Caio Giulio Cesare

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Caio Giulio Cesare
Cesare nacque il
13 luglio del 101
o il 12 luglio del
100 a.C. nella
Suburra, un
quartiere di
Roma.
Studiò lettere con Antonio Gnifone e finiti gli
studi, verso i sedici anni, partì con Marco
Termo verso l'Asia, dove era in corso una
guerra. In Oriente conobbe Nicomede, re di
Bitinia, dove si fermò per quasi due anni.
Anche se nobile diventò
capo del partito
popolare, e dopo aver
percorso i gradini del
cursus honorum, iniziò la
carriera politica: era
stato questore nel 68
a.C., edile nel 65a.C.,
pontefice massimo nel
63 a.C..
La sua carriera era
proseguita: pretore nel
62 a.C., nel 61 a.C.
propretore (cioè
governatore) della
Spagna Ulteriore.
“Primo Triumvirato” nel Luglio del
60a.C.
Fu in particolare la fase
finale del conflitto, nel 58,
quando dovette domare
una ribellione capeggiata
dal principe
Vercingetorige, a mettere
in risalto le straordinarie
capacità militari di Cesare,
che riuscì a sbaragliare il
nemico nel proprio
territorio e a fronte di
perdite ridotte al minimo
per i romani.
Morto Crasso, sconfitto
e ucciso a Carre (53
a.C.) nel corso di una
spedizione contro i
parti, il triumvirato si
sciolse. Pompeo,
rimasto solo in Italia,
assunse pieni poteri
con l'insolito titolo di
"console senza collega"
(52 a.C.).
Cesare nel 49a.C.
attraversa in armi il
Rubicone, fiume che
delimitava allora l'area
geografica che doveva
essere interdetta alle
legioni (fu in questa
occasione che
pronunciò la famosa
frase: "Alea iacta est",
ovvero "il dado è
tratto").
Sconfitto Pompeo a
Farsalo in Tessaglia
(48 a.c.) ed i suoi
sostenitori, tra cui
Catone Uticense,
affrontandoli in varie
battaglie in Africa e
in Spagna, Cesare, in
quattro anni,
conclude la
conquista del potere.
Dopo la morte di Pompeo, Cesare si
trovò nella necessità di arbitrare
un'intricata disputa su problemi di
successione e conferì il trono
all'affascinante Cleopatra, con la quale
ebbe un'intensa storia d'amore (ne
nacque un figlio: Cesarione).
Nominato dittatore a
vita, Giulio Cesare si
fregia del titolo di
"Imperator"
trasmissibile agli eredi,
ottiene la potestà
tribunizia, che rende la
sua persona sacra e
inviolabile e il
pontificato massimo.
Nel periodo che va dal 47 al 44 a.C. Cesare
attuò varie riforme, tra cui una agraria. Estese
la cittadinanza romana alla Gallia Cisalpina.
Un gruppo di senatori capeggiati da Marco Giunio
Bruto cospirò contro di lui, uccidendolo, alle Idi di
Marzo del 44 a.C. con 23 pugnalate. Lì Cesare
pronunciò la famosa frase “Quoque tu, Brute, fili mi!”
Opere di Cesare
-
Anticato
Bellum Alexandrinum
Commentarii de bello Civili
Commentari de bello Gallico
Commentarius
De analogia
De bello Gallico
L'opera è stata scritta fra il 58 e il 50 a.C. e si divide in otto libri.
De bello Civili
L’opera è stata scritta fra il 47 e il 46 a.C. e si divide in tre libri.
Stile di Cesare
-lessico coerente e controllato
-mancanza di termini di forte connotazione
-tecnicismi: uso del lessico specifico militare
-frequenza delle costruzioni participiali,
soprattutto dell'ablativo assoluto
-la narrazione, obiettiva e sicura, sembra quasi
prefigurare il successo di Cesare su sui non si
possono avere dubbi
Costrutti principali
-prevalenza di paratassi su ipotassi
-numerose oggettive e ablativi assoluti
-prevalenza di nessi coordinanti
-narrazione in III pers.singolare
-prevalenza di costrutti participali
-molti i nessi relativi
-presenza dei costrutti gerundivali
-uso di poche figure retoriche, spesso solo figure di
suono
Tattica militare di Cesare
Brevi spatio interiecto,hostes ex omnibus partibus ,signo dato, ad
proelium decurrunt, lapides gaesaque in vallum conicientes.Nostri primo
integris viribus fortiter repugnant neque ullum frustra telum ex loco
superiore mittunt et, ut quaeque pars castrorum, nudata defensoribus,
premi videbatur, eo occurrere et auxilium ferunt.Sed postea, quod
diuturnitate pugnae hostes defessi proelio excedebant, alii integris viribus
succedebant; quarum rerum a nostris propter paucitatem fieri nihil
poterat.Cum iam amplius horis sex pugnaretur ac non solum vires, sed
etiam tela nostros deficerent, atque hostes acrius instarent, P. Sextius
Baculus, primi pili centurio, et item C. Volusenus, tribunus militum, ad
Galbam accurrunt atque unam esse spem salutis docent, si eruptione
facta extremum auxilium experirentur. Itaque, convocatis centurionibus,
Galba celeriter militibus imperavit ut paulisper intermitterent proelium
seque ex labore reficerent,post,signo dato, ex castris erumperent atque
omnem spem salutis in virtute ponerent. Quod iussi sunt faciunt ac subito
omnibus portis eruptione facta, commutata fortuna, eos qui in spem
potiendorum castrorum venerant undique circumventos interficiunt.
Curiosità
- era in grado di cavalcare con le mani dietro la schiena, e
questo la dice lunga sulla resistenza fisica, dato che
all'epoca le staffe non esistevano
- era alto e magro, aveva capelli e occhi neri. Non era una
bellezza, ma aveva un viso intenso e carismatico, nonché
occhi dallo sguardo mutevole
- si appassiona all’astronomia, alla matematica, alla
retorica e alle scienze naturali
- impara tanto bene il greco che diventa per lui la
seconda lingua
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