Ho le palle cubiche dei matematici che credono

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Ho le palle cubiche dei matematici che credono ciecamente nella matematica e nel suo formalismo,
come se fosse un meccanismo perfetto e completo. In realtà il formalismo matematico presenta
enormi lacune e mancanze anche negli aspetti più semplici e che si considerano totalmente risolti.
Nonostante questo il pensiero matematico si è ormai lanciato, con grande arroganza, verso questioni
complicatissime, e i matematici hanno assunto la presunzione di essere geni e dei in terra. I soli
depositari della verità. I soli capaci di comprendere certe cose, insomma gli esseri più intelligenti
del pianeta. Ma si sbagliano, perché IO sono l’essere più intelligente del pianeta. Vi mostrerò infatti
come alcune questioni, che un qualunque matematico ritiene talmente semplici e banali da non
essere degnate di uno sguardo, meriterebbero, se solo si avesse la giusta umiltà che per fortuna del
mondo intero IO possiedo, una riflessione più approfondita.
Un esempio? Le equazioni cubiche appunto!
Se chiedete a un qualsiasi matematico di parlarvi della risoluzione di un’equazione cubica,
probabilmente vi sputerà in faccia… esibendo la sua saccenza… dicendovi che è una questione di
una banalità assoluta… che le equazioni cubiche sono tutte risolubili attraverso una formula
dimostrata secoli fa… che la questione è totalmente chiusa… che non è degna di essere presa in
considerazione da delle menti illuminate, destinate ad occuparsi di cose molto più importanti e
complicate. Però... sì, IO IPPASO, voglio metterci un però... e, come tento di fare ormai da secoli,
aprire gli occhi a voi miseri, levandovi dall’ignoranza e dal putridume in cui sguazzate. Ascoltate
cosa ho da dirvi: anche in una questione banale come questa la notazione matematica non è poi così
del tutto efficace.
Consideriamo una generica equazione del terzo grado
ax 3  bx 2  cx  d  0 ,
essa ammette tre soluzioni, di cui almeno una deve essere un numero reale. Le soluzioni si possono
ricavare “facilmente” tramite la ben nota formula risolutiva. Tale formula si ricava eseguendo le
seguenti trasformazioni:
ax 3  bx 2  cx  d  0
x


b
x y
y 3  ey  f  0
3a


3
s
e
e
y  z  ,s  
z 6  fz 3 
0
z
3
27


3
e
w  z3
w 2  fw 
27
Nel caso in cui l’equazione di secondo grado ammetta due radici complesse coniugate iniziano i
guai! Infatti dette   i tali soluzioni complesse, allora la radice reale dell’equazione cubica di
partenza non si riuscirà mai ad esprimere effettivamente come una radice reale, poiché
continueranno a comparire in qualche forma delle unità immaginarie. Precisamente quella che
dovrebbe essere la radice reale dell’equazione cubica assumerà la forma:
b
s
.
x    3   i 
3   i
3a
Quindi IO dico che razza di zozza formula è questa che non mi permette di vedere che un numero
reale è effettivamente un numero reale? Direte voi: tale numero si potrà esprimere in altri modi. Sì,
vediamo in quale. Utilizzando le formule di Eulero si può estrarre la radice cubica di un numero
complesso. Con questo artificio possiamo eliminare la presenza dell’unità immaginaria e ottenere il
numero:
b

1
 23  2   2 cos arctan  ,
3a

3
che assume i connotati di un numero reale ma perde tristemente le sue qualità di irrazionale
algebrico, apparendo di più come un numero trascendente.
Ora vi dico matematici di tutto il mondo: vergognatevi di non essere in grado di scrivere una
semplice soluzione di un’equazione cubica in modo che appaia essere un numero reale com’è e che
conservi le sue qualità algebriche.

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