- Emanuele Polverelli

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INTRODUZIONE ALLA RELIGIOSITA’
La religiosità cinquecentesca fu ispirata dalla drammaticità dei tempi, il nuovo infuriare delle
malattie epidemiche, l’instabilità sociale, le devastazioni prodotte dai frequenti conflitti sembravano
confermare le apocalittiche profezie medioevali: lo stesso papa Clemente VII, chiese nel 1534, a
Michelangelo di raffigurare il Giudizio Universale nella cappella Sistina.
L’avvento dell’Anticristo precedeva la seconda discesa di Cristo e la fine del mondo.
La Chiesa legittimò la formale segregazione degli Ebrei e la caccia alle Streghe e avviò la riforma
Cattolica( moto autonomo ad essa interno e distinto dalla controriforma, ossia quelle misure che
adottò in reazione alla diffusione del movimento protestante).
ERASMO DA ROTTERDAM
Umanista olandese (Rotterdam 1466 - Basilea 1536). Educato presso il monastero dei canonici
agostiniani di San Gregorio di Steyn, fu consacrato sacerdote nel 1492, dove la devotio moderna
proponeva una rinascita della vita spirituale, attraverso l’esperienza individuale di una esistenza
improntata all’imitazione di Cristo, assumendo come modello le forme della sua umanità. Frequentò
l'università di Parigi e vi conseguì il baccellierato in teologia (1497). Nel 1499 si recò a Oxford,
dove conobbe Tommaso Moro e fu attratto dalla filosofia neoplatonica. L'educazione e la
razionalità divenivano per lui base di un equilibrato atteggiamento culturale. Risiedette poi a
Bologna (1506) e a Venezia (1507), presso il grande stampatore Aldo Manuzio.
La sua più importante opera fu l'edizione del Nuovo Testamento in greco, stampata a Basilea nel
1516, che ebbe un'influenza grandissima sugli studi umanistici e filologici: rinnovare il
cristianesimo significa ricondurlo alla sua purezza originaria attingendo direttamente alle Sacre
Scritture.
Nel 1509 Erasmo scrisse l’Elogio alla Pazzia dove denunciò con toni aspri il malcostume imperante
negli ambienti universitari ed ecclesiastici. I teologi sono più pazzi di tutti e “al lor talento”
spiegano i principii dogmatici; i monaci poi sono ignoranti della dottrina e adulatori dei ricchi; i
papi infine, avidi di potere impugnano le armi per questi beni. Erasmo contrappone a costoro la
“follia” di chi comprende che “tutto è vanità” e scopre nelle sacre scritture la fonte cui attingere i
valori della propria fede. Il culmine della pazzia sta nella “follia della Croce”.
Tale composizione è espressione di quel gusto per l’ironia, per il gioco erudito peculiare dei circoli
umanistici (come l’Utopia di More).
In seguito alla Riforma protestante, Erasmo si trasferì nel 1522 a Basilea, dove divenne un
intermediario tra il papato, i cattolici e gli esponenti più in vista del movimento protestante.
Polemizzò tuttavia con Lutero per la sua dottrina che negava la libera volontà umana (De libero
arbitrio, 1524).
E. fu il più insigne degli umanisti rinascimentali e certamente il più influente, in quanto seppe
associare all'amore per l'antichità classica e per lo studio filologico la passione per la ricerca della
verità e per la riforma della Chiesa e della società in uno spirito di tolleranza e di dialogo.
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