Le due Cardiochirurgie insieme per salvare un bambino

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REGIONE DEL VENETO
AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
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COMUNICATO STAMPA 4 giugno 2017
Le due Cardiochirurgie di Padova insieme per salvare la vita di un bambino
È stata la sinergia tra il lavoro di più strutture dell’Azienda Ospedaliera a salvare la vita di un bambino di 10
anni, malato di cuore fin dalla nascita e già nei primi mesi di vita con difficoltà di alimentazione e di crescita.
Nato di 4 kg di peso, viene trasferito a Padova dopo la valutazione all’Ospedale di Vittorio Veneto con
diagnosi di cardiomiopatia, malattia del muscolo cardiaco. Viene costantemente seguito dalla Cardiologia
Pediatrica (diretta dalla prof.ssa Ornella Milanesi), con controlli ambulatoriali periodici per ottimizzare la
sua terapia medica durante la crescita e monitorizzare la funzione cardiaca.
Ricoverato sempre qui a Padova all’età di 10 anni, per il peggiorare delle condizioni cliniche e della funzione
cardiaca, affronta l’impianto di un defibrillatore (apparecchio salvavita in caso di gravi aritmie) e nello
stesso tempo viene inserito nelle liste di attesa per trapianto cardiaco. Per un ulteriore peggioramento
delle condizioni cliniche viene trasferito in Terapia Intensiva Pediatrica dove rimane per oltre due mesi, con
un’infusione di farmaci in vena, per sostenere il cuore malato.
Alla fine, un’ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche porta alla decisione di operare:la
Cardiochirurgia Pediatrica, diretta dal prof. Giovanni Stellin, impianta nel paziente un apparecchio
meccanico, di assistenza ventricolare sx, allo scopo di sostenere la funzione cardiaca ormai non più
adeguata alla sopravvivenza.
Il VAD (Ventricular Assistence Device) è un supporto che viene connesso al ventricolo accoppiandolo al
cuore, che rimane in sede, per supportarne la funzione di pompa (v. foto in allegato).
La scelta cade su un minuscolo apparecchio di nuova generazione, totalmente impiantabile, e mai prima
impiegato con successo in età pediatrica in Italia. A Padova c’era un’esperienza d’impianto in tre malati
adulti e, a oggi, gli interventi di questo tipo eseguiti sono sette.
Il nuovo “cuore artificiale” permette al bambino di essere dimesso dalla Terapia Intensiva e trasferito in
Degenza Trapianti, in attesa dell’organo.
Dopo 49 giorni, il cuore del piccolo viene espiantato assieme al “cuore artificiale” e sostituito con un organo
adeguato al suo peso, dai chirurghi della Cardiochirurgia, diretta dal prof. Gino Gerosa. Tutto viene eseguito
alla perfezione, senza complicanze e il piccolo paziente dimesso a casa dopo meno di un mese dal trapianto
cardiaco, in ottime condizioni generali.
Una vera e propria staffetta: la Cardiologia Pediatrica, che lo ha seguito per oltre 10 anni con farmaci
adeguati, la Terapia Intensiva Pediatrica, che lo ha accolto e trattato durante le fasi di scompenso acuto, la
Cardiochirurgia Pediatrica (in particolar modo il dott. Massimo Padalino) che lo ha seguito passo-passo fino
all’impianto del “cuore artificiale” e la finale collaborazione con la Cardiochirurgia Trapianti, diretta dal
prof. Gino Gerosa.
Per approfondire:
prof. Giovanni Stellin - 329.8324838
prof. Gino Gerosa – 329.9074853
visto, si autorizza la diffusione ai media - dr.ssa Luisella Pierobon– CAPO UFFICIO STAMPA - AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
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