La dietoterapia si occupa della formulazione delle diete in

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La dietoterapia si occupa della formulazione delle diete in condizioni patologiche (di malattia), quindi
valuta le modificazioni di tipo qualitativo e quantitativo che si devono apportare alle normali diete per
controllare una certa malattia (Es diabete, intolleranze alimentari, allergie alimentari, patologie
dell'apparato digerente ecc). Per praticare la dietoterapia pertanto ci si deve rivolgere ad un dietologo,
che è un medico specialista in scienza dell'alimentazione.
La dietetica si occupa della formulazione delle diete in condizioni fisiologiche (di salute)
La dietologia è la disciplina scientifica che studia l’alimentazione degli individui nelle diverse fasi della
loro vita, analizzando gli effetti dell'assunzione dei vari nutrienti sull'organismo.
OBESITA’
L’obesità è una condizione patologica caratterizzata da un eccessivo accumulo di tessuto adiposo
nell'organismo. Convenzionalmente si parla di obesità quando il sovrappeso supera di almeno il 20%
il peso teorico; rispetto all’IMC, si è in sovrappeso con valori superiori a 25; si è obesi con valori
maggiori di 30.
Sovrappeso e obesità rappresentano generalmente la conseguenza di un bilancio energetico positivo
(l’apporto calorico supera il dispendio energetico)che si mantiene tale a lungo nel tempo.
L’obesità, chiamata malattia del “benessere”, si è diffusa soprattutto nei Paesi ricchi per le variazioni
nelle abitudini di vita (progressivo aumento dell’introduzione calorica totale dovuto alla maggiore
assunzione di lipidi, zuccheri semplici e alcol, a scapito di carboidrati complessi e fibre; stile di vita
sempre più sedentario). Secondo l'OMS nel 2005 in tutto il mondo circa 1 miliardo e 600 milioni di
adulti si trovavano in una condizione di sovrappeso e 400 milioni di persone ad di sopra dei 15 anni di
età erano obese.
Le cause dell'obesità sono diverse e nascono dalla combinazione di numerosi elementi tra i quali la
predisposizione genetica, situazioni ambientali, disturbi metabolici ecc. (Condizione multifattoriale).
I problemi che incontra una persona obesa non solo semplicemente di ordine estetico ma soprattutto
di tipo fisiologico (Diabete – Ipertensione - Maggiore comparsa di tumori - Vene varicose - Malattie
cardiovascolari - Problemi respiratori - Problemi articolari - Depressione)
Classificazione dell’obesità
1) In base alla distribuzione del tessuto adiposo, l’obesità si può classificare in androide e ginoide.
Nell'obesità androide (che predilige gli uomini) il grasso si localizza prevalentemente in sede
addominale e viscerale.è associata ad un rischio maggiore di malattie cardiovascolari rispetto
all'obesità ginoide.
Nell'obesità ginoide (che predilige le donne) il grasso si trova in prevalenza a livello delle cosce e dei
glutei.
2) In base al periodo in cui si manifesta, l'obesità può essere classificata in obesità giovanile (età
dello sviluppo) e obesità dell’età matura.
Nell'obesità giovanile si verifica un eccessivo aumento del numero degli adipociti. Questo tipo di
obesità è difficile da correggere perché il numero degli adipociti rimane costante per tutta la vita.
Molta importanza assume, quindi, la prevenzione. Essere in sovrappeso da bambini significa
aumentare il rischio di esserlo anche in età adulta. Secondo recenti indagini statistiche l'obesità
infantile in Italia è in continuo aumento.
Nell'obesità dell’età matura si verifica invece un aumento del volume dei singoli adipociti. Questo
tipo di obesità si può correggere più facilmente con una dieta adeguata e modificando lo stile di vita.
Indicazioni dietetiche
Le indicazioni dietetiche mirano a ridurre le entrate energetiche e ad aumentare le spese
energetiche, secondo un programma dietetico ipocalorico ma bilanciato nella ripartizione dei
nutrienti. Sarà il medico a stabilire le modalità e i tempi necessari per la perdita del peso in eccesso.
In ogni caso si può affermare che la dietoterapia è basata sull’associazione di tre componenti:
- lieve restrizione calorica; esercizio fisico regolare; modificazioni delle abitudini alimentari.
Per un adulto un programma dimagrante accettabile dovrebbe produrre una perdita di peso non
superiore a 1 Kg alla settimana.
Una dieta dimagrante corretta si deve basare sui seguenti punti:
- non scendere al di sotto di 1200 kcal/die, in modo da assicurare i nutrienti indispensabili
all’organismo;
- ridurre la quota di lipidi e zuccheri semplici ed aumentare il consumo di fibra
- limitare fortemente gli alcolici
- non mangiare fuori pasto
- utilizzare alimenti facilmente reperibili, gradevoli al gusto e facili da preparare;
- bere acqua in abbondanza
- non fare “dieta fai da te” ma attenersi alle indicazioni del dietologo
- incremento graduale dell'attività fisica
Un problema nelle diete dimagranti è quello di evitare il cosiddetto effetto “yo-yo”: dopo il calo di
peso, si allenta la guardia e si riacquistano i chili perduti. Occorre quindi, non solo ridurre l’apporto
calorico, ma anche e soprattutto modificare le abitudini alimentari e di vita del soggetto (per favorire
il cosiddetto mantenimento).
DIABETE
Il diabete è una tipica “malattia del benessere” e rappresenta una delle patologie più diffuse nei paesi
industrializzati e un'importante causa di mortalità.
Il diabete è una malattia cronica dovuta ad alterazioni del metabolismo glucidico, che
determinano un aumento della glicemia (livello di glucosio nel sangue).
Il metabolismo glucidico è regolato fondamentalmente da due ormoni secreti dal pancreas: l’insulina
e il glucacone.
L’insulina regola il trasferimento del glucosio dal sangue alle cellule dei tessuti, consentendone
l’utilizzazione a scopo energetico o per costituire riserve di glicogeno. L’insulina, quindi, determina
l’abbassamento della glicemia (livello di glucosio nel sangue); si tratta dunque di un ormone
ipoglicemizzante.
Il glucacone favorisce, invece, la demolizione del glicogeno accumulato nei tessuti e nel fegato, cui fa
seguito la liberazione di molecole di glucosio che passano poi nel sangue. L’azione del glucacone è
dunque iperglicemizzante.
L’azione antagonista e complementare di questi due ormoni mantiene costante il valore glicemico (a
digiuno da almeno 12h) a circa 70-110 mg di glucosio/100 ml di sangue.
Il diabete può essere:
- di tipo 1, quando si ha mancanza di produzione di insulina; è quindi necessario iniettare
l’insulina dall’esterno (diabete insulino-dipendente o diabete giovanile) - questa forma
predomina nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti
-
di tipo 2, quando l’insulina viene prodotta ma gli organi non rispondono al suo stimolo, e
quindi sono incapaci di utilizzare il glucosio che circola nel sangue. E' la forma più diffusa ed
è correlata con l'età e con lo stile di vita (aumento di peso e sedentarietà sono fattori favorenti
per questo tipo di diabete). Non occorre, quindi, iniettare insulina dall’esterno ma controllare
la dieta e assumere alcuni farmaci. (diabete non insulino-dipendente o diabete senile).
Sia nel diabete di tipo I che nel diabete di tipo II, il paziente non riesce ad utilizzare il glucosio,
che pertanto resta in circolo nel sangue determinando l’aumento della glicemia.
I sintomi del diabete mellito sono:
- aumento della quantità di urine;
- aumento della sete;
- aumento della fame.
Gli esami che possono indicare questa patologia sono la misura della glicemia, la misura della
quantità di glucosio nelle urine e la curva del glucosio.
Il diabete si associa a complicazioni che, se non prevenute, emergono nel tempo e provocano gravi
danni alla nostra salute. I danni sono la retinopatia che può evolvere fino alla cecità, malattie
cardiache, ictus, insufficienza renale, danni al sistema nervoso e vascolare, fino a danni alle gambe
che possono provocare la cancrena.
Indicazioni dietetiche
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limitare fortemente il consumo di zuccheri semplici--> evitare i dolci (ricchi di saccarosio), la
frutta zuccherina (ricca di glucosio) come fichi, cachi, banane, uva e datteri e le bibite
zuccherate;
aumentare l'apporto di fibra alimentare (legumi, cereali integrali, ortaggi, frutta non
zuccherina), poiché essa rallenta l’assorbimento del glucosio evitando così i picchi glicemici;
seguire le indicazioni dei LARN per quanto riguarda la ripartizione dei vari nutrienti;
evitare o consumare in piccolissime quantità e solo all’interno dei pasti principali le bevande
alcoliche
privilegiare i cibi con indice glicemico basso: l'indice glicemico (IG) esprime la variazione
della glicemia in seguito all'ingestione di un alimento, rispetto ad un alimento preso come
riferimento (pane bianco o glucosio puro a cui viene atribuito IG=100).
E' fondamentale controllare il peso corporeo e mantenerlo nei limiti della norma in quanto il
sovrappeso è un importante fattore di rischio per il diabte, in particolare di tipo II. Quindi è necessario
svolgere una regolare attività fisica e seguire una dieta leggermente ipocalorica.
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