Intera unità C2 - Zanichelli online per la scuola

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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
Simbologie nel disegno edile
MATERIALI IN SEZIONE
FINESTRE
I tratteggi previsti per i materiali in sezione
sono indicati dalla tabella UNI 3972, ai
quali se ne aggiungono altri utilizzati nella
pratica professionale. In genere una legenda apposta nel disegno spiega la simbologia utilizzata.
UNI 3972
FINESTRE IN PIANTA
Con sguancio inclinato
e mazzetta
1 : 100 ÷ 200
Muratura e laterizi
(le diverse campiture
sono usate secondo
la scala o le scelte
grafiche)
PORTE
⬜ alle fibre
Con sguancio inclinato
Con sguancio a
squadro e mazzetta
è
Legno
// alle fibre
Con sguancio a squadro
senza mazzetta
Calcestruzzo
(i due simboli
sono usati a seconda
della scala)
1 : 50
Terreno
Finestra a una anta
RAPPRESENTAZIONI IN PIANTA
Porte a una anta
Finestra a due ante
Malta di calce o
intonaco
FINESTRE IN ALZATO
Marmo e
ceramica
Rappresentazione
dei movimenti di apertura
(visti dall’interno)
Pietrame a secco per
drenaggio o vespaio
Porte a due ante
Materiali isolanti
Manti bituminosi
UNI 8370
Gomma e
guarnizioni
Ruotante a una anta
Ruotante a due ante
A vasistas esterno
A vasistas interno
Porte a vento
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nota bene
Normalmente nei disegni di progetto gli infissi
(porte e finestre) vengono designati con sigle
che trovano corrispondenza in un apposito
elenco (detto abaco infissi) che descrive
le caratteristiche del singolo tipo di infisso
usato.
A visiera esterna
a una anta
A visiera interna
a due ante
A bilico
Scorrevole
Porte a soffietto
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
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1
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
SCALE
SANITARI (UNI 9511-2)
Nelle scale in pianta la freccia indica il
verso di salita.
IN PIANTA
Usuali
IN ALZATO
UNI 9511-2
UNI 9511-2
Usuali
Acquaio
semplice con
gocciolatoio
Acquaio
doppio con
gocciolatoio
Lavabo
Lavabo
a canale
Vasca
da bagno
Vasca
a sedile
Doccia
Bidet
Vaso
a sedile
Vaso
a pavimento
Orinatoio
a parete
Orinatoio
multiplo
a pavimento
ASCENSORI
FORI NEI MURI
Ascensore con
contrappeso posteriore
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nota bene
Nel disegno con strumenti tradizionali
si utilizzano spesso simboli trasferibili
prodotti anche in scale diverse.
Condotti fognari
Canne fumarie
Camini esalatori
Ascensore con
contrappeso laterale
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
2
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
ARREDI
IMPIANTI ELETTRICI
APPARECCHI DOMESTICI
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3
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
Quotatura (UNI ISO 129-1)
Quotatura è l’insieme delle quote e delle
informazioni alfanumeriche necessarie a
determinare le dimensioni di un oggetto
in tutti i suoi elementi.
Quota è l’insieme della linea di misura,
delle linee di riferimento e del valore
numerico che definisce una dimensione
nel disegno.
Ciascun elemento dell’oggetto deve essere quotato non più di una volta.
PRINCÌPI GENERALI
DI QUOTATURA
Le quote di un disegno devono essere
espresse nella stessa unità di misura.
Un’eccezione è costituita dalle quote ausiliarie, aggiuntive per comodità di lettura.
In genere le quote sono espresse in mm;
altre unità di misura devono essere indicate esplicitamente.
20
NOMENCLATURA
10
14
Quotatura
ripetuta,
quindi errata.
8
8
14
valore numerico
linea di riferimento
30
Quote in cm
Ø20
20
linea di misura
Le quote (UNI ISO 129-1) sono distinte in:
Le quote non si devono rilevare dal disegno mediante scala.
• quote funzionali, essenziali alla funzione
dell’oggetto;
• quote non funzionali, non essenziali alla
funzione dell’oggetto;
• quote ausiliarie, già deducibili da altre
quote, ma utili per evitare calcoli. Esse si
indicano tra parentesi.
F
Le quote devono essere disposte sulle
viste che mostrano l’elemento da quotare
nel modo più chiaro.
16
14
A
26
F
46
Quotatura incompleta, quindi errata.
NF
La quota A
è molto
più chiara
della quota B,
quindi è da
preferire.
Una quota funzionale non si deve dedurre da altre quote.
B
NF
NF
Gli elementi normalizzati (viti, chiodi,
ecc.) possono non essere quotati, ma
individuati mediante designazione normalizzata o altro codice.
(Aux)
F
= Funzionale
NF = Non funzionale
Aux = Ausiliaria
3
3
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nota bene
In una quotatura geometrica, che descrive
cioè solo la forma e le dimensioni dell’oggetto,
non vi è distinzione tra quote funzionali
e non funzionali; questa distinzione è invece
essenziale in una quotatura funzionale.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
4
11
Chiodi 4 x 20 UNI 134
16
38
La lunghezza del gambo della vite è una quota
funzionale e quindi non si deve ricavare da altre
quote; pertanto la quotatura è errata.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
Le linee di misura si eseguono con linea continua fine (tipo 1.1). Non si possono utilizzare altri tipi di linee (mista fine, a tratti, ecc.).
2
Ø3
Frecce proporzionate
alla grandezza
del disegno
CARATTERISTICHE DELLE LINEE
DI RIFERIMENTO
In un disegno si deve usare lo stesso tipo di
freccia terminale.
NO
NO
Aperta a 30°
Chiusa a 30°
Le linee di riferimento collegano punti dell’oggetto con le estremità delle linee di
misura, sporgendo di poco da esse.
Vengono disegnate con linea continua fine
(tipo 1.1).
La linea di riferimento sopravanza la linea di
misura, mentre questa si arresta sull’altra.
Le estremità delle linee di misura sono
provviste di:
• frecce terminali, delle forme riportate in
figura, con angoli variabili da 15° a 90°; le
frecce chiuse possono essere annerite;
• nelle quote di diametri.
32
La linea di misura individua una dimensione dell’oggetto; in generale è provvista di
frecce terminali alle estremità ed è delimitata da linee di riferimento.
Frecce e tratti obliqui devono essere dimensionati in proporzione alla grandezza del
disegno e in funzione delle esigenze di
chiarezza.
Ø
CARATTERISTICHE DELLE LINEE
DI MISURA
Normalmente le frecce si dispongono
all’interno delle linee di riferimento; in
caso di mancanza di spazio si possono disegnare all’esterno.
Aperta a 90°
Piena a 30°
• tratti obliqui, inclinati di 45° rispetto alla
linea di misura;
In alcuni casi si possono disegnare linee di
misura incomplete:
Le linee di riferimento hanno inizio nell’estremo dell’elemento da quotare. È anche
possibile distaccarle di una piccola misura
(circa 8 volte lo spessore della linea usata).
• nelle semiviste o semisezioni di parti
simmetriche; in questi casi la linea di
misura oltrepassa l’asse di simmetria;
Ø30
Ø26
Qualora le linee di riferimento avessero origine in un punto su linee di costruzione,
queste ultime proseguono di poco oltre il
punto stesso.
• punto, quando non vi è spazio sufficiente per frecce terminali;
• circonferenza, con diametro di circa 3
mm, quando l’estremità è origine di un sistema di riferimento.
Ø20
Ø26
Ø32
Ø22
• nella quotatura riferita a una origine;
Come linee di riferimento si possono usare
assi di simmetria, linee di contorno, ecc.
25
15
10
nota bene
10
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
In un disegno devono apparire frecce
disegnate tutte nella stessa modalità.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
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5
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
DISPOSIZIONE
DELLE LINEE DI RIFERIMENTO
DISPOSIZIONE DELLE LINEE
DI MISURA
Per quanto possibile le linee di riferimento
devono essere disposte secondo i seguenti
criteri.
Le linee di misura devono essere disposte
secondo i seguenti criteri.
1. Non devono intersecare altre linee del
disegno.
6. Devono riferirsi a elementi paralleli al
piano del disegno.
Le linee di misura, quindi, non possono
riferirsi a dimensioni viste di scorcio.
1. Non devono coincidere con assi di simmetria, linee di contorno o di riferimento.
NO
NO
SÌ
2. Devono, per quanto possibile, essere
disposte all’esterno delle figure.
SÌ
2. Non devono intersecare le linee di
misura.
NO
SÌ
7. Devono essere tracciate interamente
anche se riferite a elementi rappresentati con interruzioni.
NO
SÌ
3. Devono essere opportunamente distanziate tra loro e dal contorno delle figure.
NO
NO
SCRITTURA DEI VALORI
NUMERICI
SÌ
NO
3. Sono perpendicolari alle linee di misura.
SÌ
SÌ
I valori numerici devono essere scritti
secondo i seguenti criteri.
4. Devono essere parallele alla dimensione a cui si riferiscono.
1. Devono essere ben leggibili.
NO
NO
SÌ
7
5. Non devono, per quanto possibile,
intersecare le linee di riferimento.
90°
90°
SÌ
Le linee di misura andranno quindi disegnate
in ordine progressivo, dalle minori alle maggiori, allontanandosi dal contorno delle figure.
Eccezionalmente le linee di riferimento
possono essere oblique rispetto alle linee di
misura, come in figura.
7
NO
7
7
7
7
SÌ
2. Non devono sovrapporsi alle linee del
disegno.
8
8
NO
6
SÌ
NO
SÌ
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
3. Le cifre devono essere disposte parallelamente alle linee di misura, al di
sopra e staccate da esse. I valori devono essere letti dalla base o dal lato
destro del disegno.
13
22
QUOTATURA DI ANGOLI
QUOTATURA DI FORI
La linea di misura di un angolo è costituita
da un arco con centro nel vertice dell’angolo. Le linee di riferimento si trovano sui lati
dell’angolo.
I fori si quotano con i loro diametri e gli
interassi (posizione degli assi).
NO
SÌ
13
9
90°
I valori di quote oblique vanno orientati come in figura.
60°
17
°
60
17
17
17
17
17
QUOTATURA DI DIAMETRI
Ø6
Le linee di misura possono essere costituite da
segmenti diametrali oppure da segmenti esterni
paralleli a un asse. Il valore numerico è preceduto
dal simbolo Ø.
Ø6
Ø
6
Ø9
30°
Il valore dell’angolo viene disposto come indicato nella figura.
17
17
60°
17
°
17
30
17
17
60°
60
°
60
°
Elementi rappresentati fuori scala (per
esempio quelli troppo lunghi e ingombranti) vengono quotati con cifre sottolineate.
QUOTATURA DI ARCHI
La linea di misura è un arco concentrico con
quello da quotare, mentre le linee di riferimento si trovano sui raggi
passanti per gli
estremi dell’arco stesso. Il valore numerico è
preceduto dal
27
simbolo .
QUOTATURA DI PARTI SFERICHE
17
80
12
QUOTATURA DI ELEMENTI
RIPETUTI
La quotatura di elementi ripetuti a distanze
costanti può essere semplificata come in
figura.
3 x 16 = (48)
8
SR
SØ16
Ø
8
Le parti sferiche si quotano mediante il diametro o il raggio, preceduti dai simboli rispettivamente SØ e SR.
Quando la linea di
misura è parziale,
essa prosegue oltre
il centro.
QUOTATURA DI ELEMENTI
FUORI SCALA
QUOTATURA DI RAGGI
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5 x 6 = (30)
QUOTATURA DI QUADRI
I quadri (barre a sezione quadrata) vengono
quotati con il lato preceduto dal simbolo .
6
6
Le linee di misura sono segmenti radiali,
interni o esterni; la
linea di misura presenta una sola freccia R
terminale con la 5
punta rivolta verso la
circonferenza. Il valore numerico è preceR
5
duto dal simbolo R.
Qualora vi sia possibilità di confondere il
valore del passo e il numero dei passi, si
quota anche un singolo passo.
7
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
QUOTATURA DI SMUSSI
SISTEMI DI QUOTATURA IN SERIE
Gli smussi si
quotano con
l’altezza della superficie
smussata e il
semiangolo al
vertice.
Se il semiangolo al vertice è
di 45°, la quota
può essere eseguita come in
figura.
In questo sistema ogni quota è determinata rispetto a quella contigua.
Esso è particolarmente vantaggioso
quando l’accumulo di errori costruttivi
dalla misura indicata non compromette la
funzionalità dell’oggetto.
Le quote ausiliarie, indicate tra parentesi,
possono facilitare la lettura di misure ricavabili solo con calcoli talora complessi.
20°
6
쐍 Quotatura a quote sovrapposte
(o progressiva)
È una quotatura in parallelo semplificata con
l’adozione di un’unica linea di misura e con
l’elemento di origine che assume la quota 0.
L’origine deve essere contrassegnata da un
cerchietto; dalla parte opposta all’origine
ogni quota porta una sola freccia terminale.
0
3 x 45°
0
0
QUOTATURA DI INFISSI IN PIANTA
0
80
140
150
Il valore numerico deve essere apposto in
prossimità della freccia in uno dei due
modi seguenti:
(Aux)
La quotatura di infissi (porte, finestre) in
pianta si esegue mediante:
• il valore della larghezza del vano, sopra
l’asse;
• il valore dell’altezza del vano, sotto l’asse.
(Aux)
(Aux)
• sul prolungamento della linea di riferimento (fig. A);
• al di sopra della linea di misura e un po’
staccata da essa (fig. B).
A
B
(Aux)
QUOTATURA DI LIVELLI
ALTIMETRICI
I livelli altimetrici si
indicano con frecce
come quelle usate in
figura.
6
SISTEMI DI QUOTE
CON ORIGINE COMUNE
6
12
18
18
Finestra
12
Porta
0
0
쐍 Quotatura in parallelo
SISTEMI DI QUOTATURA
COMBINATA
Le quote in questo sistema sono riferite a una
stessa origine. Si evita in questo modo la possibilità di accumulare errori costruttivi; è un sistema particolarmente indicato per lavorazioni con macchine a spostamento progressivo.
Dalla combinazione dei due precedenti
sistemi si ottiene una quotatura che soddisfa tutte le esigenze del disegno costruttivo.
+ 8,20
+ 6,40
+ 5,60
SISTEMI DI QUOTATURA
I sistemi di quotatura servono a organizzare
le singole quote secondo criteri funzionali alle esigenze descrittive e operative. Alcuni sistemi rendono il disegno più semplice e meno ingombro di quote, altri aiutano l’operatore a trovare riferimenti fissi e funzionali ad
alcune lavorazioni (per esempio i sistemi con
origine comune e quello per coordinate).
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nota bene
Le linee di misura devono essere disposte
a distanza costante; in disegni su formati A4
oppure A3 questa distanza può essere
compresa tra 7 e 12 mm.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
8
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
SISTEMI DI QUOTATURA IN COORDINATE
QUOTATURA DI ASSONOMETRIE (UNI 3975)
쐍 Coordinate cartesiane
Nel caso di quotatura di assonometrie si applicano tutte le norme viste finora. Le linee di misura e di riferimento sono però parallele agli
assi dell’assonometria utilizzata. Alcuni esempi sono riportati di seguito.
In una tabella sono riportati i valori delle coordinate cartesiane di
elementi connotati da sigle o numeri.
D
O
z
15
25
25
15
25
,0
0
Ø
4
6
8
4
10
20
y
29
24
27
13
10
0
,0
y
x
6
18
37
9
27
40
B
A
B
C
D
E
0
,0
C
15
A
E
Nella tabella sono indicate con x e y le coordinate del centro del foro,
con Ø il diametro e con
z la sua profondità.
x
30,00
O
x = 27
y = 21
,0
,0
0
0
O
,0
Quote in m
20
x = 33
y=4
In alternativa all’uso
della tabella si possono
indicare le coordinate a
fianco di ciascun punto.
10
30
y
0
x=7
y = 16
x
8,00
O
5,60
In una tabella si possono anche riportare i valori delle coordinate
polari, rispetto a riferimenti costituiti da un’origine O e da un asse
orientato.
5,60
00
8,
쐍 Coordinate polari
O
ϑ
M
0°
15° 30° 45° 60° 75°
40,0 37,1 31,7 27,1 24,1 22,5
ϑ
M
90° 105° 120° 135° 150° 165° 180°
22,0 22,5 24,1 26,8 30,3 33,7 35,0
Nella tabella sono indicati con M il modulo del singolo punto e con
␽ l’anomalia dello stesso.
20
3,
00
4,
ϑ
Quote in m
3,20
4,00
0
20
9x
30
=(
27
0)
10
0
30
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
memo
17
Le coordinate polari sono:
• modulo, cioè la distanza di un punto dall’origine;
• anomalia, cioè l’angolo formato dall’asse con la semiretta condotta
dall’origine al punto.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
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20
0
10
10x17 = (170)
M
Quote in cm
9
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
ESEMPI DI DISEGNO QUOTATO
ESEMPIO 1
ESEMPIO 2
Sezione di conduttura fognaria in calcestruzzo
Prospetto di edificio
141
103
202
103
122
144
161
144
58
+1108
95
102
+979
20
20
20
36
20
201
+944
+659
121
187
121
20
141
37
20
+624
20
20
20
20
348
319
20
379
20
20
161
20
0
121
Quote in cm
240
87
159
(607)
Quote in cm
ESEMPIO 3
20
160
10
10
236
10
210
444
275
140
107
350
70
400
20
30
110
143
240
267
240
77
10
10 80
133
30
131
30
80
425
10 60 30
10 80
130
685
62
490
20
400
140
140
315
90
220
395
220
260
205
72
62 30
20
20
Pianta di alloggio
Quote in cm
10
603
77
520
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
Elaborati grafici
Rappresentare un edificio è un’operazione complessa, in particolare
quando si tratta di un progetto, destinato a fornire informazioni molto diverse e dettagliate di un oggetto ancora inesistente. Per questo gli
elaborati grafici sono spesso numerosi e diversificati; a seconda della fase di progetto si avranno elaborati di massima, che offrono gli
elementi principali per le fasi preliminari, ed elaborati esecutivi, destinati a fornire informazioni particolareggiate a chi realizza l’opera.
Nel progetto di massima gli elaborati sono realizzati in scale più
ridotte e sono meno numerosi di quelli presenti in un progetto esecutivo. In quest’ultimo devono figurare elaborazioni diverse sia per
scala sia per finalità, ma ben concatenate; dai disegni di inquadramento complessivo si deve facilmente pervenire a quelli più dettagliati, da una pianta si deve ricavare il riferimento a una sezione. Inoltre alcuni elaborati sono destinati a una informazione specialistica
(come disegni di carpenteria, di impiantistica, ecc.) mentre altri sono
indirizzati a un destinatario più generico (come le piante, i prospetti
e, ancora di più, le visualizzazioni tridimensionali).
In un progetto o in un rilievo figurano elaborati, per quantità e per
qualità, funzionali agli scopi e alla complessità dell’edificio; vediamo di
seguito quali sono i principali.
PLANIMETRIE
Con questo tipo di elaborato (da non confondere con le
piante) si intende fornire un inquadramento della
costruzione nel territorio circostante. Una planimetria
non è altro che una vista dall’alto, in scala variabile tra
1:5000 e 1:200; in essa vengono rappresentati gli elementi principali dell’ambiente, da quelli topografici
(curve di livello, strade, ecc.) a quelli geografici (orientamento).
Planimetria del progetto di scuola a Cogoleto, Genova
(arch. Maurizio Renzi).
PIANTE
Sono forse gli elaborati grafici più importanti per la descrizione dell’edificio. La pianta è la vista dall’alto dell’edificio sezionato con un piano
orizzontale; in genere questo piano viene situato a un’altezza di circa 1 m dal pavimento. In casi particolari questa altezza può essere variata, per rendere più chiaro il disegno: è questo il caso di finestre con davanzale molto alto, di nicchie, ecc.
Le piante vengono eseguite in scale molto varie, tra 1:200 e 1:20, e conseguentemente si avvalgono di simbologie assai diverse; tra queste la più rilevante è la rappresentazione degli elementi sezionati, che possono essere campìti (cioè riempiti di un particolare fondo grafico) con tratteggio, anneriti o semplicemente evidenziati con linee più spesse.
Pianta del progetto di scuola a Cogoleto, Genova (arch. Maurizio Renzi).
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11
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
PROSPETTI
Consistono in proiezioni ortogonali
su piani verticali, in genere paralleli
ai muri perimetrali. La loro denominazione è legata all’orientamento
(«prospetto Nord»), alla topografia
(«prospetto su via…») oppure a indicazioni presenti sulla planimetria
(«prospetto A»).
Prospetto del progetto di scuola a Cogoleto,
Genova (arch. Maurizio Renzi).
SEZIONI
Sono proiezioni ortogonali ottenute
mediante piani di sezione disposti in
modo opportuno; la posizione di
questi piani deve essere chiaramente
indicata sulle piante, mediante tracce, frecce e lettere.
Sezione del progetto di scuola a Cogoleto,
Genova (arch. Maurizio Renzi).
PARTICOLARI
SCHEMI D’IMPIANTI
Con scale grandi (tra 1:20 e 1:1) rappresentano in pianta, sezione o
prospetto, zone significative, anche se limitate, dell’edificio.
Servono a fornire indicazioni,
sommarie o molto dettagliate,
per la realizzazione degli impianti tecnologici, quali quello
termico, elettrico, idraulico, ecc.
12
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
ELABORATI DI VISUALIZZAZIONE
Anche se meno importanti dei precedenti dal punto di vista esecutivo, gli elaborati di visualizzazione tridimensionale (assonometrie e prospettive) danno un valido aiuto per la comprensione del complesso o delle qualità spaziali dell’edificio.
Assonometria (in alto) e prospettiva (in basso) del progetto per l’ospedale di Siracusa (arch. Maurizio Renzi).
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13
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
VISUALIZZAZIONI AL COMPUTER
La computergrafica sta innovando radicalmente le potenzialità descrittive del disegno; a rappresentazioni analoghe a quelle tradizionali, si
aggiungono tecniche nuove e suggestive, quali i rendering o le animazioni.
Progetto di scuola a Cogoleto, Genova
(progetto arch. Maurizio Renzi, elaborazione
arch. Alberto Quacquarini).
14
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
CORRELAZIONE TRA ELABORATI
Tra i diversi elaborati deve risultare chiara la relazione. Tipico è il caso delle sezioni, che possono essere comprese solo grazie ai riferimenti riportati sulle piante.
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RAPPRESENTAZIONE TECNICA
FINALITÀ DEGLI ELABORATI
Una pianta può essere trattata graficamente in una certa scala e in modi diversi,
ciascuno dei quali corrispondente a una determinata esigenza.
Questa pianta si propone di evidenziare la tipologia dell’alloggio; pertanto
riporta solo la quotatura essenziale e le
caratteristiche dei diversi ambienti.
440
LETTO
12,60 mq
CUCINA
10,65 mq
SOGGIORNO
20,80 mq
490
RIP.
3,28 mq
400
77
603
70
267
131
60 10
90
685
20
220
260
20
20
20
30
72
62
P3
205
140
F2
220
395
425
P1
P2
F4
140
160
130
62
210
133
P2
P2
10
236
30
490
400
Questa pianta, invece, si sofferma maggiormente sulle caratteristiche dimensionali, riportando una quotatura dettagliata. È da notare la designazione degli
infissi con sigle, che trovano rispondenza nell’abaco infissi.
P1
P2
30
10
10
F6
77
107
240
444
240
275
350
F4
140
400
143
110
30
20
F3
520
BALCONE
11,30 mq
425
350
LETTO
14,00 mq
315
BAGNO
6,35 mq
240
400
Questa pianta, infine, presenta uno
schema di massima dell’arredo.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
SCHEDA STORICA
LA CARTOGRAFIA
La rappresentazione della superficie terrestre o di una sua parte su di un piano risale a tempi antichissimi, in particolare ai grandi imperi (Mesopotamia, Egitto); ma solo in Grecia, alcuni secoli prima di Cristo, la cartografia venne affrontata con spirito scientifico, intrecciandosi strettamente con la geometria e l’astronomia.
Ritratto di Gerhard Kremer, detto Mercatore,
padre della moderna cartografia.
Ecumene, di Piero del Massaio (1460).
Con le scoperte geografiche e con la nascita
del pensiero scientifico, le teorie astronomiche, geometriche e proiettive rivoluzionarono la cartografia. Nel XVII sec. l’olandese
Willebrord Snell (detto Snellius) mise a punto il metodo della triangolazione per rilievi
di distanze e altezze, mentre il fiammingo
Gerhard Kremer, detto Mercatore (15121594), creò la proiezione cartografica legata
al suo nome, che fu decisiva per lo sviluppo
dei grandi viaggi.
Con il XVIII sec. nacque la geodesìa, che
diede un’idea più precisa sulla forma della
Terra: considerata schiacciata ai poli e rigonfia all’equatore, con la configurazione propria di un ellissoide di rotazione, venne poi,
con i contributi di Pierre-Simon Laplace e di
Karl Friedrich Gauss, definita mediante una
superficie convenzionale detta geoide.
Secondo Eratostene, fu Anassimandro (VI
sec. a.C.) a tentare per primo il disegno di
tutta la Terra. A Dicearco, discepolo di
Aristotele (IV sec. a.C.), si attribuisce la
prima carta dell’ecumene (il mondo abitato), perfezionata poi da Eratostene (III sec.
a.C.). In questo periodo vennero delineate
le prime ipotesi, spesso basate su presupposti filosofici, sulla forma e sulle dimensioni della Terra. Se Pitagora ebbe l’intuizione sulla sfericità della Terra, argomentata dalla perfezione della forma sferica,
solo con Eratostene, della scuola di
Alessandria d’Egitto, si giunse a una
misurazione scientifica della circonferenza terrestre. Marino di Tiro, intorno al 120
d.C., introdusse nella cartografia la proiezione cilindrica con latitudine e longitudine, calcolate in gradi e non in stadi, e
Claudio Tolomeo (II sec. d.C.) ideò il
metodo delle proiezioni coniche.
Nel Medioevo, decadute le ricerche scientifiche sulla cartografia, acquistarono importanza i portolani e le carte nautiche, che descrivevano con precisione il profilo costiero e
le rotte da un porto all’altro.
Portolano del Mediterraneo occidentale
di Giacomo Russo di Messina (1533).
Carta nautica di Mercatore (1574). Nonostante la forte distorsione delle terre, la grande utilità
per i naviganti consisteva nel fornire corretti angoli per le rotte.
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RAPPRESENTAZIONE TECNICA
Cartografia
equatore
ica
ellissoide
verticale
geocentrica
raggio polare
6357 km
meridiano
La forma e le dimensioni della Terra sono oggetto di studio di un particolare settore delle scienze: la geodesìa. La necessità di studiare
scientificamente il pianeta terrestre ha sempre spinto a ricondurre
la superficie fisica della Terra a un modello geometrico, che possa essere analizzato con metodi matematici. Le maggiori o minori esigenze di precisione hanno condotto a delineare modelli più o meno complessi a seconda degli scopi.
Per rappresentare una piccola zona di territorio si può tranquillamente approssimare la superficie terrestre a una superficie piana. Per
lo studio elementare dei fenomeni geografici si può ricorrere con migliore approssimazione a un’identificazione della superficie terrestre
con una sfera; in questo caso le rugosità dei rilievi montuosi vengono
trascurate perché irrilevanti rispetto alle dimensioni della sfera.
Esso può essere immaginato come se la superficie media degli
oceani si estendesse anche sopra le terre emerse; esso tuttavia presenta delle lievi depressioni in corrispondenza delle profondità
oceaniche e degli innalzamenti sui rilievi terrestri.
Il geoide è una superficie matematica ideale, vicina a quella reale,
e si discosta di poche decine di metri (al massimo 120 m) da quella dell’ellissoide. Per le sue irregolarità la verticale del filo a piombo
(verticale fisica) in un suo punto non coincide perfettamente con la
retta passante per il centro della Terra (verticale geocentrica).
fis
verticale
FORMA E DIMENSIONI DELLA TERRA
geoide
raggio equatoriale
6378 km
Il profilo del geoide presenta scostamenti da quello dell’ellissoide e mostra
avvallamenti in corrispondenza dei mari, e sporgenze in corrispondenza
dei rilievi montuosi.
Per maggiori esigenze di precisione negli studi geodetici si approssima la superficie terrestre a un ellissoide di rotazione. Questa forma
è facilmente comprensibile dall’osservazione che la Terra non è immobile ma ruota velocemente intorno al suo asse; da questo segue
che la massa terrestre è soggetta a forze centrifughe maggiori nella
zona equatoriale e ha quindi subìto una graduale deformazione, con
depressioni ai poli e un rigonfiamento all’equatore.
Questa forma giustifica anche le variazioni della forza di gravità in
punti differenti del globo, a causa della loro diversa distanza dal centro della Terra.
L’ellissoide di rotazione è stato assunto dall’Unione Geodetica Internazionale come solido di riferimento per la rappresentazione della forma della Terra. Tuttavia c’è da notare che lo schiacciamento polare è di 1/297 (cioè la differenza tra i due semiassi è 1/297 del semiasse equatoriale) e quindi non differisce molto da una sfera.
DIMENSIONI DELLA TERRA (ellissoide internazionale)
Raggio equatoriale
6 378 388 m
Raggio polare
6 356 912 m
Raggio di una sfera avente lo stesso volume della Terra
6 371 221 m
Lunghezza del circolo meridiano
40 009 152 m
Lunghezza dell’equatore
40 076 594 m
Volume della Terra
1 083 319 780 000 km3
Ricerche geodetiche più accurate hanno però evidenziato che la
superficie terrestre non coincide esattamente con l’ellissoide di
rotazione. Esso infatti non tiene conto dei rilievi della crosta terrestre, delle depressioni oceaniche, delle diverse densità dei materiali rocciosi; questa disomogeneità delle masse crea irregolari distribuzioni della forza di gravità sulla superficie terrestre. Di conseguenza si è pensato di descrivere la superficie terrestre con una
superficie irregolare, perpendicolare in ogni suo punto alla direzione del filo a piombo; a questo solido è stato dato il nome di geoide.
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COORDINATE ASTRONOMICHE E GEOGRAFICHE
Per determinare la posizione di un punto sulla superficie terrestre si
ricorre a una coppia di valori chiamati coordinate (v. anche pag. A21).
Se gli strumenti usati per rilevare la posizione di un punto sulla
superficie terrestre sono di tipo astronomico, essi fanno riferimento
alla verticale passante per il punto, e quindi si hanno le coordinate
astronomiche. Se invece gli strumenti fanno esclusivo riferimento
alla superficie terrestre, si ottengono le coordinate geografiche.
쐍 Coordinate astronomiche
Esse sono essenziali nella nautica, nell’aeronautica e nell’astronautica, poiché gli strumenti di un mezzo mobile si avvalgono di
misurazioni di angoli rispetto agli astri; in questi casi è fondamentale riferirsi alla verticale fisica (cioè alla direzione del filo a
piombo). Pertanto le coordinate astronomiche considerano il
punto da rilevare come appartenente al geoide che, come si è visto
in precedenza, è perpendicolare in ogni suo punto alla direzione
del filo a piombo.
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glossario
La superficie fisica della Terra viene definita come la superficie che separa
l’atmosfera dalla crosta terrestre (litosfera) e dagli oceani (idrosfera).
Asse terrestre: è l’asse di rotazione della Terra.
Poli: sono i due punti di intersezione tra l’asse terrestre e la superficie
della Terra.
Equatore: è il cerchio d’intersezione tra la Terra
e il piano perpendicolare all’asse ed equidistante
dai poli.
Ellissoide di rotazione: è il solido originato
dalla rotazione di un’ellisse intorno a un suo asse.
Nel caso della Terra, la rotazione avviene intorno
all’asse minore, cioè quello polare.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
쐍 Coordinate geografiche
Sono ottenute con misurazioni che hanno come riferimento la verticale geocentrica per il punto da rilevare. Pertanto le coordinate
geografiche considerano il punto da rilevare come appartenente
all’ellissoide di rotazione terrestre. Poiché la verticale geocentrica si
discosta lievemente dalla verticale fisica (v. quanto detto in precedenza), le coordinate geografiche di un punto non coincidono esattamente con le coordinate astronomiche.
Sia le coordinate astronomiche sia le coordinate geografiche sono
costituite da una coppia di valori angolari chiamati latitudine e longitudine. Questi due valori angolari sono misurati rispetto ad alcuni
piani di riferimento: piano equatoriale e piano meridiano.
PARALLELI E MERIDIANI
piano
equatoriale
ϕ
e
nt
La latitudine (ϕ) è uguale
all’altezza della stella Polare
sul piano dell’orizzonte
nel punto considerato.
I paralleli sono originati
dall’intersezione della superficie
terrestre con i piani paralleli
a quello equatoriale.
parallelo
Greenwich
antimeridiano a
anti
meridiano b
an
time
ridiano c
meridiano a
ia
merid no c
P
meridiano b
I meridiani sono originati dall’intersezione
della superficie terrestre con i piani
passanti per l’asse terrestre.
ϕ
zo
equatore
RAGGI DELLA STELLA POLARE
iz
parallelo
La latitudine (ϕ) di un punto sulla superficie terrestre è l’angolo che
la verticale per il punto forma con il piano dell’equatore.
Se la verticale per il punto è quella fisica, si ottiene la latitudine
astronomica; se invece si considera la verticale geocentrica si ha la
latitudine geografica.
Il lieve scostamento dei due valori conduce a identificare la latitudine di un punto con l’angolo che l’orizzonte forma con il nord o
il sud astronomico.
Per esempio la latitudine di un punto dell’emisfero boreale coincide con l’altezza della stella Polare, cioè l’angolo che i suoi raggi
formano con l’orizzonte. Questo metodo è stato da secoli adottato
da navigatori e astronomi per rilevare la latitudine di un punto, con
l’ausilio di uno strumento di rilevazione chiamato sestante.
I punti di uno stesso parallelo presentano tutti la stessa latitudine che, procedendo dall’equatore verso i poli, varia da 0° a 90°. A
seconda se il punto si trovi nell’emisfero boreale o in quello australe, si ha una latitudine nord (N) oppure una latitudine sud (S).
or
La Terra ruota intorno a un asse che interseca la superficie terrestre in
due poli; il polo Nord è quello dal quale un ipotetico osservatore vedrebbe ruotare la Terra in senso antiorario, quello opposto è il polo Sud.
Per piano equatoriale si intende il piano perpendicolare all’asse terrestre ed equidistante dai poli. L’intersezione del piano equatoriale
con la superficie terrestre è un circolo chiamato equatore. I piani paralleli a quello equatoriale intersecano la superficie terrestre in circoli denominati paralleli. Allontanandosi dall’equatore i paralleli presentano un raggio decrescente, fino ad annullarsi ai poli.
Se invece si prende in considerazione un semipiano passante per
l’asse terrestre, esso interseca la superficie terrestre in un semicircolo (più esattamente in una semiellisse) chiamato meridiano. A ogni
meridiano si oppone un antimeridiano, a esso complanare. Al contrario dei paralleli i meridiani presentano tutti la stessa lunghezza.
Per ogni punto della superficie terrestre passa un meridiano e
un parallelo, mediante i quali è possibile definire la latitudine e
la longitudine del punto stesso.
LATITUDINE E LONGITUDINE
equatore
La latitudine (ϕ) può essere anche definita come l’angolo sotteso dall’arco
di meridiano che congiunge il punto con l’equatore. La longitudine (λ)
si può invece definire come l’angolo sotteso dall’arco di parallelo che va
dal punto al meridiano fondamentale.
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memo
Il piano equatoriale divide la superficie terrestre in due emisferi:
l’emisfero nord, o boreale, e l’emisfero sud, o australe.
Il piano dell’orizzonte è il piano tangente alla superficie terrestre
nel punto di osservazione.
La parola meridiano viene dal latino meridies (mezzogiorno).
Infatti tutti i punti di uno stesso meridiano presentano la stessa
ora astronomica, e quindi su di essi il mezzogiorno è simultaneo.
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La longitudine (λ) è l’angolo compreso tra il meridiano passante
per il punto e il meridiano fondamentale, cioè quello assunto come
riferimento; per la cartografia internazionale il meridiano fondamentale è quello di Greenwich (località nei pressi di Londra).
I punti di uno stesso meridiano presentano tutti la stessa longitudine. Allontanandosi dal meridiano fondamentale, la longitudine
cresce da 0° a 180°, e si distingue in longitudine est (E), se si procede verso oriente, e in longitudine ovest (W), se si procede verso
occidente.
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RAPPRESENTAZIONE TECNICA
RAPPRESENTARE LA SUPERFICIE TERRESTRE
Tramite il disegno tecnico si realizzano rappresentazioni di oggetti che
li descrivono in modo chiaro e inequivocabile; tra le rappresentazioni e
gli oggetti si crea una rigorosa corrispondenza tra elementi omologhi.
Questa corrispondenza biunivoca consente di risalire da elementi del
disegno ai corrispondenti elementi reali e viceversa.
Nel disegno cartografico questa corrispondenza si deve instaurare
tra la superficie terrestre e la rappresentazione cartografica (detta carta). In questo caso però le complicazioni aumentano per il fatto che la
superficie terrestre, come visto in precedenza, è una superficie ellissoidale o più approssimativamente sferica.
Questo tipo di superficie può essere riprodotto correttamente
attraverso modelli tridimensionali quali i globi. In questo caso,
però, il vantaggio viene drasticamente ridotto da un’approssimazione elevata, dovuta alle dimensioni ridotte che il globo deve avere
per non risultare troppo ingombrante.
La praticità di una rappresentazione piana (cioè bidimensionale)
della superficie terrestre è indiscutibilmente superiore a quella dei
globi o di altri modelli tridimensionali. Per questo motivo le carte vengono da secoli usate, in ambito scientifico o nella vita comune, anche
se inevitabilmente «macchiate» da un difetto rilevante: la deformazione. In una carta è infatti sempre presente una deformazione lineare o
una deformazione superficiale oppure una deformazione angolare.
Dalle conoscenze di disegno tecnico è infatti noto che, tramite
metodi proiettivi, rappresentazioni bidimensionali prive di deformazioni si possono ottenere solo dalle superfici piane; mediante i
metodi di sviluppo, invece, si possono ricavare rappresentazioni
indeformate da superfici poliedriche (cioè con facce piane), da
superfici cilindriche e da superfici coniche.
In buona sostanza non esiste un metodo per rappresentare senza deformazioni una superficie sferica o ellissoidale su di un piano. Con accorgimenti scientifici si può cercare di ridurre gli errori di forma e far sì
che la carta presenti dei requisiti funzionali alle nostre esigenze.
Carta azimutale equivalente di Lambert che fornisce, soprattutto nella zona
vicina al centro, una rappresentazione delle superfici in proporzioni vere.
Infine si dicono isogone o conformi quelle carte che presentano
angoli inalterati rispetto a quelli reali, in particolare quelli rispetto
a meridiani e paralleli.
Nessuna carta presenta simultaneamente le caratteristiche di
equidistanza, equivalenza e isogonia: ne può possedere una o al
massimo due. Pertanto l’adozione di un tipo di carta deve essere
mirata agli scopi di chi la usa. Se una carta isogona è particolarmente adatta per la navigazione marittima e aerea, la carta equidistante
può risultare funzionale per usi turistici o militari.
80°
64°
CARATTERISTICHE DELLE CARTE
48°
Secondo il tipo di deformazione che presentano le carte sono
distinte in: equidistanti, equivalenti e isogone (o conformi).
Sono dette equidistanti le carte che, lungo determinate direzioni,
mantengono distanze proporzionali a quelle reali; è da notare che
nessuna carta può mantenere l’equidistanza lungo tutte le direzioni.
Si dicono invece equivalenti le carte che conservano le aree delle
superfici rappresentate in proporzione con quelle reali.
-72°
32°
0°
-16°
-32°
-48°
-64°
-180°
-144°
-108°
-72°
-36°
0°
36°
72°
108°
144°
-80°
180°
La carta di Mercatore è isogona, molto usata nella navigazione per la
conservazione degli angoli rilevati nella realtà, utilissima per il tracciamento
di rotte. La stessa carta non è però né equidistante (con la latitudine crescono
le distanze), né equivalente (la Groenlandia sembra avere un’area paragonabile
a quella dell’Africa!).
Carta azimutale equidistante che fornisce una rappresentazione fedele
nelle distanze dal centro.
20
Poiché le carte presentano comunque una qualche deformazione,
esse sono rappresentazioni approssimate. L’approssimazione è maggiore nelle carte che rappresentano grandi superfici terrestri (come
per esempio i planisferi), mentre è praticamente trascurabile nelle
rappresentazioni di ridotte zone di territorio.
Inoltre le carte sono rappresentazioni ridotte della superficie terrestre; il rapporto tra le sue dimensioni e quelle reali è espresso dalla
scala.
Infine le carte sono rappresentazioni simboliche; oltre a semplificare l’oggetto da rappresentare, ne mettono in evidenza solo alcune
particolarità raffigurate mediante simbologie o segni convenzionali.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE DELLE ALTIMETRIE
SCALE E SIMBOLOGIE DELLE CARTE
Come è noto nel disegno tecnico per scala si intende il rapporto tra le dimensioni lineari del disegno e quelle dell’oggetto reale (v. pag. A25).
Come nei disegni tecnici, anche nelle carte deve apparire l’indicazione
della scala. Questa può essere espressa come scala metrica, cioè un rapporto tra due numeri, il primo dei quali corrisponde alle misure rilevate nel disegno e il secondo a quelle dell’oggetto reale. Pertanto, se ai
margini di una carta compare la scritta «Scala 1 : 1 000 000», significa
che a 1 mm della carta ne corrispondono 1 000 000 nella realtà, e quindi 1 mm equivale a 1000 m o anche a 1 km. Questo rapporto è indipendente dall’unità di misura usata, sia essa il millimetro, il metro o il pollice (in inglese inch).
Per motivi di praticità di consultazione e di stampa della carta, la
scala può anche apparire come scala grafica, cioè un segmento graduato sul quale sono riportate direttamente le lunghezze reali.
Riportando sul segmento una qualsiasi lunghezza rilevata dalla
carta si può leggere la dimensione reale.
0
1: 50 000
1
1: 200 000
0
Tinte altimetriche
Sfumo
1 miglio
1
0
0
Tratteggio
2 km
0
0
1: 100 000
Isoipse
2
4 km
1
1
2
1
3
2
2 miglia
4
8 km
3
4 miglia
Esempi di scale metriche e relative scale grafiche in kilometri e in miglia terrestri
(1 miglio terrestre = 1609 m).
A seconda della scala e degli scopi la carta può presentare dettagli più
o meno accentuati, può raffigurare alcune caratteristiche ed escluderne altre.
Per esempio un planisfero rappresenterà solo le terre emerse, gli
oceani e il reticolo di meridiani e paralleli; una carta topografica, invece, essendo molto più dettagliata, dovrà selezionare gli elementi
da evidenziare, come quelli idrografici o geologici.
Gli elementi della carta sono indicati mediante simbologie, cioè segni convenzionali, che normalmente sono raccolti in una tabella detta
legenda, che appare ai margini della carta o dell’atlante.I simboli cartografici possono riguardare elementi planimetrici oppure altimetrici.
Tra gli elementi planimetrici naturali figurano quelli idrografici
(fiumi, laghi, ecc.), quelli geologici (natura dei terreni e delle rocce),
quelli relativi alla vegetazione (colture, boschi, ecc.); altri tipi di simboli sono relativi a elementi politico-amministrativi (confini di stato,
regione, proprietà, ecc.) o a elementi antropici (vie di comunicazione,
centri abitati, edifici, ecc.).
Tra gli elementi altimetrici compaiono le altitudini e le profondità. I
simboli relativi possono
essere tratteggi, colori o
curve di livello (isoipse
per le altitudini, isobate
per le profondità).
Le curve di livello sono le linee ottenute sezionando la superficie
terrestre con piani paralleli ed equidistanti. Le linee così generate vengono quindi proiettate sul
piano della carta.
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Carta 1:25 000
dell’IGM in cui
sono usate
le isoipse
per descrivere
le altitudini.
Carta nautica
in cui sono
usate
le isobate
per descrivere
le profondità
del mare.
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glossario
Atlante: è una raccolta sistematica di carte, sia generali sia tematiche.
Questo nome fu usato per la prima volta da Mercatore (XVI sec.)
per la sua raccolta di carte, sul cui frontespizio si citava Atlante,
il gigante che nella mitologia greca sorreggeva il globo terrestre.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
21
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE
Le carte vengono classificate in base alla loro scala oppure al loro contenuto.
La classificazione in base alla scala comprende:
• carte geografiche, con scala minore di 1:1 000 000, che rappresentano
superfici di dimensione nazionale o continentale; in esse rientrano
anche planisferi e mappamondi ;
• carte corografiche, con scala compresa tra 1:1 000 000 e 1:100 000,
che raffigurano zone abbastanza estese; di questo tipo sono le
carte automobilistiche ;
• carte topografiche, con scala compresa tra 1:100 000 e 1:10 000,
che rappresentano limitate zone di territorio con molti particolari; sono adottate per il rilevamento del territorio da parte degli
istituti cartografici e servono per ricavarne carte a scala minore
(perciò sono dette carte di base);
• piante o mappe, con scala maggiore di 1:10 000; molto dettagliate, sono utilizzate per rappresentare centri abitati (piante urbane)
o proprietà fondiarie e immobiliari (mappe catastali).
Carta geografica 1:1 000 000.
Carta topografica 1:100 000.
Carta corografica 1:200 000.
Pianta 1:5000.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
glossario
Planisfero: è la rappresentazione su di un piano di tutta la superficie terrestre in un solo disegno.
Mappamondo: è la rappresentazione su di un piano di tutta la superficie terrestre divisa nei due emisferi.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
La classificazione in base al contenuto delle carte distingue:
• carte generali, comprendenti le carte fisiche, che raffigurano gli
elementi naturali del territorio (pianure, monti, fiumi, ecc.), e le
carte politiche, che evidenziano confini politico-amministrativi,
centri abitati, vie di comunicazione ecc.;
• carte speciali, che si occupano di particolari aspetti naturali; tra di
esse figurano le carte idrografiche, le carte geologiche, le carte nautiche e aeronautiche, le carte climatiche, le carte sismiche, le carte pedologiche (che si occupano dei terreni, della vegetazione e delle colture).
• carte tematiche, che riguardano particolari elementi di geografia
antropica o economica; sono di questo tipo le carte economiche
(attività agricole, industriali, commerciali, materie prime, ecc.), le
carte antropologiche (lingue, religioni, popolazione), le carte turistiche .
Le carte tematiche per descrivere particolari fenomeni e la loro
variazione si servono, oltre che della simbologia cartografica, anche
di cartogrammi (colorazione a mosaico delle diverse zone), di diagrammi, istogrammi, ideogrammi.
Carta fisica.
Carta geologica.
Carta politica.
Carta dell’attività industriale.
Carta pedologica.
LEGENDA
Meccanica
Vetro, ceramica,
materiale da costruzione
Elettrotecnica, elettronica
Oreficeria
Legno e carta, stampa ed editoria
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23
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
PROIEZIONI CARTOGRAFICHE
I sistemi adottati per riportare i punti della
superficie terrestre sul piano della carta
prendono il nome di proiezioni cartografiche. Esse in alcuni casi si avvalgono di
metodi propri della geometria proiettiva, in
altri utilizzano procedimenti matematici.
Le proiezioni cartografiche vengono
distinte in proiezioni pure, proiezioni
modificate e proiezioni convenzionali.
Le proiezioni pure si ottengono mediante
una superficie ausiliaria sulla quale i punti
della superficie terrestre vengono riportati
secondo i metodi della geometria proiettiva.
Se la superficie ausiliaria è un piano, si
hanno proiezioni zenitali; se invece essa è
una superficie cilindrica o conica (sviluppabili sul piano), si ottengono proiezioni di
sviluppo.
Le proiezioni modificate si ricavano dalle
precedenti apportando correzioni matematiche volte a eliminare alcune deformazioni
e quindi a rendere la carta equidistante,
equivalente oppure isogona.
Le proiezioni convenzionali, dette anche
rappresentazioni, utilizzano relazioni matematiche tra i punti della superficie terrestre e
quelli della carta. In tal modo si ottengono
carte che soddisfano i requisiti dell’equidistanza, dell’equivalenza o dell’isogonia.
쐍 Classificazione secondo la posizione del centro di proiezione
Il centro di proiezione si trova comunque sulla retta zenitale (di qui il nome di proiezioni
zenitali). Se il centro di proiezione coincide con il centro della sfera terrestre, si ottiene una
proiezione centrografica; se esso invece si trova agli antipodi del punto di tangenza del
piano, si ha una proiezione stereografica. Se il centro di proiezione si trova a distanza finita dal piano, si ottiene una proiezione scenografica; se invece è a distanza infinita (quindi
le rette proiettanti sono parallele), si ha una proiezione ortografica. Quest’ultima, pertanto,
non è altro che una proiezione ortogonale su di un piano tangente alla sfera terrestre.
Proiezione
centrografica
polare.
Proiezione
stereografica
polare.
Proiezione
scenografica
polare.
Proiezione
ortografica
polare.
쐍 Classificazione secondo la posizione del piano di proiezione
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
glossario
Retta zenitale: è la perpendicolare al piano
dell’orizzonte passante per il punto considerato.
Antipodi: sono i punti della sfera terrestre
diametralmente opposti.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
24
PROIEZIONI ZENITALI
CENTROGRAFICA
STEREOGRAFICA
SCENOGRAFICA
POLARE
ORTOGRAFICA
C=∞
C
C
EQUATORIALE
Le proiezioni zenitali si servono dei metodi
della geometria proiettiva per riportare su
una superficie piana i punti della superficie
terrestre. Esse sono classificate secondo la
disposizione del piano e secondo la posizione del centro di proiezione. Dalla combinazione di piani e centri di proiezione in
diversa posizione si ottengono molteplici
tipi di proiezioni zenitali (v. tabella a fondo
pagina).
OBLIQUA
PROIEZIONI ZENITALI
A seconda della disposizione del piano rispetto alla sfera terrestre si possono distinguere
proiezioni polari, quando esso è tangente ai poli, proiezioni equatoriali, se è tangente all’equatore, e proiezioni oblique, se è tangente in un punto qualsiasi.
Le proiezioni zenitali presentano requisiti che le rendono utili per diversi ambiti e scopi. Per
esempio, le proiezioni polari rappresentano i paralleli come circonferenze concentriche e i meridiani come raggi; sono isogone, ma presentano deformazioni crescenti verso la periferia e
quindi sono utili per rappresentare le zone artica o antartica.
Le proiezioni centrografiche (dette anche gnomoniche) hanno un uso prevalente nella
navigazione, poiché rappresentano con segmenti di retta la ortodromia, cioè la linea più
breve passante per due punti della sfera terrestre.
Le proiezioni ortografiche hanno il requisito dell’equidistanza lungo alcune direzioni;
sono usate in ambito militare.
C
P
P
P
P
P1
P1
P1
P
P P1
C
P
P1
C
P
P1
P
P1
P1
C=∞
C
P1
C
P1
P
P
C
P1
P1
C
C=∞
P
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
PROIEZIONI DI SVILUPPO
쐍 Proiezioni cilindriche
La superficie ausiliaria sulla quale si proiettano i punti è una superficie cilindrica tangente all’equatore; in taluni casi si usano superfici cilindriche che intersecano la sfera terrestre in corrispondenza di due paralleli, ma
con asse coincidente con quello della Terra.
La superficie cilindrica viene quindi sviluppata su di un piano.
Il reticolo di meridiani e paralleli è rappresentato da una griglia a maglie rettangolari; le rette verticali sono equidistanti e raffigurano i meridiani, mentre le rette orizzontali, con distanze decrescenti verso i
poli, rappresentano i paralleli.
Queste carte sono equidistanti lungo il singolo parallelo, ma le distanze si presentano
in scala solamente lungo il parallelo di tangenza o di intersezione; lungo gli altri paralleli le distanze crescono verso i poli.
In prossimità del parallelo di tangenza
queste carte sono pressoché equivalenti e
isogone.
쐍 Proiezioni coniche
In questo caso la superficie ausiliaria è una
superficie conica, tangente lungo un parallelo o secante lungo due diversi paralleli. Dopo lo sviluppo della superficie conica, il reticolo è costituito da archi di circonferenza
concentrici, che rappresentano i paralleli, e
da raggi a distanza angolare costante, che
raffigurano i meridiani. Le maglie di questo
reticolo, formate da due segmenti e due archi, prendono il nome di trapezoidi.
Anche queste carte risultano equidistanti
lungo il singolo parallelo, ma la proporzione
indicata dalla scala sussiste solo per il parallelo di tangenza o d’intersezione; le distanze
lungo gli altri paralleli diminuiscono verso i
poli e crescono verso l’equatore.
Nella fascia circostante il parallelo di tangenza sono sostanzialmente rispettati anche
i requisiti di equivalenza e isogonia.
PROIEZIONI MODIFICATE
Per rendere le proiezioni pure, sia zenitali sia di sviluppo, più utili ai
fini pratici, esse sono state corrette in modo da presentare requisiti
particolari.
Tra le diverse proiezioni modificate assume una particolare rilevanza
la proiezione di Mercatore (v. figura a pag. D45). Essa è una proiezione
cilindrica con centro di proiezione al centro della Terra e con superficie
cilindrica tangente all’equatore; meridiani e paralleli formano maglie
rettangolari, con basi costanti ma con altezze crescenti con la latitudine.
Le deformazioni sono molto vistose alle alte latitudini, ma nella fascia equatoriale sono quasi inesistenti. Il grande merito della carta
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di Mercatore è quello di essere isogona (o conforme); questa prerogativa l’ha resa particolarmente adatta alla costruzione delle carte nautiche. In esse, infatti, una retta passante per due punti corrisponde alla lossodromia, cioè la linea che passa per due punti della superficie
terrestre e che mantiene costante l’angolo rispetto ai meridiani (in
pratica l’angolo di rotta).
La linea lossodromica non è la più breve tra due punti della Terra,
quale è invece l’ortodromia, ma presenta indiscutibili comodità, specialmente per la navigazione di corto raggio.
25
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
PROIEZIONI CONVENZIONALI
Le proiezioni convenzionali (dette anche rappresentazioni) sono
ottenute con procedimenti matematici che mettono in corrispondenza i punti della superficie terrestre con i punti della carta.
Tra le proiezioni convenzionali è preminente la proiezione trasversa di Mercatore, di cui si parlerà più diffusamente nelle pagine seguenti. Essa è una proiezione cilindrica trasversa, cioè con asse perpendicolare a quello terrestre e tangente alla Terra in un meridiano.
A questa proiezione si applicano i procedimenti matematici definiti
da Gauss, per cui la proiezione prende anche il nome di proiezione
conforme di Gauss. Infatti essa risulta conforme (o isogona) lungo il
fuso di 6° centrato sul meridiano di tangenza.
Altre proiezioni convenzionali sono i planisferi, che rappresentano
il reticolo di meridiani e paralleli con griglie di forma varia. Tra di essi è frequentemente usata la rappresentazione omalografica di Mollweide, che racchiude il reticolo in un’ellisse con asse maggiore
(l’equatore) doppio rispetto all’asse minore (il meridiano).
Altra rappresentazione usata per i planisferi è la rappresentazione discontinua di Goode-Philip, in cui il globo terrestre si presenta
discontinuo in corrispondenza degli oceani, ma è disegnato in
modo da conservare il requisito dell’equivalenza.
80°
60°
30°
0°
30°
60°
80°
Rappresentazione omalografica di Mollweide.
Questo tipo di rappresentazione usa come superficie ausiliaria un cilindro con asse perpendicolare a quello terrestre e
tangente alla Terra in un
meridiano. La proiezione
di sviluppo così ottenuta
presenta deformazioni
molto ridotte quando la
zona rappresentata è contenuta entro un fuso di 6°
di longitudine.
Pertanto si è divisa la Nel sistema UTM la superficie cilindrica
superficie terrestre in 60 è tangente al meridiano centrale del fuso.
fusi di 6° e in 20 fasce di
8°; queste ultime, quindi, coprono la superficie del globo fino a latitudini 80 °N e 80 °S. Le calotte polari sono escluse dal sistema UTM
e vengono rappresentate con proiezioni stereografiche polari (UPS,
cioè Universale Stereografica Polare).
Nel sistema UTM i fusi sono indicati da numeri progressivi a partire dall’antimeridiano di Greenwich verso est, mentre le fasce sono
designate con lettere maiuscole da sud verso nord. L’intersezione di
un fuso con una fascia delimita una zona. La superficie terrestre risulta quindi suddivisa in 1200 zone. Ognuna di esse viene indicata con
il numero di fuso seguito dal numero di fascia (per esempio 20P).
Per ogni zona viene eseguita la proiezione su una superficie cilindrica tangente al meridiano centrale del fuso di appartenenza. Le singole zone vengono poi divise in quadrati di 100 km di lato, ciascuno
indicato da una coppia di lettere. Il territorio italiano si estende entro
longitudini che vanno da 6° 37' 32" E a 18° 31' 13" E, quindi comprese nei fusi 32, 33 e 34. Le latitudini, invece, variano da 35° 29' 26" N
a 47° 05' 29" N, quindi sono contenute nelle fasce S e T.
Pertanto nel reticolo del sistema UTM l’Italia dovrebbe occupare
le zone 32S, 32T, 33S, 33T, 34S, 34T. Ma poiché nel fuso 34 ricade
solo una limitata zona della Puglia, si è esteso il fuso 33 in modo
tale che tutta l’Italia ricada nelle zone 32S, 32T, 33S e 33T.
80°
W
60°
X
V
40°
U
T
20°
S
0°
R
20°
40°
60°
Q
P
80°
Rappresentazione discontinua di Goode-Philip.
N
18
M
43
42
19
20
SISTEMA CARTOGRAFICO UTM
La cartografia internazionale è stata inquadrata in un sistema che
utilizza la proiezione trasversa di Mercatore (o rappresentazione di
Gauss), e che pertanto viene identificato con il nome di sistema
UTM (Universal Transverse Mercator).
41
21
L
22
K
23
37
24 25
26 27 28
35 36
29 30 31 32 33 34
38
39
40
J
H
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
glossario
Fuso: è la parte di superficie terrestre delimitata da due meridiani.
G
F
Fascia: è la parte di superficie terrestre delimitata da due paralleli.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
26
Nella griglia del sistema UTM l’Italia occupa le zone 32S, 32T, 33S e 33T.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
CARTOGRAFIA IGM
La cartografia ufficiale italiana è realizzata
dagli organi cartografici dello Stato, quali
l’Istituto Geografico Militare (per le carte topografiche), l’Istituto Idrografico della Marina
(per le carte nautiche), la Sezione Fotocartografica dello Stato Maggiore dell’Aeronautica
(per le carte aeronautiche), la Direzione Generale del Catasto (per le carte catastali), il
Servizio Geologico (per le carte geologiche).
La cartografia topografica è stata demandata fin dalla nascita dello Stato italiano all’IGM (Istituto Geografico Militare), che ha
elaborato la carta topografica d’Italia in scala
1:100 000. Essa era realizzata con un tipo di
proiezione detta naturale policentrica, che dal
1946 è stata abbandonata a favore della rappresentazione di Gauss, adattata alle esigenze italiane dallo scienziato Giovanni Boaga, e
pertanto chiamata proiezione conforme di
Gauss-Boaga. Questa proiezione, per zone di
limitata estensione, garantisce requisiti di
equidistanza, equivalenza e isogonia; essa
inoltre è alla base del sistema UTM, al quale
l’Italia ha aderito dal 1948.
L’aggiornamento della carta topografica
d’Italia 1:100 000 secondo il sistema UTM è
stato avviato e sospeso negli anni ’60, ma è
stata iniziata la pubblicazione di carte in scala 1:50 000 aggiornate e realizzate secondo il
sistema UTM.
La carta ufficiale d’Italia è ancora la carta
topografica alla scala 1:100 000 corredata di
grafici di correzione delle coordinate per il
passaggio dalla proiezione Gauss-Boaga al
sistema UTM. La carta topografica d’Italia in
scala 1:100 000 viene stampata in fogli numerati da 1 a 277, ai quali si devono aggiungere altri 8 fogli che rappresentano zone di
confine. Ogni foglio copre una superficie di
30' in longitudine e di 20' in latitudine.
Ciascun foglio della carta topografica d’Italia viene diviso in quattro quadranti, che individuano superfici di 15' in longitudine e di
10' in latitudine. Ogni quadrante, rappresentato in scala 1:50 000, viene designato da un
numero romano (I, II, III e IV), procedendo
in senso orario da quello in alto a destra.
A sua volta ogni quadrante viene diviso in
quattro tavolette, disegnate in scala 1:25 000
e individuate dalla posizione geografica occupata nel quadrante (NE, SE, SO e NO).
Ciascuna tavoletta a sua volta comprende
quattro sezioni in scala 1:10 000 e contrassegnate da lettere maiuscole (A, B, C e D) procedendo da quella in alto a destra in senso
orario.
Oltre che dalle sigle, le diverse carte sono
designate anche dal nome della località più
importante raffigurata nella carta. Così, per
esempio, il foglio 1:100 000 che rappresenta
Roma viene indicato con «F.150, Roma»,
mentre una tavoletta 1:25 000 viene contrassegnata da «F.79 III NO, Prazzo».
6°
5°
4°
3°
2°
1°
Svizzera
47°
1
2
5 5A 6 7 8
15 16 17 18 19
27 28 29 30 31 32 33 34
41 42 43 44 45 46 47
54 55 56 57 58 59 60 61
66 67 68 69 70 71 72
73
46°
45°
3
4
0°
1A
1°
2°
3°
4°
5°
6°
Austria
47°
4A 4B 4C
9 10 11 12 13 14 14A
Slovenia
20 21 22 23 24 25 26
35 36 37 38 39 40 40A
48 49 50 51 52 53 53A
62 63 64 65
46°
Croazia
45°
74 75 76 77
78 79 80 81 82 83 84
85 86 87 88 89
90 91 92 93 94 95 96
44°
97 98 99 100 101
102 103
Francia
104 105 106 107 108 109 110
44°
111 112 113 114 115 116 117 118
Mare
Adriatico
119 120 121 122 123 124 125
126 127 128 129 130 131 132 133 134
43°
135 136 137 138 139 140 141
Corsica
42°
43°
142 143 144 145 146 147 148
42°
149 150 151 152 153 154 155 156 157
158 159 160 161 162 163 164 165
166 167 168 169
179 180 181 182
41°
192 193 194 195
205 206 207 208
216 217 218 220
224 225 226 227
40°
170 171 172 173 174 175 176 177 178
41°
183 184 185 186 187 188 189 190 191
196 197 198 199 200 201 202 203 204
213 214215
209 210 211 212
40°
223
220 221 222
Mare
Tirreno
228 229 230 231
236 237 238
232 233 234 235
39°
Mare
Ionio
245 246 247
244
248 249 250 251 252 253 254 255
256 257 258 259 260 261 262 263 264
38°
0
100
200 km
4°
3°
38°
265 266 267 268 269 270
271 272 273 274
275 276 277
37°
5°
39°
241 242 243
239 240
2°
1°
0°
1°
2°
3°
37°
4°
5°
6°
Quadro d’unione dei fogli della carta topografica d’Italia alla scala 1:100 000. In questa carta l’origine
delle longitudini è situata sul meridiano di Monte Mario (Roma), che presenta una longitudine
di 12° 27' 08",40 E rispetto al meridiano di Greenwich.
Quadrante
IV
I
1 : 50 000
NO
NE
Tavolette
III
II
1 : 25 000
SO
Dividendo il foglio in scala 1:100 000
si definiscono le zone delle altre rappresentazioni
in diversa scala.
SE
D
A
Sezioni
C
B
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
glossario
Restituzione aerofotogrammetrica: è la rappresentazione grafica di elementi topografici ripresi
mediante foto aeree eseguite con sofisticate apparecchiature ed elaborate con tecniche proiettive.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
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27
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
쐍 Cartografia di base
Il complesso delle carte IGM alle diverse scale è stato costruito sulla
base di rilievi per la formazione della carta d’Italia alla scala
1:25 000. Essa pertanto è la cartografia di base, dalla quale sono
state ottenute anche le altre carte in scala 1:50 000 e 1:100 000.
Sulla base di una rete geodetica di punti d’appoggio, di cui sono
precisamente individuate le coordinate, vengono elaborate restituzioni aerofotogrammetriche, i cui dati vengono poi integrati da ricognizioni a terra.
La precisione richiesta per il disegno finale degli elementi planimetrici deve essere tale da non superare scarti grafici di 0,5 mm.
Particolare di una carta IGM alla scala 1:25 000.
쐍 Cartografia derivata
Dalla carta d’Italia alla scala 1:25 000 viene ricavata la cartografia
derivata, cioè quella alla scala 1:50 000 e la carta topografica d’Italia
alla scala 1:100 000.
Per le loro dimensioni, ovviamente, non si può procedere a una
pura e semplice riduzione in scala, riportando tutti i dettagli contenuti nella cartografia di base. Per costruire la cartografia derivata si
procede quindi a una operazione di spoglio, cioè allo sfoltimento dei
particolari da rappresentare. Questa operazione deve approdare a
una rappresentazione che comprenda dati topografici significativi
senza che la carta risulti confusa e illeggibile.
In tal senso si sfoltiscono le curve di livello, si semplificano le linee di
strade e corsi d’acqua, si accorpano edifici; ma si apportano anche modifiche alle dimensioni di elementi che altrimenti risulterebbero illeggibili, tenendo anche conto delle tecniche di stampa adottate.
In tale procedimento per la costruzione della cartografia derivata
si ridefinisce la simbologia che, pur sostanzialmente analoga, subisce adattamenti per le dimensioni e le caratteristiche. Per esempio
l’uso dei colori, adottato in vario modo nelle diverse edizioni, condiziona la simbologia delle altimetrie (a tratteggio, a sfumo, a tinte)
o di altri elementi topografici.
Particolare di una carta IGM alla scala 1:50 000.
Particolare di una carta IGM alla scala 1:100 000.
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
CARTOGRAFIA CATASTALE
La cartografia catastale italiana è affidata all’Agenzia del territorio, decentrata in uffici provinciali. Il sistema cartografico usato per le carte catastali è quello della rappresentazione conforme di Gauss-Boaga.
Le mappe catastali vengono articolate in sezioni, ulteriormente suddivise in fogli, stampati in formato 70 × 100 cm. Ogni foglio rappresenta una zona i cui limiti sono coincidenti con confini di proprietà. Le
diverse sezioni sono designate mediante lettere maiuscole (A, B, C, ...),
mentre i fogli sono contraddistinti da numeri arabi (1, 2, 3, ...).
In generale le mappe vengono prodotte in scala 1:2000, ma sono
usate anche le scale 1:1000 e 1:500 per zone con elevato frazionamento, oppure la scala 1:4000 per zone con ridotto frazionamento. Per
esempio il catasto edilizio urbano è realizzato da mappe in scala 1:1000
e 1:500, mentre per il catasto terreni si usano mappe in scala 1:2000 o
1:4000.
All’interno di uno stesso foglio può essere necessaria la rappresentazione di una zona in scala più grande; in questi casi si indicano come sviluppi quelli raffigurati sullo stesso foglio, oppure come allegati quelli disegnati su fogli separati.
Nelle mappe catastali sono rappresentati i limiti delle particelle catastali; esse sono porzioni continue di terreno, appartenenti a uno stesso
proprietario e riservate a una stessa destinazione d’uso o di coltura. Nelle
mappe sono anche rappresentati, senza che costituiscano particelle,
i limiti di vie di comunicazione (strade, ferrovie, ecc.) e di vie d’acqua (fiumi, canali, ecc.) di pubblica proprietà, i confini amministrativi (nazionali, comunali, ecc.).
Le singole particelle catastali possono essere costituite da un fabbricato con attinenze coperte (dipendenze dell’edificio) o scoperte (cortili, giardini), purché esse siano contigue. Particelle separate sono invece fabbricati contigui di diversa proprietà, fabbricati contigui dello
stesso proprietario, ma di qualità o destinazione diversa, attinenze
di un edificio separate dallo stesso.
Oltre alle scritturazioni e ai numeri delle particelle, la simbologia
catastale prevede l’uso di linee, per l’indicazione dei limiti di particelle o di altre superfici, e di simboli per altri elementi topografici.
In alcuni comuni ancora si fa uso delle vecchie mappe catastali su carta,
talvolta digitalizzate in formato raster (bitmap).
PRINCIPALI TIPI DI PARTICELLE NELLE MAPPE CATASTALI
Particella costituita da fabbricato
con attinenza scoperta.
48
Particella costituita da fabbricato
con attinenze (una scoperta e due
coperte).
35
Particella (97) costituita da
fabbricato con attinenza e altra
particella (98) attigua ma con
caratteristiche diverse.
98
97
551 / 02
559
557
1
7
297
561 / 01
9
10
58
57
561 / 02
171
LINEE ADOTTATE NELLA SIMBOLOGIA DI ELEMENTI CATASTALI
98
55
190
101
172
12
53
61
54
Cagliari
13
189
64
31
15
16
41
Via
65
43
298
17
8
57
9
30
Nuoro
Sassari
20
2533
24
26
27
28
29
77
78
79
Linea continua per limiti di
particelle o altri elementi
topografici (in questo caso,
strada e corso d'acqua di
proprietà pubblica).
30
52
18
191
117
14
56
175
21
144
68
22
Vi
6
27
28
Via
80
21
29
20
15
30
45
46
Linea tratteggiata per
elementi topografici interni a
una particella (in questo caso,
una strada privata).
81
167
215
22
81
66
41
44
29
Cagliari
40
35
Via Orist
Via
33
Via
32
34
ano
42
25
33
35
169
Le mappe catastali sono state quasi completamente digitalizzate in formato
vettoriale, al fine di avere stampe ad alta risoluzione per scopi professionali
o istituzionali. Il disegno mostra un esempio di questa nuova versione delle mappe.
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34
56
58
Linea punteggiata per
elementi topografici sottostanti
a una particella (in questo caso,
una strada in galleria).
57
29
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
PRINCIPALI TIPI DI PARTICELLE NELLE MAPPE CATASTALI
Graffa (unisce attinenze di una stessa particella
catastale)
Segno di unione (unisce diverse particelle catastali)
Punto trigonometrico
Verso di scorrimento delle acque
Canale che costeggia una
particella
Canale che divide due particelle
Strada privata che costeggia
una particella
Strada privata che divide due
particelle
Sede stradale (linea continua)
con piano stradale a tornanti
(linea tratteggiata)
Il decentramento amministrativo, avviato dall’istituzione delle Regioni
negli anni ’70, ha assegnato a questi enti la funzione di governo del territorio e delle attività produttive; per assolvere a queste funzioni e alla domanda di strumenti di intervento sul territorio da parte di altri enti locali (province, comuni, comunità montane), le Regioni hanno avviato la
costruzione di una cartografia tecnica che fosse adeguata alle esigenze
di pianificazione territoriale, di programmazione urbanistica, di difesa
delle risorse ambientali e artistiche, di sviluppo delle attività produttive.
Ai requisiti di una cartografia tecnica rivolta a queste esigenze non
corrispondevano né le carte topografiche IGM, in scala abbastanza
piccola, né le mappe catastali, in scala troppo grande. Pertanto le diverse Regioni hanno scelto di costruire la Carta Tecnica Regionale (CTR)
in scale comprese tra 1:10 000 (come la Regione Lazio) e 1:5000 (come
la Regione Emilia-Romagna). Tutte comunque hanno adottato il reticolato geografico del sistema UTM, inquadrando le sezioni (1:10 000)
o gli elementi (1:5000) come sottomultipli della cartografia IGM.
Per la costruzione delle carte regionali si è ovunque fatto ricorso al
supporto cartografico IGM, alla rete geodetica nazionale e alla collaborazione tecnico-scientifica dell’IGM stesso; ai supporti cartografici esistenti si sono sovrapposte le restituzioni aerofotogrammetriche
appositamente realizzate, con successive ricognizioni sul territorio,
disegno e formazione dei tipi.
Le sezioni o gli elementi della CTR sono contraddistinti dal nome
della località più importante ivi rappresentata, e da un numero che per
le prime tre cifre coincide con quello del foglio IGM alla scala 1:50 000.
La simbologia adottata è in genere basata sulle norme della Commissione Geodetica Nazionale; i particolari rilevati sul territorio sono
riportati in scala, finché la dimensione del disegno lo consente, altrimenti sono indicati mediante segni convenzionali. Finché è possibile viene riportato con scritturazioni il nome della località (toponimo)
o dell’elemento topografico (fiumi, strade, edifici, ecc.).
Oltre alle informazioni a margine riguardanti le coordinate geografiche, la CTR fornisce una rappresentazione generale della morfologia
del territorio (forme naturali o artificiali del terreno), dell’idrografia
(fiumi, laghi, canali, ecc.), della vegetazione (colture, boschi, ecc.) e delle opere dell’uomo (edifici civili o industriali, viabilità e ferrovie, ecc.).
stri
D
Strada con banchine alte e scale
CARTOGRAFIA TECNICA REGIONALE
Mae
93
32,0
34,2
34,2
Via
Edificio con due attinenze
non disgiunte
26,8
34,3
Via
Lu
igi
IDO
Ga
zzott
i
TIEP
33,2
37,0
33,1
34,2
34,3
2
AR
RN
34,7
33,8
33,9
TE
STR
BE
Ga
ADE
zzott
i
LLO
DI
34,6FOSSALTA
Via
Edificio con chiostrina interna,
coperta a piano terra
67
27,8
RR
EN
34,0
34,2
TO
34,7
34,2
34,4
17
34,1
27,8
Edificio con corpo aggettante
S.S
.
33,9
36,1
ORFANOTROFIO
SS
O
33,1
34,3
FO
36,3
34,5
34,5
(N.
66
Edificio con corpo aggettante
su strada pubblica
34,3
35,2
9)
34,6
35,4
Particolare di un elemento della CTR della Regione Emilia-Romagna in scala 1:5000.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
glossario
10
12
(11)
Fabbricato (11) sottostante
le particelle edilizie 10 e 12,
composte di edificio e attinenza
scoperta
Punto trigonometrico: è un vertice della rete trigonometrica di primo
ordine (o rete geodetica italiana). Questa rete copre l’intero territorio
nazionale ed è formata da maglie triangolari, costruite con il metodo
della triangolazione. A questa rete si integrano reti di secondo, terzo
e quarto ordine, sempre più fitte.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
30
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
CARTE SPECIALI E TEMATICHE
Come già accennato, oltre alle carte generali, vengono prodotte anche
carte speciali e tematiche, che descrivono specifici aspetti del territorio. Esse sono prodotte sia da organi ufficiali dello Stato (come l’Istituto Idrografico della Marina o l’Ufficio Geologico) sia da enti pubblici o privati.
Mentre le carte speciali descrivono particolari aspetti naturali (idrografici, geologici, sismologici, ecc.), le carte tematiche rappresentano
elementi di geografia antropica (economia, popolazione, turismo, ecc.).
Sia le carte speciali sia quelle tematiche si servono della cartografia
generale (geografica, corografica o topografica) per semplificarne alcuni dettagli e aggiungervi dati relativi allo studio di un tema (di qui
il termine «tematico»).
La varietà dei fenomeni costringe i cartografi a servirsi di tecniche di
rappresentazione molto varie. Questi fenomeni possono essere descritti in termini solo qualitativi (per esempio la diversa dislocazione delle
materie prime) oppure in termini quantitativi (per esempio la quantità dei vari prodotti minerari); si possono rappresentare fenomeni statici (per esempio la struttura geologica di un territorio) oppure dinamici (per esempio la crescita della popolazione).
Secondo i casi ci si serve di simboli, diagrammi, istogrammi, colori, tratteggi, cartogrammi (colorazione a mosaico delle diverse zone),
nonché delle necessarie legende a margine della carta. Il tutto deve essere ideato e realizzato in modo da evitare che la carta sia troppo densa di segni e quindi scarsamente leggibile.
Le carte nautiche sono carte speciali destinate alla navigazione
e che quindi evidenziano profondità delle acque, fari, punti
cospicui, relitti, ecc.
In queste carte, una relativa alle precipitazioni e l’altra alle temperature, si è fatto ricorso
alla colorazione a mosaico delle zone che presentano dati omogenei.
In questa carta tematica i dati relativi alla pesca
e all’allevamento sono riportati mediante aree in colore
e istogrammi.
Nell’ambito delle carte tematiche è da ricordare una particolare tecnica, quella delle rappresentazioni
metacartografiche; esse mantengono in linea di massima la dislocazione degli elementi geografici,
ma li semplificano e li deformano in modo che le loro aree siano proporzionali ai dati socio-economici
da rappresentare.
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31
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
Suggerimenti di metodo
PREPARAZIONE DEL DISEGNO
쐍 Analisi dell’oggetto
Studiare dettagliatamente il pezzo e le sue dimensioni reali.
쐍 Stesura dello schizzo preparatorio
Dopo aver definito quali rappresentazioni disegnare, si può iniziare a tracciare lo schizzo preparatorio completo di quotatura. Per la
tracciatura delle quote si tengano presenti i seguenti suggerimenti.
ESEMPIO
쐍 Analisi dell’oggetto
L’oggetto da rappresentare
consiste in una piastrina,
con risalto superiore e
scanalatura inferiore. La
stessa è attraversata da tre
fori ed è raccordata alle estremità da due
semicilindri.
쐍 Stesura del disegno
• Si disegnano le viste lasciando intorno a esse lo spazio necessario
per le quote.
• Si tracciano le linee di riferimento in modo che sporgano di circa 1
mm dalla linea di misura.
• Si cura l’allineamento e la distanza uniforme delle linee di misura.
• Si appongono accuratamente le frecce e i valori delle quote.
24
6
• Disporre le viste sul foglio in modo che vi sia spazio sufficiente per
le quote.
• Lasciare una distanza costante tra quote parallele.
• Disegnare frecce e numeri in modo uniforme.
• i diametri dei fori vanno quotati senza il simbolo Ø, perché sono disposti in riferimento diretto con le circonferenze;
• è superfluo aggiungere la quota della larghezza totale della piastrina, perché già ricavabile dagli interassi e dalla conoscenza dei raggi (R10) delle semicirconferenze dei raccordi.
6
쐍 Stesura del disegno
È da notare che:
8
• Ricordare sempre che le quote riportano solo valori reali delle misure, a prescindere dalla scala del disegno.
• Per una quotatura geometrica, che prescinde dalle esigenze tecniche, è generalmente preferibile il sistema di quotatura in serie o quella progressiva, perché comportano un minore ingombro sul disegno.
• Disporre le quote nella vista che mostra l’elemento da quotare nel
modo più chiaro.
• Disporre le quote esternamente alla figura, evitando che le linee di
riferimento la attraversino.
• Per le quote disposte parallelamente iniziare dalla più piccola e passare alle successive allontanandosi dal profilo della figura: ciò al fine di evitare l’intersezione tra linee di riferimento e linee di misura.
• I fori si quotano con l’interasse (posizione dell’asse del foro) e il
diametro.
• Evitare la ripetizione di una stessa quota su viste diverse.
• Non indicare quote già ricavabili da altre per somma o per differenza.
12
쐍 Stesura dello schizzo preparatorio
Ø8
Ø8
Ø8
• Nella vista frontale indicare gli spessori della piastrina e del risalto
da un lato della figura e, sul lato opposto, la quota dello spessore
della scanalatura; in questa stessa vista è opportuno disporre anche le quote della larghezza della scanalatura e del risalto.
• Nella vista dall’alto quotare i fori mediante interasse e diametri, la
profondità della piastrina, coincidente con i diametri delle semicirconferenze di raccordo.
32
20
Dopo aver tracciato le viste, si aggiunge la quotatura seguendo i
seguenti suggerimenti.
24
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ESERCITAZIONE 1
ESERCITAZIONE 2
Dalle assonometrie planometriche ricavare
in scala 1:200 i prospetti e la planimetria
dell’edificio, disponendo le viste secondo
un metodo a piacere
ESERCITAZIONE 3
Dalle assonometrie planometriche ricavare
in scala 1:200 i prospetti e la planimetria
dell’edificio, disponendo le viste secondo
un metodo a piacere
Dalle assonometrie cavaliere dimetriche
ricavare in scala 1:500 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste
secondo un metodo a piacere
N
N
Scala 1:500
N
ESERCITAZIONE 4
Dalle assonometrie planometriche ricavare
in scala 1:500 i prospetti e la planimetria
dell’edificio, disponendo le viste secondo
un metodo a piacere
N
Scala 1:200
Scala 1:200
N
N
N
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N
Scala 1:500
33
ESERCITAZIONI
OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
ESERCITAZIONI
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
ESERCITAZIONE 5
ESERCITAZIONE 6
Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:200 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo il
metodo delle frecce
Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:200 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo il
metodo delle frecce
N
N
Scala 1:200
Scala 1:200
N
34
N
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
16
16
Schema volumetrico di edificio
In scala opportuna disegnare le viste quotate necessarie alla completa descrizione dell’edificio
ESERCITAZIONI
ESERCITAZIONE 7
18
20
10
20
10
12
10
5
28
10
14
24
12
Quote in m
ESERCITAZIONE 8
10
Schema volumetrico di copertura della Basilica di Massenzio a Roma
15
In scala opportuna disegnare tre viste quotate
18
(74
15
18
)
18
5
10
10
16
2
2
16
2
30
16
2
16
30
Quote in m
2
ESERCITAZIONE 9
Schema volumetrico di arco trionfale
2
1,
In scala opportuna disegnare tre viste
quotate
1,2
2
1,
2,2
8
21
R4
R
5,6
8
16
2
8
5
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9
9
5
Quote in m
35
ESERCITAZIONE 10
Schema volumetrico del Ponte Fabricio a Roma
In scala opportuna disegnare tre viste quotate
3
2
5
R
2,5
5
7
R1,5
10
Quote in m
ESERCITAZIONE 11
7,5
7,5
10
ESERCITAZIONE 12
Portarotoli in legno
Poltroncina in legno (Gerrit Rietveld)
In scala 1:2 disegnare tre viste quotate dei due componenti (disegno di particolari) e l’assonometria cavaliera degli elementi assemblati (disegno complessivo)
In scala 1:10 disegnare tre viste quotate e l’assonometria cavaliera
6
56
50
2
Ø4
Ø3
Ø4
2
2
35
6
30
23
5
2
5
15
Ø4
Ø3
Ø4
20
2
2
53,
2
2
2
32
64
5
20
2
15
2
2
23
Quote in cm
R
5
1,
R
5
5
3,2
5
12
Quote in cm
17
ESERCITAZIONI
RAPPRESENTAZIONE TECNICA
Sezione sul piano di simmetria
36
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OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO
ESERCITAZIONI
ESERCITAZIONE 13
40
Disegnare le stesse viste in scala a piacere, correggendo gli errori di quotatura
7
26
7
44
90°
14
40
12
12
14
34
4
14
ESERCITAZIONE 14
18
Ø12
Disegnare le stesse viste in scala a piacere, correggendo gli errori di quotatura
9
7
10
4
90°
7
18
16
7
60
ESERCITAZIONE 15
Nella pianta dell’alloggio disegnare porte
(a una anta), finestre (a due ante, senza
mazzetta e con sguancio a squadro),
porte-finestre per gli ambienti che
danno sul balcone (una a due ante, l’altra a una anta) e canna fognaria adiacente al bagno.
Bagno
Cucina
Letto 2
Balcone
Salotto - Pranzo
Letto 1
Ripostiglio
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