inquadrando” la stella nella biforcazione, ora conficchiamo anche il secondo bastoncino, frapponendolo tra noi e il primo, facendo coincidere la punta di questo con la posizione della stella. Non ci resta che aspettare una decina di minuti per poi controllare in quale direzione si è spostata la stella all’interno del nostro “mirino”, nel frattempo tracciamo a terra le lettere L U D R (che stanno per Left, Up, Down e Right) e subito sotto N E W S (North, East, West e South) – usiamo l’inglese poiché sono più facili da memorizzare - ora è molto semplice capire in quale direzione stiamo guardando, la stella si è spostata verso sinistra e in alto (quindi L+U)? Guardiamo lo schema e vedremo che a L e U corrispondono N e E ovvero Nord-est! Certamente è una tecnica piuttosto complessa e di non facile memorizzazione ed è per questo che consigliodi provarla in situazione di sicurezza e non in caso di emergenza (basta invertire due lettere per perdersi definitivamente) per renderla più famigliare, inoltre un bigliettino con lo schema riprodotto da tenere nello zaino o nel portafogli non è una pessima idea. Ovviamente se la stella polare o Orione sono visibili possiamo evitare tutto questo lavoro! Curiosità Maggiore sarà la latitudine a cui ci si trova e minore sarà la precisione di questo tipo di osservazione. Ad esempio se dovessimo trovarci al Polo Nord (estremizzando la situazione) sarà impossibile determinare dove si trovino est e ovest dato che non ci saranno stelle che si muovono verso l’alto o il basso. Nell’emisfero australe la rotazione della volta celeste è oraria ma questo non influisce sui termini dell’osservazione. La Luna Il nostro satellite sorge a Est e tramonta a Ovest come il Sole, inoltre c’è una regola molto semplice da ricordare: Luna crescente; gobba a ponente (forma di D) – indica l’ovest , Luna calante; gobba a levante (forma di C) – indica l’est. Pianeti Anche i pianeti ci possono venire in aiuto per orientarci. Come il Sole e la Luna i pianeti sorgono a Est per tramontare a Ovest seguendo l’eclittica e quindi saperne riconoscere alcuni può tornare utile. I tre pianeti visibili più facilmente ad occhio nudo sono Venere, Marte e Giove, il primo è il corpo celeste notturno più luminoso dopo la Luna, Marte è riconoscibile per l’inconfondibile colore rosso mentre Giove, oltre che molto luminoso, è piuttosto grosso anche visto a occhio nudo. Una cosa da sapere sui pianeti, e che ci aiuta a riconoscerli, è il fatto che non brillano, la loro luce è fissa e non “sfrigolante” come le stelle, inoltre non sono visibili tutto l’anno (nelle ore notturne). In rete si possono trovare svariati promemoria della visibilità dei pianeti durante l’anno così da avere sempre la sicurezza di sapere cosa cercare in cielo.