messico Una brutta influenza Grain * I l Messico si trova nel mezzo di una replica infernale di ciò che è successo in Asia con l’influenza aviaria, ma con un tasso di mortalità maggiore. Ancora una volta, la risposta ufficiale delle autorità arriva troppo tardi e condita di falsità. E, di nuovo, l’industria mondiale della carne è sul banco degli accusati e si affanna a fabbricare ogni tipo di smentite man mano che si accumulano prove sul suo ruolo nella crisi. A soli cinque anni dall’inizio della crisi dell’influenza aviaria causata del virus H5N1, e dopo altrettanti anni dal lancio di una strategia mondiale contro le pandemie di influenza coordinata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Organiz28 Popoli giugno/luglio 2009 Allevamenti industriali impermeabili ai controlli, sistema globale di prevenzione allo sbando, interessi delle multinazionali che prevalgono su quelli delle comunità: l’epidemia di influenza suina non è una fatalità, ma l’ennesima dimostrazione delle troppe falle di un sistema zazione mondiale per la salute animale (Oie), il mondo assiste attonito al disastro provocato dall’influenza suina. La strategia globale è fallita e dobbiamo sostituirla con un sistema sanitario pubblico di cui la popolazione si possa fidare. Ciò che sappiamo della situazione in Messico è che sono morte più di 150 persone a causa di una nuova variante di influenza suina (il virus H1N1) che, in realtà, è un cocktail genetico dei virus dei ceppi delle influenze suina, aviaria e umana. Il nuovo virus si è evoluto in una forma che si trasmette facilmente da persona a persona e che è in grado di uccidere individui fino a quel momento perfettamente sani. Non sappiamo con esattezza dove si siano prodotte l’evoluzione e la ricombinazione genetiche, ma il luogo più ovvio per cercarne l’origine sono gli allevamenti industriali di Messico e Stati Uniti. Da anni gli esperti mettono in guardia sul fatto che l’aumento degli allevamenti industriali su grande scala in Città del Messico, anche i mariachi (cantanti in costume tipico) cercano di proteggersi dal rischio di infezione. Nord America ha creato le condizioni perfette per la nascita e la diffusione di nuove, virulente forme di influenza. Nel 2006, ad esempio, alcuni ricercatori dell’Istituto sanitario nazionale degli Stati Uniti scrissero in una rivista scientifica che, «poiché i metodi di alimentazione tendono a concentrare grandi quantità di animali in pochissimo spazio, facilitano la rapida trasmissione e l’incrocio dei virus». Si ripete la storia dell’influenza aviaria. Le condizioni insalubri e l’ammassarsi di animali negli allevamenti permettono al virus di ricombinarsi e sviluppare nuove forme con facilità. Una volta che ciò è avvenuto, le caratteristiche di questi impianti industriali garantiscono che la malattia si diffonda in lungo e in largo, attraverso le feci, gli alimenti, l’acqua e persino le scarpe dei lavoratori. rità non hanno saputo dire di quale malattia si trattasse. La Smithfield ha negato qualunque rapporto della malattia con i propri impianti. Solo il 27 aprile 2009, giorni dopo che il governo federale messicano ha annunciato ufficialmente l’esistenza dell’influenza suina, la stampa ha rivelato che il primo caso nel Paese era stato diagnosticato il 2 aprile a un bambino di quattro anni appartenente alla comunità di La Gloria. Ed è stato necessario aspettare che fosse un’azienda privata statunitense di valutazione dei rischi, la Veratect, a notificare all’Oms l’esistenza dell’epidemia. Un altro aspetto su cui non sono state diffuse molte informazioni è il fatto che nella zona circostante La Gloria sono presenti anche molti grandi allevamenti di polli e che nel settembre 2008 si è registrato un focolaio di influenza aviaria nella regione. Allora, L’EPICENTRO le autorità veterinarie hanno assicuraUn’altra cosa che sappiamo dell’in- to che si trattava di un virus debole fluenza suina in Messico è che la che colpiva solo il pollame. Ma ora comunità di La Gloria, nello Stato di sappiamo che c’è stato un focolaio Veracruz, stava cercando da mesi di di influenza aviaria anche in un alottenere una risposta da parte delle au- levamento industriale situato a circa torità riguardo a un’epidemia virulenta 50 chilometri da La Gloria, proprietà di una strana malattia respiratoria. del maggior produttore di pollame in Gli abitanti di La Gloria sono certi Messico, la Granjas Bachoco, di cui che questa malattia sia collegata con non è stata data notizia per paura l’inquinamento provocato delle ripercussioni sulle dal grande allevamento di Da anni esportazioni messicane. maiali installato di recente gli esperti Questo fatto conferma un da Granjas Carroll, una spiegano che dato noto: la vicinanza di filiale dell’azienda statu- negli allevamenti allevamenti industriali di nitense Smithfield Foods, industriali su maiali e di polli aumenta il maggior produttore al grande scala i rischi di ricombinazione mondo di carne di maiale. si creano virale e di diffusione di Dopo le innumerevo- condizioni nuovi ceppi virulenti. Si li richieste di aiuto della perfette per sa, ad esempio, che tra i comunità - ripagate con la nascita maiali allevati vicino alle l’arresto di vari leader co- di nuovi virus aziende avicole intensive munitari e con minacce in Indonesia ci sono aldi morte a chi protestava ti livelli di infezione del contro gli impianti della virus H5N1, la variante Smithfield - alla fine del 2008 alcuni mortale dell’influenza aviaria. I ricerfunzionari sanitari locali si sono decisi catori dell’Istituto sanitario nazionale a investigare. È emerso che più del degli Stati Uniti hanno avvertito che 60% dei 3mila abitanti era affetto da «il numero sempre maggiore di alleuna malattia respiratoria, ma le auto- vamenti suini nelle vicinanze di alle- vamenti di pollame potrebbe favorire ancor più l’evoluzione della prossima pandemia». Potrebbe esserci una situazione più favorevole alla diffusione di una pandemia di influenza, di quanto non Gli abitanti sia un’area rurale di La Gloria povera, piena di denunciavano allevamenti in- da mesi il nesso dustriali di pro- tra una strana prietà di imprese malattia e il nuovo transnazionali a allevamento cui non importa della Smithfield, niente del benes- il maggior sere della popo- produttore al mondo lazione locale? di carne di maiale I cittadini di La Gloria si sono opposti per anni all’allevamento Smithfield; e da mesi reclamano un’azione delle autorità di fronte alla strana malattia che li ha colpiti. Ma continuano a essere ignorati. La loro voce non è riuscita a far arrivare un solo segnale al radar del sistema mondiale di rilevamento delle malattie emergenti dell’Oie. Le notizie sono arrivate soltanto da fonti private. Questo è ciò che viene chiamato monitoraggio mondiale. FURBIZIE IMPRENDITORIALI Non è la prima volta, né sarà l’ultima, che gli allevamenti industriali occultano epidemie di questo tipo e mettono in pericolo la vita della gente. È nella natura del loro business. Circa due anni fa, a Timisoara, in Romania, la stessa Smithfield impedì alle autorità locali di entrare nei propri allevamenti di maiali dopo che la popolazione si era lamentata per il fetore proveniente da centinaia di carcasse lasciate per giorni a imputridire. Più tardi si seppe che l’azienda stava occultando un’infezione di grandi proporzioni della classica influenza suina. In Indonesia - dove le persone continuano a morire di influenza aviaria e da dove molti specialisti ritengono arriverà il virus della prossima pandemia - le autorità non possono entrare in alcuni grandi allevamenti senza il permesso giugno/Luglio 2009 Popoli 29 AFP messico della proprietà. In Messico, le autorità hanno rifiutato le richieste di indagare su Granjas Carroll e hanno accusato i residenti di La Gloria di essere loro stessi a diffondere l’infezione «utilizzando rimedi casalinghi anziché andare a curarsi presso i centri di salute». Gli allevamenti industriali sono bombe a orologeria che possono esplodere in epidemie Intanto l’industria mondiali. Nonofarmaceutica stante questo, ansta lucrando cora non ci sono su questa crisi. programmi per affrontare queIn particolare ste emergenze, Roche, Gilead e Glaxo SmithKline, né programmi di monitoraggio e che hanno prevenzione. Nesil monopolio suno, nei piani sui farmaci alti, sembra preanti-influenzali occuparsi e probabilmente non è un caso che questi allevamenti tendano a installarsi nelle comunità più povere, quelle che non hanno voce. Peggio ancora, nella nostra alimentazione è ormai una porzione talmente grande quella che proviene da questo sistema che il principale obiettivo degli istituti governativi di sicurezza alimentare sembra essere placare le paure e far sì che la gente continui a mangiare. Intanto, l’industria farmaceutica sta lucrando alla grande su questa crisi. A seguito dell’emergenza, il governo Usa ha aperto un varco nel proprio sistema di autorizzazioni per permettere che 30 Popoli giugno/luglio 2009 L’alta densità di maiali negli stabilimenti è causa della nascita e rapida diffusione di virus. Qui siamo a Taiwan. l’Oie né la maggior parte dei governi intendono assumere una linea dura contro gli allevamenti industriali. Sono i cittadini che devono prendere l’iniziativa e proteggere se stessi. In tutto il mondo ci sono migliaia di comunità che lottano contro le «fattorie industriali». Queste comunità sono sul fronte della lotta per la prevenzione delle pandemie. È necessario che la resistenza locale agli allevamenti industriali si converta in un movimento mondiale. Va detto poi che il disastro dell’influenza suina in Messico ha a che fare farmaci antivirali come Tamiflu e Rela- anche con un problema più grande, xin siano distribuiti in modo più ampio. legato al sistema sanitario pubblico. Le Un’ottima notizia per Roche, Gilead e minacce alla salute del consumatore Glaxo SmithKline, che hanno il mono- connesse al sistema alimentare indupolio di questi prodotti. striale si combinano con una tendenza globale a privatizzare integralmente UN CAMBIAMENTO RADICALE l’assistenza sanitaria, cosa che ha diÈ chiaro che il sistema globale che strutto la capacità dei sistemi pubblici dovrebbe combattere i problemi di sa- di rispondere alle crisi. Tutto ciò si lute provocati dall’industria alimentare combina con le politiche che incentitransnazionale è completamente allo vano la migrazione verso le megaloposbando. Il sistema di monitoraggio è li, dove le politiche di salute pubblica un fiasco, i servizi di salute pubblica sono patetiche e inadeguate (l’influene di assistenza veterinaria sono in za suina è arrivata a Città del Messico, rovina, il potere decisionale sull’effet- 20 milioni di abitanti, proprio mentre tuazione dei controlli è ormai in mano si stavano verificando interruzioni nelprivata e i suoi interessi coincidono la fornitura di acqua corrente). con la logica dello status quo. Intanto, Il fatto che il controllo e il contrasto alla gente si dice di restare in casa e della diffusione dell’epidemia siano ladi incrociare le dita sperando che il sciati nelle mani delle aziende private, Tamiflu sia efficace o che si scopra un che il governo e le agenzie delle Nazioni nuovo vaccino. È necessario un cam- unite tacciano senza fare nulla e il fatto biamento radicale. che ci tocca dipendere da un pugno di Nel caso specifico dell’influenza su- case farmaceutiche per avere vaccini ina in Messico, il cambiamento può - non del tutto testati, ma immediatacominciare se si promuove un con- mente brevettati - dice che molte cose trollo meticoloso e indipendente sugli ci sono già sfuggite di mano. Abbiamo allevamenti industriali di maiali e di bisogno di sistemi di salute pubblica e polli nella regione di Veracruz e in di alimentazione che non solo rispontutto il Paese (e negli stessi Stati Uniti). dano agli interessi della gente, ma che È importante poi frenare siano anche in grado di l’espansione degli alleva- La tendenza rendere conto delle promenti industriali. Sotto globale prie responsabilità. questo aspetto è inutile a privatizzare * Grain è una Ong appellarsi alle grandi or- l’assistenza che promuove l’uso ganizzazioni: l’esperienza sanitaria sostenibile e comunitario dell’influenza aviaria di- ha distrutto della biodiversità agricola mostra che né l’Oms né la capacità (www.grain.org) dei sistemi pubblici di rispondere alle crisi