Cenni storici sulla scoperta della cellula e sull`evoluzione del

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Cenni storici sulla scoperta della cellula e sull’evoluzione del microscopio ottico
Siamo nella seconda metà del ‘500, gli scienziati del tempo, e soprattutto i biologi impegnati nello
studio degli esseri viventi in generale e del corpo umano in particolare, trovavano insormontabili
ostacoli nelle loro indagini perché non riuscivano a vedere oggetti di dimensioni inferiori ad un
decimo di millimetro.
Fino agli ultimi anni del XVI secolo, infatti, era una lente capace di pochissimo ingrandimento
l’unico strumento che aiutava lo scienziato a scrutare nel mondo piccolissimo, ma con modesti
risultati.
Si arriva al ’600 quando l’olandese Antoni van Leeuwenhoek (1632-1732) costruisce il primo
strumento ottico di ingrandimento: il microscopio semplice.
Leeuwenhoek era un modesto fabbricatore di tessuti e, per ragioni di lavoro, si era dedicato alla
costruzione di lenti contafili.
Dall’osservazione della stoffa passò ben presto a quella degli organismi microscopici e, quando
incontrava problemi di scarso ingrandimento, studiava e costruiva lenti sempre più potenti.
Il suo primo microscopio semplice era costituito da una piccola lente montata su un supporto e
corredata da un semplice sistema di viti che permetteva di spostare opportunamente l’oggetto da
osservare.
Leeuwenhoek viene considerato, insieme a Swemmerdem e ai nostri Malpigli e Galilei, il grande
pioniere della microscopia.
Visse molto a lungo e trascorse la maggior parte del suo tempo a costruire strumenti ottici e ad
esaminare migliaia di preparati microscopici che poi disegnava con estremo rigore scientifico e
inviava alla Royal Society di Londra a disposizione degli scienziati del tempo.
Ciò spinse a nuove ricerche e nella seconda metà del ‘600, precisamente nel 1590, l’olandese
Jansen (1580-1638) costruiva il primo microscopio composto:un tubo con due lenti alle estremità
sfruttando il fatto che du lenti amplificano l’ingrandimento. I primi esemplari non davano però
immagini nette e leggibili.
Lo strumento viene perfezionato nel 1665 da Robert Hooke (1635-1702), che è considerato
l’inventore del moderno microscopio composto, costituito da due lenti di cui una, chiamata
obiettivo, dà una prima immagine ingrandita, e l’altra, detta oculare, ingrandisce a sua volta la
prima immagine.
Hooke pubblica un libro nel quale riporta i risultati delle sue osservazioni fatte con questo
microscopio. Per mezzo di esso vede per primo, in sottilissime fettine di sughero, le cellule che egli
stesso chiama prima “caselle” o “pori” e, successivamente, proprio “cellule” (che voleva significare
piccola cella o piccola stanza). Le cellule osservate da Hooke erano cellule vuote e morte.
Fu van Leeuwenhoek a osservare per primo organismi vivi in una goccia di acqua stagnante dove
riconobbe un gran numero di piccoli animaletti che chiamò “animalucoli”, si trattava di alghe
microscopiche capaci di spostarsi autonomamente nell’acqua, osservò inoltre i parassiti
dell’intestino di rane e pesci, i batteri all’interno della bocca dell’uomo e compie studi sui globuli
rossi.
Dopo l e osservazioni di Leeuwenhoek e Hooke ci fu un fervore di studi alla ricerca delle cellule,
ma fino alla prima metà del XIX secolo nulla di simile alle pareti cellulari delle piante era stato
trovato nei frammenti animali esaminati.
Nel 1839 lo zoologo tedesco Schwann (1810-1882), osservando frammenti animali preparati per il
microscopio, notò dei nuclei circondati da una sostanza gelatinosa, a sua volta racchiusa in una
sottile pellicola.
Nulla di simile alla spessa parete vegetale, quindi, ma Schwann cominciò a pensare che proprio il
nucleo e la sostanza che lo circondava fossero gli elementi comuni che si andava cercando.
Un botanico tedesco, Matias Jakob Schleiden (1804-1881), giunse, quasi contemporaneamente, alla
stessa conclusione. Richiamando l’attenzione sul nucleo piuttosto che sulla spessa parete, Schwann
e Schleiden dettero nel 1838 una nuova definizione di cellula e proposero un’ipotesi di
fondamentale importanza:
“Tutti gli esseri viventi, siano essi animali o vegetali, sono costituiti in ultima analisi da cellule”.
Moltiplicando gli studi e le osservazioni con microscopi sempre più perfezionati, gli scienziati
hanno formulato la cosiddetta teoria cellulare che afferma:
La cellula è l’unità di base dell’organizzazione della materia vivente;
Tutti gli organismi sono formati da cellule;
Ogni cellule deriva da un’altra cellula.
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