Antichità Romane

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Corso di
Sito WEB:
http://www.dsa.unisa.it/Organigramma/
5. Roma
3.
Organizzazione
dal periodo
dell’Italia
arcaico romana
al IV secolo a.C.
Antichità
Romane
Docenti/La_Greca/fernando_la_greca.php
A.a. 2009-2010
Dott. Fernando La Greca
[email protected]
2
3
5. Organizzazione dell’Italia romana
Il tempio di Tellus
Appunti ad esclusivo uso didattico
per gli studenti del corso
(non sostituiscono i testi di studio)
5. L’organizzazione dell’Italia romana
5. Organizzazione dell’Italia romana
Dopo la vittoria sui Piceni nel
264 a.C. (deportati nel
Salernitano) viene fondato il
tempio di Tellus, la Terra
divinizzata.
Si completa la conquista della
terra Italia: l’Italia è sentita
come terra romana (vd.
Annibale)
Sacrifici umani (rari) a Tellus.
Dipartimento di Scienze dell’Antichità
Università degli Studi di Salerno
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Nel tempio di Tellus viene
dipinta una grande carta
dell’Italia.
5
5. Organizzazione dell’Italia romana
Tempio di Castore e
Polluce, frammento
della pianta
marmorea di Roma
(I-III sec. d.C.)
Tabula Peutingeriana, copia medioevale da un originale romano di IV sec. d.C.
(lunghezza totale 7 mt c.a, altezza 34 cm)
Mosaico nilotico da Palestrina
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Pianta ms su
pergamena del
monastero di San
Gallo (Svizzera),
prima metà del IX
secolo, particolare.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Si sfrutta l’ager publicus
confiscato alle città ed
ai popoli vinti per:
Dal 241 a.C. inizia il
sistema “provinciale”,
con la prima
provincia, la Sicilia.
- distribuzioni viritane
- colonie romane
- colonie latine
Dal 241 a.C. inizia
ufficialmente la
Letteratura Latina
(Livio Andronico).
- altro (affitti, vendite,
ecc.)
Conquiste romane al 133 a.C.
Il profilo del Mediterraneo nella Carta nautica di Giovanni da Carignano,
1310 ca., probabilmente derivata da originali romani
5. Organizzazione dell’Italia romana
L’ager publicus utilizzato veniva
riportato su mappe (formae)
conservate negli archivi.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Strumentazione
antica greco-romana
per il rilevamento
Groma e corobate, semplici
strumenti per misure e rilevamenti
terrestri, usati dagli agrimensori
romani per le operazioni di
“centuriazione”.
Mappe catastali
da Orange
5. Organizzazione dell’Italia romana
Organizzazione
dell’Italia romana
Dal 264 a.C. inizia la
“conquista del
Mediterraneo”.
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Centuriazione di Minturnae
Molti si impadronivano
abusivamente
dell’ager publicus
indiviso.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
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5. Organizzazione dell’Italia romana
- Strumentazione
Strumenti per il rilevamento:
Gnomone / Meridiana portatile
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Strumentazione antica
greco-romana per il
rilevamento
Diottra, strumento per misure e
rilevamenti astronomici e terrestri,
con operazioni di trigonometria,
equivalente al moderno teodolite.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
La “macchina” di Anticitera
Trovata nel 1902, nei pressi
dell’isoletta greca di Anticitera, nel
relitto di una nave naufragata verso il
100 a.C.
- Congegno ad orologeria con
complessi ingranaggi ed iscrizioni
greche
- Calendario perpetuo e planetario che
simula i moti del sistema solare.
- Calendario dei principali giochi
periodici del mondo greco (olimpici,
ecc.)
La sola presenza di questo oggetto è
sufficiente a cambiare le nostre idee
sulla tecnologia antica.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Radiografia del
meccanismo di
Anticitera
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Ricostruzione
del
meccanismo di
Anticitera
18
5. Organizzazione dell’Italia romana
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5. Organizzazione dell’Italia romana
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Distribuzioni viritane
(per i singoli cittadini
romani optimo iure)
- Attuate a Veio (distrutta)
- Attuate a Tuscolo, ad Arpino, a
Priverno, ecc. (annesse con la
civitas sine suffragio)
- Attuate in zone lontane da città
(con la creazione di fora, luoghi
di riunione)
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Distribuzioni viritane
Distribuzioni viritane
- Si creano disparità fra i cittadini optimo iure privilegiati)
ed i cittadini sine suffragio.
- Col tempo viene concessa
a tutti la cittadinanza
completa: ad es. Arpino,
a fine IV sec. civitas sine
suffragio, e dal 188
civitas optimo iure, darà
personaggi come Mario e
Cicerone.
- Per i rapporti giuridici non facili tra questi cittadini,
Roma invia particolari magistrati emissari del pretore, i
prefetti (praefecti iure dicundo).
- Attuate lungo le strade (per i cd.
viasii vicani obbligati alla
manutenzione della strada)
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Porta di Arpino
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5. Organizzazione dell’Italia romana
sine suffragio
- Territorio espropriato per 2/3
e diviso fra i coloni viritani fra
il 329 e il 312 (prima della via
Appia).
- Nel 318 creata la tribù
Oufentina, dal nome del
fiume che attraversa il
territorio.
- Nel 318 viene creata la
prefettura di Priverno.
5. Organizzazione dell’Italia romana
I municipia
Distribuzioni viritane
- Un caso simile è quello di
Priverno, nella pianura
Pontina.
- Città incorporata con la civitas
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- Al centro del
territorio di Priverno
vi era probabilmente
un foro, con luoghi
di culto (altari) dove
sono state trovate
delle lamine con
dediche a divinità in
latino, in
connessione ai
coloni romani.
- Queste città come Tuscolo,
Arpino, Priverno, e tante altre
(annesse con la civitas sine
suffragio, e private di una parte
del territorio, assegnata a
cittadini romani con distribuzioni
viritane) erano chiamate in
origine municipia, municipi, in
quanto abitate da cittadini
soggetti ad un munus, un onere,
ma privi di honos, del diritto di
voto e della possibilità di
concorrere per le magistrature.
- Dopo la guerra sociale (se
non prima) tutti i municipi
ebbero la cittadinanza completa.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie romane
- Colonie di cittadini romani
(+/- 300: già lo sono, o lo
diventano), dedotte da
magistrati appositi
- Assegnazioni di terra
limitate (2 iugeri)
- Piccoli insediamenti in
genere marittimi per il
controllo delle coste
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie romane
- Nel 197 si delibera la
fondazione di alcune colonie
romane marittime, fra cui
Salerno e Bussento (oggi
Policastro Bussentino).
- Nel 195 i Ferentinati (latini)
iscritti alle colonie chiedono la
cittadinanza romana solo per
aver dato i nomi, ma il senato
la rifiuta.
- Nessuna autonomia, manca
un’amministrazione
locale.
- Pozzuoli, Volturno, Literno,
Salerno, Bussento e Siponto
sono fondate nel 194, con 300
coloni ciascuna.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie latine
- Si divide in lotti l’ager publicus
da assegnare a numerosi
coloni (da 5.000 a 20.000) a
partire da un minimo di una
ventina di iugeri (5 ettari).
- I coloni perdono la
cittadinanza originaria; sono
divisi in fanti e cavalieri
(pedites - equites)
- Nasce una nuova città
autonoma di diritto latino,
con funzioni militari, a
somiglianza di Roma
- La colonia è soggetta a tributi
e all’invio di truppe/navi
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5. Organizzazione dell’Italia romana
5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie romane
- Ma solo 8 anni dopo, nel
186, le colonie di
Bussento e Siponto
furono trovate
spopolate (crisi
economica?
Trasferimento a
Roma?), e fu
necessario inviare
nuovi coloni.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie latine
- La colonia latina di
Paestum viene fondata
nel 273 a.C.
- Il console che cura la
fondazione è Claudio
Canina; la gens Claudia è
ben rappresentata
nell’onomastica di
Paestum, anche con
magistrati (duoviri).
- Fra le più antiche iscrizioni
della colonia, troviamo
anche nomi lucani.
Poseidonia-Paestum, sacello
ipogeico,, interrato dai
Romani dopo il 273 a.C.
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32
5. Organizzazione dell’Italia romana
5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie Romane e Latine
- I cittadini romani delle colonie romane, scarsi di numero, di fatto
non potevano influenzare la politica romana.
- I cittadini di diritto latino delle colonie latine, anche se numerosi,
non potevano influenzare la politica romana, ma di fatto erano
sfruttati per l’esercito in qualità di alleati.
- Nel II sec. a.C. si aumentano gli iugeri concessi ai singoli coloni
per invogliarli al trasferimento.
- Nel I sec. a.C. le colonie furono usate soprattutto per assegnare
terre ai veterani.
Poseidonia-Paestum,
Ekklesiasterion, interrato dai
Romani dopo il 273 a.C.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Ad es. in ogni colonia
latina troviamo:
- Comunque tutte le colonie contribuirono potentemente alla
romanizzazione dell’Italia.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Colonie come “modelli”
di Roma
L’imperatore Adriano (II sec.
d.C.) rivolgendosi agli abitanti di
Italica (Spagna), afferma che le
colonie sono parva simulacra
urbis, piccole riproduzioni di
Roma.
Città romana in un affresco di Pompei
35
5. Organizzazione dell’Italia romana
36
5. Organizzazione dell’Italia romana
In ogni colonia latina
troviamo poi, come a
Roma:
- il foro
- il capitolium
- il comitium.
- duoviri (=consoli)
- decurioni, senato locale
(=senato)
Città romana, rilievo dal Fucino
Le colonie fondate da Roma sono
in qualche modo un modello, una
“copia” di Roma, sia sul piano
politico che si quello
architettonico.
Iscrizione su fontana pubblica,
Paestum, I sec. a.C.
Brescia, Capitolium
Poseidonia-Paestum, Foro
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5. Organizzazione dell’Italia romana
38
5. Organizzazione dell’Italia romana
Interessante è il comitium
di Paestum, realizzato exnovo in un sito dove pur
esisteva il parallelo edificio
greco, l’ekklesiasterion,
che viene colmato.
39
5. Organizzazione dell’Italia romana
Le colonie romane, rispetto a
quelle latine, sono molto piccole, e
rispecchiano in qualche modo la
semplice forma di un castrum, un
accampamento militare. Non c’è il
foro.
Solo in seguito furono aggiunti il
foro e gli edifici pubblici.
Paestum, ricostruz. del Comitium
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Le deduzioni viritane e le colonie latine e romane, sia
impiantate sul sito di antiche città (ad es. Paestum), sia poste
nelle vicinanze, finivano per assorbire e romanizzare le antiche
comunità locali.
Poseidonia-Paestum,
Comitium
41
5. Organizzazione dell’Italia romana
42
5. Organizzazione dell’Italia romana
Città alleate o
federate
Le province
- Conservano magistrati
e indipendenza,
garantita da un
trattato o foedus.
- Con la fine della prima guerra
punica nasce un altro sistema
per gestire i territori conquistati:
la provincia.
- Non possono avere
una politica estera
propria (sono di fatto
soggette)
- In origine è il territorio assegnato
all’azione di un console in
guerra.
- Devono fornire tributi,
truppe o navi.
- Diventa un territorio
assoggettato, con autonomie
locali, governato da un proconsole (o pro-pretore) romano
coadiuvato da un esercito, e
tenuto al pagamento di tributi.
43
5. Organizzazione dell’Italia romana
44
5. Organizzazione dell’Italia romana
45
Aristocrazia romana e clientele italiche
- La potenza dell’aristocrazia romana si misura secondo
l’ampiezza delle reti clientelari a Roma e in Italia.
- I magistrati romani diventano patroni di popoli e città vinte, delle
colonie fondate, degli alleati e degli stranieri che chiedevano
protezione.
- Nascono stretti legami e interessi comuni, che portano ad una
rapida romanizzazione.
46
5. Organizzazione dell’Italia romana
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5. Organizzazione dell’Italia romana
I nomi romani
Ogni romano aveva, nell’erà
più antica, un solo nome
(es. Romulus).
Poi si aggiunsero, di regola,
un secondo, e poi un terzo
nome, per cui ogni romano
aveva tria nomina.
1) Il “prenome”
(praenomen) era il nome
personale: Appius, Caius,
Lucius, Marcus, Publius,
Quintus, Servius, Titus,
ecc.
2) il “gentilizio” (nomen),
ereditario, indicava il gruppo
familiare (gens) di
appartenenza: Aemilius,
Claudius, Cornelius, Fabius,
Iulius, Manlius, Papirius,
Pomponius, Porcius,
Sempronius, Tullius, Valerius,
ecc.
5. Organizzazione dell’Italia romana
Il mosaico del dominio
romano
- Il dominio romano in Italia si
configura come mosaico che
assomma varie forme
giuridiche, risultato di
“esperimenti”, per trovare la
soluzione migliore.
- Il cittadino romano optimo
iure in Italia si distingue
allora non per il nome, ma
per l’appartenenza ad una
delle 35 tribù, indicata negli
atti che lo riguardano.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
3) In seguito si aggiunse
anche un
“soprannome”
(cognomen), tratto da
situazioni di vita, divenuto
ereditario per distinguere
le varie famiglie
nell’ambito della stessa
gens: Agricola, Barbatus,
Calvus, Cicero, Crassus,
Longus, Lucanus,
Marcellus, Naso, Pulcher,
Rufus, Scipio, ecc.
Gli schiavi liberati (liberti)
prendono il prenome e il
gentilizio del padrone, e
come soprannome il loro
vecchio nome di schiavi.
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50
1. Presentazione
5. Organizzazione dell’Italia romana
51
Il census
- Perché tutte queste precisazioni insieme al nome?
- Sono essenziali nelle operazioni del census, il censimento dei
cittadini romani, effettuato ogni 5 anni dai censori.
Fra il gentilizio e il soprannome vi
sono due elementi importanti:
b) l’indicazione della tribù
(attesta la cittadinanza
romana)
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Costituivano l’assemblea più importante
di Roma.
Eleggevano i consoli, i magistrati
superiori, ed approvavano le leggi.
Il popolo vi prendeva parte diviso per
classi di ricchezza e per centurie
(193).
Ogni centuria dava un voto (dopo le
votazioni preliminari al suo interno).
Le decisioni erano prese a maggioranza
dei voti.
I cavalieri ed i fanti della prima classe (i
più ricchi) avevano a disposizione 18
+ 80 centurie = 98 voti, cioè la
maggioranza.
- Livio, XXVI, 36, 2 (discorso ai senatori del console Valerio Levino, nel
210 a.C., che chiede un prestito volontario ai cittadini):
<<Se quello che intendete imporre ai vostri inferiori decidete di imporlo
innanzitutto a voi stessi ed ai vostri, otterrete più facilmente
l’obbedienza di tutti. E nessun onere apparirà troppo pesante, se il
popolo vedrà che i principali cittadini se ne assumono il peso
maggiore>>.
M(arcus) Tullius M(arci) f(ilius)
Maec(ia tribu) Cicero equiti
romano sibi fecit vivus.
5. Organizzazione dell’Italia romana
I comizi centuriati
Il census
- Il sistema delle classi di censo e dei comizi centuriati era fondato
sull’uguaglianza “geometrica” di Pitagora: ai più ricchi, più onori, ma
anche più oneri; chi decideva doveva anche farsi carico delle spese e
dei rischi. Questo sistema generava il consenso di tutti.
a) la filiazione, ossia il nome del
padre seguito dalla F di filius
(attesta la condizione di
libero)
5. Organizzazione dell’Italia romana
53
5. Organizzazione dell’Italia romana
54
5. Organizzazione dell’Italia romana
193 = 122 + 72
- Per quanto possa sembrare strano, ci sono anche altri indizi nel sistema dei
comizi centuriati che ci riportano a Pitagora ed alla Magna Grecia.
- Il numero 193 è un numero “pitagorico”, riferito al famoso teorema (in un
triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa (193) è
pari alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti
(122 + 72 = 144 + 49 = 193).
- In riferimento all’astrologia/astronomia, ed alla sacralità religiosa della politica
e del calendario a Roma, il numero 12 è quello dei segni zodiacali, ed il
numero 7 è quello dei corpi celesti “erranti” fra le stelle fisse.
- Inoltre, tra i limiti delle classi esistono rapporti che si possono riconoscere
come “rapporti armonici” pitagorici.
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56
5. Organizzazione dell’Italia romana
I censori
5. Organizzazione dell’Italia romana
Ara di Gneo Domizio
Enobarbo (censore
nel 113), fine II inizio I sec. a.C. Particolari della
scena con lustrum
censorio, con soldati
e sacrificio a Marte
(Parigi, Louvre)
- Ogni cittadino deve giurare sulla verità della sua dichiarazione, e far registrare
il suo nome completo, l’età, il valore stimato della sua proprietà, il nome del
padre, l’età ed il nome della moglie e dei figli, la tribù di appartenenza
secondo la sua residenza a Roma o nelle campagne.
- Censori
- Consoli
- Pretori
- Il cittadino che non assolve questo dovere può subire la confisca dei beni ed
essere venduto come schiavo.
- Edili (curuli e plebei)
- Questori
- Tribuni della plebe
(con ingresso in senato)
Via Appia
Il lustrum dei
censori era
una
cerimonia di
purificazione
della città e
dei cittadini,
ogni 5 anni,
in occasione
del
censimento
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Il censore convoca davanti a lui, a Roma, per mezzo degli araldi, tutti i
cittadini, anche quelli lontani, nelle colonie.
- Dittatore
I censori erano due, eletti ogni cinque
anni, ma in carica per soli 18 mesi.
Erano di solito senatori di grande
esperienza, che avevano percorso
tutta la carriera delle magistrature.
57
Svolgimento del census
Le magistrature
repubblicane
(cursus honorum)
I censori erano incaricati di eseguire il
censimento della popolazione.
In seguito preparavano anche la lista
dei senatori.
Si occupavano di appalti e lavori
pubblici (strade, acquedotti...)
58
5. Organizzazione dell’Italia romana
- E’ possibile comunque farsi rappresentare, ad esempio, dai curatori di
ciascuna tribù.
- Tribuni militari
59
5. Organizzazione dell’Italia romana
Svolgimento del census
60
5. Organizzazione dell’Italia romana
Svolgimento del census
- Dopo la guerra sociale ci furono nuove disposizioni, anche in seguito
all’enorme folla venuta a Roma nel 70 a.C. per il censimento.
- Augusto introdusse nuove norme (9 d.C.) che di fatto consentirono di
svolgere diversamente le operazioni di censo.
- Entro 60 giorni rispetto a Roma il censimento deve svolgersi anche nei
municipi, nelle colonie romane e nelle prefetture, a cura dei magistrati locali,
richiedendo gli stessi dati.
- Fu possibile ad ogni cittadino, in ogni momento, far riconoscere la propria
identità e dichiarare i figli nati liberi.
- I dati sono trascritti sui registri pubblici locali, e inviati a Roma ai censori, che
li ritrascrivono sui registri di Roma e li archiviano.
- L’archivio si trovava in un edificio chiamato Atrium Libertatis, nei pressi del
foro, dal nome significativo.
- Con la semplice collazione dei registri, divenne possibile rilevare le statistiche
del censimento, ed anche rilasciare certificati, come oggi.
61
5. Organizzazione dell’Italia romana
L’esercito
- Anche l’esercito fu uno
strumento di romanizzazione,
in quanto i socii, gli alleati
italici erano tenuti al servizio
militare nell’esercito romano.
- Ce ne parla Polibio (VI, 26 sgg.).
- Ogni coorte o gruppo (500-600
uomini di una stessa città) è
comandato da un capo italico;
l’insieme delle truppe dei socii
sono comandate da 12 prefetti
romani, che li organizzano e li
addestrano.
64
1. Presentazione
62
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Nell’insieme i fanti italici
raggiungono lo stesso numero
di quelli romani, mentre la
cavalleria italica è tre volte più
numerosa.
- Fra tutti i socii vengono scelti i
cavalieri (per 1/3) ed i fanti
(per 1/5) più adatti al servizio
dei consoli (extraordinarii).
- I rimanenti sono divisi in due
parti, l’ala destra e l’ala
sinistra, e vanno ad integrare
le 4 legioni, due per ogni
console.
65
1. Presentazione
63
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Fra gli extraordinarii, si
procede ad una
seconda scelta di
cavalieri e fanti
(delecti), che va a
costituire la guardia
personale dei consoli.
- Polibio ci descrive poi lo
schema tipico di un
accampamento, nel
quale hanno una parte
importante gli Italici.
66
1. Presentazione
67
1. Presentazione
68
5. Organizzazione dell’Italia romana
- E’ importante notare che nell’accampamento i socii devono
apprendere necessariamente latino, per i comandi, le parole
d’ordine segrete, ecc.
- Tutte le conquiste romane vanno attribuite in buona parte anche
ai socii italici.
La presenza dei socii accanto ai Romani nell’esercito fu un
potente fattore di romanizzazione.
70
1. Presentazione
71
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Contro quasi
800.000 uomini,
dice Polibio,
Annibale giunge
in Italia con
meno di 20.000
uomini.
- Evidentemente
Annibale aveva
informazioni
precise sul fatto
che alcuni
popoli ed alcune
città sarebbero
passate dalla
sua parte.
69
5. Organizzazione dell’Italia romana
La formula togatorum del 225 aC.
- Alla vigilia della seconda guerra punica, per l’anno 225 a.C.,
Polibio (II, 24) ci dà la consistenza delle forze armate romane
ed alleate disponibili per la leva (in vista di un attacco dei
Galli).
- Questo elenco era chiamato formula togatorum.
- La fonte è Fabio Pittore, annalista che scrive la prima storia di
Roma, in greco, alla fine della seconda guerra punica.
72
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Annibale trattò con ogni
riguardo gli alleati di Roma
allo scopo di farli passare
dalla sua parte.
- Annunciò di essere venuto a
liberare i popoli dell’Italia
dal giogo di Roma e a ridare
loro le città ed i territori
perduti.
- Solo dopo Canne ottenne le
adesioni sperate: Campani,
Irpini, parte degli Apuli e dei
Sanniti, i Bruzi, i Lucani, la
costa con le colonie greche
(Taranto, Metaponto,
Crotone, Locri), i Galli
Cisalpini.
73
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Capua chiese ad Annibale piena autonomia politica, di
governarsi con magistrati propri, e di non essere soggetta a
tasse ed arruolamenti forzati (l’esatto contrario della civitas
sine suffragio).
- Ma la presenza di Annibale davanti alle mura evidenziava le
divisioni interne nelle città dell’Italia, che portavano a
scelte diverse.
74
5. Organizzazione dell’Italia romana
5. Organizzazione dell’Italia romana
Durante la seconda guerra
punica, i Romani introdussero
nella città numerose nuove
divinità e fondarono nuovi
templi.
Religione e politica non
possono essere separate nella
storia di Roma.
Un interessante esempio di
questo intreccio è costituito
dall’introduzione del culto della
dea Mens (Mente) a Roma.
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Le sconfitte costrinsero i Romani ad un grande sforzo
finanziario e di reclutamento, e ad un controllo stretto degli
alleati per timore di ulteriori defezioni.
- Le necessità della guerra contro Annibale portarono i Romani
ad arruolare nel 217 i liberti nella marina, cosa che poi
divenne una regola.
- Importante fu l’episodio delle 12 colonie latine che nel 209 si
rifiutarono di inviare uomini e denaro; le altre invece
obbedirono.
- Dopo Canne nel 216 si arruolò un esercito di schiavi
volontari (8.000), comprati dallo Stato e armati. Questo
esercito era comandato da Tiberio Sempronio Gracco,
nonno dei fratelli Gracchi, e sconfisse i Cartaginesi a
Benevento, ottenendo come premio la libertà.
- Qualche anno più tardi le 12 colonie furono punite portando a
livelli altissimi i loro contributi ordinari.
- Quindi, tutta la disponibilità sulla carta degli alleati, vantata
da Polibio, era solo teorica, e vi erano enormi difficoltà ad
arruolare gli eserciti.
76
75
77
5. Organizzazione dell’Italia romana
Nel giugno del 217 a.C.,
l’esercito romano subì una nuova
sconfitta da parte di Annibale al
lago Trasimeno. Lo stesso
console Gaio Flaminio cadde sul
campo.
Fu nominato dittatore Fabio
Massimo, il quale spiegò che la
causa della sconfitta era stata più la
trascuratezza del console Flaminio
verso la religione e gli dèi, che non
la sua incapacità militare. I due
erano stati avversari politici, ma
Fabio considerò solo le sue colpe
verso la religione.
- Nel 216 si arruolarono anche i carcerati, con la promessa della
remissione delle pene e dei debiti.
78
5. Organizzazione dell’Italia romana
Fabio ordinò di consultare i libri
sibillini, e il responso dei sacerdoti
addetti fu che bisognava attuare una
serie di cerimonie religiose per
Marte, Giove e tutti gli dèi, ed inoltre
bisognava votare dei templi per
Venere Ericina e per Mens.
Così il dittatore Fabio votò il
tempio per Venere Ericina, e il
pretore Otacilio il tempio per Mens.
I templi furono subito costruiti,
l’uno accanto all’altro sul
Campidoglio, e dedicati agli inizi del
215.
79
5. Organizzazione dell’Italia romana
Una delle particolarità della religione
romana è il culto di divinità astratte,
personificazioni di concetti politico-morali
utili allo Stato: Fides, Honos, Virtus, Salus,
Mens, Victoria, Concordia, Fortuna, ecc.
In questo momento, si sente in
particolare il bisogno di Mens, dea della
ragione e della saggezza, in rapporto alla
poca saggezza rimproverata al console
Flaminio.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Inoltre, lo stesso Fabio Massimo,
soprannominato “cunctator” perché
adottò contro Annibale la tattica del
“temporeggiare”, con queste
disposizioni religiose volle indicare ai
Romani che l’unico modo per battere
Annibale consisteva nel far buon uso
della ragione, della saggezza, e non
lanciarsi in imprese sconsiderate.
I voti e le dediche sono messe in atto da
magistrati romani: il dittatore Fabio e il
pretore Otacilio. E’ questo l’unico modo, per
le nuove divinità, di entrare in Roma.
L’altra divinità, Venere Ericina,
ossia venerata sul monte Erice, in
Sicilia, si riallacciava al mito di Enea. A
Venere, madre di Enea e protettrice
del popolo romano, si chiedeva la
salvezza da Annibale.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Mens è anche
una
importante
divinità della
colonia latina
di Paestum,
alla quale è
dedicato un
tempio ed
alcune
iscrizioni da
parte di
magistri che si
occupavano
del suo culto.
5. Organizzazione dell’Italia romana
- Nonostante tutte le
sconfitte, nonostante le
numerose defezioni
(soprattutto Capua), nel
complesso la fedeltà
degli alleati di Roma
restò salda, e consentì la
vittoria finale.
- In questo modo Polibio
spiega ai Greci le ragioni
delle vittorie di Roma,
poi estese all’Oriente.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
Questa apertura religiosa romana verso
nuove divinità (Venere Ericina, Mens, la
Magna Mater o Cibele, introdotta negli stessi
anni), aveva un valore politico e diplomatico:
- garantiva il successo degli eserciti
romani, protetti dalle nuove divinità;
- avvicinava a Roma altri popoli: gli Italici,
le città della Magna Grecia, il regno di
Pergamo, ecc., perché le loro divinità erano
rese romane, con comunanza di culto;
- rinnovava la tradizione dei Romani
discendenti dai Troiani e da Venere (la Magna
Mater, divinità dell’Asia Minore, era
considerata Troiana).
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5. Organizzazione dell’Italia romana
- Ma le città ed i popoli che avevano defezionato in Italia
meridionale furono trattati come nemici: distruzioni,
confische di terre, riduzione della popolazione in schiavitù.
- A Capua e in altre città con la civitas sine suffragio che
avevano fatto secessione furono colpiti gli aristocratici delle
classi dirigenti, messi in carcere e giustiziati (si nominò
appositamente un dittatore); la città fu privata delle
strutture pubbliche e trasformata in luogo di abitazione, sotto
un prefetto inviato da Roma.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
- Iniziò una fase di diffidenza e di rapporti difficili fra Roma e le
città italiche, che alla lunga portò alla guerra sociale.
- Gran parte delle terre confiscate dell’Italia meridionale
divenne ager publicus, venduto o affittato a favore di nuovi
proprietari romani che lo destinavano all’allevamento,
estendendo i loro latifondi.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
- Si rafforza il potere romano in Italia, con una maggiore
uniformità culturale.
- Si sviluppa la classe dei cavalieri, aristocratici che si
arricchiscono sfruttando le nuove opportunità e gli appalti
pubblici.
- In definitiva, la presenza di Annibale in Italia con le sue
conseguenze, nel bene e nel male, contribuì all’unificazione ed
alla romanizzazione.
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5. Organizzazione dell’Italia romana
- Riprese la fondazione di
colonie, soprattutto
nella Gallia Cisalpina
(Bologna, Aquileia), e
ripresero le assegnazioni
individuali ai veterani.
- Ad Aquileia, colonia
latina, furono dati 50
iugeri (12,5 ettari) per
ciascun colono, 100
iugeri (25 ettari) ai
centurioni e 140 iugeri
(35 ettari) ai cavalieri.
Colonie e centuriazione dell’ager gallicus lungo la via Emilia
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