Hall of fame - Comune di Modena

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L’innovazione è frutto di metodo,
sperimentazione, immaginazione
Correva l’anno 1700 quando la Royal Society di Londra (la società scientifica più prestigiosa del tempo) ricevette
dall’olandese Antonio van Leeuwendhoeck una lettera con un disegno allegato in cui egli scriveva “ho cercato molte volte
di scoprire di quali parti sia composta la massa del sangue, e ho osservato che è composto di piccoli globuli rossi che nuotano in un
fluido cristallino simile all’acqua.[..] Immagino che questi globuli debbano essere molto flessibili elastici, perché prendono la
forma d’uovo per passare attraverso le vene così piccole e sottili..
Antonio van Leewenhoeck di mestiere fa il fabbricante di tessuti a Delft, è esperto di stoffe, di cui
è abituato a valutare il pregio, l’ordito e la solidità. Non capisce il latino, non ha studiato, ma cerca
di darsi una cultura e la medicina lo affascina. Passa interminabili ore della sera a studiare il corpo
umano e a leggere manuali di ottica, cercando soprattutto di capirne i disegni, aiutandosi con
l’immaginazione.
Prima che il commerciante olandese giungesse alla conclusione che il sangue non è solo un liquido
di colore rosso, ma che contiene tanti piccoli corpuscoli che lui chiama globuli, all’Università di
Bologna, Marcello Malpighi osserva che il sangue è composto da un liquido biancastro e da alcune
particelle rosse che chiama parte solida del sangue. E’ il 1667.
Sette anni più tardi, un altro olandese, Jan Swammerdam, osserva al microscopio un pezzo di
intestino e scopre nel sangue rimasto nei villi intestinali la presenza dei globuli rossi.
I tre studiosi hanno scoperto che il sangue non è solo un liquido dal colore rosso, ma contiene
alcune parti che chiamano nel modo più diverso. Non si sa ancora bene a che cosa servano questi
piccoli corpi rossi. Si sa solo che esistono. Ci vorranno ancora quasi duecento anni, molti progressi
nell’ottica e soprattutto le scoperte sulla teoria cellulare alla base della moderna biologia, prima di
arrivare a dire che i globuli rossi sono la cellula più conosciuta del corpo umano.
Grazie ai microscopi e a tanti “visionari” della ricerca ora sappiamo che quello che ci scorre nelle
vene in realtà non è solo un liquido rosso, ma un universo popolato di particelle che nascono, si
trasformano, combattono gli invasori, hanno una loro memoria genetica ambientale, una loro
“identità”, possono auto-ripararsi, morire, a volte senza che ce ne accorgiamo.
HALL OF FAMES: Pionieri, innovatori, sperimentatori
(in via di definizione, ma appariranno in ordine alfabetico, non cronologico..)
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