Lezione 23 - 24 – giovedì 21 e lunedì 25 gennaio
Morfologia
• Infiniti perfetto, presente, futuro attivo e passivo delle coniugazioni tematiche
• Infiniti di sum, possum, eo
Sintassi
• Le subordinate completive
• La proposizione infinitiva: soggetto all’accusativo, consecutio temporum dell’infinito, verbi
introduttivi, uso dei coesivi di terza persona
La proposizione infinitiva si trova sul manuale a p. 447 del secondo volume.
Conseguentemente, le frasi prevedono competenze morfosintattiche su argomenti non ancora
studiati. Inoltre la trattazione è piuttosto rapida: pertanto faccio seguire una spiegazione più
dettagliata e gli esercizi
Le subordinate completive
Le frasi subordinate incontrate finora (temporali, causali, ipotetiche) vengono definite
circostanziali, poiché specificano in quali circostanze avviene la sovraordinata.
Integrano cioè informazioni che rendono il discorso più completo.
Non a caso abbiamo sempre sottolineato che la maggior parte delle subordinate circostanziali
corrisponde a espansioni nominali, chenon fanno parte del nucleo della frase.
Le subordinate soggettive e oggettive, invece, sono interne al nucleo della frase reggente.
Esse svolgono la funzione sintattica di elementi fondamentali della frase semplice: il soggetto e
l’oggetto. In quanto completano il nucleo del verbo reggente, vengono definite subordinate
completive o sostantive.
Le completive si classificano in base:
• al significato del verbo che le regge (sappiamo infatti che è il verbo a determinare il tipo di
nucleo della frase);
• alla funzione che hanno rispetto a tale verbo (soggettiva o oggettiva);
• alla struttura sintattica che le caratterizza.
La subordinata completiva infinitiva
Le infinitive sono caratterizzate dai seguenti elementi:
•
•
•
Il soggetto, di norma sempre espresso, all’accusativo.
Il verbo all’infinito, in rapporto di consecutio temporum con la sovraordinata.
Il tipo di verbo della sovraordinata che le introduce.
Il soggetto all’accusativo
Il soggetto all’accusativo è forse l’aspetto apparentemente più sorprendente del costrutto
dell’infinitiva. Esso si spiega in quanto dipende direttamente dal verbo reggente. Anche nell’italiano
rimangono tracce considerevoli di questa particolare struttura in costrutti come “Ti sento parlare”,
“La guardava danzare”, ecc.
Ovviamente, col soggetto all’accusativo concordano attributi e apposizioni, e i participi dei
predicati che hanno forma perifrastica:
Octavianus putat Liviam pulchram esse.
“Ottaviano ritiene che Livia sia bella”.
Cicero dixit patriam a se servatam esse.
“Cicerone disse che la patria era stata salvata da lui.”
Galli censebant Caesarem Galliam subacturum esse.
“I Galli ritenevano che Cesare avrebbe conquistato la Gallia.”
Il soggetto all’accusativo di norma non viene mai sottinteso, contrariamente all’italiano o ad altre
subordinate latine.
•
Il soggetto viene espresso nell’infinitiva attraverso un pronome personale, anche quando è lo
stesso della reggente, mentre l’italiano usa in questo caso la forma implicita:
scio me fuisse honestum
“so di essere stato onesto”
•
Se il soggetto è una terza persona, esso viene ripreso dal pronome riflessivo se, nel caso in cui
sia lo stesso della sovraordinata:
Caesar Ariovisto denuntiavit se Haeduorum iniurias neglecturum non esse. (Caes.)
“Cesare dichiarò ad Ariovisto che (lui, Cesare) non avrebbe passato sotto silenzio gli oltraggi
degli Edui”.
•
Se riprende un nome di terza persona presente nella sovraordinata, che non sia il soggetto, sarà
espresso mediante l’accusativo di is, ea, id:
Pompeius magnis itineribus ad Antonium contendit atque, ubi eum adpropinquare cognovit, in
idoneo loco copias conlocavit. (Caes.)
“Pompeo si diresse verso Antonio a marce forzate e quando seppe che questi si avvicinava,
dispose le truppe in un luogo adatto.”
I tempi verbali: la consecutio temporum dell’infinito
Attraverso i tempi dell’infinito viene specificato il rapporto temporale relativo dell’infinitiva
rispetto alla sovraordinata:
• l’infinito presente esprime un rapporto di contemporaneità,
• l’infinito perfetto di anteriorità,
• l’infinito futuro di posteriorità.
Osserviamo la tabella:
Cicero
dicit, dicet, dixit
Contemporaneità
Anteriorità
Posteriorità
Atticum Romam venire.
Atticum Romam venisse.
Atticum Romam venturum esse.
Cicero
dicit, dicet, dixit
Contemporaneità
Anteriorità
Posteriorità
Caesarem a populo laudari.
Caesarem a populo laudatum esse.
Caesarem a populo laudatum iri (o posse laudari).
Attenzione:
•
Possiamo vedere che, poiché i tempi dell’infinito hanno esclusivamente valore relativo
(indicano cioè soltanto se l’azione che esprimono avviene prima, durante o dopo quella della
sovraordinata), il loro uso non dipende dal tempo della sovraordinata. L’italiano è sotto questo
aspetto molto più complesso.
•
L’infinito futuro passivo è raro, e viene spesso sostituito da una forma perifrastica formata da
posse (per il valore di possibilità, e quindi di realizzabilità nel futuro, che ha il verbo possum) e
l’infinito presente passivo.
•
Le forme perifrastiche costruite col verbo sum (predicato nominale, infinito futuro attivo,
infinito perfetto passivo) spesso omettono la componente esse:
Quinctius Nevii auxilium sibi paratum (esse) putabat. (Cic.)
“Quinzio pensava che l’aiuto di Nevio fosse a sua disposizione (lett. fosse pronto per lui)”.
Principes Britanniae neminem in Britanniam transiturum (esse) confidebant. (Caes.)
“I capi britanni erano fiduciosi che nessuno sarebbe passato in Britannia”.
Attenzione quindi a ricostruire correttamente la forma ellittica.
La traduzione
Possiamo rendere l’infinitiva in forma esplicita o in forma implicita.
La forma esplicita è introdotta dal connettore “che”; il verbo è:
•
•
all’indicativo in dipendenza da verbi o locuzioni come “dire, sapere, è certo ecc.”, che
presentano l’azione della subordinata come realmente avvenuta;
al congiuntivo in dipendenza da verbi o locuzioni come “credere, ordinare, è giusto” ecc. che
presentano l’azione della subordinata come ipotizzata, auspicabile o ordinata, ma non
oggettivamente avvenuta.
La forma implicita si può usare se c’è identità di soggetto tra sovraordinata e subordinata; il verbo
è all’infinito introdotto dalla preposizione “di” al presente in caso di contemporaneità, al passato
in caso di anteriorità.
Quanto alla resa del rapporto di consecutio con la sovraordinata, l’italiano è molto più complesso
del latino. Osserviamo la tabella:
Contemporaneità
Sovraordinata al presente o al futuro
Caesar dicit (dicet)
hostes advenire
Cesare dice (dirà) che i Caesar dicit (dicet)
nemici si avvicinano
hostes vinci
Sovraordinata al passato
hostes Cesare disse che i Cesar dixit hostes vinci
nemici si avvicinavano
Cesare dice (dirà) che i
nemici sono vinti
Cesar dixit
advenire
Cesare disse che
nemici erano vinti
Anteriorità
Sovraordinata al presente o al futuro
Cesar dicit (dicet)
Cesare dice (dirà) che Caesar dicit (dicet)
hostes advenisse
i nemici si sono hostes victos esse
avvicinati
Sovraordinata al passato
Cesar dixit hostes Cesare disse che i Caesar dixit
nemici
si
erano hostes victos esse
advenisse
avvicinati
Posteriorità
Sovraordinata al presente o al futuro
Caesar dicit (dicet)
Cesare dice (dirà) che i Caesar dicit (dicet)
hostes adventuros esse nemici
si hostes
(victum iri) posse vinci
avvicineranno
Sovraordinata al passato
Caesar dixit
Cesare disse che i
Caesar dixit hostes
hostes adventuros esse nemici si sarebbero
(victum iri) posse vinci
avvicinati
i
Cesare dice (dirà) che i
nemici sono stati vinti
Cesare
nemici
vinti
disse che i
erano stati
Cesare dice (dirà) che i
nemici saranno vinti
Cesare disse che i
nemici sarebbero stati
vinti
Attenzione:
•
•
Ricordiamo che per rendere la posteriorità rispetto a un tempo passato, l’italiano usa il
condizionale passato.
In dipendenza da verbi di percezione (vedere, sentire, ascoltare ecc.) si è conservata in italiano
la struttura latina: “Guardavo la pioggia cadere”, “Ti ho sentito arrivare”. In questi casi,
potremmo quindi rendere “a calco”:
Descendere videbis de montibus apros.
“Vedrai i cinghiali scendere dai monti”.
I verbi introduttivi
Possiamo aspettarci un’infinitiva oggettiva in dipendenza da:
Verbi di affermazione (verba dicendi o declarandi: dico, nunzio, iuro…)
Domitius in consilio pronuntiat Pompeium celeriter subsidio venturum esse. (Caes.)
“Domizio in assemblea dichiara che Pompeo verrà prontamente in aiuto.”
Verbi di volontà (verba voluntatis: Cupio, opto, volo, nolo, malo, statuo, constituo, decerno;
iubeo, veto, prohibeo…)
Te mihi semper amicum esse optavi.
“Ho desiderato che tu mi fossi sempre amico.”
Verbi di opinione e di conoscenza (verba sentiendi: scio, puto, duco, fido…)
Scio me asinum fuisse. (Cic.)
“So di essere stato un asino”.
Verbi di sentimento (verba affectuum: gaudeo, doleo, spero…))
Omnes homines gaudent beneficium suum late patere. (Sen.)
“Tutti gli uomini si rallegrano che una loro buona azione sia ampiamente manifesta.”
Soggettive
Possiamo aspettarci un’infinitiva soggettiva in dipendenza da:
Verbi impersonali
Constat
Decet
Dedecet
Licet
Si sa
Conviene
Non conviene
È lecito, è possibile
Civem Romanum vinciri dedecet.
“E’ sconveniente che un cittadino romano sia incatenato”.
Predicati nominali formati da sum alla terza singolare + aggettivo neutro singolare o
sostantivo
Iustum est
Verisimile est
Lex est
Fama est
È giusto
È verisimile
È legge
È fama
Te Caesari invidere verisimile est.
“E’ verosimile che tu invidi Cesare”.
Coesivi: i riflessivi nelle completive
Nelle infinitive, come in tutte le subordinate completive, si osserva un uso particolare dei riflessivi
(pronomi personali e pronomi/aggettivi possessivi): essi infatti non sono usati soltanto in
riferimento al soggetto della frase di cui fanno parte (cioè l’infinitiva stessa), ma anche in
riferimento al soggetto della sovraordinata. La spiegazione sta nella stretta relazione che intercorre
tra la completiva e la frase che la regge: esse costituiscono, come abbiamo già osservato, un unico
nucleo sintattico.
Osserviamo gli esempi:
•
Helvetii existimabant Romanos timore perterritos discedere a se. (Caes.)
Il riflessivo se, riferito al soggetto dell’oggettiva, Romanos, non darebbe senso: “Gli Elvezi
ritenevano che i Romani, atterriti dalla paura, si ritirassero da se stessi”.
Il senso diventa coerente se, invece, riferiamo il riflessivo al soggetto della sovraordinata
Helvetii:
“Gli Elvezi ritenevano che i Romani, atterriti dalla paura, si ritirassero da loro (cioè dal loro
territorio)”.
•
Per exploratores Caesar cognovit montem ab suis teneri. (Caes.)
In questo caso è un pronome riflessivo possessivo ad essere riferito al soggetto della
sovraordinata:
“Tramite gli esploratori Cesare venne a sapere che il monte era occupato dai suoi”.
Esercizio – infinitive facili
1. Existimo eloquentiam sine sapientia parum prodesse civitatibus. 2. Necesse est in oratore
perfecto omnem philosophorum scientiam esse. 3. Epicurus dicit summum malum esse dolorem. 4.
In tanta laetitia cunctae civitatis me unum tristem esse oportebat.5. Consul dixit nostros proelium
anceps cum Carthaginiensibus conseruisse. 6. Stoici censent sapientes sapientibus etiam ignotis esse
amicos. 7.Narrant ante Deucalionis tempora Athenienses regem habuisse Cecropem. 8. Constat
Ciceronem oratorem fuisse maximum. 9. Iugurta, ubi legatos Romanos decessisse cognovit, vallo
atque fossa moenia circumdat. 10. Rerum scriptores dicunt eo tempore matrem Pausaniae vixisse.
(Nep.)
Esercizio – infinitive più complesse
1. A Dione se superari ingenio, auctoritate, amore populi Dyonisius videbat. (Nep) 2. Postquam
Dionysius audivit Dionem in Peloponneso manum comparare, Areten, Dionis uxorem, alii nuptum
(in sposa) dedit. (Nep.) 3. Iurat se eum non deserturum. (Caes.) 4. Pompeius rescripserat se rem in
summum periculum deducturum non esse neque suo consilio aut voluntate Domitium in oppidum
Corfinium se recepisse. (Caes.) 5. Divitiacus dixit scire se illa esse vera. (Caes.) 6. Confirmasti te
ipsum iam esse exiturum, Catilina! (Cic.) 7. Qua de re Charidemum testimonium dicere audistis.
(Cic.) 8. Video civem commilitonemque meum in servitutem ac vincula duci. (Cic.) 9. Labore et
duritia staturam, vires nervosque confirmari Germani putant. (Caes.) 10. Haec se audisse scribit
Caelius. (Cic.) 11. A summis hominibus accepimus poetam natura ipsa valere. (Cic.) 12. Se classe
hostium circumfusos videbant. (Cic.) 13. Galli suos videbant interfici. (Caes.) 14. Nullus tyrannus
miseros lugere vetuit. (Cic.) 15. Saepe hoc patres dicere audivi. (Cic.)
Esercizio – uso dei coesivi
1. Omnes sciunt Themistoclem et Aristidem diu inter se obtrectavisse. 2. Nostri suum periculum in
aliena vident virtute constare. 3. Themistocles Aristidem sibi assensurum esse speravit. 4.
Macedones Eumenem sibi anteponi indigne ferebant. 5. Ariovistus respondit neminem secum sine
sua pernicie contendisse. 6. Homerum Colophonii civem esse dicunt suum. 7. Nammeius et
Verucloetius dicebant sibi esse in animo iter per provinciam facere. 8. Caesar memoria tenebat L.
Cassium consulem occisum exercitumque eius ab Helvetiis pulsum et sub iugum missum. 9.
Ariovistus respondit se Haeduorum iniurias non neglecturum. (Caes.) 10. Lupus arguebat vulpem
furti crimine; negabat ea se esse culpae proximam. (Phaedr.) 11. Ariovistus ait non se Gallis, sed
Gallos sibi bellum gessisse. (Caes.) 12. Faustolo spes fuerat regiam stirpem apud se educari. (Liv.)
13. Dioclem, hominem locupletem, suspendisse se constat. (Cic.) 14. Tres Decios morti se vovisse
tradunt. (Liv.) 15. Sicca dixerat se mecum fore, sed Brundisio discessit. (Cic.) 16. Socrates totius
mundi se incolam et civem esse putabat. (Cic.) 17. Iam se ad eam rem paratos esse putaverunt
Helvetii. (Caes.) 18. Africanus suo cognomine declarat tertiam partem orbis terrarum se subegisse.
(Cic.) 19. Maiores nostri supplicium singulare in parricidas excogitaverunt: voluerunt insui vivos in
culleum atque ita in flumen deici. (Cic.) 20. Pacem cum M. Antonio esse nolo. (Cic.)
Esercizio
1. Consilium Themistoclis reprehendit Aristides quia non honestum esse existimabat. (Nep.) 2.
Inveniebat ex captivis Caesar mulieres coniectas esse in eum locum quo propter paludes exercitui
aditus non esset. (Caes.) 3. Mithridates ait se animadvertisse locum ad castra idoneum. (Nep.) 4.
Quod leges suas duras esse videbat, fingit Lycurgus auctorem earum Apollinem Delphicum. (Cic.)
5. Se tecum affinitate coniungi ille cupit. (Nep.) 6. Caesar iubet media nocte legionem celeriter ad
se venire. (Caes.) 7. Dionisius Aesculapi Epidauri barbam auream demi iussit (Cic.) 8. Dupliciter
delectatus sum tuis litteris et quod ipse risi et quod te intellexi iam posse ridere. (Cic.)
Furbizia di Annibale
Postquam Antiochum fugaverat, Hannibal Cretam venit. Vidit autem vir callidus magno se fore
periculo propter avaritiam Cretensium; magnam enim secum pecuniam portabat de qua sciebat
exisse famam. Itaque capit tale consilium. Amphoras complures complet plumbo, summas operit
auro et argento. Has paulo post deponit in templo Dianae, simulans se suas fortunas illorom fidei
credere (è un falso amico : vedere bene il significato). His in errorem inductis, statuas aeneas quas
secum portabat omni sua pecunia complet easque in propatulo domi abicit. Cretenses templum
magna cura custodiunt, quia nolebant Hannibalem ipsum, inscientibus iis (senza che loro se ne
accorgessero, tollere aurum secumque ducere. Sic Poenus conservavit suas res, illusit Cretenses
omnes, et ad Prusiam in Pontum pervenit.
da Cornelio Nepote