11. La maledizione di Cam
La maledizione di Cam (o Ham), che in realtà si riferisce al suo figlio Canaan, è un episodio
biblico della Genesi in cui si narra come Canaan sia maledetto da Noé, suo nonno, per un
peccato commesso da suo padre Cam. La narrazione biblica della maledizione si colloca alla
conclusione del Diluvio. Dopo essere stato rassicurato da Dio che non ci sarebbero state altre
distruzioni di ciò che viveva sulla terra e nelle acque, Noé esce dall’Arca con i suoi tre figli,
Sem, Cam e Jafet. Dopo di che :
20 Noè cominciò a coltivare la terra e piantò una vigna.
21 Bevve del vino e si ubriacò, e si scoperse in mezzo alla
sua tenda.
22 Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e andò
a dirlo ai suoi due fratelli di fuori.
23 Allora Sem e Jafet presero un mantello, lo misero sulle
loro spalle e, camminando all’indietro coprirono la nudità
del loro padre; e, siccome avevano le loro facce rivolte dalla
parte opposta, non videro la nudità del loro padre.
24 Quando Noè si svegliò dalla sua ebrezza, seppe quello
che gli aveva fatto il figlio minore.
25 E disse: «Maledetto sia Canaan! Egli sia lo schiavo degli
schiavi dei suoi fratelli!».
26 Disse ancora: «Benedetto sia l’Eterno, Dio di Sem, e sia
Canaan suo schiavo.
27 Dio ingrandisca le possessioni di Jafet, che egli abiti
nelle tende di Sem e sia Canaan loro schiavo !».
Dopo questo episodio, il capitolo 10 della Genesi -la Tavola dei popoli o la tavola delle
nazioni nella tradizione ebraica - descrive la discendenza dei figli di Noé e il popolamento
della terra. I tre primi figli di Cam, Koush, Misraim e Pout popolano l’Etiopia, L’Egitto e
l’Arabia. Quanto a Canaan, i suoi discendenti occuppano « il paese di Canaan », terra che
sarà poi offerta da Dio ad Abramo, un ebreo, e quindi un discendente di Sem. La discendenza
di Canaan va quindi a popolare un territorio che corrisponde a Israele e al Libano attuali.
Nella tradizione ebraica, arabo-musulmana e cristiana questo episodio è variamente
interpretato, anche non in relazione con il problema della schiavitù. Interessante e da ricordare
un brano delle Mille e una notte, dove si trova una discussione tra una concubina nera ed una
bianca. La bianca, musulmana, racconta la storia della maledizione di Cam ed afferma che
Cam prese il colore nero per aver ridicolizzato suo padre, mentre Sem prese il colore bianco
per non aver commesso quel peccato. La concubina nera replica che il colore bianco è
associato alle malattie ed alla morte.
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In generale durante il Medioevo si trovano poche tracce sull’utilizzazione di questo passo
della Genesi per giustificare la schiavitù. Nessun riferimento è fatto alla maledizione di Cam
neppure nella bolla Romanus Pontifex di Niccolò V, del 1454, che è talvolta citata come
l’unico documento realmente equivoco della Chiesa Cattolica sul tema della schiavitù. In
questa bolla si riconoscono al sovrano portoghese le conquiste fatte in Africa ed anche la
schiavitù dei neri africani, sottomessi ai colonizzatori portoghesi o in seguito all’occupazione
o in virtù di acquisti commerciali. Nel mondo musulmano, la schiavitù e la tratta dei neri
sono praticate in maniera importante, ma giustificate per ragioni più mercantili che teologiche
e sembra che non esista nessun tipo di giustificazione religiosa della tratta dei neri fondata
sulla maledizione di Cam. Nel corso dell’età moderna, invece, le tracce storiche diventano
maggiori e persistenti, in relazione al progressivo sviluppo della tratta degli schiavi africani
verso le Americhe e al suo divenire anche oggetto di aspro dibattito e polemiche nella società
occidentale.
In Europa, l’utilizzazione della maledizione di Cam come giustificazione dell’inferiorità dei
popoli neri africani e della liceità della schiavitù appare nel corso del Seicento. Sembra che la
prima reale comparsa del mito sia avvenuta in ambienti protestanti olandesi : nel 1666, Georg
Horn propone all’Università di Leyda una classificazione delle razze secondo il modello
proposto dalla Genesi con la discendenza di Noé. Qualche anno più tardi, nel 1677, Jean
Louis Hannemann, utilizzando un riferimento alla genesi di Martin Lutero, nello scritto
Curiosum Scrutinium nigritudinis posterorum Cham i.e. Aethiopum, evoca il fatto che gli
Etiopi sono divenuti neri e schiavi a causa della maledizione di Cam.
E’ quindi nel contesto di un ritorno ad una interpretazione molto letterale della Bibbia,
all’interno del movimento della riforma protestante, che comincia a svilupparsi e diffondersi
l’utilizzazione della maledizione di Cam. Il mito non viene fatto proprio dalle Chiese
protestanti europee ufficiali, ma si diffonde a livello popolare attraverso la propaganda dei
pastori e prende vigore in particolare negli Stati Uniti, in relazione all’estendersi della
schiavitù. Nella prima metà dell’Ottocento il mito è ormai molto diffuso negli USA ed il
riferimento al passo biblico è preso in prestito sia dai sostenitori dello schiavismo, per
affermare la superiorità dei bianchi e la legittimità della proprietà degli schiavi, sia dai
sostenitori dell’antischiavismo, per evidenziare, ad esempio attraverso la contraddizione
Cam-Canaan, la strumentalità del mito.
Nello stesso periodo, in Europa, la Chiesa Cattolica continua a mantenere sul problema della
schiavitù una posizione confusa e spesso ambigua, a metà strada tra condanna dottrinale e
realismo politico. Pio IX, ad esempio, è sostanzialmente favorevole ad una graduale
abolizione della schiavitù, ma contrario ad una abolizione immediata, ed esorta l’episcopato
ad evitare ogni discussione sul problema. Soltanto nel 1888, Leone XIII con l’enciclica In
Plurimis, indirizzata all’piscopato brasiliano, e nel 1890 con la nuova enciclica Catholicae
Ecclesiae, indirizzata ai missionari brasiliani, esorta a lottare contro la schiavitù. In questi
documenti non viene mai citata la maledizione, e tuttavia la particolare interpretazione del
passo biblico è ormai diffusa quasi dovunque nel clero missionario e negli ambienti cristiani
che vivono a contatto con realtà schiavistiche.
A partire dalla fine del Novecento, la maledizione di Cam diviene un motivo di studio
principalmente panafricano, dentro una prospettiva afrocentrista ed una riflessione critica sul
ruolo dell’Occidente e del mondo arabo nella tratta dei neri e nella schiavitù. Molti
intellettuali africani lo affrontano con una posizione che contiene queste principali
argomentazioni : 1.L’Occidente e il mondo arabo hanno perpetrato la tratta dei neri e la
schiavitù per molti secoli, distruggendo il continente africano ; 2. La schiavitù e la tratta sono
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stati appoggiati ed anche incoraggiati dalla Chiesa Cattolica ; 3.L’esegesi islamica della
maledizione di Cam ha svolto un ruolo di legittimazione di questa realtà, giustificando
l’inferiorità del popolo africano con una maledizione divina ereditaria. Un riferimento
ricorrente è fatto all’opera di Pierre Ndoumaï, « On ne naît pas noir, on le devien ».. Les
métamorphoses d’une idéologie raciste et esclavagiste», L’Harmattan, Paris, 2007.
UNIVERSITÀ DI PISA, CORSO DI LAUREA DI SCIENZE PER LA PACE
Materiali di studio per l’insegnamento di
“Europa e mondo dall’età moderna all’età contemporanea”
(prof. Marco Della Pina)
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