VERBALE N°24 LUIGI SOLITRO 13/02/16 HEGEL L`educazione

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VERBALE N°24
LUIGI SOLITRO
13/02/16
HEGEL
L’educazione etica e morale dell’uomo attraverso l’arte:
la catarsi e l’Auf Hebung
Come detto, la religione greca presenta peculiarità antitetiche con il concetto
primo di religione (in quanto è una religione antropomorfica che perde di
misticità poiché l’infinito è schiacciato nel finito). Questa sorta di aderenza
quasi sentimentale ad un infinito concreto, vissuto quotidianamente, che si
rispecchia pienamente nella vita, mostra l’importanza presso la cultura greca
della tragedia, forma di espressione che meglio si addice alla rappresentazione
di argomenti aulici come quelli trattati dalla filosofia, il cui concetto è (secondo
i greci) contaminato dal sentimento.
L’espressione culturale del popolo greco è ancora immatura quindi è presente
un’autoconsapevolezza alle primissime fasi di sviluppo. Questa immaturità
porta i greci ad essere i primi a rappresentare (attraverso la tragedia) il
dramma della finitezza umana ma gli permette allo stesso tempo di accettarla
e anzi di poter superarla o quanto meno accettarla. Tramite l’accettazione
della propria finitezza i greci riescono vivere la vita con le sue sventure e le
sue paure. Rappresentare la tragedia significava sublimare e legittimare
l’accettazione attiva della vita.
L’effetto della tragedia, ovvero la sublimazione della vita, era identificata da
Aristotele con il termine catarsi. La commedia, per esempio, non contiene
alcun tipo di catarsi.
L’insegnamento di una qualunque opera artistica fa leva sul suo
coinvolgimento: Hegel attribuisce ai greci il merito di aver inserito per primi
questo aspetto nella tragedia e soprattutto di aver accettato la vita così com’è,
a differenza per esempio di Platone che si isolò nel suo Iperuranio.
Hegel cala il meccanismo istruttivo della tragedia nell’ordinamento dello
stato: l’educazione etica di cui uno stato si dovrà occupare dovrà
necessariamente tener conto dell’arte perché quest’ultima opera per mezzo
della catarsi, l’unico strumento veramente affidabile per la comprensione della
vita perché ci induce a riflettere su di essa e ad assimilarne la morale (per
questo i greci erano obbligati a frequentare il teatro).
[L’etica di Spinoza ha come obiettivo ultimo il controllo sulle affezioni della
vita, come le emozioni (perché siamo immersi in un flusso che è la vita-cosmotutto). Solo questo è in grado di dare origine alla ragione.
Allo stesso modo Nietzsche, con l’opera Nascita della Tragedia, sostiene la
necessità di recuperare il senso primo della tragedia affrontando la tragicità
della vita che nel suo tempo era costituita dall’età Bismarckiana e quindi
dall’imminente guerra.
Platone disprezzava l’arte che per Aristotele invece era invece un trampolino]
La tragedia greca è quindi un anello, benchè ancora immaturo, della vera
intelligenza filosofica. Questo ci mostra quanto sia importante il ruolo
dell’arte nella visione della vita e quanto sia fondamentale il suo apporto alla
filosofia.
Tra le fonti di Hegel per il suo discorso sullo stato vi è principalmente
Aristotele perché per lui la filosofia deve essere un progettare la propria
crescita
spirituale
in
questa
vita
attraverso
la
politica.
La filosofia è intelligenza (intelligere = intus-legere -> starci dentro) sintetica
attiva della realtà in cui concorre anche l’arte. L’intelligenza filosofica di Hegel
è lo scopo della filosofia che, come la nottola di minerva, ha uno sguardo nelle
tenebre, cioè ha la capacità di squarciare l’ignoranza, le false verità.
La filosofia, che presuppone la creazione dell’autoconsapevolezza dello spirito
(attraverso tesi-antitesi-sintesi), non deve cancellare il passato perché il presente
è migliore ma anzi la storia deve fungere da magistra vitae. Hegel vuole
sottolineare il fatto che i superamenti non sono un abbandono delle tappe
passate ma il passato concorre a formare il presente. Il processo triadico
presuppone soprattutto la comprensione del passato. Il filosofo ha il compito
di mantenere la sintesi delle tappe precedenti. La pazienza del concetto è
quella che deve custodire, conservare, tenere sempre vive e salde nella
memoria filosofia tutte le tappe che costituiscono una grande sintesi. Questo
discorso Hegel lo estende anche a ogni individuo perché questo processo
forma la coscienza di ognuno di noi.
Il processo dialettico è definito quindi come un continuo superamento e
conservazione di tesi e antitesi ed è delineato da Hegel con il termine tedesco
AUF-HEBUNG, che è il processo che inserirà poi Freud nella psicanalisi che è
sempre un processo di superamento e conservazione, perché ciò che è
accaduto rimane per sempre (nei sogni). Lo sfuggire al passato è un’illusione.
È importante allo stesso modo osservarsi dall’esterno nelle proprie relazioni
interpersonali sempre tenendo conto di ciò che siamo stati. -Il prefisso ‘AUF’
sta a significare qualcosa che va oltre; ‘HEBUNG’ significa custodire, tenere
fermo qualcosa di prezioso.
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