ALPPS TECNICA CHIRURGICA INNOVATIVA RUOLO DELL’INFERMIERE DI SALA NELLA FASE PRE-INTRAOPERATORIA Autori: Mariana Zitti(1), Giorgia Sansonetti(1), Martina Socci(1) (1) Infermiere Blocco Operatorio - Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti, Ancona ABSTRACT Introduzione: ALPPS ”Associating Liver Partition and Portal vein ligation for Staged Hepatectomy”, è una innovativa tecnica chirurgica che consiste nel separare il fegato associato alla legatura del ramo destro della vena porta effettuando un’epatectomia in due tempi. Tale tecnica consente di operare tumori del fegato ritenuti un tempo assolutamente inoperabili. Obiettivo: Scopo del presente studio è descrivere in modo sequenziale e dettagliato tutte le fasi dell’assistenza infermieristica al paziente sottoposto a procedura ALPPS assistenza sia attivata dagli infermieri circolanti che dallo strumentista del. Materiali e metodi. Dal 2-2005 al 9-2014 sono state eseguite presso il centro di Chirurgia dei Trapianti dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona 553 resezioni epatiche. Dal gennaio 2013 al giugno 2014 sono state eseguite 9 procedure ALPPS. Risultati: Le indicazioni ad intervento chirurgico resettivo sono state 3(33%) metastasi da carcinoma colo-rettale, 3 (33%) tumore di Klatskin, 2 (22%) colangiocarcinoma intraepatico, 1 (11%) epatocarcinoma su fegato non affetto da epatopatia cronica. L’incremento medio del volume FLR(cc) tra i due interventi è stato di 239±88cc corrispondenti al 96±47% (p<0.001). Il tempo medio tra primo e secondo intervento chirurgico è risultato di 10,8±2,9 giorni. Globalmente si sono verificate 11 complicanze in 6 pazienti, di cui 5 maggiori al grado III di DindoClavien. Dopo un follow up medio di 9,1±6,7 mesi, la sopravvivenza globale è risultata dell’89% a 3-6-12 mesi. Conclusioni: La nostra iniziale esperienza di resezioni epatiche estese in due tempi con tecnica ALPPS ha evidenziato un’ottima efficacia della procedura. La morbidità è risultata elevata, anche se in linea con i dati di letteratura; ma la mortalità è da ritenersi accettabile in pazienti altrimenti non curabili in maniera oncologicamente radicale. PAROLE CHIAVE: ALPPS, FLR, tumori del fegato, accettazione del paziente, strumentario chirurgico. INTRODUZIONE La resezione chirurgica è l’unico trattamento potenzialmente curativo per i pazienti con neoplasie epatiche maligne primitive o secondarie. Il Future Liver Remnant (FLR) stimato prima dell’intervento chirurgico resettivo dovrebbe essere maggiore del 25% del volume totale epatico in pazienti non affetti da epatopatia e di circa il 40% nei pazienti con storia di patologie epatiche (epatopatie croniche virali, alcoliche, NASH, danno da chemioterapici). Sono state sviluppate diverse strategie per incrementare la resecabilità nei pazienti destinati a epatectomie maggiori, tra cui l’embolizzazione portale destra preoperatoria e la legatura intraoperatoria del ramo portale destro. Tali tecniche consentono un’ipertrofia compensatoria del lobo sinistro in media del 40% in circa 3-8 settimane. In caso di tumori a veloce accrescimento, il tempo necessario all’ottenimento dell’ipertrofia compensatoria rende però spesso i pazienti inoperabili. Inoltre spesso il grado di ipertrofia compensatoria è insufficiente, non consentendo l’operabilità del paziente. Recentemente è stata descritta una nuova tecnica di resezione epatica in due tempi (Associating Liver Partition and Portal vein ligation for Staged Hepatectomy, “ALPPS”) nella quale nel primo intervento viene associata alla legatura intraoperatoria del ramo portale destro la partizione epatica programmata, senza asportazione del fegato destro, che rimane vascolarizzato attraverso l’arteria epatica destra, mantenendo il deflusso biliare e venoso sovraepatico(1). Tale innovativo intervento consente una più rapida e importante ipertrofia del FLR, consentendo una maggiore operabilità dei pazienti, rispetto alle tecniche classiche. L’obiettivo del presente studio è stato di descrivere le fasi dell’assistenza infermieristica eseguita dagli infermieri di sala operatoria e dall’infermiere strumentista nel paziente sottoposto a procedura ALPPS. MATERIALI E METODI La valutazione del FLR (%) è stata eseguita in tutti i casi di intervento programmato di epatectomia destra allargata al IV segmento ed in caso di epatectomie destre in pazienti affetti da epatopatia. Fino al gennaio 2013 i pazienti con FLR <30% venivano controindicati ad intervento chirurgico resettivo ed indicati ad eventuale embolizzazione portale destra preoperatoria con successiva rivalutazione volumetrica epatica e chirurgica dopo 5 settimane. Dal gennaio 2013 tutti i pazienti con FLR <30% sono stati valutati per intervento in due tempi ALPPS. I criteri di esclusione preoperatori per intervento ALPPS sono stati: presenza di metastasi a distanza, età maggiore di 75 anni, epatopatia cronica, steatosi epatica macrovescicolare maggiore del 50%. In caso di sospetto di epatopatia è stata eseguita preoperatoriamente una biopsia epatica e/o test al verde indocianina valutato con spettrofotometria (Limon Test). TECNICA CHIRURGICA PRIMO INTERVENTO (ALPPS 1) In tutti i casi si è eseguita una incisione addominale sottocostale destra allargata in mediana al processo xifoideo. L’emifegato destro viene scollato dal piano cavale con sezione delle piccole vene sovraepatiche accessorie. Si identificano il coledoco, l’arteria epatica destra e sinistra, il ramo portale destro della vena porta e la vena sovraepatica destra. Si esegue colecistectomia e successiva colangiografia intraoperatoria. Quando possibile si identifica il ramo portale per il IV segmento. Il ramo portale destro e l’eventuale ramo per il IV segmento vengono isolati e suturati. In caso di piccole lesioni nel FLR è possibile effettuare un clean-up delle lesioni con resezioni wedge. Si identifica con ausilio della ecografia i.o. il piano di transezione. Si procede quindi alla transezione del parenchima epatico con ausilio di bisturi elettrico, Ligasure© (Covidien©) e/o Sonoca© (Söring GmbH©). La transezione epatica viene eseguita fino al piano cavale, eventualmente lasciando una minima parte di parenchima in caso di rischi di sanguinamento. Al termine della transezione epatica, la trancia di sezione è stata separata attraverso un sacchetto da organi o un foglio di plastica o fogli di emostatici Tachosil©. In caso di resezione della via biliare extrepatica fino alla biforcazione biliare, la necessaria anastomosi bilio-digestiva su ansa defunzionalizzata viene confezionata durante il primo intervento. Viene eseguita una TC o RMN addome con ricostruzione volumetrica a 7±2 giorni dal primo intervento. In caso l’incremento del FLR sia risultato almeno del 60%, veniva posta indicazione al secondo tempo chirurgico da eseguirsi nella giornata successiva. Figura 1. ALPPS 1: Sezione del ramo dx della vena porta e transezione parenchimale (2) FIG.2 ALPPS 1: Il fegato dx è avvolto in un sacchetto per organi (2) SECONDO TEMPO ALPPS Si esegue relaparotomia sulla pregressa incisione. Si scolla il parenchima epatico dalle aderenze addominali. Si valuta l’ipertrofia del fegato residuo. Si asporta il dispositivo separatore di trance e si verifica la presenza di eventuale fistola biliare sulla trancia del FLR e l’eventuale tenuta della anastomosi biliodigestiva. Vengono quindi identificate e sezionate le strutture vasculo-biliari precedentemente isolate (vena sovraepatica destra, arteria epatica destra, ramo destro della via biliare, ramo arterioso per il IV segmento). Viene eventualmente completata la transezione epatica sul piano cavale. Si completa quindi l’epatectomia. Figura 3. ALPPS 2: completamento della resezione dopo circa 9-10 giorni dall’ALPPS 1(2) FASI DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA A. Pre-accettazione: è fondamentale come prima cosa che gli infermieri di sala si accertino che tutti i materiali, i presidi ed i macchinari fondamentali per consentire l’avvio all’intervento chirurgico siano presenti e adeguatamente funzionanti PRESIDI E MATERIALI PER IL MONITORAGGIO DEL PZ Presidi per il monitoraggio: 3 elettrodi+saturimetro+bracciale pressorio Cavi per il monitoraggio della pressione non cruenta,saturimetro,cavi ecg,cavo per misurare la temp.da collegare al termistore del catetere, 1 arteria per il monitoraggio cruento tramite accesso arterioso radiale e un'altro eventuale per l'accesso arteria femorale Materiale per la fase d’intubazione del paziente: lame del laringoscopio di varie misure 3-4-5 ; tubo endotracheale armato per adulti che va dalla misura 5.5 alla 9; maschere 3-4-5-6; il mandrino; canula di mayo verde-gialla e rossa (rispettivamente dalla più piccola alla più grande) Siringa da 10 cc per cuffiare il tubo endotracheale Gel Siringa da 10 cc per accesso vena femorale(se necessario il posizionamento) Seldinger femorale Telino col buco per preparare il campo Seta uno fer fissare il catere femorale Cerotto trasparente o premedicato medio da mettere sopra il catetere femorale Materiale per aspirazione delle varie secrezioni durante l’intubazione Materiale per la cateterizzazione del pz: guanti sterili (dispositivi di protezione individuale (DPI)),catetere ch 16 col termistore+siringa 10 cc, 1 fl da 10 cc di fisiologica per gonfiare 10 ml il palloncino,e il gel sterile SNG : verde-giallo e rosso, gel,siringa cono catetere,sacca non sterile da collegare al SNG Cerotto per fissare il SNG Materiale per i 2 accessi venosi Materiale per accesso arterioso radiale (per vigileo) Materiale per femorale(su richiesta dell'anestesista) Cerotti Materiale per posizionamento cvc 8 Fr. 2 lumi e 16 cm e/o cvc ossimetrico (siringa da 5 cc che funge come ago civetta,siringa da 10 cc per lavare con soluz.fiologica,lama 11,set port,seta 1,1 kit piccoli interventi e 1 kit assorbenza) Telino scalda pz MACCHINARI DELLA SALA Elettrobisturi Macchinario ligasure per small-jo Macchinario per generatore argon Ecografo (proveniente dal reparto) Ecografo per cvc Vigileo Scaldafluidi Vetrina trapianti Carrello trapianti Scalda paziente B. Accettazione del paziente Primo infermire circolante in collaborazione con l’anestesista provvede a: 1. ACCOGLIENZA in pre-sala Raccolta dei dati pz Verificare se nella cartella sono presenti entrambi i consensi informati(anestesiolgico e chirurgico) Verificare nella cartella della terapia quale antibiotico va somministrasto(accertarsi che il medico chirurgo abbia firmato la terapia endovenosa) 2. ANESTESIA (generale con tubo endotracheale solitam.non armato) N.b: l’anestesista provvede a prendere in pre-sala un accesso venoso(prima dell’intubazione) 3. POSIZIONE Supina Le 2 braccia vanno entrambe aperte Secondo infermiere circolante: apre in modo sterile tutti gli imbustati e materiale vario necessari per l’intervento, provvede in seguito a posizionare il pz supino. Infine con l’ausilio dell’altro infermiere circolante provvederà, dopo l’intubazione del paziente, alla cateterizzazione di quest’ultimo. Lo Strumentista Provvede a preparare i kit della biancheria, i ferri per il tempo open ed il materiale vario. In seguito al lavaggio chirurgico allestisce i 2 tavoli madre e due servitori per il tempo open. PROTOCOLLO BIANCHERIA 2 Kit trapianti 2 Kit assorbenza CONTAINER FERRI Ferri generali trapianto CT6 o CT14 vascolare CT2 e CT16(aprirne solo uno) valve trapianto CT5 divaricatore Kent(i due morsetti per inserire i pali vanno dati all' infermiere di sala che li posiziona sul letto operatorio a livello dell'area capezzolo pz) set micro CT3 o CT13 FERRI IMBUSTATI manipolo soring(cusa),con la funzione di lavare,aspirare e nello stesso tempo sezionare l'interno del parenchima epatico) clamp da cava(da non aprire,solo come riserva) MATERIALE MONOUSO PER IL TEMPO OPEN 2 confezioni di pezze laparotomiche 40*50 2 confezioni di pezze piccole 20*40 1 confezione di garze 9*10 Tubo+ 2 canule di aspirazione Una cannula vascolare Elettobisturi+spugnetta+punta media Una lama 23,10 e 11 Una siringa da 20 Tre siringhe luer-lock Due-tre aghi canula arancioni Due siringoni cono catetere vess-eloop blu-rossi e gialli(diversi) Nastro ombelicale Manipolo argon + punta Steridrape Due o + drenaggi ch 24 o jacson pratt 10(su richiesta del chirurgo) Suturatrice meccanica Kit manipolo cusa Small jo Copri sonda ecografica Coprimoschito Fili di sutura: 1 confez. 3/0 ago prolene 26mm e 36mm ½ cerchio 2 confez. 4/0 prolene ago 17mm ½ cerchio 1 confez. 4/0 prolene ago 26mm ½ cerchio 1 5/0 prolene ago 13mm ½ cerchio 1 6/0 prolene ago 13mm ½ cerchio 1 confez. 1 polysorb ago 48mm(pto per fegato) 1 confez. Bobina 1 premicron 3 confez. Bobina 0 4 confez. Bobina 2/0 “ 4 confez. Bobina 3/0 “ “ fili da chiusura due confez. Maxon 1(per il peritoneo) 1 confez 2 CR ago 40 o 48 mm(per la fascia) suturatrice meccanica per cute FERRI SUL PRIMO SERVITORE ferri generali 1 portalama 4 1 forbice mayo curva corta 1 forbice metzenmaum corta 2 pinze chirurgiche 2 pinze anatomiche (pta tonda) 1 pinza da coagulo corta 2 klemmer due carlmalt corti 3 bengolea due passafili delicati(cesto vascolare) 4 portaghi delicati(due lunghi e due corti) 1 ciotola grande FERRI SUL SECONDO SERVITORE ferri generali 4 kocher 6 moschiti medi 4 moschiti piccoli rivestiti 4 klemmer 2 leriche 2 carlmalt lunghi 3 bengolea 2 pinze ad anello curve 2 hallis corte 2 hallis lunghe 2 portaghi ryder 2 portaghi robusti 4 pinze vascolari lunghe morso robusto 2 pinze vascolari lunghe morso delicato 1 pinza da coagulo lunga morso delicato 2 aghi bottonuto 2 forbici metzenbaum lunghe 1 blefarostato 1 aspiratore metallico 1 portalama 3L 1 portalama 3 Valve CT5 due divaricatori americani(matiè) 2 valve mikulicz lunghe due valve mikulicz medie 2 valve da parete grandi 1 valva da parete piccola due ciotole grandi 1 ciotola media(per contenere i buldog e l'ago bottonuto) 1 spatola malleabili divaricatore di kent due carrucole due valve curve due pali il divaricatore da inserire tra i due pali 2 morsetti(dare fuori agli infermieri di sala) ferri cesto vascolare trapianti due clamp aortici(da ilo) 1 satinski grande 1satinsky media 1 clamp da cava 4 spoon-clamp 2 spoon da porta 2 passafili grande 4 buldog(due grandi e 2 piccoli) 1 ago bottonuto 1 forbice stevens Set micro RISULTATI L’età media dei pazienti è risultata di 60±8 anni, 7 femmine, 2 maschi, BMI medio di 26,1±3,6. Le indicazioni ad intervento chirurgico resettivo sono state 3(33%) metastasi da carcinoma colo-rettale, 3(33%) tumore di Klatskin, 2(22%) colangiocarcinoma intraepatico, 1(11%) epatocarcinoma su fegato non affetto da epatopatia cronica. Lo studio volumetrico è stato condotto con metodica TC o RMN. Le volumetrie epatiche sono state calcolate prima del primo tempo chirurgico e dopo 7,4±2,0 giorni (Tabella 1). Il volume medio FLR(cc) pre ALPPS 1 è risultato di 289±122cc; l’FLR(cc) medio di dopo ALPPS 2 528±121cc (p<0,001). Il FLR% pre ALPPS 1 medio è risultato di 21,1±5,5%, il corrispondente valore post ALPPS 2 è risultato 32,2±5,7 % (p<0,001) L’incremento medio del volume FLR(cc) tra i due interventi è stato di 239±88cc corrispondenti al 96±47% (p<0.001). Relazione tra FLR pre ALPPS 1 e pre ALPPS 2 50 FLR % 38 25 13 0 FLR % pre ALPPS1 FLR % pre ALPPS2 Tabella 1. Relazione fra FLR pre ALPPS 1 e pre ALPPS 2 La durata media del primo intervento chirurgico è stata di 429±113 minuti. In 5 (56%) casi il margine di transezione epatico è stato impostato sul margine dei segmenti 4-5-6-7-8 (lobectomia epatica destra); nei restanti casi la resezione ha coinvolto anche il primo segmento. In 5 (56%) casi si sono rese necessarie trasfusioni di sangue, con una media di 650±319cc. Non si sono rese necessarie trasfusioni di plasma o piastrine. Il clampaggio ilare intermittente è stato eseguito in 3 casi, con una durata totale media di 8,33±2,88 minuti. In tutti i casi è stata eseguita una colecistectomia (se non già eseguita in precedenza). Sono stati eseguiti interventi aggiuntivi in 4 (44%) casi: 3 pazienti sono stati sottoposti ad anastomosi biliodigestiva; in un caso è stata eseguita una resezione wedge di un nodulo del lobo sinistro residuo. Solo nel primo caso è stata utilizzato un sacchetto da organi per avvolgere il fegato destro e separare i due emifegati; nei successivi 5 casi è stato utilizzato un foglio in materiale plastico, negli ultimi 3 casi sono stati impiegati fogli emostatici di Tachosil©. In tutti i pazienti è stato possibile eseguire l’intervento ALPPS 2. Il secondo intervento chirurgico è durato in media 198±59 min. Sono state praticate trasfusioni di sangue in 5 pazienti con una media di 400±141cc. Non si sono rese necessarie trasfusioni di plasma o piastrine. Non sono stati eseguiti clampaggi ilari. Non sono stati eseguiti interventi aggiuntivi. Il tempo medio tra primo e secondo intervento chirurgico è risultato di 10,78±2,94 giorni. Globalmente si sono verificate 11 complicanze in 6 pazienti, di cui 5 maggiori al grado III di Dindo-Clavien (Tabella 6). La complicanza più frequente è risultata la fistola biliare in 3(33%) pazienti, 2 di queste ad alta portata e una a bassa portata. Le fistole ad alta portata sono state trattate e risolte con il posizionamento di endoprotesi in corso di ERCP. La fistola a bassa portata si è risolta spontaneamente. L’infezione e la colonizzazione batterica del liquido peritoneale hanno gravato sul decorso postoperatorio di 2 pazienti; si è verificato un caso di sepsi fungina da Candida Tropicalis trattata con adeguata terapia antifungina. Non si sono verificati decessi intraoperatori. Dopo un follow up medio di 9.1±6.7 mesi, la sopravvivenza globale è risultata dell’89% a 3-6-12 mesi. Si è verificato un decesso postoperatorio per insufficienza epatica. La sopravvivenza libera da recidiva neoplastica, è risultata del 100% a 3 mesi, 89% a 6 e 12 mesi. CONCLUSIONI In conclusione, la nostra iniziale esperienza di resezioni epatiche estese in due tempi con tecnica ALPPS ha evidenziato un’ottima efficacia della procedura. La morbidità è risultata elevata, anche se in linea con i dati di letteratura; ma la mortalità è da ritenersi accettabile in pazienti altrimenti non curabili in maniera oncologicamente radicale. Ulteriori studi sono necessari per verificare i risultati a lungo termine della procedura ALPPS rispetto alle metodiche alternative. All'interno del gruppo operatorio operano professionisti con competenze specifiche e differenti, ma tutti accomunati da un unico scopo, quello di fornire un'assistenza adeguata, responsabile e qualificata per il paziente, il quale vive in quel momento della sua vita un'esperienza delicata. L'addestramento specifico per noi professionisti di sala operatoria deve assolutamente attivarsi attraverso continui corsi di formazione ed aggiornamento, al fine di garantire la qualità di tutte le prestazioni efficaci ed efficienti(strumenti di qualità) ad un settore completamente in evoluzione come lo è in questo caso la Chirurgia Epatica. Il metodo si basa sulla regola delle tre “c”: comunicazione, cooperazione e coordinamento, e se venisse a mancare solo una di queste regole, verrebbero meno anche tutti gli obiettivi prefissati fin dall'inizio. Concludo che solo attraverso l'organizzazione competente di un vero team (medico ed infermieristico) dove ciascuno ha le proprie funzioni è possibile dare un supporto essenziale alla realizzazione di ciascun progetto, infine è doveroso aggiungere e non meno importante che noi Professionisti ci mettiamo CUORE, CERVELLO, PASSIONE ed INTELLIGENZA! BIBLIOGRAFIA (1) Schnitzbauer AA et al.”Right portal vein ligation combined with in situ splitting induces rapid left lateral liver lobe hypertrophy enabling 2-staged extended right hepatic resection in small-for-size settingAnn Surg. 2012 Mar;255(3):405-14. (2) de Santibañes E, Clavien PA.”Playing Play-Doh to prevent postoperative liver failure: the "ALPPS" approach”. Ann Surg. 2012 Mar;255(3):415-7. Riferimenti online www.annalsofsurgery.com www.chirurgiadelfegato.com