Il Congresso di pace del 424 a.C. e l`assedio del 405 a.C. Breve

annuncio pubblicitario
Il Congresso di pace del 424 a.C. e l’assedio del 405 a.C.
Breve articolo di Giuseppe La Spina
La seconda metà del V sec. a.C. è caratterizzata dal collasso delle tirannidi in Sicilia, come annotò lo
stesso Aristotele nel Politica (1312b), dovuto a lotte intestine tra elementi della stessa famiglia al
governo. Si chiudeva dunque l'epoca dei Dinomenidi e degli Emmenidi.
Tutta la Sicilia -scriveva Diodoro Siculo- fece grandi progressi in prosperità, vivendo in pace e
coltivando una terra fertile, e grazie all'abbondanza dei frutti, i sicelioti crebbero in ricchezza e
prosperità...
E' in tali condizioni che si verificò a Gèla una nuova crescita sia economica che demografica che portò,
in seno a vicende riguardanti la cittadinanza degli stranieri a Siracusa, alla ri-costruzione da parte dei
gèloi di Kamarina (461 a.C.).
Alla fine del 433/432 a.C. l'alleanza tra Atene e le città di Segesta, Reggio e Leontini, prefigurava una
possibile invasione ateniese in Sicilia e una riscossa da parte dei siculi a discapito delle poleis greche di
Sicilia. Gèla dopo aver firmato un armistizio con Kamarina invitò le città “siceliote” ad un congresso di
pace. Il Congresso si svolse a Gèla nel 424 a.C., dove i delegati di tutte le poleis stipularono una pax
siceliota, un accordo che ebbe breve durata. Nel 415 a.C. all'arrivo della potente flotta ateniese in
Sicilia, le città siceliote erano divise tra filo-ateniesi e filo-siracusani; Gèla si schierò con Siracusa, la
quale dopo tre anni di aspri scontri ed un assedio continuato , grazie agli aiuti arrivati per tempo da
Sparta e Corinto, sconfisse totalmente l'esercito “invasore”.
In tale occasione a Gèla venne coniato un didramma d'argento, oggi presente all'interno del Museo
Archeologico Regionale di Gela, riportante sul rovescio il dio fluviale in forma umana, nel dritto un
cavaliere in combattimento.
Negli avvenimenti che si erano susseguiti, Cartagine che occupava la parte occidentale dell'isola era
rimasta a guardare, in attesa di avvenimenti a suo favore.
Era ancora vivo il ricordo della Battaglia di Himera del 480 a.C., uno scontro che vide le poleis greche
guidate da Gelone trionfare sulla potenza punica, arrivando addirittura ad uccidere il generale che li
guidava. Nel 407 a.C. i Cartaginesi sbarcarono in Sicilia con un esercito forte di trecentomila uomini
(secondo Diodoro Siculo) al comando di Annibale ed Imilcone. Le prime città a cadere furono
Selinunte, Himera e Agrigento, i punici si apprestarono dunque a marciare verso Gèla, la quale chiese
aiuto agli alleati tra cui Siracusa. La colonia corinzia rispose inviando il proprio esercito al comando
del giovane ed astuto generale Dionisio, il quale unì le proprie truppe a quelle gèloe guidate dallo
spartano Desippo.
Il generale siracusano trovò una città dilaniata da lotte intestine che vedeva da una parte il Demos e
dall'altra gli Aristocratici; decise di schierarsi con i primi mettendo a morte alcuni aristocratici e
confiscando le loro proprietà, lo stesso Desippo fu messo da parte e rimandato in Grecia.
Nella primavera del 405 a.C. Imilcone marciò alla volta di Gela e Kamarina e dopo aver devastato il
territorio circostante mise d'assedio Gèla. Gli scontri ebbero subito inizio, dapprima con limitate azioni
della cavalleria Gèloa e in un secondo momento con attacchi diretti dei punici verso le fortificazioni.
I gèloi resistettero per molti giorni, e all'arrivo dei rinforzi siracusani e truppe mercenarie italiote
decisero di passare al contrattacco. Dionisio (come ci riporta Diodoro Siculo) decise di dividere
l'esercito in tre parti per attaccare l'accampamento cartaginese in contemporanea sui due fianchi e al
centro. Tale strategia che sulla carta risultava essere vincente si dimostrò fallimentare, in quanto
l'avanzamento delle tre colonne non fu coordinato. Non rimaneva altro che ritirarsi, lasciando la poleis
al saccheggio delle truppe cartaginesi. Per la prima volta dopo tre secoli dalla sua fondazione, Gèla
venne conquistata ed infine distrutta.
Fonti e testi di riferimento:
Preistoria; Daniela Cocchi Genick-Preistoria e protostoria in Sicilia; Tusa-Storia Greca, Linee di sviluppo
dall'età micenea all'età romana; Domenico Musti-Cartagine; Werner Huss-Il Museo Archeologico,
catalogo; Rosalba Panvini-La città nell'alto medioevo italiano; Sauro Gelichi-Heraclea, Augusta, Piazza
Armerina; Ignazio Nigreli-Ruggero I Gran Conte di Sicilia; Atti del congresso internazionale di studi per
il IX centenario Troina-Terra Mater; Salvatore Piccolo-La Sicilia Musulmana; Alessandro Vanoli;
Terranova, Gela-Il centro storico murato;
Scarica