STEMMA EPISCOPALE del VESCOVO Lucio Soravito de Franceschi

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DIOCESI di ADRIA-ROVIGO - STEMMA EPISCOPALE del VESCOVO Lucio Soravito de Franceschi
Descrizione araldica dello stemma
Di oro, cappato di azzurro. Nel primo alla cetra di azzurro; nella cappa, alla stella ad otto raggi a
destra e alla mitria con baculo pastorale a sinistra, il tutto di oro.
Interpretazione
Lo stemma è composto da quattro elementi.
1. La stella dorata in campo azzurro.
La stella, nel linguaggio araldico, è simbolo della B.V. Maria. In questo stemma essa evoca la
Chiesa Cattedrale di Udine, dedicata a S. Maria Annunziata, da cui mons. Soravito è partito; ma
evoca anche alcuni eventi – segno di una particolare predilezione della Madre di Dio – che
hanno contrassegnato la vita di mons. Soravito: la sua nascita nella festa dell'Immacolata
Concezione (8 dicembre) e il suo ministero sacerdotale, svolto in parrocchie e chiese dedicate
alla Madonna (S. Maria Nascente di Artegna, S. Maria degli Angeli a S. Pio X in Udine, S. Maria
Annunziata nella Chiesa Cattedrale di Udine).
2. La mitra dorata in campo azzurro.
La mitra evoca il patrono della diocesi di Adria-Rovigo: S. Bellino, vescovo e martire. S. Bellino,
vissuto tra il 1077 e il 1147, è stato vescovo di Padova (1127-1147) in un periodo storico
segnato da una violenta contrapposizione tra il Papa di Roma e l'imperatore di Germania e dal
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prepotere di alcuni nobili sulle masse popolari. S. Bellino si è battuto in favore della giustizia,
per la liberazione degli oppressi e per salvaguardare i diritti delle comunità cristiane. Questo
suo impegno gli ha attirato l'odio dei potenti, che lo hanno ucciso per mano di alcuni sicari
vicino a Fratta, mentre si recava a visitare, secondo una tradizione, l'Abbazia della Vangadizza
(oggi Badia Polesine). Le sue reliquie si conservano nel paese di S. Bellino.
3. La cetra azzurra in campo dorato.
La cetra è simbolo dell'impegno pastorale assunto da mons. Soravito: realizzare nella Chiesa di
Dio che è in Adria-Rovigo il "miracolo di Pentecoste": l'unità nella diversità. Questo impegno è
riassunto da S. Ignazio di Antiochia nella lettera ai cristiani di Efeso con un'immagine
significativa: "Il collegio episcopale, degno del suo nome, degno di Dio, si è dimostrato unito al
Vescovo come le corde alla cetra... Ma anche i laici hanno formato un solo coro, prendendo tutti
la nota da Dio, concertando nella più stretta armonia, per inneggiare a una sola voce al Padre,
per mezzo di Gesù" (Lettera agli Efesini, nn. 3 e 6).
4. Il motto: "Gaudete in Domino semper".
Il motto "Gioite sempre nel Signore" è preso dalla lettera di san Paolo ai Filippesi (Fil 4, 4-9), in
cui si legge:
[4] Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.
[5] La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!
[6] Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con
preghiere, suppliche e ringraziamenti;
[7] e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in
Cristo Gesù.
[8] In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello
che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri.
[9] Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio
della pace sarà con voi!
Con questo motto mons. Soravito esprime il suo proposito di aiutare i fedeli di Adria-Rovigo –
attraverso l'annuncio dell'amore di Dio manifestato in Cristo morto e risorto – a sperimentare
come la fede in Cristo rende più vera, giusta e bella la vita personale e sociale, rinnova i
rapporti di amicizia, dà senso alla fatica e al lavoro, sostiene nel momento della prova, apre la
vita al futuro e alla speranza.
Attraverso la vita di comunione e attraverso la testimonianza "gioiosa" della fede, i cristiani
sapranno "interpellare" e contagiare con il Vangelo anche tanti fratelli che ancora non hanno
scoperto di essere amati da Dio.
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