MN 4.7.2 Immunità umana

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Enciclopedia di Medicina Popolare medio europea
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Immunitario ◊ Linfatico
4.7.2 Immunità umana
indice (sopprimi)
Autore: P. Forster
1. Immunità umana
1.1 Immunità aspecifica (innata)
1.2 Immunità specifica (adattiva)
2. Messageri tessutali e mediatori immunitari
2.1 Recettori cellulari
2.2 esempi: Infiammazione, Allergie
3. Cellule immunitarie
3.1 Macrofagi, Fagociti
3.2 Linfociti
3.3 Granulociti
3.4 Mastociti
3.5 Cellule dendritiche
4. Riconoscimento di bersagli
4.1 MHC
4.2 Anticorpi
5. Processi di neutralizzazione
5.1 Complemento, Opsonine
5.2 Fagocitosi / macrofagi
6. Annessi
6.1 Pagine correlate
6.2 Impressum
6.3 Commenti
cliccare per ingrandire
a cura di Daniela Rüegg
La seguente pagina presenta le basi dell'immunità umana dal punto di vista anatomico (struttura) e fisiologico (funzionamento).Il
tema è molto complesso, strettamente correlato con i sistemi ormonali, neurologici e con il coinvolgimento del tessuto connettivo
lasso e del sistema linfatico, per cui quanto esposto di seguito è sintetizzato e incompleto.
Inoltre mi sono servito ampiamente di capitoli di Wikipedia.it che spiegano bene diversi argomenti. Per approfondire il tema
consiglio di consultare i links elencati in Pagine correlate.
Approfondimento, immagini: Sistema immunitario uniroma2.it
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1. Immunità umana
it.Wikipedia: Sistema immunitario
Il sistema immunitario dei vertebrati e quindi dell'uomo, è una complessa
rete integrata di mediatori chimici e cellulari sviluppatasi nel corso
dell’evoluzione per difendere l’organismo da qualsiasi forma di insulto
chimico, traumatico o infettivo alla sua integrità.
Suddivisione del sistema immunitario
Una caratteristica fondamentale del sistema immunitario è quindi la
capacità di distinguere tra le strutture endogene o esogene che non
costituiscono un pericolo e che dunque possono o devono essere preservate
(self) e le strutture endogene o esogene che invece si dimostrano nocive per
l’organismo e che devono quindi essere eliminate (non-self).
Secondo le piì recenti teorie il sistema immunitario distingue dunque un non-infectious self (self non infettivo) da un infectious self (self
infettivo). La discriminazione tra self e non self avviene a livello molecolare ed è mediata da particolari strutture cellulari (Toll-like
receptor, recettori dei linfociti T, complessi MHC, anticorpi), che consentono la presentazione ed il riconoscimento di componenti
dell’agente lesivo definite antigeni (letteralmente induttori di anticorpi).
A seconda delle modalità di riconoscimento degli antigeni si possono distinguere due aree del sistema immunitario:
immunità aspecifica o innata: comprende mediatori chimici (responsabili dell’infiammazione) e cellulari responsabili di una
prima linea di difesa contro le aggressioni. è evolutivamente piì antica e consente il riconoscimento di un repertorio limitato di
antigeni. Riconosce una generica condizione di pericolo e pone il sistema immunitario in una condizione di “allarme”.
immunità specifica o adattativa: comprende mediatori chimici e cellulari responsabili di una risposta difensiva piì potente e
mirata (virtualmente in grado di riconoscere qualunque forma di antigene), ma piì lenta. è evolutivamente piì recente e poggia
sulla risposta aspecifica per numerose funzioni di presentazione e distruzione degli antigeni. Si divide a sua volta in:
immunità specifica umorale (cioè mediata da anticorpi).
immunità specifica cellulo-mediata
Si è spesso inclini a ridurre il sistema immunitario a delle funzioni di difesa di invasori (esercito) e da cellule proprie
aberrate (polizia). La sua funzione piì impegnativa è invece la disintegrazione di scarti (maggiormente propri) e il loro
riciclaggio (dove possibile) tramite delle cellule fagocitarie (raccolta ed elaborazione di rifiuti).
La distinzione in adattiva (specifica) e aspecifica ha scopi didattici: in realtà collaborano strettamente assieme e il
funzionamento del sistema immunitario di mammiferi non è immaginabile se non fosse così. Infatti, persone con seri
difetti in uno dei due campi non sopravvivono a lungo.
Sono trattati i seguenti argomenti:
Immunità aspecifica ◊ Immunità specifica (adattiva)
1.1 Immunità aspecifica (innata)
it.Wikipedia: Immunità aspecifica
L'immunità aspecifica o innata costituisce la branca evolutivamente piì
antica e l'impalcatura fondamentale del sistema immunitario. Essa infatti
non solo si configura come prima linea di difesa dell'organismo contro il
non-self, ma funge anche da innesco e da “forza lavoro” ausiliaria per la
risposta immunitaria specifica coordinata dai linfociti T-helper. Un ruolo non
meno rilevante dell'immunità aspecifica è infine quello della rimozione di
strutture self danneggiate o consumate (es. eritrociti).
All'interno dell'immunità aspecifica si riconoscono misure difensive del tipo:
fisico-chimico, costituite dalle barriere anatomiche epiteliali e
mucose, dalle secrezioni esocrine (es. saliva) e dai mediatori
dell’infiammazione e della cascata del complemento.
biologico, costituite da numerose specie cellulari prevalentemente
della linea mieloide, ma anche della linea linfoide.
La caratteristica fondamentale dell’immunità aspecifica è la capacità di
rispondere immediatamente ad un vasto numero di agenti patogeni grazie
al riconoscimento di un limitato numero di profili molecolari non-self estremamente diffusi in natura (come LPS, glicani ricchi in
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mannosio, RNA a doppia elica, ecc.). La rapidità del riconoscimento e della risposta difensiva conseguente è dovuta al fatto che i
meccanismi di riconoscimento sono presenti uniformemente su tutti i componenti dell’immunità aspecifica e sono completamente
determinati a livello genetico senza alcun bisogno di processi maturativi di tipo epigenetico (cfr. immunità specifica). La semplicità e la
velocità che caratterizzano questo sistema sono perì ottenute al prezzo di:
un’efficacia non sempre ottimale nell’eliminazione di numerosi agenti patogeni (dotati ad es. di profili molecolari leggermente
diversi da quelli contro i quali si è evoluta l’immunità aspecifica)
l’incapacità di adattarsi alle contromisure sviluppate dai microrganismi patogeni (in tempi estremamente brevi grazie all’alta
velocità e all’elevato numero di repliche di cui tali microrganismi sono capaci).
una scarsa capacità di discriminazione tra self e non-self, che determina lo sviluppo di danni tessutali spesso sproporzionati
rispetto all’entità dello stimolo immunogeno (infezione).
La mancanza di specificità è parzialmente compensata dalla funzione opsonizzante degli anticorpi, che possono contemporaneamente
legare con alta specificità gli antigeni provenienti dagli agenti patogeni e con bassa specificità alcuni recettori espressi sulle cellule
dell’immunità innata aspecifica.
◦⦆─────⦅◦
1.2 Immunità specifica (adattiva)
it.Wikipedia: Immunità specifica
L'immunità specifica è costituita prevalentemente da cellule della linea
linfoide (della serie T e B) e da cellule accessorie. I linfociti T si suddividono
in linfociti T helper CD4+ e linfociti T citotossici (CTL) CD8+. La funzione
effettrice dei primi è quella di coordinare il complesso della risposta immune
attivando linfociti CD8+ e macrofagi (T-helper 1) o linfociti B (T-helper 2) e di
sostenere il processo infiammatorio. Tale attività è svolta attraverso
interazioni cellula-cellula o mediante rilascio di particolari fattori solubili
detti citochine.
La funzione effettrice dei linfociti CD8+ è quella di lisare le cellule infette
grazie alla produzione delle linfochine. I linfociti B attivati si specializzano
invece in cellule secernenti anticorpi (plasmacellulle). Le cellule accessorie
sono le cellule reclutate dal compartimento innato del sistema immunitario.
A differenza dell’immunità aspecifica o innata l’immunità specifica o
acquisita è stata selezionata dall’evoluzione per la sua capacità di adattarsi
dinamicamente alla variabilità di agenti ambientali riconosciuti come un
pericolo per l’organismo. Tale variabilità è ovviamente una caratteristica
peculiare di molti microrganismi infettivi in continua co-evoluzione con il
sistema immunitario che cerca di distruggerli.
L’immunità specifica deve dunque essere in grado di rispondere a tutte le
possibili combinazioni molecolari presenti in natura e in grado di interagire
con l’organismo. Poiché si stima che il numero di queste combinazioni si
aggiri intorno a 1010, l’immunità adattativa deve dotarsi di un numero
altrettanto vasto di strutture cellulari capaci di legare specificatamente ad
ogni singolo antigene. Dato che perì il genoma umano comprende complessivamente solo 30.000 geni è impossibile che ciascuna
struttura di presentazione e riconoscimento antigenico sia codificata da un singolo gene. Questo paradosso puì essere sciolto
analizzando la composizione molecolare degli anticorpi, dei recettori dei linfociti T (TCR) e dei complessi MHC: si tratta infatti in tutti i
casi di complessi proteici costituiti dalla combinazione di piì strutture modulari codificate da molteplici (ma comunque numericamente
limitate) varianti di geni dello stesso tipo. Ogni cellula del sistema immunitario adattativo nel corso della sua maturazione opera un
riarrangiamento casuale del repertorio genetico ereditato dal soggetto in linea germinale generando una combinazione unica di MHC,
TCR o anticorpi.
Un ulteriore raffinato meccanismo di generazione della diversità del patrimonio anticorpale (inteso in senso lato come il complesso delle
strutture deputate al riconoscimento dell’antigene) è dato dall’inserimento di piccole mutazioni puntiformi all’interno dei geni che
codificano per i moduli delle strutture di riconoscimento antigenico. Quest’ultimo fenomeno è particolarmente accentuato nei linfociti B
in fase di maturazione tardiva (ipermutazione somatica).
Il riarrangiamento somatico delle strutture anticorpali è ovviamente un processo estremamente dispendioso, poiché determina la
produzione di numerose varianti non funzionali. In altri termini ciascun individuo sviluppa autonomamente dal momento della nascita
un sistema immunitario basato sui determinanti genetici ereditati in linea germinale, ma dotato di caratteristiche uniche e irripetibili
dovute alla casualità degli eventi di ricombinazione e alla pressione selettiva dell’ambiente esterno. L’adozione di una forma di
riconoscimento antigenico non precostituita e in grado di evolversi con la storia biologica dell’individuo pone il sistema immunitario
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nella necessità di dotarsi di alcune funzioni particolarmente evolute normalmente proprie di sistemi superiori come il sistema nervoso
centrale.
Il sistema immunitario deve mantenere memoria delle strutture di riconoscimento antigenico dimostratesi efficaci nel rispondere
a precedenti aggressioni, che potrebbero ripresentarsi.
Il sistema immunitario deve poter essere "istruito" a riconoscere il self dal non self per rendere piì efficace la risposta alle
aggressioni e prevenire l’autoimmunità (sebbene alcune reazioni autoimmuni controllate siano parte della fisiologia della
risposta immune stessa). I fenomeni di controllo dell’autoimmunità vengono definiti tolleranza e si svolgono negli organi linfoidi
primari (tolleranza centrale) durante la maturazione delle cellule del sistema immunitario e in periferia al termine di questo
processo (tolleranza periferica). La maturazione dell’immunità specifica si svolge prevalentemente durante il primo anno, anche
se in realtà prosegue per tutta la vita dell’individuo.
L’”istruzione” dei linfociti T (prodotti a livello midollare) avviene nel timo (che si atrofizza in genere dopo l’infanzia) e
consiste in un rigidissimo processo di selezione delle varianti cellulari in grado di montare un TCR completo in grado di
legare con affinità intermedia (cioè attraverso un legame reversibile e temporaneo) complessi MHC-antigene (peptidico),
corrispondenti a (quasi) tutto il patrimonio self dell’individuo. I complessi MHC-antigene self vengono presentati da
particolari APC (antigen presenting cells), che nell’ambiente timico sono stimolate a esprimere i prodotti del gene AIRE
(autoimmune regulator). Quest’ultimo funge da derepressore genico, consentendo l’espressione di numerose classi di
geni, normalmente attivi soltanto in alcune linee cellulari specializzate (muscolo, cellule beta pancreatiche...) e quindi
teoricamente non soggetti a tolleranza immunitaria. Tutte le cellule che montano varianti di TCR non funzionali o
autoreattive vengono eliminate per assenza di stimoli di sopravvivenza o per eccesso di stimoli pro-apoptotici (in realtà
una parte di cloni moderatamente autoreattivi sopravvive in funzione dell’ampliamento della copertura “anticorpale”
dell’organismo). La selezione dei linfociti T è particolarmente rigida poiché comprende anche le specie CD4+, che sono
responsabili del coordinamento dell'intera risposta immune.
I linfociti B si sviluppano e maturano nel midollo osseo, dove attraverso opportuni riarrangiamenti sviluppano numerose
varianti di recettori delle cellule B (BCR). Queste strutture costituiscono i precursori di membrana dei futuri anticorpi (che
sono invece rilasciati in forma solubile dalle plasmacellule) e come questi ultimi (e a differenza dei TCR) riconoscono gli
antigeni in forma nativa e non nel contesto di una struttura MHC. I meccanismi di selezione dei linfociti B sono poco
conosciuti, anche se è chiaro che si tratta di un processo estremamente meno rigido rispetto a quello dei linfociti T.
Questo fenomeno si spiega con due ragioni:
i linfociti B dipendono dalla stretta interazione con i linfociti T CD4+ per la loro attivazione e maturazione
definitiva in plasmacellule. Quindi se un linfocita B è autoreattivo, ma non viene attivato da un linfocita T
autoreattivo per lo stesso antigene, non puì attivarsi e dare autoimmunità
i linfociti B, non essendo limitati da MHC per il riconoscimento antigenico, possono riconoscere un numero molto
piì ampio di antigeni anche non peptidici. Quindi un’eliminazione rigida di tutti i cloni autoreattivi potrebbe
limitare la risposta anticorpale in caso di aggressione.
2. Messageri tessutali e mediatori immunitari
it.Wikipedia: Mediatori chimici dell'infiammazione acuta
Una gran parte dei tessuti di un organismo funziona in base ai messaggeri tessutali. Si
tratta di sostanze chimiche (molecole)che vengono sintetizzate da cellule di tutti i tipi in
base a delle condizioni interne ed esterne e poi esportate nell'interstizio o nel sangue.
Altre cellule che dispongono di recettori superficiali per
determinate molecole li captano: la cellula adatta la
produzione / il comportamento in base al messaggio
così ricevuto. Forse sintetizza altri messaggeri (molecole)
per cellule con altri recettori.
Si nota che questo sistema comunicativo chimico
funziona autonomamente tra tutte le cellule nel
substrato interstiziale, linfatico e sanguigno.
Messageri tessutali
Ci sono centinaia di diverse sostanze messaggere. Si classificano grossolanamente
in:
ormoni glandotropi e tessutali,
neurotrasmettitori e
mediatori immunitari.
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Sistema psico - neuro endocrino - immunologico
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Naturalmente sono coordinati ai sistemi communicativi psichici, neurologici, ormonali e immunitari come si nota
dall'immagine di fianco.
Il sistema immunitario funziona in
dipendenza di numerose sostanze
messaggere che sono emesse
dalle piì diverse cellule. Le
sostanze specificamente
immunomediatrici piì note sono
elencate nella tabella di fianco.
Queste sostanze (coordinate con
neurotrasmettitori e ormoni) inducono
Mediatori immunitari
le piì diverse reazioni in altre
cellule, nel plasma e nella sostanza interstiziale. I seguenti esempi di infiammazione e di allergia (tipiche reazioni
immunitarie) illustrano il funzionamento.
Sono trattati i seguenti argomenti:
Recettori ◊ esempi: Infiammazione, Allergie
2.1 Recettori cellulari
it.Wikipedia: Recettori
I messaggeri tessutali (e quindi anche i mediatori immunitari) si attaccano a delle cellule che
dispongono di recettori specifici per determinate molecole messaggere.
L'esempio di fianco illustra il funzionamento per il recettore d'insulina che promuove
l'assorbimento di glucosio da una cellula.
L'insulina si classifica "ormone" e non ha dirette funzioni immunitarie. Ma i recettori cellulari e quindi
anche i mediatori immunitari funzionano tutti secondo questi meccanismi.
Si nota che questo recettore indica alla cellula di eseguire quattro operazioni:
l'apertura dei canali per il trapasso di glucosio,
la trasformazione di molecole di glucosio in catene di glicogene
la trasformazione di glucosio in piruvato
la trasformazione di piruvato in acidi grassi.
Strutturalmente i recettori cellulari sono simili agli anticorpi. Si potrebbero anche
chiamarli "anticorpi sedentari".
Recettori insulinici
Absorpzione di glucosio
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2.2 esempi: Infiammazione, Allergie
it.Wikipedia: Infiammazione
L'infiammazione è una tipica reazione immunitaria come
conseguenza a dei danni o invasioni tessutali.
Un evento lesionistico provoca (tramite emissione di messaggeri)
delle reazioni locali:
in vasi sanguigni (dilatazione, permeabilità, adesine),
in cellule immunitarie (emissione di mediatori) e
nel tessuto lasso (fibroblasti, matrice, angiogenesi)
Se l'evento persiste sono liberate altri e piì messaggeri che
richiamano delle reazioni sistemiche:
Genesi di infiammazioni acute
nervose come dolore e/o febbre
nei midolli ossei come leucopoiesi e leucocitosi
metaboliche come stimolazione del catabolismo, adattamento di sintesi ormonale e stimolazione dell'
anabolismo epatico.
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Il tutto con lo scopo di:
delimitare il "focolaio" iniziale,
eliminare i fattori infiammatori per distruzione / decomposizione di tessuti,
asporto / riciclaggio di scarti tessutali e
riparazione / guarigione del tessuto leso.
__
Fasi di guarigione ferita
it.Wikipedia: Allergia
Patofisiologia di
allergie tipo I
In un' allergia tipo I (di quattro) c'è la reazione di mastcellule con anticorpi IgE'' sulla superficie di
cellule dermiche o mucotiche. Quest'ultimi liberano dei mediatori immunitari (maggiormente
istamina, eparina, fattori chemiotattici, ...). Questi fra altro “attirano” cellule immunitarie.
Un'infiammazione (asettica) si evolve in diversi passi. Se non si riesce a evitare l'allergene, il
processo si perpetua.
Con diverse sostanze si riesce a mitigare il processo (p.es. con olio di Nighella, Calcio, desensibilizzazione
naturopatica, ...).
Il grafico "Patofisiologia di allergie tipo I" dà un'idea della complessità di una reazione allergica.
3. Cellule immunitarie
it.Wikipedia: Cellule_del_tessuto_connettivo ◊ Immunità cellulare
L'immunità cellulare, meglio nota come immunità cellulo-mediata, è una risposta da parte del sistema immunitario che non coinvolge
gli anticorpi ma piì che altro l'attivazione dei macrofagi e delle cellule natural killer, la produzione antigeni specifici a qualcosa di tossico
per le cellule (citotossicità), linfociti T, ed il rilascio di varie citochine come risposta ad un antigene. Storicamente, il sistema immunitario
fu separato in due rami; 1. Immunità umorale, per la quale le funzioni protettive possono essere riscontrate nell'umore (Fluido cellulare
esterno o serum), 2. Immunità cellulare, per la quale le funzioni protettive sono associate alle cellule.
Sono trattati i seguenti argomenti:
Macrofagi ◊ Linfociti ◊ Granulociti ◊ Mastociti ◊ Cellule dendritiche ◊ Anticorpi
3.1 Macrofagi, Fagociti
it.Wikipedia: Macrofago
I macrofagi (noti anche come istiociti) sono cellule mononucleate tissutali che appartengono al sistema dei
fagociti. Di questo sistema fanno pure parte i granulociti neutrofili e i monociti. Essi svolgono un ruolo molto
importante nelle risposte immunitarie naturali e specifiche. La loro funzione principale è la fagocitosi cioè la
capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i microrganismi, e di distruggerle.
Secernono inoltre citochine ad attività proinfiammatoria e presentano l’antigene ai linfociti T-CD4.
I macrofagi sono responsabili anche dello smaltimento di fibre difettate e di altre grandi molecole
del tessuto connettivo.
Macrofago ingerisce
un eritrocita
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3.2 Linfociti
it.Wikipedia: Linfociti ◊ Linfocita NK
I linfociti sono cellule appartenenti al sistema cardiaco, e, pur essendo formalmente cellule connettivali, si trovano in prevalenza libere
nel sangue.
Vengono suddivisi in due classi principali: i linfociti B e i linfociti T:
I linfociti B sono in grado di riconoscere l'antigene presentato dai macrofagi, ed in risposta maturano in plasmacellule, producendo
anticorpi che intervengono ad eliminare i corpi estranei.
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Linfocita NK
Linfocita T
Linfocita B
I linfociti T, oltre a cooperare con i linfociti B e con le proteine del complesso maggiore di istocompatibilità per permettere il
riconoscimento degli antigeni, sono anche deputati alla risposta self, ovvero all'eliminazione di cellule appartenenti all'organismo
stesso, alterate dall'infezione di un virus o cancerogene.
Inoltre ci sono i linfociti NK (natural killer): sono cellule del sistema immunitario, particolarmente importanti nel riconoscimento e
distruzione di cellule tumorali e infette da virus.
Sono in grado inoltre di produrre citochine, come l'interferone gamma (che attiva i macrofagi). Un'altra denominazione è quella di
linfociti grandi granulari a causa delle dimensioni maggiori rispetto ai linfociti B e T e per la presenza di granuli preformati nel
citoplasma, contenenti i mediatori della loro citotossicità. Le NK non necessitano di attivazione, sono infatti indipendenti dal sistema
immunitario specifico ed esplicano un'importante azione come prima difesa, tipica dell'immunità innata.
◦⦆─────⦅◦
3.3 Granulociti
it.Wikipedia: Granulociti
I granulociti sono un tipo di globuli bianchi (leucociti); sono
così definiti poiché contengono delle granulazioni nel loro
citoplasma dalle cui affinità tintoriali dipende la loro
classificazione. Queste granulazioni assumono poco i
coloranti acidi e basici nei neutrofili, mentre si colorano
con coloranti acidi negli eosinofili e con quelli basici nei
basofili.
Granulociti neutrofili: cellule molto mobili dotate di
attività fagocitaria, intervengono nelle fasi iniziali della
risposta infiammatoria come costituenti del pus. Nel
sesso femminile possono presentare un nucleo con
appendice di cromatina a bacchetta di tamburo, il cosiddetto "corpo di Barr" (cromosoma X). Contengono vari enzimi idrolitici,
perossidasi, lactoferrina, lisozima ed enzimi in grado di degradare i mediatori dell'infiammazione (detriti, batteri, danni fisici). Una volta
migrati nel tessuto infiammato e svolta la loro azione muoiono, il che porta alla costituzione del pus.
Granulociti eosinofili: cellule con nucleo in genere bilobato, e numerosi granuli con proprietà tintoriali acidofile (si colorano con
coloranti acidi come l'eosina, da cui il nome eosinofili). I granuli contengono: idrolasi lisosomiali e perossidasi, nonché due proteine
caratteristiche, la Proteina Basica Maggiore (MBP) e la Proteina Cationica degli Eosinofili (ECP), sostanze ad elevato potere citotossico
nei confronti di batteri e di cellule in generale. Gli eosinofili sono in grado di movimento e di attività fagocitaria, ma intervengono
raramente in processi infiammatori e infettivi (ruolo svolto prevalentemente dai neutrofili), mentre si puì dimostrare "eosinofilia" (ovvero
un loro aumento di numero rispetto alle condizioni fisiologiche) in caso di risposte allergiche o di parassitosi (infestazioni da parassiti).
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3.4 Mastociti
it.Wikipedia: Mastocita
Il mastocita, detto anche mastcellula (dal tedesco mastzellen, "cellula infarcita"), è una cellula di forma tondeggiante, ovoidale o fusata,
è dotato di attività ameboide, ha un diametro di 20-30 µm e si trova nel tessuto connettivo propriamente detto.
I mastociti intervengono nella genesi delle reazioni allergiche, di ipersensibilità e anafilattiche (shock anafilattico). Vengono oggi
considerati gli attivatori della flogosi acuta.
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Quando i mastociti vengono attivati rapidamente secernono il contenuto dei
granuli (degranulazione istaminica) e in piì altre sostanze, quali l'ossido di
azoto (NO), un altro vasodilatatore, i leucotrieni, che inducono la contrazione
della muscolatura liscia (intervenendo ad esempio nella broncocostrizione) cioè nella
crisi asmatica.
Inoltre i mastociti liberano interleuchine e altre sostanze chemiotattiche.
◦⦆─────⦅◦
3.5 Cellule dendritiche
it.Wikipedia: Cellula dendritica
Mastocita
Le cellule dendritiche (DC) sono cellule APC (Antigen-presenting cell) specializzate nella cattura di
antigeni (Ag).
A differenza dei macrofagi, esse non sono in grado di fagocitare l'antigene ma lo espongono
sulla propria superficie in seguito all'interazione con esso.
Le cellule dendritiche sono presenti in piccole quantità nei tessuti a contatto con l'ambiente
esterno, principalmente la pelle (dove si trova un particolare tipo di cellula dendritica chiamata cellula
Langerhans) e il rivestimento interno del naso, polmoni, stomaco e intestino. Possono anche
essere trovate in uno stato immaturo nel sangue.
Cellula dendritica
Una volta attivate, migrano nei tessuti linfoidi dove interagiscono con le cellule T e le cellule B
per dare avvio e configurare la risposta immunitaria adatta. A particolari livelli di sviluppo,
danno origine a estensioni ramificate, i dendriti, che danno alla cellula il suo nome.
4. Riconoscimento di bersagli
Sono trattati i seguenti argomenti:
MHC (HLA) ◊ Anticorpi
4.1 MHC
Complesso maggiore di istocompatibilità it.Wikipedia
MHC → Major Histocompatibility Complex → Complesso Maggiore di
Istocompatibilità (HLA → human leucocyte antigene → antigene umano
leucocitario).
Sulla superficie di ogni cellula umana si trovano delle zone (epitopi)
caratteristiche per l'individuo (molecole MHC I: "impronta digitale" di tutte
le cellule del medesimo organismo). Servono da "tessera di
Molecole MHC
identificazione" (come appartenente all'organismo: self) negli incontri
con cellule immunitarie. Le cellule che non dispongono di questa identità sono potenzialmente bersagli per dei
fagociti.
Certe cellule (macrofagi, dendriti, linfociti B) sono inoltre dotate di molecole MHC II che servono per presentare a una
plasmacellula (linfocita B) un antigene rilevato da un fagocita.
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4.2 Anticorpi
it.Wikipedia: Anticorpo ◊ Antigene ◊ Plasmacellule
Gli anticorpi (piì propriamente immunoglobuline) non sono cellule immunitarie ma delle proteine con una
peculiare struttura quaternaria che conferisce loro una forma a "Y".
In ambito immunitario gli anticorpi hanno la funzione di neutralizzare corpi estranei come virus e batteri,
riconoscendo come un bersaglio ogni determinante antigenico o epitopo legato al corpo .
In maniera schematica e semplificata si puì dire che ciì avviene perchè al
termine dei bracci della "Y" vi è una struttura in grado di "chiudere" i
segmenti del corpo da riconoscere. Ogni chiusura ha una chiave diversa,
costituita dal proprio determinante antigenico; quando la "chiave"
(l'antigene) è inserita, l'anticorpo si attiva. La produzione di anticorpi è la
funzione principale del sistema immunitario umorale.
Gli anticorpi sono una classe di glicoproteine del siero, il cui ruolo nella
risposta immunitaria specifica è di enorme importanza: servono come "marcatori" per il susseguente
Anticorpo patologico:
lavoro della maggior parte delle cellule immunitarie.
Myasthenia gravis
Hanno la capacità di legarsi in maniera specifica agli antigeni (microorganismi infettivi come batteri, tossine, o
(lega all'acetilcholina)
qualunque macromolecola estranea che provochi la formazione di anticorpi).
Negli organismi a sangue caldo vengono prodotte dai linfociti B che in seguito a stimoli specifici vengono trasformati per adempiere a
questo compito in plasmacellule.
Strutturalmente gli anticorpi sono simili ai recettori cellulari. Si potrebbe anche chiamarli "recettori vaganti".
5. Processi di neutralizzazione
Sistema del complemento it.Wikipedia
Sono trattati i seguenti argomenti:
Complemento, Opsonine ◊ Fagocitosi / Macrofagi
5.1 Complemento, Opsonine
Il sistema del complemento, insieme agli anticorpi, rappresenta l'elemento essenziale dei
meccanismi di difesa umorali contro gli agenti infettivi. Esso è costituito da una ventina
di proteine circolanti e di membrana, capaci di interagire reciprocamente e con le
membrane cellulari.
L'attivazione a cascata delle sue proteine solubili, che convenzionalmente vengono
chiamate componenti, è alla base di attività biologiche varie come la lisi cellulare,
batterica o virale; queste si introducono nelle membrane degli agenti patogeni
provocando su di esse pori che portano alla lisi. Durante l'attivazione del complemento si
ha inoltre il reclutamento di varie cellule immunocompetenti, quali cellule fagocitarie
(monociti, macrofagi, polinucleati), linfociti B e linfociti T.
Approfondimento, immagini → Complemento uniroma2.it
https://files.acrobat.com/a/preview/ba2bf01e-418d-4efb-a562-a77669bdfb9f
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Opsonine
Membrane Attack Complex MAC en.Wikipedia
Le opsonine sono sostanze eterogenee in grado di allacciarsi a polisaccharidi /
proteine sulla superficie di microbi. Il tipo C3B congiunto a MAC "buca" il microbo e
lo fa "esplodere". I rifiuti vengono poi smaltiti di fagociti.
Le opsonine possono derivare:
da fonti di immunità specifica tramite anticorpi IgG1 o IgG3 e la cascata di
complemento immunitario classico
da fonti di immunità aspecifica: dalla cascata di complemento immunitario
alternativo oppure da proteine sanguigne come fibronectina, fibrinogeno,
proteina C-reattiva e altre.
Le opsonine non specifiche, pur non essendo molto efficaci, giocano un ruolo importante nel primo incontro con un
microorganismo nuovo (non sono ancora presenti anticorpi specifici). Esso viene riconosciuto da un fagocita che lo neutralizza
e mette in moto il processo per la fabbricazione di anticorpi specifici.
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5.2 Fagocitosi / macrofagi
Fagocitosi it.Wikipedia
La fagocitosi, cioè il riconoscere in generale delle particelle estranee, "neutralizzarle" e frammentarle, è il processo
cellulare basilare del sistema immunitario.
Il primo passo aspecifico generalmente consiste nel:
riconoscimento di una particella da disintegrare (p.es. particella
opsonidizzata)
ingerimento della particella di una cellula in grado di fagocitarla
(p.es. macrofago)
se si tratta di un microorganismo: disattivazione(uccisione)
disintegramento della particella in frammenti (antigeni)
identificazion di frammenti (antigeni) e presentazione sulla superficie
ad uso di altre cellule immunitarie
espulsione di frammenti nel fluido interstiziale.
Fagocitosi
In un secondo passo vengono determinati e poi prodotti in grandi quantità
dei "marcatori" per gli antigeni, in grado di attaccarsi inconfondibilmente e inseparabilmente a loro: gli anticorpi.
L'immunità aspecifica diventa così specifica. Il processo consiste generalmente in:
presentazione di un antigene sulla superficie di una cellula fagocitaria (p.es. macrofago) a una cellula "innocua" in
grado di costruire delle superfici complementari all'antigene (linfocita B): → anticorpi, e di riprodurne in grandi
quantità.
clonazione (proliferazione identica) della cellula capace di produrre il determinato anticorpo
produzione di grandi quantità di anticorpi dai B-linfociti e il loro rilascio nel fluido interstiziale
produzione di poche cellule memoria che mantengono l'informazione per non dover rifare il lavoro di
ricostruzione di un anticorpo in una seguente invasione di una simile particella.
In un terzo passo,
degli antigeni e anticorpi complementari (galleggiando nel fluido interstiziale) si incontrano e legano tra di loro in un
composto antigene-anticorpo (Ag-Ac)
incontrandosi si raggruppano in complessi antigeni-anticorpi
in questo modo possono essere facilmente riconosciuti dalle cellule fagocitarie (p.es. macrofagi)
Nel quarto e ultimo passo
i composti e complessi Ag-Ac (antigene-anticorpo) vengono ingeriti da cellule fagocitarie
decomposti fino a livello molecolare e poi
espulsi nel fluido interstiziale per ulteriore uso o escreti.
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6. Annessi
Sono trattati i seguenti argomenti:
Pagine correlate ◊ Impressum ◊ Commenti
6.1 Pagine correlate
Sono trattati i seguenti argomenti:
Sistema immunitario ◊ Malattie immunitarie ◊ Rimedi immunitari ◊ Sistema linfatico ◊ Malattie linfatiche ◊ Ricettario linfatico
AF 4.20 Sistema immunitario
Pagina: 420?action=print... (sopprimi)
1. Funzioni principali
1.1 Protezione di tessuti e cellule
1.2 Smaltimento e riciclaggio di residui
2. Organizzazione del sistema immunitario
2.1 Coinvolgimento nell'organismo
2.2 Meccanismi immunitari tessutali
2.3 Meccanismi immunitari cellulari
2.4 Cellule immunitarie
3. Immunità innata (non specifica)
3.1 Resistenza di specie
3.2 Barriere meccaniche e chimiche
3.3 Infiammazione
3.4 Cellule assassine naturali NK
3.5 Complemento (alternativo, non specifico, innato)
4. Immunità specifica (mediata da anticorpi)
4.1 Introduzione
4.2 Linfociti B (immunità anticorpo-mediata)
4.3 Anticorpi
4.4 Linfociti T (immunità cellula-mediata)
4.5 Complemento (classico, specifico)
4.6 Tipi d'immunità specifica
5. Il sistema immunitario nell'insieme
5.1 Regolazione del sistema immunitario
5.2 Agenti del sistema immunitario
6. Disordini del sistema immunitario
6.1 Ipersensibilità del sistema immunitario
6.2 Deficienza immunitaria
7. Annessi
7.1 Pagine correlate
7.2 Impressum
7.3 Commenti
↑ MN 4.7.2 Immunità umana ↑
PT 4.6 Malattie immunitarie
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1. Introduzione
1.1 Disordini immunitari
1.2 Coinvolgimento di altri sistemi
1.3 Valutazione terapeutica
2. Forme iperreattive
2.1 Forme allergiche
2.2 Malattie autoimmunitarie
3. Forme iporeattive
4. Annessi
4.1 Pagine correlate
4.2 Impressum
4.3 Commenti
Ricettari magistrali: Rimedi
immunitari
Pagina: Immunitario?action=print... (sopprimi)
1. Immunomodulatori
1.1 Immunostimolanti
1.2 Immunosoppressori
2. Fitorimedi anti-stress
3. Rimedi immunitari
3.1 Infiammazioni (flogosi)
3.2 Anaflogistici
3.3 Antipiretici
3.4 Germostatici / germicidi
3.5 Antiallergici
3.6 Anti - autoimmunitari
4. Rimedi linfatici
5. Vaccinazioni
6. Allegati
6.1 Pagine correlate
6.2 Immagini
6.3 Nozioni fitoterapiche
6.4 Motori di ricerca
6.5 Commenti
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AF 4.19 Sistema linfatico
Pagina: 419?action=print... (sopprimi)
1. Generalità del sistema linfatico
1.1 Funzioni del sistema linfatico
1.2 Linfa e liquido interstiziale
2. Organi primari linfatici
2.1 Vasi linfatici
2.2 Circolazione della linfa
2.3 Linfonodi
2.4 Drenaggio linfatico della mammella
3. Organi ausiliari linfatici
3.1 Tonsille
3.2 Appendice vermiforme
3.3 Timo
3.4 Milza
4. Sistema linfatico nel corso della vita
4.1 Cambiamenti
4.2 Dal feto alla pubertà
4.3 Dopo la pubertà
4.4 Età adulta avanzata
5. Riassunto
5.1 Drenaggio
5.2 Depurazione
5.3 Equilibrio idrico e difese
6. Annessi
6.1 Pagine correlate
6.2 Sitografia
6.3 Bibliografia
6.4 Immagini
6.5 Commenti
PT 4.5 Malattie linfatiche
Pagina: 45?action=print... (sopprimi)
1. Malattie linfatiche
2. Tonsilliti (angine)
2.1 Caratteristiche
2.2 Forme di tonsillite e angina
3. Malattie della milza
4. Malattie dei dotti linfatici
4.1 Linfangite
4.2 Linfedemi
5. Malattie dei nodi linfatici
5.1 Linfoma di Hodgkin
5.2 Linfomi non Hodgkin
6. Ricettario sistema linfatico
6.1 Tonsillite e angina
6.2 Splenomegalia
6.3 Linfangite
6.4 Linfedemi
7. Annessi
7.1 Pagine correlate
7.2 Immagini
7.3 Impressum
7.4 Commenti
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Ricettari magistrali: Ricettario
linfatico
Pagina: Linfatico?action=print... (sopprimi)
1. Tonsillite e angina
2. Splenomegalia
3. Linfangite
4. Linfedemi
5. Allegati
5.1 Pagine correlate
5.2 Nozioni fitoterapiche
5.3 Motori di ricerca
5.4 Commenti
6.2 Impressum
MmP
Materia naturopatica Vol.III MN
Autori e relatori:
Peter Forster, medico naturista NVS, docente di
"Materia medica Popolare" e terapista di tecniche corporee
Versione web:
Illustrazioni, collegamenti e cura di Daniela Rüegg
Testo a cura di: Daniela Rüegg
Cc 3.0-it by P. Forster & D. Rüegg
1a edizione 2016
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6.3 Commenti
alla pagina Immunità umana ev. cliccare sul titolo per stilare un commento.
Peter — 19 April 2016, 21:46
Test
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