Lo spazio della vita

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Lo spazio
della vita
La Terra è formato da tre involucri concentrici: la
geosfera, l’idrosfera, l’atmosfera. La geosfera è la
Terra solida, che ha la forma di un globo leggermente
schiacciato ai due Poli e un raggio di circa 6300 km. La
parte superficiale si chiama litosfera (crosta): un
involucro solido esterno che varia, dai 40 km per le
masse continentali ai 10 km per gli oceani.
Il geologo Alfred Wegener
elaborò la teoria della deriva
dei continenti in merito alla
posizione
cambiata
dei
continenti nel corso del tempo;
a metà del XX secolo si
trovarono prove concrete per
l’elaborazione della teoria della
placche: essa sosteneva che la
litosfera è suddivisa in diverse
zolle/placche continentali in
movimento continuo. Al di sotto
abbiamo l’astenosfera, materiali
fluidi in continuo movimento.
I movimento delle placche tettoniche sono legati ai
vulcani e all’attività sismica. I fenomeni vulcanici
nascono dalla fuoriuscita di magma lungo i margini
delle placche o in altri punti caldi (hotspots); le
conseguenze delle eruzioni posso essere disastrose,
poiché proiettano quantità di gas, ceneri, frammenti
di roccia e magma. In profondità si trova la camera
magmatica dove il magma emerge verso il camino.
Il movimento delle placche genera lungo i margini un
forte attrito con il conseguente rilascio di grandi
quantità di energia: essa si trasmette sotto forma di
onde sismiche alla superficie della crosta terrestre,
generando così un terremoto o sisma. Esso ha origine
nell’ipocentro, diverso dall’epicentro, punto sulla
superficie dove il sisma risulta più forte.
Quando un terremoto ha origine
al sotto della superficie marina,
le onde possono dare origine ad
un maremoto o tsunami, con
onde anomale che investono le
coste con particolare violenza.
La
forza
del
terremoto,
registrata dai sismografi, può
essere misurata con la scala
Mercalli, che valuta gli effetti
del sisma, o con la scala Richter,
che misura la magnitudo cioè la
grandezza di un terremoto.
Le terre emerse occupano circa 1/3 della superficie
del pianeta. La loro distribuzione non è affatto
uniforme poiché si concentrano nell’emisfero
settentrionale: il 95% delle terre emerse è
concentrato in grandi blocchi (continenti Europa,
Asia, Africa, Oceania, America, Antartide), 5% è
costituito da isole di diverse dimensioni.
L’idrosfera è formata da tutta l’acqua presente sulla
superficie del pianeta: stato liquido (oceani, mari,
laghi, fiumi, falde idriche), stato solido (ghiacciai,
nevi), stato gassoso (vapore acqueo). La superficie
terrestre è ricoperta da acqua per il 70%, di cui il
97,5% è acqua salata suddivisa nel Mar Glaciale
Artico, nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Indiano e
nell’Oceano Pacifico.
Le correnti marine sono dei fiumi di acqua salata che
scorrono per migliaia di chilometri , mosse dai venti,
dal movimento di rotazione della terra, dalle
differenze di temperatura, dalla salinità e dal
movimento delle maree. Le correnti possono essere
di superficie o di profondità, calde o fredde,
influenzando il clima costiero; ad esempio la
Corrente del Golfo che dal Golfo del Messico giunge
nell’Europa settentrionale.
La maree rappresentano invece la
variazione giornaliera del livello
del mare a causa dell’effetto di
attrazione che il Sole e la Luna
esercitano
sulla
superficie
terrestre: a seconda della località,
ogni 12-24 ore, il livello del mare
si innalza fino a raggiungere il
livello di massima (alta marea) e
poi
inizia
a
diminuire,
raggiungendo il livello minimo
(bassa
marea),
per
poi
ricominciare.
La
differenza
costituisce l’ampiezza della marea,
che può sfiorare anche i 20 metri.
Rispetto alla totalità dell’acqua presente sulla terra, il
2,5% è formato da acqua dolce: di questo lo 0,3% è
composto da fiumi e laghi. I primi dipendono dalla
conformazione dei continenti in cui scorrono, dalla
quantità delle precipitazioni e dalla presenza di
ghiacciai in grado di alimentarli. I secondo invece
sono presenti soprattutto nell’emisfero boreale.
L’atmosfera è una corona
sferica con i gas che diventano
sempre più rarefatti verso
l’alto. Si calcola che il suo
spessore sia di circa 1000 km.
Partendo
dalla
superficie
terrestre, si può dividere in:
troposfera (12 km) composta
da azoto con percentuali
minori di ossigeno, anidride
carbonica, vapore acqueo e gas
nobili. È la zona chiamata
comunemente aria ed è la sede
dei fenomeni meteorologici.
La stratosfera si estende tra 25 e 40 km ed è
caratterizzata dalla disposizione a strati secondo il
peso dei gas; qui si trova anche lo strato di ozono,
detto ozonosfera. La mesosfera invece ha uno
spessore tra i 50 e gli 90 km mentre la termosfera
(90-500 km) è la sede dei fenomeni elettrici e
magnetici. Ultimo strato è l’esosfera, al di sopra dei
500 km.
I venti possono essere periodici (come i monsoni
nella zona tropicale dell’Asia e dell’Africa orientale
durante l’estate) o costanti (come gli alisei, i venti che
soffiano con regolarità dai Tropici verso l’Equatore).
Le grandi masse d’aria in movimento trascinano il
vapore acqueo, che può condensarsi formando le
nuvole. Queste ultime danno origine alle
precipitazioni: pioggia, neve e grandine.
I fenomeni meteorologici presenti nella troposfera
sono i venti e le precipitazioni. I venti sono masse
d’aria che si spostano parallelamente alla superficie
terrestre, a causa delle differenze di pressione
esistenti tra due luoghi, determinate dal
riscaldamento terrestre. Le grandi masse d’aria si
spostano dalla zone di alta pressione (aria più densa e
secca) alle zone di bassa pressione (aria più umida e
meno densa).
Il clima è dato dall’insieme delle
condizioni atmosferiche che si
registrano in un determinato
luogo nel corso di un anno. Per
definire il clima è necessario
svolgere un’osservazione per
almeno 30 anni. Diversamente le
condizioni meteorologiche si
verificano giorno per giorno e
possono essere molto diverse da
quelle previste dal clima di una
determinata regione. Tutto
questo è sotto lo studio della
meteorologia.
I fattori che determinano il clima sono: la disposizione
della aree di alta pressione (tempo stabile e asciutto)
e di bassa pressione (tempo variabile e piovoso); la
marittimità e la continentalità, la maggiore e la
minora vicinanza al mare; l’influenza delle correnti
marine, sia calde (Corrente del Golfo) sia fredde
(Corrente del Labrador) ; la morfologia del territorio,
la presenza cioè di catene montuose.
Le diverse combinazioni dei fattori climatici
determinano una varietà climatica che determinano
cinque regioni climatiche della Terra: la fascia
intertropicale,
attraversata
dall’Equatore
e
caratterizzata da climi caldi e intense precipitazioni; le
due fasce polari, delimitate dal Circolo Polare Artico e
del Circolo Polare Antartico, con clima freddo e scarse
precipitazioni; le due fasce temperate, nell’emisfero
boreale e nell’emisfero australe, con climi temperati.
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