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Catullo e la poesia nuova
Dal conflitto generazionale alla
crisi della tradizione romana
Facendo della poesia e dell’amore le sue uniche occupazioni, Catullo
ha stravolto il modello di buon cittadino che la tradizione romana
difendeva accanitamente.
Egli inoltre non nascondeva il suo amore per una donna sposata,
anzi, pretendendo che questa relazione non rimanesse sul piano del
semplice sfogo di esigenze sessuali (amor) come accadeva per gli
uomini che frequentavano le prostitute, la riteneva ancora più sacra del
matrimonio stesso (bene velle).
Commetteva un’imperdonabile violazione del mos maiorum dal punto
di vista civile, morale e sessuale, suscitando le ire dei senum
severiorum come Cicerone, che non gli perdonò mai questa violazione
o forse, come alcuni hanno sostenuto, lo invidiava per essere riuscito
là dove lui aveva fallito, cioè nel trovare un posto nel letto, se non nel
cuore, di Clodia.
Dunque non solo un conflitto di mentalità, ma un’anticipazione
dell’estraneità che i Romani maturarono nei confronti della vita politica
e del desiderio di delegare le decisioni ad uno solo, purché garantisse
l’ordine sociale e la prosperità economica, nella chiara
consapevolezza che in politica ogni tentativo di azione onesta era
destinato al fallimento.
Il noto distico di Catullo indirizato a Giulio Cesare, amico e ospite di
suo padre, è diventato dunque espressione di un modo di pensare che
da sempre caratterizza coloro che da cittadini si avviano a diventare
sudditi o lo sono già.
NIL nimium studeo, Caesar, tibi uelle placere,
nec scire utrum sis albus an ater homo.
Siamo dunque di fronte ad un conflitto generazionale, ad uno scontro
tra giovani poeti e vecchi letterati tradizionalisti?
Certo, ma nella posizione di Catullo nei confronti della politica si vede
chiaramente il segnale di una crisi che investiva già allora molti romani
e che diventerà sentimento largamente diffuso in epoca imperiale:
l’indifferenza nei confronti della politica.
Come poteva infatti un uomo onesto prendere parte ad un’attività che
lasciava spazio solo a personaggi privi di scrupoli e ben poco rispettosi
delle regole della democrazia, come lo stesso Giulio Cesare?
E, considerando la successiva evoluzione istituzionale di Roma, come
potrà un buon cittadino ritagliarsi un ruolo dignitoso nella gestione
dello stato in epoca imperiale? Il caso di Seneca è significativo.
Il contesto storico:
la fine della Repubblica romana
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Catullo è vissuto tra l’84 e il 54 a.C, epoca nella quale la repubblica romana si
stava dissolvendo in un bagno di sangue.
Si era infatti concluso da poco il conflitto tra il popolare Mario e l’aristocratico
Silla, durante il quale erano state pubblicate le liste di proscrizione e Roma era
stata occupata dagli eserciti dei contendenti come una città nemica.
A questo conflitto si era sostituito quello tra Pompeo, Crasso e Giulio Cesare,
dal quale quest’ultimo sarebbe uscito vincitore proprio nel periodo in cui,
presumibilmente, Catullo è morto.
Roma era continuamente sconvolta da sanguinosi disordini: prima la congiura
di Catilina, sventata dal console Marco Tullio Cicerone, poi i conflitti tra i
sostenitori dei triumviri, tra i quali anche Publio Clodio, violento tribuno della
plebe sostenitore di Cesare, autore dell’esilio di Cicerone e morto assassinato .
Proseguiva il processo di proletarizzazione dei piccoli contadini che, una volta
persa la loro proprietà, si mettevano al servizio dei generali più abili e
ingrossavano le clientele dei personaggi più potenti.
Cronologia
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Anno 84 circa nascita di Catullo
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Anno 63 Catullo sta per ultimare
gli studi
Anno 61 circa Catullo a Roma
Si sviluppa la vicenda amorosa con
Clodia
Anno 57 viaggio in Bitinia
Anno 54 morte del poeta
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Lotte tra Mario e Silla. Dittatura di
Silla
Congiura di Catilina
Pompeo e Crasso dominano Roma
Ascesa di Giulio Cesare
Anno 60 primo triumvirato
Anni 58 \ 52 Cesare in Gallia
Anni 48 \ 44 vittoria di Cesare su
Pompeo e suo governo
Anno 44 assassinio di Cesare
Anni 43 \ 31 Ottaviano si impone
dopo aver ottenuto la testa di
Cicerone, aver sconfitto i
congiurati e aver eliminato Marco
Antonio suo ex alleato e la regina
Cleopatra
Il contesto culturale
• I precedenti
• I contemporanei
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Sebbene non facessero parte di un
vero e proprio movimento
culturale, alcuni poeti vissuti ai
tempi di Mario e Silla anticipano le
concezioni neoteriche della poesia.
Ricordiamo
Quinto Lutazio Catulo, che da
console sconfisse i Cimbri con
Mario, ma venne da lui obbligato al
suicidio
Elvio Cinna, nativo della Gallia
Cisalpina, cultore e
divulgatoredella poesia ellenistica
•
Intorno a Catullo si riunì un gruppo
di giovani poeti, definiti con
disprezzo da Cicerone “poetae
novi” o “neoteroi”, tra i quali
collochiamo, come personaggio di
transizione, Elvio Cinna. Essi
condividevano i gusti poetici, il
disimpegno dichiarato dalla politica
e i piaceri della vita.
La loro importanza è consistita,
sostanzialmente, nel contributo
dato alla nascita e allo sviluppo
della lirica latina.
Gli eredi
• Quinto Orazio Flacco
• Di vent’anni più giovane di
Catullo, fu la grande voce lirica
dell’età augustea, noto anche
per i suoi libri di bonaria satira
sociale.
• Nelle sue liriche riprende alcuni
temi catulliani, soprattutto
quello dell’amore come
consolazione per la caducità
della vita (Carpe Diem; Vides ut
alta nive)
• Tibullo, Properzio,
Ovidio
• I primi due cantano nelle loro
poesie elegiache l’amore come
una passione totalizzante e la
donna come una sorta di
divinità, la pace e la vita nei
campi.
• Ovidio, oltre che come
elegiaco, è noto come poeta
erotico, mandato in esilio da
Augusto per la pretesa
immoralità di un suo carme
La vita
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Gaio Valerio Catullo nacque a Verona intorno al 84 a. C; suo padre era
ben inserito nell’ambiente politico della capitale e conosceva Giulio
Cesare, che ospitò più volte a casa sua.
Forse aveva già conosciuto a Verona una donna che avrebbe ritrovato
dopo il suo precoce trasferimento a Roma (60 a. C), dove sarebbe
diventato subito celebre come poeta emergente, accolto
favorevolmente in tutti gli ambienti alla moda.
Questa donna si chiamava Clodia, moglie del console Quinto Metello
Celere, governatore della Gallia Cisalpina, sorella del tribuno Clodio.
Donna di grande fascino e spregiudicatezza, più vecchia di lui di dieci
anni, intraprese col poeta una relazione occasionale che ad un certo
punto troncò per rivolgersi ad altri amanti. Il più noto di essi, Celio Rufo,
venne da lei accusato di veneficio nei suoi confronti e fu difeso da
Cicerone che, nella sua arringa, rappresenta Clodia come una losca
prostituta.
La vita
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Il poeta, animato da onesti quanto ingenui ideali di amore eterno e
fedele, aveva creduto molto in questa relazione della quale non seppe
mai fare a meno e che trascinò, con alterne vicende ma con esito
negativo, fino alla sua precoce morte.
Nel 57a. C. si recò nella Troade al seguito del pretore Caio Memmio e
visitò la tomba del fratello irrequieto, morto lontano, poi tornò a
Sirmione, nella sua villa di famiglia e successivamente a Roma dove,
sempre più malinconico e malato, morì in circostanze non chiare
intorno al 54
Le vicende felici, ma più spesso infelici di questo amore, unico vero
interesse della sua vita, sono descritte nel Liber, la raccolta delle liriche
catulliane (carmi), opera che contiene testi poetici di varia lughezza,
metro e argomento.
Oltre all’amore, nella vita di Catullo furono importanti anche l’amicizia
con altri poeti che condividevano i suoi gusti, sentimento interpretato in
modo piuttosto possessivo e che procurò a Catullo gioie e delusioni.
Clodia: la negazione
della casta matrona
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Clodia, cantata da Catullo come Lesbia (la donna di Lesbo) è un
personaggio in larga misura enigmatico e nulla si può dire
sull’evoluzione della loro relazione né avrebbe senso dare giudizi
morali. Conosciamo tuttavia di lei alcuni dati indiscutibili:
Clodia, come Sempronia e Fulvia, fu una donna anticonformista, che
negò in sé l’ideale della casta matrona, non facendosi scrupolo di
assumere in fatto di sesso lo stesso atteggiamento disinvolto degli
uomini anche perché solo attraverso relazioni sessuali o di parentela
una donna poteva contare nella vita politica del tempo, essendole
negati i diritti politici;
Come tutte le donne che scelgono comportamenti anticonformisti,
suscitò attrazione, più o meno dichiarata, in molti uomini, anche se altri
la condannarono per aver osato comportarsi come un maschio. E’
anche vero che in molti scrittori dell’epoca i due sentimenti si
alternavano o convivevano (Cicerone Pro Celio - Sallustio De
Coniuratione Catilinae)
A fare le spese dell’anticonformismo di Lesbia fu Catullo, che non si
accorse della diverso significato che la donna dava alla loro relazione.
Storia di una delusione
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Provenendo dalla Gallia Cisalpina come altri poeti neoterici, anche a
causa della sua giovane età, Catullo non realizzò immediatamente la
crudeltà della vita nella capitale e il fatto che le relazioni interpersonali
erano basate più sull’opportunismo che sulla sincerità.
Non accettò nemmeno il fatto che Clodia era una donna molto
corteggiata, quindi in grado di sostituirlo facilmente e che aveva
considerato il loro rapporto come una relazione temporanea.
Egli avrebbe accettato alcune “scappatelle” da parte sua se si fosse
trattato di semplici avventure, ma la sua tendenza a stabilire nuovi
legami e a vivere storie parallele lo deluse profondamente.
Sebbene in molti carmi il poeta ammetta con se stesso che farebbe
bene a dimenticarsi di lei, egli non ci riuscì mai e non c’è traccia di altre
serie relazioni con donne nel suo liber.
Amici, nemici, parenti
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Nel liber, Catullo parla spesso dell’amicizia con molti giovani che
condividevano i suoi ideali poetici. Egli intendeva l’amicizia in modo
molto possessivo, come un rapporto esclusivo ed esposto al rischio di
venire meno per le vere o presunte mancanze dell’amico. Anche in
amicizia, la passionalità di Catullo doveva riservargli delle delusioni.
Molto meno complicata risulta invece la sua relazione con un ragazzo
di nome Giovenzio, al quale egli rimprovera di essere volubile e
infedele, pronto a concedersi ad altri uomini, addirittura di basso ceto
sociale, ma questi tradimenti di natura esclusivamente erotica non
sembrano causargli particolari sofferenze.
Importanti, nel liber, sono i carmi dedicati ai rapporti familiari e ai ricordi
della sua terra, ad esempio il carme in morte del fratello
Catullo aveva anche molti nemici, tra i quali Cicerone, e il liber contiene
testi con i quali li aggredisce, spesso con grande violenza.
Il liber catullianus: i contenuti
• Si tratta di testi poetici di argomento diverso:
• a) poesie d’amore felice e infelice dedicate alla sua
donna
• b) poesie di amicizia o invettiva contro ex amici
• c) poesie di circostanza e invettive contro suoi
avversari
• d) poesie di affetto per i famigliari
• e) poesie dedicate al suo amante Giovenzio
• f) poemetti mitologici e altri testi di carattere erudito
Il liber catullianus: lo stile
• Come tutti i poeti neoterici, Catullo predilige i
componimenti brevi, caratterizzati da:
• a) tecnica formale accuratissima ispirata alla
tradizione greca ed ellenistica
• b) presenza di parole tratte dal sermo cotidianus
• accanto a vocaboli raffinati (grecismi arcaismi)
• c) presenza di neologismi e dell’uso di diminutivi
affettivi
• d) utilizzo dell’ironia
• e) utilizzo dei metri tipici della poesia lirica ellenistica
Il liber catullianus:
le reazioni dei contemporanei
• I testi di Catullo, graditi ai giovani e agli anticonformisti,
suscitarono la riprovazione dei romani tradizionalisti come
Cicerone che rimproverava loro:
• a) di abbandonare la poesia epica e la storia per dedicarsi solo
alla poesia non impegnata, introducendo così una novità non
positiva (sua è la definizione di poetae novi o neoteroi)
• b) di essere irriguardosi nei confronti della morale romana,
cantando apertamente l’amore adultero per una matrona
romana, sebbene ai loro occhi poco raccomandabile;
• c) di utilizzare un lessico e uno stile poco chiari (li chiama
cantores Euphorionis, cioè imitatori di un poeta greco noto per
la sua oscurità)
Il liber catullianus: la fortuna
• Ebbe scarsa fortuna nel Medioevo;
• Petrarca lo conosceva e lo apprezzava
• Ispirò vari componimenti d’amore in epoca rinascimentale;
successivamente Torquato Tasso lo cita quasi alla lettera nel
coro del primo atto dell’ Aminta:
• Amiam, ché ‘l Sol si muore e poi rinasce:
• a noi sua breve luce
• s’asconde, e ‘l sonno eterna notte adduce.
• Giustamente celebre è inoltre il sonetto di Foscolo “In morte del
fratello Giovanni”, ispirato al carme che Catullo scrisse in
occasione della visita alla tomba del fratello.
VIVAMUS mea Lesbia, atque AMEMUS,(nos)
rumoresque senum seueriorum
omnes unius AESTIMEMUS assis!
soles OCCIDERE et REDIRE POSSUNT:
nobis cum semel OCCIDIT breuis lux,
nox EST perpetua una DORMIENDA.
DA mi basia mille, deinde centum, (tu)
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa FECERIMUS,(nos)
CONTURBABIMUS illa, ne SCIAMUS,
aut ne quis malus INVIDERE POSSIT,
CUM tantum SCIAT esse basiorum.
Maiuscolo e grassetto = verbo; sottolineato e grassetto = soggetto
corsivo e grassetto = c.oggetto; sottolineato = genitivo, corsivo = dativo
DA SAPERE
- CONGIUNTIVO ESORTATIVO
- PERIFRASTICA PASSIVA
- IMPERATIVO PRESENTE
- VALORE TEMPORALE DI CUM + INDICATIVO
DA RICORDARE
- CUM + CONGIUNTIVO
- UT/NE + CONGIUNTIVO
- 5 DECLINAZIONI
- INDICATIVO E CONGIUNTIVO
I TEMI
- La felicità degli amanti contrapposta alle invidiose maldicenze dei vecchi
bigotti che condannano ciò che non possono avere;
- Il tema del “carpe diem”, cioè la necessità di godersi la vita e la felicità
perché incombono la morte e, in accordo con le teorie di Epicuro e del poeta
Lucrezio, la dissoluzione delle anime;
- Una variazione sul tema iniziale: gli invidiosi possono gettare il malocchio
sugli amanti per mettere fine alla loro relazione, o addirittura alla loro vita
COLLEGAMENTI
- La vita ultraterrena per i pagani
- Le tabulae defixionum
- L’analogia col frammento dell ’Aminta e altri testi poetici di argomento simile.
IL LESSICO SPECIFICO
- rumores senum severiorum, in senso dispregiativo -basium, termine
tipicamente catulliano passato poi all’italiano - invidere col dat. della
persona
FIGURE RETORICHE
- metonimia; iperbole
DA SAPERE
DA RICORDARE
DA SAPERE
DA RICORDARE
DA SAPERE
DA RICORDARE
DA SAPERE
DA RICORDARE
SCHEDA DI CIVILTA’: LE TABULAE DEFIXIONUM
I Romani erano molto superstiziosi e si rivolgevano spesso alla magia per
maledire qualche rivale o conquistare l’amore negato.
Il verbo invideo, es, visi, visum, videre, costruito col dativo della persona,
significa propriamente “gettare il malocchio a qualcuno” .
Una delle più celebri pratiche di maleficio era la defixio (onis, femm.), con la
quale si “dedicava” l’avversario alle divinità infernali per farlo soffrire o
morire.
Si inseriva il nome del malcapitato su una tavola di piombo o di altro
materiale non deperibile e la si inseriva in una tomba, in un pozzo o altro
luogo difficilmente accessibile fissandola alle pareti con un lungo chiodo.
Il nome del defisso (potevano anche essere più di uno) era scritto con cura,
seguito dal nome della madre, accompagnati talvolta dal disegno della
barca di Caronte o di un demone, segni magici e formule imprecative.
Spesso si consacravano agli Inferi parti del corpo del nemico, la sua anima,
il suo intelletto e anche il suo patrimonio.
SCHEDA DI CIVILTA’: LE TABULAE DEFIXIONUM
Talvolta invece si trovavano invocazioni per ottenere l’amore: una di queste
contiene l’invocazione di un uomo di nome Successo che desidera riavere
l’amore della moglie: “Arda, si senta bruciare d’amore per Successo”
Di norma, tuttavia, le formule invocavano la rovina e la morte:
“Consacro, seppellisco, elimino dal cospetto degli uomini…”
E’ necessario inoltre precisare che il timore per gli invidiosi era diffuso nel
mondo romano: mosaici, scritte, anche scritte sui castoni degli anelli
minacciano gli invidiosi e augurano loro di crepare di invidia.
Su un mosaico in una casa romana in Tunisia, i proprietario si fa beffe di un
invidioso che aveva scommesso che non avrebbe mai portato a termine la
costruzione dell’edificio.
Il timore che l’invidioso passasse alle vie di fatto con qualche sortilegio
doveva dunque essere abbastanza diffuso, soprattutto tra i ceti sociali più
bassi.
APPROFONDIMENTO: LA VITA DOPO LA MORTE
NEL MONDO CLASSICO
- Nel mondo greco e romano esisteva, come per i cristiani, il convincimento che,
dopo la morte, i buoni sarebbero stati accolti in un luogo piacevole insieme alle
anime degli altri giusti e dei grandi eroi (i Campi Elisi), mentre i malvagi sarebbero
stati puniti eternamente in un luogo di sofferenza chiamato Tartaro, popolato da
demoni che ispirarono l’Inferno di Dante.
- La differenza fondamentale rispetto al cristianesimo, tuttavia, stava nel diverso
significato attribuito alla vita ultraterrena: per i pagani, infatti, anche se i buoni non
soffrivano e abitavano in un giardino, erano destinati a rimpiangere per sempre la
luce del sole e la vita nel nostro mondo, ritenuto vera sede dell’uomo. Per i cristiani
invece, la vera meta dell’avventura umana era il Paradiso, luogo luminoso in cui le
anime si ricongiungono al Creatore e sono molto più felici che nel nostro mondo,
radicalmente svalutato da molti mistici medioevali (contemptus mundi).
- Nella visione del mondo cristiana, la risurrezioni di Cristo offriva la prova
dell’esistenza di un aldilà eternamente felice, accessibile a tutti i buoni e questa
concezione innovativa è stata certamente una delle cause fondamentali della rapida
diffusione della nuova religione nel mondo greco-romano.
APPROFONDIMENTO: AMORE E SESSUALITA’
DAL MONDO CLASSICO A OGGI
Le considerazioni che qui si svolgeranno hanno carattere del tutto generale, ad
esse sfuggono perciò una serie di casi particolari da analizzare singolarmente.
Innanzitutto è necessario premettere che, se si esamina il modo in cui l’esercizio
della sessualità è stato inteso attraverso i tempi, si riscontrano alcuni dati
costanti, che sono cambiati in modo sostanziale nel mondo industrializzato solo a
partire dal secondo dopoguerra, con una rapida accelerazione intorno a partire
dalla metà degli anni Sessanta. Si tratta quindi di un cambiamento epocale,
che ha sconvolto tutte le regole, ma si è verificato solo in alcune zone del mondo.
Prima di questo spartiacque, ai dati costanti si sono affiancati una serie di
cambiamenti che hanno caratterizzato periodi e situazioni particolari, non esenti
da battute di arresto e fenomeni involutivi.
Poiché l’esercizio della sessualità, fino al recente avvento degli anticoncezionali
(quelli che funzionano davvero), è stato legato alla riproduzione e alla maternità,
la storia della sessualità umana coincide in buona misura, anche se non
esclusivamente, con la storia della condizione femminile.
E’ comunque sbagliato pensare che la riflessione su questi temi sia una
“cosa da donne”, soprattutto visti i rapidi cambiamenti che si sono verificati negli
ultimi quattro decenni.
APPROFONDIMENTO: AMORE E SESSUALITA’
DAL MONDO CLASSICO A OGGI
Elenchiamo alcune caratteristiche comuni del modo di intendere la
sessualità nel mondo Occidentale fino al secondo dopoguerra:
- nell’esercizio della sessualità, come in tutti gli altri settori della vita
associata e privata, la condizione dell’uomo e della donna sono
radicalmente diverse e a quest’ultima non è concesso ufficialmente
margine di autonomia;
- l’esercizio della sessualità è dunque regolato da norme diverse per gli
uomini e per le donne; entrambi sono soggetti a vincoli, ma la
trasgressione è considerata accettabile per gli uomini e criminale per le
donne;
- l’esercizio della sessualità, essendo strettamente collegato alla
riproduzione, è legato al vincolo matrimoniale, ma mentre questo legame
ha valore di obbligo per le donne, agli uomini viene semplicemente
raccomandato, anche se il cristianesimo tenderà, sebbene con scarsi
risultati, a rendere questo legame più forte anche per il sesso maschile
AMORE E SESSUALITA’ DAL MONDO CLASSICO A OGGI
Mondo romano fino all’avvento del Cristianesimo - visione tradizionale
• UOMINI
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Il dovere fondamentale è il
coraggio
Un uomo è lodato se fa sesso solo
al’interno del matrimonio, ma se
non ostenta queste relazioni gli
viene concesso:
a) il diritto di fare sesso con
schiave domestiche e prostitute;
b) il diritto di fare sesso con schiavi
domestici e prostituti;
c) il diritto di fare sesso con maschi
liberi ma in età adolescenziale
Non concessi:
a) relazioni con matrone
b) relazioni di uomini maturi con
coetanei maschi
c) effeminatezza
• DONNE
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Il dovere fondamentale è la castità;
è meglio addirittura se una vedova
non si risposa (univira), infatti
La mescolanza del seme nel
grembo di una donna indebolisce la
razza
Niente avventure extraconiugali,
che possono essere punite con la
morte o il ripudio
Dovere della modestia (non si parla
di certe cose)
No al vino e al lusso eccessivo
Omosessualità? Scarse
informazioni, ma ritenuta di poca
importanza
AMORE E SESSUALITA’ DAL MONDO CLASSICO A OGGI
Mondo romano fino all’avvento del Cristianesimo - visione trasgressiva
• UOMINI
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Il sesso viene esercitato senza
limitazioni nel numero e nelle
caratteristiche sessuali e sociali dei
partner
Il vincolo matrimoniale non ha
importanza
Non sono interessati al ss
sessuale della moglie
Non ci sono remore nei confronti
dell’omosessualità, o meglio, della
bisessualità
La bisessualità e anche
l’effeminatezza possono addirittura
essere esibite (Adriano,
Commodo), sebbene con scandalo
dei tradizionalisti
• DONNE
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Sebbene le donne debbano essere
molto più caute degli uomini,
specialmente tenendo conto dei
rischi di gravidanza, si diffonde tra
loro l’abitudiane a:
Non tenere conto dei mariti imposti
dalla famiglia
Avere più amanti
Condividere la libertà di bere e di
fare sesso anche con soggetti
inferiori socialmente, ad esempio
gladiatori
Si continua a non avere notizie
dell’omosessualità femminile
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