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n n Ricerche I nuovi apparecchi acustici rendono possibile una percezione simile a quella naturale
L’udito diventa wireless
I suoni sono più chiari e localizzati. Cellulari e iPod si sentono nelle protesi
di Elisa Martelli
N
Regali
n
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asce il primo apparecchio acustico dotato di tecnologia
wireless. L’innovativa soluzione realizzata da Oticon
permette di offrire alle persone colpite da una perdita
uditiva non superiore al 50% una percezione sonora binaurale, ossia il più possibile vicina a quella naturale, con entrambe
le orecchie. La tecnologia wireless permette alle protesi di funzionare
come un’unità di elaborazione del suono centrale, lavorando in modo
sincronizzato e scambiandosi informazioni in tempo reale.
«Si risolve così un problema comune agli apparecchi
parecchi acustici tradizionali che quando erano usati in coppia
oppia non si
coordinavano fra di loro», commenta Walter Livi, direttore
dell’Unità operativa di audiologia del dipartimento
timento organi
di senso dell’Università di Siena. «Localizzare
are un suono diventa più semplice, con un conseguente miglioramento
lioramento della
spazialità e dell’ascolto in contesti rumorosi, con l’ottenimento
di una percezione uditiva normale», continua
ua Gaetano Paludetti, direttore dell’Istituto di clinica otorinolaringoiatrica
aringoiatrica
del Policlinico Gemelli di Roma. Il sistema di
controllo dinamico del feedback, inoltre,
combina e bilancia gli ingressi del suono
da entrambe le orecchie, minimizzando il
rischio di fischi. «La binauralità è fondamentale per la qualità del suono percepito,
permette l’attivazione dell’attenzione seletti-va, ma anche del meccanismo dell’ascolto incidentale,
cidentale,
quel sentire con la ccoda dell’orecchio fondamentale
amentale per l’apprendimento nei bambini, e migliora l’ascolto dei segnali non ridondanti,
spiega Sandro Burdo, responsabile del
come quello della televisione»,
tel
audiovestibologia dell’Ospedale del Circolo di Varese.
dipartimento di audi
«Nell’udito naturale ciascun orecchio suddivide i suoni in singole
parti e le trasmette al cervello contemporaneamente, per attivare il
binaurale è importante, però, che i suoni presentino uno
processore binaural
sfasamento di tempo e d’intensità», continua Burdo.
L’apparecchio della Oticon è collegato, inoltre, a un dispositivo indossabile simile a un iPod, detto streamer, che funziona da portale fra le
protesi acustiche e altre apparecchiature elettroniche grazie all’uso
del bluetooth. Questo facilita, quindi, l’utilizzo di dispositivi come il
cellulare da parte dell’ipoacusico, che sente direttamente nella protesi, con la conseguente eliminazione dei rumori di fondo. «Si evita
il disagio di dover posizionare il cellulare in prossimità della protesi
per sentire meglio e si scongiura il rischio di fischi causati dalla
conflittualità con altri dispositivi
elettronici», commenta
disp
Livi. Le protesi possono essere
indossate sopra l’orecchio
es
o inserite all’interno. Per minimizzare la sensazione di
provocata dalle protesi intrauricolari,
orecchio ovattato, provoc
di forellini di qualche millimetro,
l’apparecchio dispone d
che non chiudono del tutto il condotto uditivo.
binaurale sarà trattato al congresIl tema dell’udito bina
italiana di otorinolaringoiatria
so della Società it
(Sio), che si terrà a Torino il 23 maggio. L’impianto cocleare resta comunque una soluzione nel
profonde, superiori al 70%, e da
caso di sordità p
pochi anni può essere impiantato in entrambe
«Un problema che si riscontra
le orecchie. «U
degli impianti cocleari bilaterali
nel caso deg
microfoni non sono sensibili alle
è che i micr
variazioni di tempo e intensità del suono
plasticità cerebrale, nei bambini
ma, sfruttando la pl
operati si riattiva comunque un udito naturale», afferma Buruditivi è possibile ricevere via
do. Anche tramite questi impianti u
dell’insegnante o usare il cellulare grazie
radiofrequenza la voce dell’insegna
a dispositivi bluetooth. Un altro tema trattato al congresso sarà la
stimolazione elettro-acustica, con gli apparecchi, che intervengono
sulle frequenze di suoni gravi, e gli impianti per quelle acute,
metodica che permette di coprire una fascia di pazienti prima
difficilmente trattabile. (riproduzione riservata)
n n Salute Uno
U studio dimostra che con un farmaco si possono ridurre gli infarti e la mortalità
La pressione
pre
arteriosa troppo alta
smette di spaventare gli anziani
di Galeazzo Santini
P
roprio come i livelli ideali
di colesterolo, anche quelli
della pressione arteriosa
si stanno progressivamente riducendo.
Poche decine di anni fa
du
una
un pressione tra 160/80 e 170/90
veniva
considerata normale e in
ve
Usa
U è diventato famoso il caso
dell’ex
presidente Franklin Delade
no Roosevelt che a 57 anni aveva una pressione di 170/90 che
non
no preoccupava i medici, i quali
dovettero
ricredersi quando sei
do
anni
an dopo il presidente morì per
un’emorragia cerebrale causata
da una severa ipertensione. Ora
però esistono più di 100 farmaci
specifici per normalizzare una
pressione troppo elevata. Tutti
coloro che costantemente superano il livello di 140/90 sono invitati
a farsi curare e tuttavia metà dei
pazienti supera questi livelli. Il
fenomeno è dovuto al fatto che
i medici spesso sottovalutano la
gravità del problema, i pazienti
non seguono le prescrizioni, e infine non si arresta il fenomeno del
sovrappeso in Usa e in molti altri
paesi occidentali. Si è infine sco-
perto che l’ipertensione si rivela
particolarmente pericolosa per le
donne, che con maggior difficoltà
degli uomini riescono a raggiungere i livelli ottimali di 120/80 o
addirittura inferiori. Anche nei pazienti più giovani il rientro entro
livelli accettabili di tensione non
è conseguibile solamente con una
buona dieta e una regolare attività fisica, ma risultano necessari
i farmaci. Da questo punto di
vista la novità riguarda le persone anziane per le quali finora si
pensava che non esistessero cure
veramente efficaci. E invece, come
risulta da uno studio presentato a
Chicago all’American College of
Cardiology, la somministrazione
quotidiana di un farmaco antiipertensivo (indapamide) negli ultraottantenni permette di ridurre
del 21% il tasso di mortalità legata
all’ipertensione, di diminuire del
30% gli incidenti vascolari e del
64% i casi di infarto. (riproduzione
riservata)
Lampi
nel buio
La verità
è tanto più difficile
da sentire quanto
più a lungo la si è taciuta
Anne Frank
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