Giornata della Memoria, ai giovani il testimone del No all`indifferenza

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GIORNALE DI BRESCIA · Sabato 28 gennaio 2017
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LA CITTÀ
Giornata della Memoria, ai giovani
il testimone del No all’indifferenza
La cerimonia ufficiale
in San Barnaba insieme ai
tre sopravvissuti premiati
con la Medaglia d’onore
Ricordare
Daniela Zorat
[email protected]
sessore Fenaroli e del consigliere della Provincia Peli.
Ma soprattutto della consegna delle Medaglie d’onore e
della liberazione «a cittadini,
militari, deportati e internati
nei lager nazisti e destinati al
lavoro coatto», con la collaborazione di Anei, Aned, Anpi e
coordinata dalla Casa della
memoria, accompagnata dalla musica del Gambara. In
conclusione l’intervento della storica Bruna Franceschini.
Il testimone ora passa ai giovani. Lo raccolgono consapevoli dell’importanza di questo gesto che comporta fatica,
dolore e impegno per contrastare con forza quell’indifferenza che ha consentito che
tutto accadesse. I rastrella- Testimonianze. Tre sole, delle
menti, le deportazioni, la pri- undici attribuite, le Medaglie
gionia nei lager, la morte nelle all’onore consegnate direttamente a chi alla prigionia è socamere a gas, la Shoah.
Untestimone che oggi pren- pravvissuto: ad Arturo Ventude le forme della comunica- ra, a suo fratello Giacinto e a
zione più immediata, apprez- Giovanni Lazzari, prigionieri
zata dai ragazzi: quella di un di guerra, finiti in campi di lavoro dopo l’8 setvideo realizzato datembre. «La fagli studenti di V G Anche altri due
me. Ricordo bedell’Olivieri-Tarta- i momenti
ne la fame che
glia, con filmati ma di ricordo:
ho provato - risoprattutto voci di al Monumento
corda Arturo - in
donne che dopo i
quel campo. Ero
campi di concentra- del deportato
un alpino e ho
mento sono riusci- e la fiaccolata
passato 23 mesi
te a vivere e a so- in Borgo Trento
internato, lavopravvivere. I ragazzi si sono immedesimati, af- rando». Ancora si emoziona
frontando temi quali l’abban- Arturo, 94 anni il mese prossidono dei cari, la prigionia e la mo,nel ripensare a quanto vissuto. E lascia un messaggio ai
cancellazione dell’identità.
giovani: «Sono qui a portare
Ufficialità. Cinque minuti che la mia testimonianza perché
toccano il cuore e la testa, inti- non voglio che si ripetano
tolati «Essere memoria» pre- quelle cose che ho vissuto io e
sentato durante uno dei mo- che non potrò mai dimenticamenti più significativi della re».
Giornata della memoria che
si è svolta in San Barnaba, con Giacinto e Giovanni. Il fratello
i discorsi del prefetto Valenti, di Arturo, Giacinto, pur se più
del sindaco Del Bono, dell’as- giovane (92 anni) non è così
Riconoscimenti. Medaglie d’onore e della liberazione// FOTO NEG
Pietre d’inciampo
per accompagnare
i passi nel presente
alla Cultura Gianmarco Cossandi, ha ripercorso il progetto che ha portato alla collocazione l’anno scorso delle 10
pietre d’inciampo, ossia dei
mattoni inseriti nella pavimentazione di alcune vie cittadine in prossimità della residenza o del luogo di cattura
degli 8 internati militari palazzolesi e dei 2 ebrei italiani arrestati sul territorio comunale.
Massiccia la presenza delle
scuole in tutte le fasi della ricerca attorno a queste figure,
nell’ottica di una memoria
non rigida ma fluida e quindi
tramandata di generazione in
generazione. A tal proposito è
stata presentata la mappa delle pietre d’inciampo collocate
dall’artista Gunter Demnig a
Palazzolo, una cartina tascabile che guida il visitatore da un
luogo della memoria all’altro.
Nell’occasione sono state
commemorate le vittime palazzolesi e letti alcuni brani
che riportano testimonianze
dai lager. Gli studenti dell’Iis
Falcone hanno scoperto inoltre quest’anno che il secondo
ebreo arrestato a Palazzolo,
/
A Palazzolo
La ricerca affidata agli
studenti ha fatto luce
sul destino di un
ebreo sopravvissuto
Pietre d’inciampo, simboli
di una deportazione che non
è avvenuta solo nelle grandi
città o oltre le Alpi, ma anche
nel Bresciano, in provincia. È
con questo spirito che si è
commemorata ieri a Palazzolo la Giornata della Memoria.
L’avvio nel salone della biblioteca, dove il presidente
provinciale Anpi Giulio Ghidotti, insieme con l’assessore
/
Il ricordo. L’omaggio ai Caduti
arzillo. Viene spinto sulla carrozzella dai famigliari e dagli
alpini di Travagliato. Lui era
«unartigliere, e dei quattro fratelli andati in guerra siamo
tornati tutti». Ma sorridendo
dice che «non ricorda nulla».
Forse non vuole ricordare più
nulla. Non si fa problemi invece ed è quasi come un fiume
in piena Giovanni Lazzari, 95
anni compiuti. «Devo la mia
vita ad un cappellano bresciano. Ha riconosciuto il dialetto
quando gli ho chiesto una sigaretta. Poi mi ha trovato un
lavoro nei campi, a coltivare
patate e carote insieme ad altri 25». Giovanni allora pesava
34 chilogrammi, per 1,75 d’altezza. «Due donne ci davano
il loro rancio per farci sopravvivere». Non ha bisogno di
sforzarsi per ricordare quei 50
giorni nei campi di patate, ma
prima ancora il viaggio in Grecia e poi quei 17 giorni nel vagone per la Germania insieme ad altri sessanta militari
che con lui avevano diviso lo
stesso destino. Racconti che
trasmettono emozioni e che
fanno dire a chi li ascolta:
«Mai più».
Discorsi. Dell’intreccio tra le
Al monumento. Il momento di commemorazione in p.le Cremona
Luci e striscione. La fiaccolata in Borgo Trento // FOTOSERVIZIO NEG
Aurelio Reggio, del quale non
si conosceva nulla fino a pochi mesi fa, non è in realtà
morto in un campo di concentramento come si pensava,
ma si è salvato e deceduto poi
di morte naturale nel 1979. La
docente della scuola ha anche
contattato la nipote di Reggio,
tuttora vivente a Trieste.
La commemorazione si è
poi spostata davanti al monumento alla Resistenza nel
piazzale Giovanni XXIII, dove
si è svolta la cerimonia di ricordo dei caduti palazzolesi, rafforzata da 10 colpi di sirena
diffusi dalla Torre del Popolo,
uno per ciascuno di questi internati ed ebrei. Al sindaco Gabriele Zanni, che è anche presidente di Acb, è spettato il
compito di proiettare il ricordo del dramma dell’Olocausto ai giorni nostri: «La memoria è inutile se è fine a se stessa
- ha affermato il primo cittadino -. La memoria ci deve accompagnare nell’azione propositiva nel contesto in cui viviamo,che non è impermeabile da rischi e conflitti». //
LUCA BORDONI
vittime della Shoah e la Resistenza, ha parlato il prefetto
Valerio Valenti prima di consegnare le medaglie, nel suo
discorso ai ragazzi chiuso citando Rigoni Stern e il passo
in cui invita a «dire no alle lusinghe, a chi propone cose
contro la vostra coscienza».
La Giornata per il sindaco Del
Bono ha l’obiettivo di «seminare anticorpi per arrivare a
costruire valori comuni avendo sempre in mente il primato dell’uomo, perché noi oggi
- prosegue - non siamo immuni da quella immensa deviazione della storia che è la Shoah». Per Peli della Provincia,
serve a «far capire ai giovani
l’importanza della democrazia e della libertà». //
LE VOCI
Arturo Ventura.
«Mi ricordo la fame provata da
noi che eravamo ragazzi per quei
23 lunghissimi mesi nei campi di
lavoro. Non posso dimenticare
quello che ho passato e sono qui
augurandomi che nessuno lo
provi mai più».
Giacinto Ventura.
«Di quattro fratelli andati in
guerra e poi deportati nei campi
di lavoro, non insieme, siamo
tornati per fortuna tutti e
quattro. Io ero in artiglieria, ma
non mi ricordo nulla»
Giovanni Lazzari.
«Se sono qui a 95 anni lo devo al
cappellano militare bresciano che
ha permesso a me e ad altri 25 di
andare a coltivare carote e
patate. Ero alto 1,75 e pesavo 34
chilogrammi, mi davano il loro
rancio due donne».
Ai militari e ai cittadini
deportati nei lager
Riconoscimenti
MEDAGLIE D’ONORE
Giuseppe Bontempi (dec) di Cellatica
ritirata dal figlio Vittorio
Un applauso più forte ha accompagnato la consegna delle
medaglie d’onore in San Barnaba ai tre militari sopravvissuti ai
campi di prigionia in Germania,
deportati dopo l’8 settembre,
presenti ieri alla cerimonia. E
per i fratelli Arturo e Giacinto
Ventura e Giovanni Lazzari non
è stato difficile commuoversi.
Le altre medaglie sono state
consegnate ai familiari di chi invece è morto nel corso di questi
settant’anni.
I riconoscimenti sono stati
consegnati dal prefetto Valenti,
dal sindaco di Brescia Del Bono
e dai sindaci dei comuni di residenza degli insigniti, dall’assessore Fenaroli e da Peli consigliere della Provincia. Le medaglie
della liberazione sono conferite
dal ministro della Difesa. //
/
Giacomo Poli (dec.) di Gardone V.T.
ritirata dalla figlia Maria Giulia
Marco Longo (dec.) di Ghedi
ritirata dal figlio Giuseppe
Giacomo Tomasi (dec.) di Nave
ritirata dal figlio Gustavo
Bruno Micheloni (dec.) di Palazzolo
ritirata dal figlio Aldo
Pasquale Morandi (dec.) di Palazzolo
ritirata dal nipote Stefano Gregori
Giovanni Lazzari di Rezzato
Giovanni Bazzani (dec.) di Salò
ritirata dalla sorella Franca
Arturo Ventura di Travagliato
Giacinto Ventura di Travagliato
Emanuele Emanuelli (dec.)
ritirata dal nipote Pier Giuseppe
MEDAGLIE DELLA LIBERAZIONE
Carlo Foletti di Quinzano d'Oglio
Riccardo Roncali di Borgo S. Giacomo
infogdb
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