Diapositiva 1 - Univa Calabria

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Il lobo frontale
funzionalità e valutazione
Dr. Camillo Marra
Università Cattolica del Sacro Cuore
Roma
Disturbi del comportamento
Harlow 1868: Phineas Cage
Dopo un grave incidente sul
lavoro cambiò completamente
personalità, diventando
disinibito, aggressivo, incline
alla blasfemia, incapace di
effettuare delle previsioni sulle
conseguenze delle sue azioni
Disturbi del comportamento
On September 13, 1848, while using a
tamping iron to pack explosive into a rock,
Phineas Gage, a 25-year-old construction
foreman, triggered an uncontrolled
explosion that propelled the tool (which
measured 3 ft 7 in. in length and 1.25 in. in
diameter) through his left cheek and head.
Lesione della corteccia orbito frontale sinistra, considerata uno dei principali
substrati della capacità di inibizione dei comportamenti automatici o
socialmente inaccettabili
Substrato anatomico
Anatomia del lobo frontale
Il lobo frontale comprende tutta l’area di territorio cerebrale
anteriore alla scissura di Rolando.
area motoria primaria: area 4 responsabile esecuzione
movimenti volontari
area premotoria anteriore alla scissura di Rolando con prevalente
competenza nella programmazione dei movimenti volontari (area
6) dei movimimenti oculari controlaterali (area8) e,per quanto
riguarda l’emisfero sinistro, dell’organizzazione dei programmi di
produzione linguistica (area 44)
area prefrontale che si situa rostralmente alla area premotoria e
motoria
- Aree prefrontali rostrali(dorsolaterali e mesiali): area 9-10-4546-32-24 e zona anteriore del giro cingolato
- Aree orbitarie e rinencefaliche (47-11-12)
Alterazioni neurologiche per lesione frontale
I disturbi legati alla lesione delle aree frontali precentrali e
prefrontali possono essere i seguenti:
a)
b)
c)
d)
Disturbi delle funzioni motorie
Disturbi delle funzioni cognitive (sindrome disesecutiva)
Disturbi del comportamento con perdita di iniziativa (abulia)
Disturbi della personalità e del comportamento (sindrome
moriatica)
Le funzioni cognitive legate alle regioni prefrontali
Riguardano attività complesse della produzione cognitivo che
vanno dalla integrazione plurimodale degli stimoli alle funzioni
di formulazione del pensiero in senso più elevato.
Una definizione operativa può individuare come specifiche delle
funzioni cognitive frontali:
• la produzione e sviluppo di inferenze
• lo sviluppo e formulazione di strategie di esecuzione di compiti
complessi
• la corretta flessibilità attenzionale
• i meccanismi di controllo e feed-back dei compiti effettuati
• il controllo attenzionale attraverso la strategica allocazione
delle risorse attentive.
Principali network neurofunzionali
Aree anatomo funzionali prefrontali:
Circuito prefrontale dorsolaterale
(cort. Dorsolaterale e Nucleo caudato)
Corteccia frontale dorsolaterale
Funzioni esecutive
Sindrome disesecutiva
Circuito del giro cingolato anteriore
Orbito frontale medialecingolo
anteriore  nucleo pallido ventrale
Corteccia frontale mediale
Motivazione/attivazione
Apatia / ridotto comportamento finalistico
Circuito Orbito frontale laterale
Corteccia frontoorbitaria amigdala
nucleopallido interno
Corteccia fronto-orbitaria
Funzioni di controllo/inibizione
Disinibizione/impulsività
Circuito Motorio e Circuito Oculomotorio
Circuito prefrontale dorso laterale e prefrontale orbito laterale
Analisi di Realtà
 Apprendimento di nuove procedure e informazioni
 Retrievial di ricordi remoti
 Encoding strategico
 Organizzazione dei ricordi secondo una sequenza temporale
Elaborazione procedurale
 Pianificazione
 Controllo sul feed back ambientale per controllare le azioni
 Set-shifting
 Programmazione di piani motori complessi
 Attenzione volontaria vs meccanismi di attenzione automatica
Deficit dell’analisi di Realtà
Difficoltà nel valutare la frequenza di fatti ed avvenimenti
Difficoltà nell’effettuare una esatta collocazione degli avvenimenti
nel tempo passato o futuro
Alterazioni dei compiti che richiedono una discriminazione degli
avvenimenti per la formulazione di un progetto
Formulazione di ricordi di copertura
Confabulazioni ed intrusioni
Sindrome di Capgras - Paramnesia reduplicativa
Le paramnesie reduplicativa
La paramnesia reduplicativa è caratterizzata dall'alterata
identificazione dei luoghi, per cui il paziente crede che un luogo o una
scena sia stata duplicata, che esiste in due o più posti
contemporaneamente, oppure che è stato "trasferito" in un altro
luogo. Fa parte delle sindromi da misidentificazione
La sindrome di Fregoli, anche nota come fregolismo, è una
rara con presenza di delirio di trasformazione somatica, in
cui avviene da parte del paziente il riconoscimento di
persone non conosciute oppure sovviene allo stesso l'idea
che le persone conosciute modifichino il proprio aspetto
per non essere riconosciute. In questa sindrome, il malato
ritiene di essere ricorrentemente perseguitato da un
individuo, che lo affianca sostituendosi ad altre persone
Caso TM (Storia Clinica)
73 anni - F - casalinga
scolarità 8 anni
trauma cranico nel febbraio 1997 con lesione frontale destra ed ematoma
intraparenchimale frontale destro
recupero post-traumatico lento
peggioramento graduale dei sintomi cognitivi e comportamentali nel luglio 1998
con:
• disturbi mnesici,
• disturbi esecutivi,
• disturbi comportamentali
• presenza di paramnesia reduplicativa per l’evento traumatico
• sindrome di Capgras
nell’ottobre1998 comparsa nel quadro clinico
•disturbi sfinterici
•disturbi dell’andatura
•peggioramento del quadro cognitivo e comportamentale
Caso TM: neuroradiologia
Caso TM: Neuropsicologia
Before
5 months
13
0
6 vs 4
unable
14
29
14
0
6 vs 2
2 vs 3
17
38
12
8
3
70
13
11
6
77
14
12
13
94
74
62
68
17
71
68
68
19
74
72
72
PRAXIS
Ideomotor praxis
Buccofacial Praxis
Constructional Praxis: without landmarks
Constructional Praxis: with landmarks 17/21
19
20
2/4
14/21
19
20
2/4
18/21
20/20
19/20
3/4
LANGUAGE
Verbal fluency
Token Test
Naming
Verbs
Names
3
27
27/30
27/30
5
24.5
28/30
28/30
11
30
29/30
30/30
MEMORY
RAVLT Immediate recall
RAVLT Delayed recall
Digit span (forward vs backward)
Spatial span (forward vs backward)
Immediate Visual memory
Public events memory
Autobiographical memory
0-15 years
16-40 years
>40 years
WMS
MQ
GENERAL INTELLIGENCE
WAIS
VIQ
PIQ
FIQ
Raven Coloured Progressive Matrices
12*
13
9
8 months
2
6 vs 3
3 vs 3
40
Caso TM: Neuropsicologia
before
5 months
8 months
Simple Barrage
Double barrage: correct responses
Double barrage: false alarms
not impair
8/13
27/67
not impair
7/13
3/67
not impair
7/13
0/67
VISUO-SPATIAL SKILLS
Unknown Face Matching test(short)
Age Estimation Test
Familiarity Check Test
Famous Face Recognition Test
14
14 errors
16 errors
6 errors
16
17 errors
9 errors
3 errors
22
13 errors
8 errors
5 errors
5/20
4; 1; 1
3/20
4; 3; 1
7/20
3; 3; 3
1
68
34
0
78
36
0
88
22
ATTENTION
EXECUTIVE FUNCTIONS
Similarities
Tower of London
WCST
Categories
Total errors
Perseverative errors
Disturbi paradossi nei pazienti amnesici:
confabulazioni
Deficit elaborazione procedurale
FUNZIONI
ESECUTIVE
Componenti della sindrome disesecutiva
SET-SHIFTING
PLANNING
MEMORIA PROSPETTICA
FUNZIONI
ESECUTIVE
INIZIATIVA
INIBIZIONE
MONITORING
STRATEGIA
Norman and Shallice (1986)
Supervisory attentional system (SAS)
Input - attivazione
Modello SAS
Controllo inibitorio
Le funzioni esecutive
Non assimilabili ad una unica attività cognitiva. Test che valutano
particolari aspetti delle abilità esecutive non comprensivi di
tutte le funzioni stesse
-
WCST
Stroop Test
Trail Making
Misure di working memory
Fluenza verbale fonologica
Test di attenzione interferenziale
Metanalisi su 31 lavori per un
totale di 3272 partecipanti
Studio di correlazione tra
volumi delle aree prefrontali
e spesssore della corteccia e
test sper le funzioni esecutive
Metanalisi su 31 lavori per un
totale di 3272 partecipanti
Studio di correlazione tra
volumi delle aree prefrontali
e spesssore della corteccia e
test sper le funzioni esecutive
Metanalisi su 31 lavori per un
totale di 3272 partecipanti
Studio di correlazione tra
volumi delle aree prefrontali
e spesssore della corteccia e
test sper le funzioni esecutive
Metanalisi su 31 lavori per un
totale di 3272 partecipanti
Studio di correlazione tra
volumi delle aree prefrontali
e spesssore della corteccia e
test sper le funzioni esecutive
Circuito del giro cingolato anteriore – orbitofrontale mediale
Motivazionale
 Comportamento motivato
 Scelta delle finalità
 Mantenimento degli obiettivi
 Riconoscimento degli errori
Alterazioni
 Ridotta motivazione
 Ridotta iniziativa (apatia)
 Ridotta partecipazione emotiva (abulia)
 Mutismo acinetico
 Linguaggio monosillabico
Circuito del giro cingolato anteriore – orbitofrontale mediale
Motivazionale
 Comportamento motivato
 Scelta delle finalità
 Mantenimento degli obiettivi
 Riconoscimento degli errori
Alterazioni
 Ridotta motivazione
 Ridotta iniziativa (apatia)
 Ridotta partecipazione emotiva (abulia)
 Mutismo acinetico
 Linguaggio monosillabico
Studi sui meccanismi di set shifting in modelli
animali basati su compiti di reward ed analisi
degli errori
IDS: set shifting interno ad uno
stesso criterio: SHAPE
EDS: set shifting basato sul
cambiamento di criterio: SHAPE
vs COLOR
REVERSAL: inversione del
criterio scelto durante il compito
Studi sui meccanismi di set shifting in modelli
animali basati su compiti di reward ed analisi
degli errori
Difficoltà ad estendere sui primato gli studi sui roditori perché nei roditori molte funzioni
della corteccia prefrontale dorsale sono riassegnate. Comunque:
La pPLFC: sarebbe responsabile dell’apprendimento delle regole
La IlPFC: dell’inibizione dei piani di risposta precedenti
L’ACC: si attiverebbe in caso di errori e segnalerebbe l’errore alle regioni che formulano i
programmi  ruolo nei meccanismi emozionali della sorpresa.
Circuito del giro cingolato anteriore – orbitofrontale mediale
Motivazionale
 Comportamento motivato
 Scelta delle finalità
 Mantenimento degli obiettivi
 Riconoscimento degli errori
Alterazioni
 Ridotta motivazione
 Ridotta iniziativa (apatia)
 Ridotta partecipazione emotiva (abulia)
 Mutismo acinetico
 Linguaggio monosillabico
Circuito del giro cingolato anteriore – orbitofrontale mediale
Motivazionale
 Comportamento motivato
 Scelta delle finalità
 Mantenimento degli obiettivi
 Riconoscimento degli errori
Alterazioni
 Ridotta motivazione
 Ridotta iniziativa (apatia)
 Ridotta partecipazione emotiva (abulia)
 Mutismo acinetico
 Linguaggio monosillabico
La Componente Motivazionale
La produzione di atti motivati e volontari è stato oggetto di ampie
dispute e riflessioni nel corso dei secoli, nel tentativo di individuare e
definire il processo decisionale attraverso cui l’essere umano
interagisce attivamente con l’ambiente che lo circonda.
La volontà può essere definita:
La facoltà di decidere consapevolmente il proprio comportamento in
vista di un determinato scopo, valutandone le conseguenze e
programmando le modalità per perseguirlo.
L’atto di volontà è innescato mantenuto e perseguito attraverso la
Motivazione che lo sostiene
La motivazione
Messa in atto di un comportamento diretto ad un fine a seguito
di un’attivazione indotta da una serie di condizioni
Attività Motivata
Stato fisiologico
interno
Stimolo sensoriale
esterno
Rappresentazione
derivante dal dato
esperenziale
Le componenti della motivazione
Funzioni esecutive
Raggiungimento
dell’obiettivo e
consumazione del bisogno
Attività di ricerca
Rinforzo
Motricità oculare e muscolare
Marcatori somatici
Rilevamento dei bisogni
Zone ipotalamiche ventro
mesiali e nucleo accumbens
Imput motivazionali
Decision Making
Ricordi connessi al Reward,
gratificazione, e piacere
Elaborazione emotiva
Attivazione
Comportamentale
Clinica dei disturbi del comportamento
APATIA
 “Lack of motivation not attributable to diminished level of
consciousness, cognitive impairment or emotional distress”
(Marin, 1990, 1991, 1996)
 “The quantitative reduction of self-generated voluntary and
purposeful behaviors” (Levy & Dubois, 2006)
Clinica dei disturbi del comportamento
APATIA
Affettiva
Motoria
Cognitiva
APATIA Componente Affettiva
 “Appiattimento emozionale”
(Emotional blunting)
 Ridotto rilevamento bisogni
interni
Affettiva
 Indifferenza agli altri
 Distanza dai piaceri
 Freddezza nel reward
Comport.
Cognitiva
APATIA: Componente Affettiva
NB: frequente associazione con disinibizione!
APATIA Componte Motoria
 Ridotta iniziativa
 Scarsa partecipazione
alle attività
 Passività
Affettiva
 Inerzia motoria
 Ridotta attivazione
programmi motori di
ricerca
Motoria
Cognitiva
APATIA: Componente Motoria
APATIA Componente Cognitiva
 Mancanza di produzione
verbale spontanea
 Scarsa partecipazione alle
conversazioni
 Perdita di interesse per le
Affettiva
attività di svago
 Incapacità a mettere in
atto procedure finalistiche
 Non utilizzo dei feedback
ambientali
Comport.
Cognitiva
APATIA: Componente Cognitiva
NB: frequente associazione con comportamenti stereotipici
APATIA
Quadri di acinesia psichica
Disturbi cognitivi
(Daffner & Searl, 2008)
Emozioni Basiche e Complesse
• In accordo con alcuni autori le reazioni emozionali
semplici di base: ‘Basic Emotion’ (Paura, Rabbia,
Gioia, Tristezza, Sorpresa e Disgusto) sono universali
ed innatamente rappresentate nel CNS
Emozioni Basiche e Complesse
• Le emozioni umane complesse (e.g.Vergogna,
Orgoglio, Colpa, etc.) risultano dal mescolamento
tra differenti emozioni basiche e dall’interazione
tra emozioni e il sistema cognitivo.
• La natura sociale della specie umana determina
che
l’emozioni
piu
complesse
sono
prevalentemente legate alle interazioni sociali.
Il ruolo dell’amigdala nella valutazione e percezione dell’emozione
Diversi autori hanno proposto che l’amigdala potrebbe essere la
struttura dove gli stimoli esterni sono valutati per quanto attiene al
significato emozionale e dove vengono stabilite delle associazioni
condizionate tra stimoli esterni e stato emozionale interno.
Inoltre sono state anatomicamente individuate due vie attraverso cui
gli stimoli raggiungono l’amigdala
La prima (via sottocorticale) connette direttamente il talamo con
l’amigdala trasmettando un dato sensoriale più crudo che necessita
di una elaborazione rapida e grossolana sul possibile significato
emozionale personale dell’informazione entrante.
L’amigdala può a sua volta influenzare il processing emozionale delle
informazioni entranti attraverso un feed back con una seconda via
(via corticale) che origina nelle aree associative unimodali della
neocortex
Modelli di organizzazione gerarchica della risposta emozionale
Le Doux (1985)
Stimolo esterno
Nuclei di relais talamico
Via sottocorticale
Via corticale
amigdala
Risposte emozionali
Aree primarie sensoriali
Circuito OFM
Caratteristiche del processing emozionale per livello
funzionale - modello di Leventhal
Livello sensori-motorio
Set di innati programmi motori espressivi
Attivati automaticamente
Includono componente motoria e vegetativa
Livello schematico
Attività di ‘schemi emozionali’
Prototipi di comportamenti emozionali
Associazione tra programmi innati e situazioni
legate a tali programmi dall’esperienza individuale
(emozione vera)
Livello concettuale
Meccanismo di apprendimento cosciente mediato
da processi cognitivi più che da processi
condizionati.
Immagazzinamento di informazioni sulla natura
delle emozioni e attivazione intenzionale di
rappresentazioni proposizionali delle emozioni
senza esperienza soggettiva del vissuto emozionale.
Il Ruolo dell’amigdala nel condizionamento emozionale
• In accordo al modello di Leventhal, la transizione del processing
emozionale dal livello ‘sensori motorio’ al livello ‘schematico’ è
dovuta alla formazione di associazioni condizionate tra programmi
neuro motori innati (emotional) e gli eventi dell’esperienza
individuale
• Questo apprendimento condizionato potrebbe spiegare come lo
stesso stimolo (la vista di un cane) può provocare automaticamente
una reazione di eccitamento e piacere in alcune persone e di paura
in altre.
• In accordo con LeDoux, la via subcorticale gioca un ruolo
predominante nel condizionamento emozionale. Infatti la lesione
del relay talamico abolisce questa forma di condizionamento
mentre l’ablazione della corrispondente area sensoriale corticale
può non avere lo stesso effetto.
Il Ruolo della corteccia fronto orbitaria
La porzione ventro mediale del lobo frontale gioca un ruolo cruciale
nella inibizione delle caratteristiche meno accettabili delle
emozioni nel normale comportamento sociale.
L’area prefronatle è un relais emozionale che integra le
informazioni esterne con gli stati somatici interni e l’esperienza
emozionale pregressa (Damasio, 1994)
Disturbi della personalità acquisiti o evolutivi risultano dalla lesione
di queste strutture che sono usualmente danneggiate nei
pazienti con grave trauma cranico, patologie degenerative e
vascolari. Alterazioni di queste aree sono osservate anche in
alcune psicopatologie
Ruolo del circuito Orbito-frontale Mediale
Funzioni:
Mediare risposte empatiche, emozionali e sociali appropriate
Disfunzioni:
Cambiamento personalità
Impulsività
Labilità emotiva
Eccessiva irascibilità
Risposte sociali improprie (sessuali, alimentari, motteggio)
Mancanza di empatia e di giudizio
- Funzione specifica di valutazione degli
outcome indipendentemente dagli stimoli ed
in relazione allo stato emotivo interno
-Controllo motorio delle risposte sul circuito
striatale
-Funzione inibitoria sulle risposte in eccesso
sulla base della previsionalità del reward
Metanalisi su studio su adolescenti:
Adolescenti rispetto agli adulti hanno una maggiore
attivazione delle aree laterodorsali e ventrali nei
compiti di reward e una maggiore attivazione dello
striato che è necessaria per una maggiore attività
esploratoria.
Gli adulti hanno una maggiore attività nella
computazione degli errori nelle aree ACC subgenuali
‘The consensus among diverse theoretical accounts of the organization of the PFC is that
progressively more anterior PFC regions support cognitive control of progressively more
abstract and temporally extended representations’
Presi in considerazione:
Flexible selection of attention
Sviluppo pensiero logico
Ragionamento relazionale
Sviluppo memoria episodica e prospettica
Disturbi del comportamento
DISINIBIZIONE
Riduzione o perdita della capacità di regolare il comportamento in
modo adeguato alle circostanze ed alle regole sociali
 perdita di tatto (ad es., commenti indelicati)
 riduzione delle “buone maniere” a tavola
 cleptomania
 ipersessualità
 tendenza ad invadere lo spazio personale
Disturbi del comportamento
DISINIBIZIONE
La perdita del controllo inibitorio può manifestarsi anche come
DIPENDENZA DALL’AMBIENTE
 Comportamenti di utilizzazione
 Manipolazione degli oggetti
 Esplorazione orale
 Catch-uping
Disturbi del comportamento
DISINIBIZIONE
STIMOLO
INIBIZIONE
RISPOSTA
AUTOMATICA
DISINIBIZIONE
Fondamentale la contestualizzazione
 sociale/ambientale (un comportamento considerato normale in
alcuni contesti culturali – ad es., la gesticolazione – può essere
anomalo in altri)
 individuale (spesso sono rilievi spontanei di familiari o
caregivers)
La consapevolezza può essere più o meno conservata
 in genere manca il correlato affettivo
DISINIBIZIONE
COMPORTAMENTI RIPETITIVI
Riconoscibili due forme principali:
 “Compulsioni” e “ritualismi”
Irrigidimento delle routine (orari, etc.)
Attività di controllo (serrature, interruttori)
Clockwatching
Counting number
COMPORTAMENTI RIPETITIVI
Riconoscibili due forme principali:
 Stereotipie
Semplici (movimenti semplici delle estremità, vocalizzazioni…)
Complesse (preghiere, canzoni, pacing…)
COMPORTAMENTI RIPETITIVI
OCD
ASSENZA DI IDEE INTRUSIVE
ASSENZA DI «ANXIETY RELIEF»
IRRITABILITÀ
Disturbi del comportamento
COMPORTAMENTI RIPETITIVI
STIMOLO 1
RISPOSTA 1
PERSEVERAZIONE
STIMOLO 1
RISPOSTA 1
STIMOLO 1
RISPOSTA 1
STIMOLO 2
RISPOSTA 1
RISPOSTA 2
Difficile collocazione dei quadri fenotipici sindromici
comportamentali ad uno specifico correlato neuranatomico
• Non completa sovrapposizione tra studi su roditori, macaco e uomo
per il diverso sviluppo e riassegnazione delle aree cerebrali
deputate al funzionamento cerebrale – Difficile sovrapposizione del
modello animale all’uomo
• Quadri clinici in corso di patologia legati alla commistione di quadri
sindromici dovuti ad alterazioni di più aree cerebrali
• Presenza di alterazioni comportamentali complesse che
rappresentano la commistione di alterazioni particolari e che
determinano aspetti psicopatologici complessi (psicosi, deliri,
depressione,etc) o complesse alterazioni della personalità e della
condotta (empatia, intelligenza sociale e comprensione emozionale
di alto livello - theory of mind)
Disturbi del comportamento
SINTOMI PSICOTICI
• DELIRI
• ALLUCINAZIONI
• MISCONOSCIMENTI DELIRANTI
DISTURBI DELLA MOTIVAZIONE
• APATIA
DISTURBI DELL’UMORE
• DEPRESSIONE
• ANSIA
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• AGITAZIONE
• ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO MOTORIO
• DISINIBIZIONE
Disturbi del comportamento
SUBSTRATO NEUROANATOMICO DEI DISTURBI PSICOTICI
Sottotipi clinici di FLD
(Neary 1999)
Caratteristiche
comportamentali
Caratteristiche
comportamentali
La presenza di disturbi comportamentali nella PnFA è rara agli esordi della malattia (<5 aa)
ma compare con il progredire della patologia (Sarah Jane Banks, J Ger. Psych. and Neurol)
La ToM rappresenta lo studio della
capacità di funzionare in situazioni
sociali e di comprendere specifici
segnali ambientali, e corporali quali il
movimento degli occhi, l’espressione
della faccia e il movimento dei corpi al
fine di comprendere lo stato mentale
di un altro soggetto o un altro gruppo
di persone
Empatia,
cognitività
sociale,
condivisione delle emozioni e dello
stato mentale e previsione dei
comportamenti altrui rappresentano
l’espressione finale di queste capacità
che sono legate al funzionamento di
distinti apparati neuronali
Setting test
First-order false belief test
Second-order false belief test
Ten stories faux pas test
Reading the Mind in the Eyes (RME)
Studio di neuroeconomia sulle capacità di accettazione
di condizioni economiche favorevoli o sfavorevoli in
relazioni a condizioni prosociali o antisociali
Take home messages
Le aree prefrontali non sono omogenee tra loro dal punto di vista
delle connessioni anatomiche e delle competenze funzionali.
Le aree della convessità sono principalmente correlate con le altre
regioni cerebrali ed il neo striato le altre aree laterali dorsali e
orbitofrontali sono legate maggiormente alle zone
dell’ippocampo e dell’amigdala.
Le prime forniscono attività di interfaccia con il mondo esterno da
cui ricevono gli imput su cui determinare le scelte (attività di
pianificazione, esecuzione e scelta), le seconde si interfacciano
con il mondo interno e l’esperienza personale dell’individuo e su
queste stabiliscono le priorità e determinano le scelte (attività di
controllo, risposta emotivamente guidata, relazione sociale)
Take home messages
Le aree sono funzionalmente molto plastiche (con cambiamenti
di funzione tra roditori, macaco e uomo) e non rispondono a
criteri organizzativi rigidi.
Le connessioni e le competenze si modificano in relazione all’età
(anche nelle fasi più avanzate), alla cultura ed all’esperienza
(dati incerti sul genere)
I quadri sindromici in corso di patologia neurologica rispecchiano
il vario coinvolgimento di queste aree e mostrano un alta
variabilità all’interno di una stessa patologia
Ringraziamenti
Istituto di Neurologia UCSC
Direttore Prof. Paolo Maria Rossini
Prof. Guido Gainotti
Prof Carlo Masullo
Dr. Giampiero Villa
Dr.ssa Maria Caterina Silveri
Dr. Antonio Daniele
Dr. Davide Quaranta
Dr. Alessandra Bizzarro
Dr.ssa Maria Gabriella Vita
Istituto di Medicina Nucleare UCSC
Prof. Alessandro Giordano
Dr.ssa Daniela Di Giuda
Dr.ssa Maria Lucia Calcagni
IRCCS- Fondazione S. Lucia
Prof. Carlo Caltagirone
Prof. Giovanni Augusto Carlesimo
Dr. Marco Bozzali
CASA SOLLIEVO SOFFERENZA
Dr. Davide Seripa
Grazie per
l’attenzione!
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