La Chiesa ei residui del potere temporale

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La Chiesa e i residui del potere temporale: dialogo tra il Cardinal Martini ed Eugenio Scalfari
Sulle pagini culturali del quotidiano La Repubblica di questa mattina compare un dialogo di grande bellezza
e profondità tra due autorevoli personalità della cultura italiana. Eugenio Scalfari, scrittore e giornalista, e il
Cardinale Carlo Maria Martini, gesuita, studioso ed arcivescovo emerito della diocesi di Milano, hanno
avuto un incontro, nella sede dalla casa di riposo dei gesuiti di Gallarate, da cui ha tratto origine un confronto
culturale degno di grande attenzione su alcuni temi fondamentali sia per i laici sia per i cattolici.
In primo luogo Scalfari, che in passato si era pubblicamente confrontato con il cardinale Martini sui temi
della modernità e dell’etica, laica e cattolica, ha chiesto al Cardinale Martini perché ha deciso di scrivere un
libro insieme a Don Luigi Verzé, il cui titolo è 'Siamo tutti nella Stessa Barca', edizione Rizzoli. Il Cardinale ha
risposto alla domanda di Scalfari, sostenendo che esiste in questo momento per gli uomini di chiesa la
necessità di confrontarsi con la modernità per comprenderla, sicché sia possibile continuare a
testimoniare la parola di Dio ed il Verbo Incarnato.
La chiesa, secondo il Cardinale Martini, devo porsi con saggezza il problema dei divorziati, che non
possono essere emarginati dalla vita ecclesiale, la questione relativa all’elezione dei Vescovi, il ruolo che i
laici devono esercitare nella chiesa. Occorre, secondo il Cardinale Martini, ridefinire i rapporti tra le gerarchie
ecclesiastiche ed il potere politico e inoltre bisogna discutere della questione delicata riguardante il celibato
dei preti.
Per il Cardinale Martini nella nostra società non si sta soltanto diffondendo l’indifferenza e un eccessivo
individualismo, per effetto del quale ognuno persegue il proprio interesse personale, ma si è prodotta una
drammatica e tragica separazione tra la fede religiosa e la carità cristiana. La fede religiosa non deve
basarsi soltanto sui sacramenti e sulla partecipazione alla messa domenicale, ma comporta un percorso di
vita nel quale il credente è chiamato a testimoniare i valori eterni del cristianesimo: la carità, l’attenzione
alla vita delle persone, la condivisione delle propria esistenza con quella degli altri per rompere e superare il
muro della solitudine, che spesso condanna le persone al silenzio e al dolore.
Rispondendo ad una domanda di Scalfari, che si proclama non credente, sui peccati più gravi del nostro
tempo, di cui il Cardinale aveva parlato in un suo libro recente intitolato 'Conversazioni notturne a
Gerusalemme' per Martini l' ingiustizia e la diseguaglianza sono due grandi peccati che offendono la dignità
umana. Nel nostro tempo, e questo vale per i laici ed i credenti, manca una visione del bene comune,
secondo la riflessione intellettuale del Cardinale Martini, aspetto essenziale che spiega la crisi della politica e
della società umana.
Scalfari, dialogando con il Cardinale Martini, ha citato uno scritto recente di Vittorio Messori, nel quale
l’intellettuale cattolico sostiene che bisogna distinguere tra il clero, che si occupa della salvezza delle anime,
e le istituzioni che fanno capo alla città ed allo Stato vaticano. Per Il Cardinale le istituzioni vaticane, che
comprendono le nunziature apostoliche sparse per il mondo, sono un residuo del periodo in cui la Chiesa
cattolica esercitava il potere temporale. Oggi il potere temporale non esiste più e non potrà essere
restaurato.
In ogni caso il ruolo di queste istituzioni è destinato, secondo Martini, ad essere ridimensionato, poiché la
Chiesa è una comunità che si regge su due pilastri: il Papa e la comunione dei Vescovi. Il compito della
Chiesa, nell’era della modernità, dove dilagano il relativismo e il nichilismo, deve essere quello di predicare
la salvezza cristiana con spirito di carità e grande apertura culturale verso i tempi nuovi, che si profilano
all’orizzonte delle società umane. Scalfari, con la consueta eleganza intellettuale e lucidità, ha chiesto al
Cardinale Martini se la spinta del Concilio Vaticano II si sia indebolita ed esaurita, e se non si debba
convocare un nuovo concilio.
Per il Cardinale Martini il Concilio Vaticano II fu convocato per discutere dei problemi legati al rapporto tra la
chiesa e la scienza, tra la morale cattolica e l’evoluzione dei tempi e del costume, tra la cultura moderna e
la tradizione millenaria del pensiero teologico nato dal cristianesimo. Questi problemi sono aperti
dinanzi alla chiesa del nostro tempo. Per questo motivo, secondo il cardinale Martini, bisogna convocare un
nuovo Concilio, nel quale affrontare sia la questione delicata dei cattolici divorziati, sia il percorso
penitenziale di ogni singolo credente, visto che il sacramento della confessione non è più osservato dai
cattolici, come avveniva nel passato. (GIUSEPPE TALARICO
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