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COMUNICATO STAMPA
“La montagna ha partorito la pecora Dolly: questa manovra è il clone
delle precedenti”
Roma, 18 aprile 2014
“È vero, proprio quando il governo ci dice di 'stare sereni' dobbiamo allarmarci. Nel decreto tagliaIrpef il Fsn viene decurtato e gli stipendi dei dirigenti medici e sanitari sono usati come bancomat
per cavar fuori i fatidici, ormai promessi, 80 euro, da destinare alle buste paga più basse” commenta
Mauro Mazzoni, coordinatore nazionale Fassid.
“Siamo delusi dalla solita politica che adopera la sanità come fondo cassa per ogni spesa o
risparmio; siamo arrabbiati perché ci sentiamo presi in giro: ad amministrare facendo tagli lineari
siamo bravi tutti”.
“Da questo copione che si ripete all'infinito, emerge chiaramente che il ministero della Sanità non
ha più alcun potere e nessuna riforma del Titolo V potrà restituirgliene: ormai a gestirlo è il
ministero dell'Economia, con buona pace di tutti noi lavoratori del Ssn”.
“Non ci resta quindi che fare sentire la nostra protesta. Va bene fare la propria parte di sacrifici, va
bene mettere un tetto agli stipendi più alti, ma adesso si parla di decurtare anche le buste paga dei
dirigenti medici e sanitari che guadagnano 60mila euro annui, comprensivi di indennità e ricavi
della libera professione, con gli stipendi bloccati da anni, senza avanzamenti di carriera, senza turn
over e spesso precari”.
“Insomma, impoverire gli altri lavoratori, per trovare 80 euro da destinare ai più poveri, non ci
sembra un progetto di grande respiro. Ci sembra più che un verso cambiato un cappotto rivoltato”.
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