Partiti ed elezioni 8 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

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I partiti politici - Cap.6
Alla ricerca delle cariche
Vincoli istituzionali e coordinamento politico
• «Né la conquista di iscritti, né quella di elettori sono fini a sé stanti per i
partiti. La loro mira è arrivare al potere nello Stato» (von Beyme)
• Con la «statalizzazione dei partiti, i partiti non sono più semplicemente il
trait-d’union fra società civile e istituzioni ma, piuttosto, sarebbero
diventati gli artefici stessi dello Stato
• Dalla fine degli anni ‘90 quasi tutti i principali partiti delle democrazie
occidentali hanno avuto esperienze di governo o ne sono diventati
potenziali partner. L’apertura dell’accesso al governo riflette la rinuncia da
parte della politica a perseguire politiche che mettano in discussione il
quadro di riferimento economico capitalistico e mercatista. Insomma,
cresce la possibilità di alternanza perché questa è diventata meno
alternativa.
Il governo di partito (party government)
• I partiti consentono il funzionamento del sistema dei rapporti tra
Parlamento, esecutivo e capo del governo (sistema di governo)
• L’espressione governo di partito sta ad indicare:
1) l’insieme di vincoli formali e informali
2) La logica operativa di governo (governance partitica)
l’insieme di vincoli formali e informali
• I partiti si muovono nell’ambito di una struttura delle opportunità politiche che
stabilisce quali sono le cariche pubbliche rilevanti e contendibili, le regole per
accedervi, i modelli di comportamento idonei alla loro acquisizione e così via.
Regole e istituzioni finiscono per influenzare gli obiettivi e le preferenze dei
partiti, le loro strategie, i loro rapporti reciproci e gli stessi esiti della
competizione politica.
• Le istituzioni statali influenzano i partiti e i sistemi di partito attraverso tre
modalità principali:
a) La regolazione legale degli aspetti salienti della vita di un partito (quali la legge
elettorale, sul finanziamento pubblico, sulle campagne elettorali, sull’accesso ai
media, altri profili);
b) La regolazione di settori della società rilevanti per i partiti (il sistema dei media,
dei gruppi di interesse, l’estensione dell’intervento pubblico, le riforme
amministrative, ecc.)
c) Le caratteristiche e l’operatività delle strutture statali (forma di governo,
burocrazia, corte costituzionale e magistratura, presenza di strumenti di
democrazia diretta, ecc.)
La logica operativa di governo (governance partitica)
1) La capacità di reclutamento (nomina) del personale politico elettivo
e non;
2) La capacità distributiva, cioè l’assegnazione di risorse pubbliche al
personale di partito e simpatizzanti;
3) La capacità di soluzione dei problemi collettivi, vale a dire la
formazione e implementazione delle politiche pubbliche;
4) La capacità di coordinamento istituzionale o procedurale, ovvero di
coordinare e far funzionare il Parlamento e il governo nelle loro
relazioni reciproche e in quelle con le altre istituzioni
Il governo di partito
• Governo di partito inteso come «partiticità del governo» e «partiticità della
società». Si è dinanzi ad un regime di partito (partitocrazia) tutte le volte
che i partiti politici detengono il controllo (più o meno pieno) del governo e
hanno il controllo (più o meno) esteso sulla società
• Le condizioni per l’affermazione della «partiticità del governo»:
1) Tutte le più importanti decisioni debbono essere prese da persone scelte
in elezioni condotte secondo distinzioni di partito o da persone nominate
da e responsabili verso persone così elette;
2) Le politiche debbono essere decise all’interno del partito di governo, nel
caso che questo sia «monocolore», o attraverso contrattazioni fra i partiti
componenti la colazione di governo;
3) Le personalità di grado più elevato (ministri e capi di governo) in genere
sono scelte all’interno dei loro partiti e debbono essere responsabili di
fronte ai cittadini attraverso i loro partiti (Katz)
Tipologie di «governo di partito»
• Modello Westminster, con i partiti al potere che godono di maggiori
vantaggi specularmente ai partiti all’opposizione che hanno un
margine di manovra ridottissimo
• Governi consociativi, i partiti al potere sono più deboli per il fatto di
dover tenere conto del potere di veto delle opposizioni
• Governo/opposizione inclusivo
Tipologia ibrida
• Governo/opposizione proporzionale
• Oggi i partiti appaiono, più che come canali di accesso e
redistribuzione egualitaria delle posizioni di autorità, come strumenti
di controllo dei privilegi e di accesso al «mondo a parte» della
politica. Tali pratiche, inoltre producono «l’abuso di ruoli pubblici e
fini privati» (Piattoni)
• La distorsione delle finalità delle istituzioni pubbliche:
patrimonializzazione o privatizzazioni del pubblico
 bene comune vs. bene di alcuni
 interesse generale vs. interesse particolare
 governo delle leggi vs. governo degli uomini
• Abusi strutturali dei ruoli pubblici:
- clientelismo, distribuzione di benefici al proprio collegio,
corruzione
• Abusi relazionali dei ruoli pubblici:
- trasformismo, consociativismo, cambi di casacca, scambio di voti
in Parlamento
• Patronage: remunerazione selettiva dei sostenitori fedeli tramite la
concessione di cariche pubbliche
• Job patronage = patronaggio delle occupazioni
Partiti e sistemi di governo
• Democrazia bi-polare
• Democrazia competitiva
• Democrazia multipolare
• Democrazia proporzionale
Democrazia bipolare
- Competizione bipartitica o tendenzialmente tale
- Stabilità del governo (la stabilità può essere assicurata anche in caso di
coalizioni di partiti coese e per l’efficacia dei dispositivi costituzionali)
- Prevalenza governi monopartitici
- Dialettica esecutivo-Parlamento viene sostituita dalla dialettica
maggioranza-opposizione
- Regola della maggioranza come criterio di funzionamento delle
assemblee parlamentari (democrazie maggioritarie)
- Baricentro potestativo a favore del capo del governo (primus super
partes)
• La tendenza alla «presidenzializzazione della politica»
• Riduzione del peso degli attori con poteri di veto (veto player) all’interno
del processo politico e più ampia e incisiva capacità del governo di
indirizzare le decisioni e di innovare le politiche
• Il Parlamento, controllato dal governo e dalla maggioranza partitica che lo
sostiene, funziona come un’istituzione trasformativa che converte in leggi i
provvedimenti di origine governativa
• Nei sistemi partitici multipolari le elezioni non sono più in grado di
registrare l’esito del voto e di certificare l’eventuale alternanza
(«democrazie non maggioritarie»)
• L’elettore votando non investe direttamente il governo ma dà una ‘’delega
in bianco’’ che toccherà ai partiti e segnatamente ai loro leader riempire
• La dinamica degli esecutivi nelle democrazie proporzionali:
1) democrazie consociative
2) forme di semi-alternanza con il partito maggiore che resta al
governo mentre cambiano i partner minori
• In Italia, regole non scritte sulla formazione dei governi nella prima
repubblica:
1) conventio ad excludendum
2) la presenza in pianta stabile della Democrazia Cristiana al governo
3) il partito di maggioranza relativa (la DC) fungeva da partito pivot
delle coalizioni
• Nelle democrazie a competizione centrifuga:
- Il capo del governo agisce come un primus inter pares
- Il governo funziona come un’organizzazione collegiale che decide
attraverso negoziazioni e «compensazioni reciproche differite tra le diverse
anime politiche (di partito e di corrente) presenti al suo interno
- Si appannano le differenze tra maggioranza e opposizione
(consociativismo)
- Potere di veto istituzionali
• Democrazie maggioritarie con pochi o un solo veto player (decisioni facili –
minimizzazione dei costi interni o decisionali)
• Democrazie proporzionali con molti veto players (processo decisionale
difficile: minimizzazione dei costi esterni o sociali)
Potere di governo e potenziale di coalizione
• Potenziale di coalizione
fattori riconducibili alla struttura e al
funzionamento del sistema partitico: numero dei partiti, rapporti di
forza, distanza ideologica, modello di competizione prevalente (bi- o
multi-polare), prevalenza di coalizioni pre- o post-elettorali
• Potere di governo
morfologia dei governi: durata, tipo di governo
(monopartitico o di coalizione), status parlamentare (minoritari,
maggioritari, eccedenti), orientamento ideologico (sinistra, centro,
destra), grado di omogeneità/eterogeneità politica
• Tipi di governo (secondo se hanno la maggioranza e la loro composizione):
1) governi monopartitici maggioritari
2) coalizioni minime vincenti
3) coalizioni eccedenti
4) governi monopartitici di minoranza
5) governo di coalizione minoritari
6) governi tecnici
• Nelle coalizioni eccedenti i potenziali partner di governo si pongono il
problema di minimizzare i costi di partecipazione al governo (contesti
democratici eterogenei dove esistono rilevanti minoranze da tutelare o
dove il conflitto politico tende alla radicalizzazione ideologica o sono
presenti gravi sfide, interne ed esterne, che minacciano la tenuta della
democrazia
• Le regole informali che presiedono alla distribuzione delle cariche
ministeriali
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