Levi-Strauss

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Levi-Strauss
La vita, il pensiero e le opere di Levi-Strauss
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12. Lévi-Strauss e
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1
l’estetica dei linguaggi
13. Lévi-Strauss: Mito,
musica e linguaggi
13.1. La musica
13.2. L’analogia tra
analisi del mito e
partitura musicale
13.3. Implicazioni
filosofiche
13.4. Il rapporto tra
musica e mito
13.5. La smentita del
tempo nella musica e
1. Introduzione a Claude Lévinel mito
Strauss
13.6. La questione
2. Biografia di Claude Lévidella temporalità della
Strauss
musica
2.1. Articoli
13.7. L’ascolto della
2.2. Opere collettive
musica tra pianto e riso
3. Brani antologici
13.8. La musica:
4. Strutturalismo
4.1. Il metodo
immagine della vita
4.2. La dottrina della
14. Antropologia
conoscenza
strutturale
4.3. L’anti-metafisica
14.1. Etnocentrismo
4.4. Esiti ed applicazioni dello
14.2. Culture
Strutturalismo
4.5. La lettura strutturalistica di arcaiche e culture
primitive
Marx
14.3. L’idea di
4.6. Strutturalismo e
progresso
Semiologia
4.7. Il ritorno di Dioniso
15. Lévi-Strauss e la
5. Narratologia strutturalista:
sua “ideologia
Propp, Lévi-Strauss, Greimas,
rousseauista”
Todorov e Genette
15.1. Il Totemismo
5.1. Lévi-Strauss e Propp
oggi
6. Il pensiero di Claude LéviStrauss e Le strutture elementari 15.1.1. Totem
16. L’organizzazione
della parentela
sociale e la parentela
6.1. Osservazioni
6.2. Lévi-Strauss intendeva
16.1. Il
dare una classificazione al mondo pensieroselvaggio:
con il suo sereno relativismo
l’interpretazione delle
7. Lévi-Strauss e le “scienze
società e delle culture
umane”
16.2. L’universo dei
7.1 Storia ed etnologia
miti
8. Tristi tropici
16.3. Le finalità
8.1. Ancora sui Tristi tropici
dell’antropologia
9. Il pensiero selvaggio
9.1. Ancora su Il pensiero 17. L’inizio di un di un
articolo che Le Monde
selvaggio
dedica alla morte di
10. Il grande progetto
Lévi-Strauss
"Mythologiques"
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11. Il crudo e il cotto: il mito 18. Lévi-Strauss si
racconta in una
tra natura e cultura
intervista a Silvia
Ronchey
19. Aforismi
1. Introduzione a Claude Lévi-Strauss
Claude Levi-Strauss, il fondatore dell'etnologia strutturale, si colloca nella stessa area intellettuale di
Saussurre, Trubeckoj, Jakobson, Benveniste, Dumezil. Saussurre aveva rigorosamente distinto il parlare
individuale (parole) dalla lingua stessa (langue). Quest'ultima veniva considerata dal Saussure <<vincolo
sociale>>, <<sistema grammaticale>> assolutamente oggettivo, esistente virtualmente in ogni cervello. Il
linguaggio non è una funzione della persona che parla; esso è un prodotto che l'individuo non deve far altro
che registrare; esso non presuppone mai una precedente riflessione, e la riflessione vi partecipa soltanto in
quanto effettua la collocazione e l'associazione. C'è dunque la preminenza di un pensare
statico-descrittivo, <<sincronico>> che
svaluta la considerazione <<diacronica>>
cioè storica del linguaggio. Da qui al rifiuto
della storia, tout court, non c'è che un
passo. Per Claude Levi-Strauss l'analogia tra la
lingua e i fenomeni socio-culturali è
evidente. Essi sono indipendenti dal loro
contesto economico-politico. Sono un
<<sistema>>, una <<struttura>> i cui
singoli elementi non hanno nessun senso
in sè ne assumono uno soltanto se inseriti
in una rete di relazioni logico-formali.
Questo antistoricismo, che finisce per ripudiare ogni dialettica, è stato duramente attaccato negli ultimi tempi
da parte marxista, specialmente in Francia. Sartre sottolinea - nella Critica della ragione dialettica - che vi è
una <<permanente contraddizione tra la struttura pratico-inerte e l'uomo che scopre di essere da questa
condizionato. Ogni generazione prende da queste strutture una diversa distanza, la quale...consente la
trasformazione stessa delle strutture. Si tratta di pensare pro o contro la storia>>. Bisogna dire che a monte dello strutturalismo c'è la teoria dei gruppi e dei campi (cfr. Evariste Galois 181132, matematico francese) e la teoria holistica secondo cui il tutto precede le parti. Dice infatti LeviStrauss:<<Se le scienze sociali devono divenire veramente delle scienze, è indispensabile che i suoi giovani
specialisti acquisiscano una solida e moderna formazione matematica, senza di che saranno spazzati via
dalla scena scientifica>>. Si darà all'analisi strutturale un aspetto di credibilità e di realtà se applicata alla linguistica (cfr. De Saussure
e Chomskj), stante il carattere convenzionale del rapporto significante-significato, non già alla istituzione
politico-sociale nella quale il rapporto tra il valore di un elemento qualsiasi e la realtà non è assolutamente
convenzionale. L'uomo non si assimila a un'espressione matematica o a un'equazione abeliana! www.ABCtribe.com - la riproduzione non autorizzata è vietata in qualsiasi forma e modalità
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Bisogna parimenti sottolineare che la metodologia strutturalistica ha rivoluzionato l'antropologia culturale, la
critica letteraria, la psicanalisi (Lacan), l'esegesi marxista (Althusser) e la filosofia della cultura (Foucalt).
Grazie ai lavori di Claude Levi-Struss, gli storici hanno compreso l'interesse dei fatti minuti della vita
quotidiana da cui l'etnologia trae la propria sostanza. E' il più grande studioso del mito amerindio. L'analisi
delle strutture elementari della parentela gli consente di elaborare una esegesi suggestiva della universale
proibizione dell'incesto.
<<La proibizione dell'incesto - scrive - non è tanto una regola che vieta di sposare la madre, la sorella o la
figlia, quanto invece una regola che obbliga a dare ad altri la madre, la sorella, la figlia. E se la proibizione
dell'incesto e l'esogamia hanno una funzione essenzialmente positiva, se la ragion d'essere è quella di
stabilire tra gli uomini un legame senza il quale essi non potrebbero sollevarsi al di sopra dell'organizzazione
biologica per raggiungere quella sociale, allora bisogna riconoscere che linguisti e sociologi non soltanto
impiegano gli stessi metodi ma si applicano allo studio del medesimo oggetto. Da questo punto di vista, in effetti,
esogamia e linguaggio hanno la
stessa funzione fondamentale: la
comunicazione con gli altri e
l'integrazione del gruppo>>. Il che
significa che nei <<primitivi>>
l'esogamia ha la finalità di evitare
l'isolamento e la guerra. Agli
etnologi che sostengono che la
proibizione dell'incesto avrebbe le
sue radici nella natura, LeviStrauss obietta che se la
proibizione dell'incesto avesse un
fondamento naturale non si
capirebbe come mai le società
umane
ne
siano
state
ossessionate e si siano dedicate
con attenzione maniacale a farne
una legge.
I titoli dei volumi di Claude Levi-Strauss sono diventati celebri: <<Il pensiero selvaggio>>, <<Le strutture
elementari della parentela>>, <<Il crudo e il cotto>>, <<Dal miele alle ceneri>>, <<L'origine delle buone
maniere a tavola>>.
Il pensiero selvaggio è la riabilitazione del pensiero mitico (suggestivo l'accostamento tra bricolage e
pensiero mitico). Ne il crudo e il cotto l'analisi si stabilisce in America del Sud e soprattutto nel Brasile
centrale e orientale. <<Dal miele alle ceneri>> allarga il campo dell'indagine, tanto verso il sud che verso il
nord, ma resta ancora sudamericano. Con l'origine delle buone maniere a tavola, si ricomincia l'analisi a
partire da un mito sempre sudamericano ma più settentrionale, che tratta il medesimo problema per mezzo
di un immaginario differente, meglio illustrato da certi miti dell'America del Nord.
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Illustrano chiaramente il tentativo d'insieme: mostrare il passaggio dalla natura alla cultura. <<Ho detto una
volta negli Stati Uniti - racconta - era il 1952, al congresso degli antropologi, che noi eravamo gli
straccivendoli della storia e che cercavamo la nostra roba nelle sue pattumiere: ciò provocò diverse reazioni:
i miei colleghi non gradivano l'accostamento>>. <<Le donne nambikwara mi sono generalmente apparse più
belle degli uomini; il contrario presso i Bororo>>. <<Senza essere una filosofia del soggetto - prosegue - nè
tantomeno una filosofia in senso stretto, lo strutturalismo propone di fondare i diritti dell'uomo non sul
carattere unico e privilegiato di una specie vivente, come si fa a partire dall'Indipendenza americana e dalla
Rivoluzione francese, ma al contrario di vedere in tale carattere un caso particolare dei diritti riconosciuti a
tutte le specie.
Procedendo in questa direzione, ci metteremo nella condizione di ottenere un più largo consenso di quanto
non possa fare una concezione ristretta dei diritti dell'uomo, perchè raggiungeremmo nel tempo la filosofia
stoica, e nello spazio quella dell'Estremo Oriente>>. <<In fondo - dice tra il serio e il faceto - io sono un
kantiano volgare e nello stesso tempo, forse, strutturalista dalla nascita. Mia madre mi ha raccontato che,
ancora incapace di camminare e molto prima di saper leggere, un giorno ho gridato dal fondo della mia
carrozzella che le prime tre lettere delle insegne del macellaio (boucher) e del panettiere (boulanger)
dovevano significare (bou) perchè erano le stesse in tutt'è due i casi... A quell'età già cercavo delle
invarianti>>. Ma in Claude LeviStrauss, la cui ascendenza
marxiana è fuori discussione, c'è il
grande
richiamo
della
trascendenza. Dice infatti:<<Non
siamo neppure sicuri che la
conoscenza che ci rivela la nostra
nullità abbia una qualche validità.
Sappiamo che non siamo niente, o
granchè, e, sapendolo, non
sappiamo neanche più se questo
sapere sia tale. Pensare l'universo
come
incommensurabile
al
pensiero costringe a mettere in
dubbio il pensiero stesso>>.
Una frase famosa e che ci dà una chiara idea del pensiero di Claude Lévi-Strauu è: “Nulla, allo stato attuale
della ricerca, permette di affermare la superiorità o l’inferiorità di una razza rispetto all’altra”. La vita di Claude
Levi-Strauss è stata dedicata a far capire che cultura non è solo la produzione artistica di un popolo, ma è il
complesso delle peculiarità del popolo stesso. L'opera di Levi-Strauss e la sua antropologia culturale di
matrice strutturalista (di cui è uno dei padri fondatori) sono per questa ragione universali, nel senso che non
permettono più graduatorie tra una cultura e un'altra. I suoi studi vanno oltre l'ambito scientifico e si possono
ricondurre anche a quello politico e letterario. Emblematica una delle sue opere più famose, Tristi Tropici, il
cui titolo è divenuto da tempo un modo di dire per intendere il senso di fine di un mondo, che in questo studio
è riferito al naufragio di un'intera civiltà, quella delle tribù indie del Brasile, a metà anni '30.
Lévi-Strauss era già conosciuto nei circoli accademici ma, nel 1955, con la pubblicazione della sua opera
"Tristes Tropiques" raggiunge un pubblico più vasto. Tristi Tropici è essenzialmente un diario di viaggio nel
quale egli annota le sue impressioni, frammiste a una serie di geniali considerazioni sul mondo primitivo
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amazzonico, che risalgono al periodo intorno al 1930 quando egli era espatriato dalla Francia. L'opera di
Lévi-Strauss viene presa in considerazione dall'organizzazione del Premio Goncourt, ma viene rifiutata con
la giustificazione che "Tristes Tropiques" era una "non-fiction".
Ormai diventato una celebrità, Lévi-Strauss trascorre la seconda metà degli anni sessanta alla realizzazione
di un grande progetto, i quattro volumi di studi dal titolo Mythologiques. In esso, Levi-Strauss analizza un
singolo mito seguendone le variazioni di gruppo in gruppo dall'estremità del Sud America attraverso
l'America Centrale e Settentrionale, fino al Circolo Artico ed esamina, con una metodologia tipicamente
strutturalista, le relazioni di parentela tra i vari elementi nella struttura sottostante invece di considerare il
contenuto della storia in sé. Mythologiques è un esempio di analisi ampio e dettagliato (in quattro volumi);
benché sia l'opera principale di Lévi Strauss questo libro è meno conosciuto del Pensiero Selvaggio. Nel
1971, Lévi-Strauss completa l'ultimo volume di Mythologique e nel 1973 viene eletto dall'Académie
Française, uno dei più grandi onori per un intellettuale francese.
2. Biografia di Claude Lévi-Strauss
Claude Lévi-Strauss è stato antropologo, psicologo e filosofo. Tra i contributi che egli diede alla psicologia
scientifica va ricordata l’applicazione del metodo d’indagine strutturalista agli studi antropologici. Come
antropologo, Lévi-Strauss è stato colui che, con la sua utilizzazione del modello della linguistica strutturale
nelle indagini sulle strutture della parentela e sui miti e con le sue teorie generali sul concetto di struttura, ha
più contribuito alla formulazione e alla diffusione di quello che è stato chiamato strutturalismo. Lévi-Strauss nacque a Bruxelles il 28
novembre 1908 da genitori francesi (di
religione ebraica) e morì a Parigi il 30 ottobre
2009. Visse con la famiglia a Parigi, dove suo
padre lavorava come ritrattista; la sua
formazione culturale avvenne nel clima
intellettuale della capitale francese, dove si
laureò in filosofia nel 1931 (conseguì la
laurea alla Sorbona di Parigi). Egli militò
attivamente nella SFIO (Section francaise de
l’Internationale ouvrière, in seguito Partito
Socialista).
Sempre a Parigi, una volta abbandonati gli studi di legge e conseguita la laurea in filosofia, iniziò ad
insegnare presso un liceo di provincia. Egli manifesta sin da subito le sue idee critiche verso le tendenze
idealiste e spiritualistiche della filosofia francese del periodo compreso tra le due guerre, in particolar modo
perché egli prende atto che in se stesso si fa strada un’esigenza di concretezza che lo conduce verso nuovi
orizzonti. Lévi-Strauss, dopo un decisivo incontro con Paul Rivet (durante un’esposizione di Jacques
Soustelle al Museo Etnografico) e con Marcel Mauss (di cui fu allievo e di cui apprezza soprattutto il forte
senso del concreto che scaturisce dal suo insegnamento e dal metodo che utilizza per spiegare ed
analizzare i riti e i miti primitivi), scoprì ben presto nelle scienze umane, soprattutto nella sociologia e
nell’etnologia, la possibilità di creare un discorso maggiormente concreto ed innovatore sull’essere umano.
Nel 1935 si trasferì a San Paolo, in Brasile, dove rimase sino al 1939 e dove cominciò a tutti gli effetti la sua
carriera di etnologo. Qui insegnò sociologia all’Università. Fu in questa occasione che ebbe modo di
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conoscere una realtà assolutamente diversa da quella europea ma soprattutto riuscì ad entrare in contatto
con le popolazioni indie del Brasile che diventeranno oggetto delle sue ricerche scientifiche sul campo. Il suo
esordio nel campo dell'antropologia avviene gradualmente. Nei primi tempi, compie brevi visite nell'interno
del paese. A cavallo tra il 1935 e il 1936 organizza una spedizione, della durata di qualche mese, tra i Bororo
e infine, tra il giugno e il dicembre del 1938 una missione nel Mato Grosso e nella foresta amazzonica dove
incontrerà "i veri selvaggi", cioè le popolazioni meno acculturate e nello stesso tempo più interessanti. Tristi
Tropici è un'opera pubblicata nel 1955.
Dopo un breve ritorno in Francia nel 1939, dove viene mobilitato alla scoppio della seconda guerra
mondiale, nei primi anni quaranta, immediatamente dopo l’armistizio, a causa delle persecuzioni contro gli
ebrei, è costretto a fuggire e riesce ad imbarcarsi per gli Stati Uniti, raggiunti su un vapore dove viaggia con
André Breton; quindi si reca a New York dove il contatto con l'antropologia culturale statunitense e,
soprattutto, l'incontro con il linguista russo Roman Jakobson ispirano quella rielaborazione teorica
dell'antropologia culturale che finirà col caratterizzare Lévi-Strauss come uno dei principali esponenti dello
strutturalismo.
A New York cominciò ad insegnare presso la “New School for Social Research”; presto viene considerato,
uno dei fondatori dell' École Libre des Hautes Étudesla Columbia University a New York, e che gli fa ottenere
il titolo per essere accettato con facilità negli Stati Uniti. Dal 1945 alla fine del 1947, è
consulente
culturale
presso
l’ambasciata
di
Francia
a
Washington. , una specie di
"Università in esilio" per accademici
francesi. Gli anni trascorsi a New
York si rivelano presto molto
importanti per la sua formazione, e
soprattutto la sua relazione con il
linguista Jakobson gli sarà d'aiuto
per mettere a punto il suo metodo di
indagine strutturalista. Lévi-Strauss
è anche considerato, insieme a
Franz Boas, uno degli esponenti
principali
dell'Antropologia
Americana,
disciplina
che
insegna presso
la
Columbia
University a New York, e che gli fa
ottenere il titolo per essere accettato
con facilità negli Stati Uniti. Dal 1945
alla fine del 1947, è consulente
culturale presso l’ambasciata di
Francia a Washington.
Nel 1947 torna definitivamente a Parigi dove svolge il suo insegnamento al Musée de l'homme, di cui diviene
vicedirettore, all'École des hautes études, dove insegna, a partire dal 1950, «religioni comparate dei popoli
senza scrittura» e infine al Collège de France, dove dal 1959 ricopre la cattedra di antropologia sociale al
Collège de France; vi fonda l’anno successivo il laboratorio d’antropologia sociale e la rivista L’Homme.
Nel 1973 viene eletto accademico di Francia. Nel frattempo, nel 1948, consegue alla Sorbona il dottorato
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con una tesi maggiore e una minore, come si soleva fare in Francia a quei tempi, dal titolo “La famiglia e la
vita sociale degli Indiani Nambikwara” (La vie familiale et sociale des Indiens Nambikwara) e le "Le strutture
elementari della parentela" (Les structures élementaires de la parenté). Quest’ultima viene pubblicata l’anno
successivo e subito concepita come uno degli studi maggiormente importanti e significativi di antropologia
sui rapporti di parentela fatti fino ad allora. Già Emile Durkheim, aveva pubblicato un famoso studio, dal titolo
Forme elementari della vita religiosa, frutto di una analisi sull'organizzazione familiare dei popoli e sull'esame
delle strutture logiche che vengono a formarsi nelle relazioni tra i vari componenti.
Mentre, tra gli antropologi inglesi, Alfred Reginald Radcliffe-Brown sosteneva che la parentela era basata
sulla discendenza da un comune antenato, Lévi-Strauss sostiene che la parentela era basata sull'alleanza
tra due famiglie che si viene a creare quando una donna proveniente da un gruppo sposa un uomo
appartenente ad un altro gruppo. Tra gli anni 1940 e 1950 Lévi-Strauss continua le sue pubblicazioni e
ottiene sempre maggior successo. Al suo ritorno in Francia lavora come amministratore del CNRS, al
"Musée de l'Homme" e in seguito all'"École Pratique des Hautes Études", alla sezione di "Sciences
religieuses", sezione precedentemente fondata da Marcel Mauss e rinominata "Religions comparées des
peuples sans écriture".Claude Lévi-Strauss muore a Parigi il 30 ottobre 2009 ad un mese dai suoi 101 anni
di vita.
2. Opere
Elenco delle opere:
La Vie familiale et sociale des Indiens Nambikwara, La vita familiare e sociale degli indiani Nambikwara
(1948)
Les structures élémentaires de la parenté, Le strutture elementari della parentela (1949);
Race et Histoire, Razza e storia (1952)
Tristes Tropiques, Tristi tropici (1955);
Anthropologie structurale, Antropologia strutturale (1958);
Le totémisme aujourd'hui, Il totemismo oggi (1962);
La pensée sauvage, Il pensiero selvaggio (1962, dedicato a Merleau-Ponty);
Mythologiques I. Le cru et le cuit, Mitologica I. Il crudo e il cotto (1964)
Mythologiques II. Du miel aux cendre, Mitologica II. Dal miele alle ceneri (1967)
Mythologiques III. L’origine des manières de table, Mitologica III. Le origini delle buone maniere a tavola
(1968)
Mythologiques IV. L’homme nu, Mitologica IV. L’uomo nudo (1971)
Anthropologie structurale deux, Antropologia strutturale due (1973) e Lo sguardo da lontano (1983);
La voie des masques (1975);
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Myth and Meaning (1978), Mito e significato : cinque conversazioni radiofoniche (2002)
Le regard éloigné, Lo sguardo da lontano (1983) traduzione di Primo Levi (1984)
Paroles données (1984);
La Potière jalouse (1985), la vasaia gelosa. Il pensiero mitico nelle due Americhe;
De prèse t de loin. Entretiens avec Didier Eribon, Da vicino e da lontano (1988) ;
Des symboles et de leurs doubles (1989);
Histoire de Lynx (1991);
Regarder, écouter, lire, Guardare ascoltare leggere (1993) ;
Voir, Ècouter, Lire (1994).
Le Père Noël supplicié, Babbo Natale giustiziato (1994);
Saudades do Brasil, 1995;
Loin du Brésil. Entretiens avec Véronique Mortaigne (2005).
Nel 1988 ha pubblicato i suoi "colloqui" sotto il titolo De près et de loin.
Le sue opere principali sono: Le strutture
elementari della parentela (1949), Tristi
tropici (1955), Antropologia strutturale
(1958), Il totemismo oggi(1962), Il
pensiero selvaggio (1962, dedicato a
Merleau-Ponty), Mitologiche ( Il crudo e il
cotto , 1964, Dal miele alle ceneri , 196667; L' origine delle buone maniere a
tavola, 1968; L' uomo nudo , 1971),
Antropologia strutturale due (1973) e Lo
sguardo da lontano (1983).
Si susseguono le raccolte di articoli, di resoconti dei vari seminari e di diverse interviste, anche dopo la
pensione (1982) (Lo sguardo da lontano, 1983; Parole date, 1984; Da vicino e da lontano, 1988; Dei simboli
e dei loro doppi, 1989). Oltre a ciò continua la ricerca delle Mythologiques con un approccio estetico ne La
via delle maschere, e la ripresa di alcuni Miti ne La vasaia gelosa. Il pensiero mitico nelle due Americhe,
Storia di Lince, Il mito dei gemelli e le radici etiche del dualismo amerindiano. Illumina alcuni punti oscuri del
suo pensiero attraverso i saggi estetici di Guardare, ascoltare, leggere.
2.1. Articoli
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9
1944, “The Social and Psychological Aspects of Chieftainship in a Primitive Tribe: The Nambikuara of
Northwestern Mato Grosso", Transactions of the New YorkAcademy of Science, 7: 16-32.
1944/45, “Le dédoublement de la représentation dans les arts de l'Asie et de l'Amérique”, Renaissance, II-III,
pp.169-186) poi in LÉVI-STRAUSS 1958b (trad. it. "Lo sdoppiarsi della rappresentazione nelle arti dell'Asia e
dell'America" in trad. it. di 1958a: 275-300).
1945a, “French Sociology”, in GURVITCH MOORE (a c. di), 1945: 503-537.
1945b, “L'œuvre d'Edward Westermarck", RHR, 129: 84-100.
1948, "Compte rendu de Sun Chief, the Autobiography of a Hopi Indian, par L. Simmons”, Année
sociologique, Troisième série, I, 1940-1949 (pubblicato nel 1945 in Social Research, 10).
1950, “Introduction à l'œuvre de Marcel Mauss“ in MAUSS, 1950: IX-LII.
1952a Race et histoire, Parigi: Unesco; edizione riveduta in LÉVI-STRAUSS 1973: 377-422.
1952b, “Les Structures sociales dans le Brésil central et oriental”, Proceedings of the 29th Congress of
Americanists, Chicago: University of Chicago Press; ora in LÉVI-STRAUSS 1958a: 133-145 (trad. it. “Le
strutture sociali nel Brasile centrale e orientale” in trad. it. di 1958a: 140-152 ).
1956a “The Family” /???/in SHAPIRO (a c. di), 1956; trad. francese in Annales de l'Université d'Abidjan,
série F-3, fasc. 3, 1971: 5-29, ora in nuova versione in 1983a: 65-92 .
1956b, “Les Organisations dualistes existent-elles?” Bijdragen tot de Taal-, Land- en Volkenkunde, 112, 2:
99-128 poi in LÉVI-STRAUSS 1958a. (trad. it "Esistono le organizzazioni dualiste” in trad. it. di 1958a: 153185).
1958, “La Geste d'Asdival”, Annuaire 1958-59, Parigi: École Pratique des Hautes Ètudes, pp. 3-43; ora in
Lévi-Strauss, 1973: 175-234 (trad. it. “Le gesta di Asdiwal” in trad. it. di 1973: 187-235).
1960, “Ce que l'ethnologie doit à Durkheim”, Annales de l’Université de Paris: I: 45-50; ora in 1973a: 57-62).
1964, “In Memoriam Alfred Métraux”, L'Homme, IV, 2: 5-19.
1966, “Anthropology: Its Achievement and Future”, CA, 7 (2): 124-127.
1979, « La famille » , in BELLOUR R. et CLEMENT C. (a c. di) Claude Lévi-Strauss. Textes de et sur Claude
Lévi-Strauss, Parigi : Gallimard, pp.93-131.
1980 (1950), « Introduction à l’œuvre de Marcel Mauss », in MAUSS M., Sociologie et anthropologie, Parigi :
PUF : IX-LI.
1983b, “Histoire et ethnologie", AESC, XXXVIII, (6): 1217-1231.
2.2. Opere collettive
1977, L'identité. Séminaire interdisciplinaire dirigé par Claude Lévi-Strauss, professeur au Collège de
France, 1974-1975, Parigi: Grasset (trad. it. L’identità. Seminario diretto da Claude Lévi-Strauss Palermo,
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