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I problemi dei viaggi nello spazio? Li spiega un documentario
del National Geographic Channel
A guardare Star Trek o Guerre Stellari sembrerebbe che l'unico problema dei viaggi
nell'Universo sia l'incontro con qualche specie aliena poco simpatica. In realtà, prima dei
marziani, i problemi sono ben altri. Gli astronauti sulle navicelle spaziali soffrono di un vero
e proprio “mal di spazio”: affrontano temperature a volte rigidissime e a volte caldissime,
rischiano di bollire dall'interno se la loro tuta si buca e potrebbero invecchiare di decenni in
qualche anno per via delle radiazioni cosmiche. Il documentario “I segreti dello spazio” del
National Geographic, presentato in anteprima nella Sala del Maggior Consiglio, racconta
nel dettaglio tutti i rischi del viaggio spaziale.
“Si potrebbe pensare che sia un caso che la vita si sia sviluppata sulla Terra, un pianeta
qualsiasi che gira intorno ad una stella qualsiasi. In realtà non è così”, ha spiegato
Giovanni Bignami, nuovo presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF),
nell'introduzione. “Su questo mondo c'è una certa gravità, un'atmosfera formata di azoto e
ossigeno, un campo magnetico che devia i raggi cosmici che potrebbero danneggiare i
nostri tessuti. Tutte condizioni fondamentali per la vita dell'uomo.”
Ma allora che succede al corpo quando si viaggia nello spazio, dove le caratteristiche
fisiche dell'ambiente cambiano? Prendiamo ad esempio la gravità. Il nostro corpo si è
adattato a questa forza, ma gli astronauti affrontano un viaggio che nelle prime fasi, al
lancio della navicella, prevede una forza pari a sei volte quella cui siamo sottoposti
sulla Terra. “Come a dire che si sente sei volte il proprio peso sui piedi, e mentre si sale
verso l'Universo una pressione altrettanto forte sul proprio petto”, spiega il documentario.
Subito dopo, raggiunto lo spazio, la gravità diventa quasi nulla. “Si prova subito una
forte euforia, perché sembra di essersi liberati di un limite. Ma la bella sensazione passa
quasi subito, gli organi cominciano a galleggiare nel corpo. Soprattutto per lo stomaco non
è una bella sensazione”, dicono ancora gli astronauti intervistati. Il problema è che in
assenza di gravità non si capisce cosa sia "giù" e cosa sia "su": i riferimenti visivi ci
dicono una cosa, gli otoliti (piccolissime concrezioni nell'orecchio che regolano l'equilibrio)
ne dicono una diversa ad ogni spostamento della testa. Per non parlare di come in
condizioni di microgravità, si complichino azioni semplici come mangiare, bere, andare al
bagno o anche fare sesso.
Altri problemi degli astronauti riguardano temperatura e pressione. “Sulla Luna
l'escursione termica è terribile”, spiegano ancora gli astronauti. “Di notte il clima è due
volte più rigido che in Antartide, ma non appena la superficie viene colpita dalla luce del
Sole, la temperatura arriva ad essere fino a 4 volte più alta di quella maggiore mai
raggiunta sul nostro pianeta”. Per questo le tute sono isolanti e hanno un sistema di
raffreddamento ad acqua che mantiene il calore ai giusti valori.
Ma la pressione rappresenta un problema forse anche maggiore. Sulla Terra la forza che
da fuori spinge sul corpo e quella interna che preme verso l'esterno sono in perfetto
equilibrio. Ma ci sono pianeti che hanno pressioni molto maggiori: “Immaginate di avere
una mucca seduta sullo stomaco. Ora pensate che se doveste atterrare su Venere
provereste una pressione pari a quella del peso di una mucca ogni 6,5 cm quadrati del
vostro corpo", spiega il documentario. Al contrario nello spazio aperto la pressione è
bassissima, troppo debole. “Senza la protezione della tuta spaziale, ad esempio se un
micrometeorite la buca in qualche punto, i fluidi corporei sarebbero portati a bollire per via
della bassa pressione”, viene spiegato nel documentario. “Si può sopravvivere al
massimo 90 secondi, prima che il corpo collassi. Per fortuna, se si trova la falla nella tuta
entro questo tempo si sopravvive e si recupera la corretta funzionalità del corpo”.
L'ultima questione è quella delle pericolose radiazioni cosmiche. “Quando si va nello
spazio si lascia coscientemente la schermatura che fornisce il campo magnetico
terrestre”, ha spiegato Bignami. “L'unica soluzione, in questo caso, è non stare in giro per
l'Universo troppo tempo, e sperare che nel frattempo il Sole non decida di aumentare la
propria attività, per esempio con uno di quei brillamenti che a volte vengono osservati sulla
superficie delle stelle”. Anche perché, come spiegano bene nel documentario, i rischi sono
tantissimi: dal collasso dell'apparato digerente, al malfunzionamento del midollo spinale e
dunque la produzione di cellule malformate, al deterioramento del sistema nervoso con
effetti simili a quelli dell'Alzheimer. “Nel giro di due o tre anni un astronauta non
correttamente protetto dalle particelle cariche ionizzanti presenti nello spazio potrebbe
invecchiare addirittura di decenni”, viene spiegato.
Ma non bisogna preoccuparsi: la NASA e le altre agenzie spaziali del mondo stanno
già lavorando alla risoluzione di tutti questi problemi. Un giorno, gli scienziati già lo
prevedono, saremo in grado di viaggiare nello spazio con rischi minimi.
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